Jun 10, 2017 - Senza categoria    Comments Off on IL VIBURNUM TINUS NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

IL VIBURNUM TINUS NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

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Dopo avere subito una notevole potatura la trascorsa primavera, le piante di Viburno, site nell’aiuola del viale di destra entrando dal cancello della villa comunale “Giuseppe Garibaldi” a Mistretta, finalmente hanno emesso le nuove gemme.
La temperatura è stata molto clemente aiutandole a riprendersi dallo shock subito dal taglio delle forbici.

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https://youtu.be/-jYfReJrjSU

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Il termine latino “viere”, “intrecciare” pare che si riferisca all’estrema flessibilità dei rami del Viburno, che già i romani usavano per intrecciare gli scudisci, i frustini di legno o di cuoio con i quali addomesticavano i cavalli.
Comunemente il Viburno è chiamato “Lentaggine”,” Palla di neve”, Laurotino”.
E’ una pianta originaria delle zone temperate dell’emisfero Nord, dell’Africa settentrionale, dell’Asia, di Giava, delle Indie occidentali, dell’America meridionale. Ne esistono circa 120 specie.
Il Viburnum tinus è un piccolo albero arbustivo, perenne, alto non più di due metri, appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae.

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Si presenta con rami sottili, leggermente ricurvi e con una chioma espansa e sempreverde.
Le foglie, picciolate, semplici, più o meno ovali, con l’apice appuntito e con la base rotondeggiante, con margini dentati, in varie tonalità di verde, con superficie liscia, quasi vellutata e sempre segnata da nervature assai evidenti, sono molto decorative.
Esse rimangono sui rami anche in inverno assumendo colorazioni molto belle.
La pagina superiore è di un bel verde scuro e lucido, la pagina inferiore, più chiara, è caratterizzata da un tomento rossastro in corrispondenza delle nervature principali.

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I fiori sono piccoli, bellissimi, poco profumati, formati da cinque petali, rosa in bocciolo e bianchi una volta aperti, a mazzetti, riuniti in infiorescenze terminali ombrelliformi.

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 La loro forma può variare in una stessa infiorescenza e, quando si raccolgono i rami fioriti, si maltratta la pianta.
Come con le potature!
I boccioli dei fiori iniziano a formarsi già in estate e in settembre sono tutti ben sviluppati.
I fiori si schiudono a scalare non solo sulla stessa pianta, ma anche sullo stesso corimbo, fra la fine d’ottobre e l’inizio di maggio dell’anno successivo, compatibilmente con il clima; il massimo della fioritura si ha, comunque, in primavera quando questo fenomeno diviene veramente spettacolare.

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I frutti, non commestibili, sono delle drupe sferiche portate all’apice del ramo, di colore blu metallico o quasi nere a completa maturazione.
Sono un buon cibo per tutti gli uccelli del giardino.

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 Giovanni  Pascoli, nella sua poesia “Il gelsomino notturno” così scrive:

“[…] E s’aprono i fiori notturni
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari […] “

Il poeta, immerso in un’atmosfera di trepidazione e di indefinibile smarrimento, coglie il mistero che palpita nelle piccole cose della Natura.
Si accorge che nella notte, quando pace e silenzio prevalgono tutto intorno, vi sono fiori che si aprono e farfalle che volano.
Una vita inizia quando la vita consueta cessa.
Il Viburno è una pianta di poche pretese. L’unica esigenza è quella di essere ospitato da un terreno ricco di sostanze organiche, molto permeabile, umido. Predilige un ambiente dove le piogge, soprattutto durante il periodo estivo, sono frequenti.
Le annaffiature devono essere abbondanti in estate per poi diminuire gradualmente nella stagione fredda.
Anche il clima è di notevole importanza. La pianta resiste bene alle basse temperature, alle gelate non troppo intense e ai lunghi periodi di siccità, non sopporta un’atmosfera arida e calda, necessita di un’esposizione al sole, ma sopporta bene anche l’ombra dove vive benissimo magari fiorendo un pò meno.
Il buono stato di salute, il portamento espanso, se non subisce violente potature, regalano fioriture indimenticabili per la profusione e per la grazia dei fiori che, schiudendosi, diventano piccoli merletti di colore bianco avorio. La pianta è bella anche in inverno perché assume una colorazione bianca.
Il Viburnum tinus si è naturalizzato in alcuni areali meridionali entrando nella costituzione di boschi di essenze sempreverdi e nella macchia mediterranea.
La rusticità rende la pianta di facile coltura, pertanto è diffusa sia per le sue qualità decorative, sia per le possibilità d’acclimatazione e d’adattamento.
Come pianta ornamentale, il Viburno è adatto alla formazione di siepi, di barriere sempreverdi o come singolo cespuglio.
Il Viburnum tinus è una pianta che dà innumerevoli soddisfazioni al giardiniere!
E’ molto robusta, NON RICHEDE POTATURE DRASTICHE e difficilmente si ammala.
In condizioni sfavorevoli potrebbe, comunque, essere attaccata dai funghi e da altri agenti patogeni.
Con le bacche e con la corteccia di varie specie di Viburno si preparano validi farmaci.
Il Viburno, in medicina, è usato per curare i dolori mestruali, il mal di testa e di denti, gli stati febbrili. Presentando una certa tossicità, per il suo utilizzo è sempre bene consultare il medico.
Secondo Il linguaggio dei fiori regalare un ciuffo di Viburno significa “arrecare fastidi e calunnie”.
E’ meglio lasciare i fiori sulla pianta!

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