May 18, 2016 - Senza categoria    Comments Off on RITA DA CASCIA LA SANTA AVVOCATA DEI CASI IMPOSSIBILI E DISPERATI

RITA DA CASCIA LA SANTA AVVOCATA DEI CASI IMPOSSIBILI E DISPERATI

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Margherita nacque a Roccaporena, una frazione montagnosa a pochi  chilometri di distanza da Cascia, in provincia di Perugia, da Antonio Lotti e da Amata Ferri probabilmente nel mese di ottobre del 1381. I genitori, ormai avanti negli anni, volevano un figlio maschio, ma diedero la vita alla loro unica figlia Rita allevandola nell’educazione religiosa.
Piissima, pur desiderando di consacrarsi a Dio fin dalla sua giovane età, tuttavia, di indole mite, Rita, per accontentare i suoi genitori, accettò di sposare, a soli sedici anni, Paolo di Ferdinando Mancini, un giovane di carattere violento e a cui Rita era sottomessa. Doveva chiedergli il permesso anche di recarsi in chiesa!
Pur sopportando umiliazioni di ogni genere, Rita cercò di aiutarlo a convertirsi e a condurre una vita onesta e laboriosa.
Nacquero i gemelli Giacomo Antonio e Paola Maria.
Rita guidava la sua famiglia conducendo una vita semplice, colma di preghiera e di rettitudine.
Una notte un tale, spinto dall’odio per aver subìto qualche cattiva azione, uccise barbaramente Paolo.
Rita, coerente con le parole del Vangelo, perdonò l’assassino del marito. Le sue prove di perdono e di mitezza non riuscirono a far cambiare idea ai figli che covavano nei loro cuori sentimenti di odio e di vendetta. Piuttosto che saperli assassini, Rita pregò Dio perché li prendesse con Sé. Morirono entrambi in giovane età poco tempo dopo la morte del loro padre.
Rimasta sola e con il cuore straziato dal dolore, Rita si adoperò in opere di carità cercando di essere accolta nel monastero.
Per ben tre volte bussò alla porta del Monastero Agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia.
Le agostiniane la respingevano perché era donna, ma vedova. Solo nel 1417 vi fu accolta per intercessione dei suoi protettori San Giovanni Battista, San Nicola da Tolentino e Sant’Agostino che, miracolosamente, la introdussero nel monastero dove visse per quaranta anni servendo Dio ed il prossimo con una generosità allegra e attenta agli eventi del suo ambiente e della Chiesa di quel tempo.
La Madre superiora mise alla prova la sua ferrea volontà affidandole il compito di annaffiare ogni giorno un cespuglio di rose ormai appassito. Tutti i giorni l’ubbidiente Rita annaffiava la pianta con amore.
La pianta rifiorì dando bellissime rose.
Ancora oggi si può visitare a Cascia il famoso roseto di Santa Rita che è coltivato e rinnovato.

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Devotissima alla Passione di Cristo, un Venerdì Santo, mentre pregava davanti al Cristo in croce, una spina si staccò dalla corona del Salvatore e l si conficcò sulla sua fronte. Rita sopportò con grande forza il dolore della ferita sulla fronte per quindici anni, fino al termine della sua vita terrena.

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Morì il sabato del 22 maggio del 1457. Le campane suonavano da sole annunciando la sua “ascesa” al cielo.
Fu venerata come Santa.
Dal 18 maggio del 1947 le ossa di Santa Rita da Cascia, che non hanno ricevuto sepoltura, riposano nel Santuario dentro un sarcofago. Si narra che il giorno dei funerali, quando si sparse la voce dei miracoli, attorno al suo corpo comparvero delle api nere che si annidarono nelle mura del convento. Le api sono ancora lì, che non hanno l’alveare non producono il miele, ma da cinque secoli si riproducono fra le mura del convento.
Molti sono i prodigi che si sono compiuti su Santa Rita.
Il prodigio delle Rose e dei fichi in inverno è stato raccontato da diverse attendibili testimonianze raccolte nel processo per la sua beatificazione nel 1626. “Nel più aspro rigore dell’inverno, essendo ogni cosa ricoperta di neve, una buona donna, cugina di Rita, va a visitarla. Nel partire, le chiese se da casa sua voleva cosa alcuna. Rispose Rita che avrebbe desiderato una rosa e due fichi dell’orto della casa paterna.  Sorrise, la buona donna, credendo che ella delirasse per la violenza del male e se ne andò.
Giunta a casa sua ed entrata ad altro fine nell’orto, vide, su le spine spoglie di ogni foglia e cariche di neve, una bellissima rosa e, sulla pianta, due fichi ben maturi. Rimasta meravigliata per la contrarietà della stagione e per la qualità di quel freddissimo clima, veduti il fiore e i frutti miracolosi li colse e li portò a Rita
“.I due fichi, probabilmente, rappresentano i suoi figli.
L’orto di Santa Rita, dove la cugina raccolse la rosa e i fichi sotto la neve, si trova a Roccaporena.
Fra la popolazione amastratina il culto a Santa Rita è molto forte.
Si festeggia in 22 maggio nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria.
Dopo le celebrazioni eucaristiche e la benedizione, il fercolo di Santa percorre, in cammino processionale, le strade della città.

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La confraternita di Santa Caterina

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Padre Giovanni Lapin, il parroco della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria

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Foto di Giuseppe Ciccia

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Il 23 agosto 2020 nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Mistretta è stata inaugurata e benedetta l’edicola votiva che accoglie la statua di Santa Rita da Cascia, donata dal giovane Antonino La Ganga.
La cerimonia di inaugurazione e di benedizione, preceduta dalla celebrazione della Santa messa, è stata effettuata  dal parroco della chiesa padre Giovanni Lapin.
Il  comitato Anspi di Santa Caterina è stato la macchina organizzativa dell’evento al quale vanno i complimenti e i ringraziamenti di tutti i mistrettesi. Grazie anche a tutti coloro che si sono adoperati  per la realizzazione dell’edicola votiva che ha reso questo angolo del piazzale della chiesa un nuovo luogo di preghiera.  Rivolgiamoci alla Santa delle cose impossibili per chiedere e ricevere grazie!
La rosa è il simbolo di Santa Rita. Grazie al devoto Santino Cristaudo per aver offerto l’ addobbo floreale che ha abbellito l’edicola votiva in occasione di questa particolare giornata.

Mentre Dio ci accorda vita, diamo sempre i laudi a Rita sempre. Sempre sia lodato e Rita in cielo coronata.
W Santa Rita

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Si racconta che anche a Mistretta un  miracolo è stato attribuito all’intercessione della Santa dei casi impossibili.
Era l’anno 1931.
Il signor Portera Antonino, colpito da una paresi facciale, pur affrontando lunghi viaggi della speranza a Palermo e nell’Italia settentrionale e pur sottoponendosi a dolorose e a costose cure mediche, non guariva. Non riusciva ad accettare la nuova situazione di malattia e di malessere che gli causava un enorme disagio. Tutti gli specchi della casa furono eliminati dall’affettuosa moglie che avrebbe voluto nascondergli l’evidente verità.
Una notte, in sogno, Santa Rita apparve alla moglie, alla signora Liboria Lombardo, e le disse: “Perché non mi porti a Mistretta”? Non era un avvenimento che si poteva risolvere in poco tempo e soprattutto senza mezzi economici.
Le signora Liboria non si arrese, chiese aiuto ai paesani che contribuirono secondo le loro possibilità. La statua di Santa Rita, commissionata allo scultore Carmelo Bruno, giunse a Mistretta, proveniente da Lecce, il 19-11-1932.
Il signor Antonino miracolosamente guarì. Era il 1934. Per esprimere gratitudine alla Santa, per la grazia ricevuta, la famiglia Portera fece esporre nella facciata della propria abitazione, sita nella strada Santa Caterina al numero civico 43, l’edicola votiva dedicata a Santa Rita da Cascia.

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Ogni anno i familiari del signor Antonino, devoti a Santa Rita, dal Piemonte giungono a Mistretta per venerarLa.

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La ROSA è il simbolo ritiano per eccellenza.
Rita, come la rosa, ha saputo fiorire nonostante la sua vita sia stata carica di molte spine.

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Caratteristica è la tradizionale benedizione delle rose che avviene ogni anno dopo la Messa Pontificale del 22 maggio sul sagrato della Basilica e in tutte le altre chiese.
Il 22 maggio del 2000, il giorno riservato alla venerazione di Santa Rita, è morta un’indimenticabile persona a me molto cara: il prof.Carmelo De Caro, mio marito.

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Santa Rita è festeggiata solennemente anche a Licata

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Preghiera a Santa Rita

Sotto il peso e tra le angosce del dolore,

a te che tutti chiamano la Santa degli impossibili,

 io ricorro nella fiducia di ricevere presto aiuto.

Ti prego, libera il mio povero cuore dalle angustie che da ogni parte l’opprimono

e ridona la calma a questo spirito che geme, sempre pieno di affanni.

 E poiché ogni mezzo è inutile per procurarmi sollievo,

confido totalmente in te che fosti prescelta da Dio come avvocata dei casi più disperati.

Se è per i miei peccati che non ottengo ciò che domando,

 implora da Dio che mi ottenga la loro conoscenza e il perdono.

Non permettere che pianga ancora lacrime di amarezza,

premia la mia ferma speranza,

ed io farò conoscere dovunque le tue grandi misericordie verso gli animi afflitti.

O ammirabile sposa del Crocifisso,

intercedi ora e sempre per le mie necessità. 

In questo anno 2020 chiediamo a Santa Rita di intercedere presso Dio affinchè venga sconfitto il COVID-19 attraverso la recita della preghiera scritta dal signor Salvatore Conti

Mentre Dio ci accorda vita
ti preghiamo Santa Rita.
Tu che fosti ostacolata
ma dal ciel in fin premiata.
A te ci rivolgiamo e
in ginocchio ti preghiamo.
Lo facciamo con il cuore
ma tu chiedilo al SIGNORE
perché possa intervenire
ed il MORBO far finire.
Oggi e sempre sii lodata
perché in cielo incoronata
con fervore ti imploriamo
e il miracolo aspettiamo.

 

 

 

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