Sep 27, 2017 - Senza categoria    Comments Off on PADRE DAMIANO AMATO, L’AMICO PRETE DI MISTRETTA

PADRE DAMIANO AMATO, L’AMICO PRETE DI MISTRETTA

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Carissimo Padre Damiano Amato,
non ti conoscevo, pur essendo dello stesso paese, di Mistretta, e pur essendo quasi della stessa età, ma ho avuto la fortuna di conoscerti su Facebook leggendo i tuoi pensieri del giorno e della settimana e le tue preghiere sul libro che hai pubblicato.
Non dimenticherò mai il tuo caloroso abbraccio quando ci siamo incontrati nella chiesa di San Sebastiano, a Mistretta, il giorno che hai festeggiato con i paesani il tuo cinquantesimo anniversario di sacerdozio.
Mi hai riconosciuta.
Mi hai detto: “Sei Nella Seminara”.
Timidamente ti ho risposto: ”SI, SONO IO”.
Ci siamo abbracciati!
Nell’omelia della Santa Messa che hai celebrato per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio hai nominato tutti i tuoi compagni di gioco della via Casazza, anche quelli che sono stati chiamati dal Signore.
Noi non eravamo compagni di gioco.
La via San Biagio, dove io abitavo, e la via Casazza erano distanti l’una dall’altra e poi, allora, noi femminucce non giocavamo fuori, in mezzo alla strada. Le nostre mamme, come gioco, ci avviavano al cucito del vestito alla bambola, quando ne possedevamo una, al lavoro all’uncinetto, al ricamo stando in casa.
Il mio passatempo preferito è stata sempre la lettura.
Mi rifornivo dei libri alla biblioteca comunale di Mistretta. Quasi ogni giorno ne andavo a prendere uno, che riportavo già il giorno dopo avendo gustato il suo contenuto. Il bibliotecario, allora, mi dava in prestito un certo numero di libri per coprire almeno la settimana.
Ricordo, con una certa emotività, il primo libro che ho letto dal titolo “Le trecce della mamma”.
Raccontava la storia di una bambina cieca che riconosceva la sua mamma attraverso il tocco delle trecce dei suoi capelli.
Un giorno la mamma tagliò le trecce.
La bambina non la riconobbe!
Ho pianto!
Caro Damiano, confidenzialmente Jano, ho letto di te nel libro “Miegghiu picca ca nenti”, della signora  Maria Meli.
Eravate vicini di casa. Maria abitava in via Casazza n°8, nella casa che la nonna aveva comprato a sua figlia prima che si sposasse,  e tu in via Casazza n°12, la strada delle mattonelle come era chiamata, perchè ammattonata con le mattonelle, oggi la strada della pietra quarzarenite perchè ammattonata con questa roccia.
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La strada oggi si chiama Via Giosuè Carducci.

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Ancbe Enzo Romano nel suo libro “Muddicati”  descrive “Marianu” sempre scalzo e con i calzoncini laceri sospesi ad una sola bretella :

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Carissimo Jano, abbiamo intrapreso vie diverse:  tu chiamato al sacerdozio, io chiamata all’insegnamento, che ho esercitato come una missione. Entrambi ci siano allontanati da Mistretta, il nostro amato paese.
Ma siamo sempre ritornati!
Mi hai invitato ad essere presente,  il giorno 17 Agosto di quest’anno 2017, nella chiesa di San Sebastiano per festeggiare, assieme ai nostri paesani, il tuo 50° anniversario di sacerdozio. Così hai scritto :” RINGRAZIERO’, con la Santa Messa, il Signore per i miei cinquant’anni di sacerdozio”.
IO c’ero!
Sono tue le parole:VI PORTO NEL CUORE
Giorno due luglio p.v. ricorre il mio cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Ringrazio il Signore per avermi chiamato ad essere suo sacerdote. Questo giorno lo passerò in silenzio e in preghiera. Solo. Con il mio Signore. Non amo le cerimonie, i regali ecc. Pertanto giorno 1 Luglio mi ritirerò in un convento per passare l’anniversario del mio sacerdozio, 2 luglio, con il mio PADRE buono.
Prego tutti gli amici di Facebook di ringraziare con me il Signore per tutte quelle volte che tramite me ha fatto del bene e per chiedergli perdono per tutte quelle volte che non sono stato strumento docile nelle sue mani. Grazie! Ci risentiremo presto!!!!!!!!
La chiesa di San Sebastiano era gremita di gente.

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Hai presieduto la concelebrazione con Mon. Michele Giordano, con padre Carmelo Torcivia, con padre Giuseppe Capizzi, con padre Enzo Smriglio, con padre Sebastiano Morsicato, con altri sacerdoti e con i chierichetti.

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  Nell’omelia della Santa Messa hai parlato  dell’Amore di Dio, della fratellanza, della tua famiglia e della tua vocazione.

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Molto ha inciso la famiglia nella tua formazione umana e cristiana.
Tua mamma, la signora Rosaria, donna Sarina, faceva da catechista ai suoi figli: a Nino, a Jano, a Maria, a Graziella.
Tuo padre, uomo giusto e laborioso, collaborava con la famiglia.
Hai iniziato la frequenza  del seminario a 11 anni.
Hai parlato di  Mistretta, con la quale hai sempre mantenuto il legame con la comunità amastratina, del tuo libro “Via Casazza N° 12”.

Non hai dimenticato i tuoi compagni di gioco della via Casazza.
Il mio augurio e quello dei nostri paesani è che Tu possa continuare a vivere la tua vocazione, chiamato a lavorare nella vigna del Signore e, da buon padrone, guidare il popolo di Dio nell’immagine di Gesù Buon Pastore.
Ci hai raccontato che, in occasione della Santa Messa di ringraziamento dei tuoi cinquant’anni di sacerdozio, nella Chiesa di San Sebastiano, a Mistretta, una Signora si è avvicinata per farti gli auguri e ti ha detto: “Padre cinquant’anni fa, in occasione della sua ordinazione, io, piccolina di otto anni, Le ho letto una poesia”. Le ho chiesto: “Ha qualche foto che ricordi l’evento?

ECCOLA!

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Un altro bambino ha letto un’altra poesia.

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 La fotografia è la testimonianza della festa, tenuta in uno dei palazzi nobiliari di Mistretta, per la tua Ordinazione sacerdotale.

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Ricordi questo oggetto? E’ la tua bomboniera! Mancano i confetti!
La signora Manno Maria Bettina conserva ancora gelosamente questo prezioso ricordo.

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Per festeggiare il tuo 50° anniversario di sacerdozio hai regalato una copia del libro “Via Casazza N° 12” a tutti i presenti di cui riporto le testimonianze.

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Nella prefazione l’Arcivescovo Carmelo Ferraro, riferendosi a padre Damiano, ha scritto:” “La grande avventura del sogno che diventa realtà è la storia della Provvidenza del Padre Celeste che gli ha messo nel cuore la passione del ministero sacerdotale, per aiutare i fratelli a proclamare le MERAVIGLIE del Signore”.
Riferendosi al libro,  ha scritto:”Questo libro è veramente prezioso, come è prezioso il ministero sacerdotale di Padre Damiano.
Esso contiene preghiere e foto formulate e prodotte nel corso degli anni da Padre Damiano. Sono suoi anche i pensieri e le mini riflessioni, vere gocce di sapienza che possono svelarci i misteri della vita, come questa:<< La vita è per i bambini gioco, per i giovani sogno, per gli adulti fatica, per tutti mistero>>”.
Questo libro, che racchiude 50 anni di vita missionaria, ci offre gocce di sapienza evangelica da vivere da gustare: “ Sono cristiano non per le preghiere che recito,  ma per l’aiuto che dò al mio vicino”.
“Se vuoi imboccare la strada che porta in paradiso devi passare per i vicoli dei poveri”.
“Più parlo con Dio, più la vita mi sorride. Più ascolto Gesù, più mi sento in pace”.
La prof.ssa Paolina Maniaci, nel paragrafo del libro “La strada”, ricorda Padre Damiano: “ Conosco padre Jano da quando, piccolissimo, la sua mamma lo portava in braccio, tenendo per la mano uno dei figlioletti più grandi.
La strada mi ha dato l’opportunità di conoscere i due fratelli Nino e Jano.
Ricordo quando sconfinavano dal loro quartiere “Casazza” al mio vicino quartiere di “San Giuseppe
”.
Venivano insieme; Nino (oggi padre Nino) che era la guida, e Jano (oggi padre Jano) che si adattava bene al seguito del fratello maggiore. Arrivavano seguiti da uno stuolo di altri ragazzi.
Erano in tanti e si facevano sentire per la loro vivacità: correvano e scorazzavano girando allegramente. Erano così rumorosi che non era possibile non avvertirne l’arrivo. Portavano, comunicandola agli altri, tutta la loro allegria: somigliavano alle rondini che, a primavera, volteggiano cinguettando e tracciando col volo larghe circonferenze nel cielo terso e sereno.
I fratelli Amato, spesso insieme a qualcuna delle sorelle, erano sempre al primo posto, esempio per tutti di sincera devozione.
Chi l’avrebbe detto che in un simile gruppo di ragazzi scorazzanti e simpaticamente un po’ troppo vivaci, il Signore avrebbe scelto due suoi ministri!
Un giorno nel gruppo si notò l’assenza di uno di loro. Si disse che Jano era partito per il seminario.
In pochi si meravigliarono, quasi tutti, invece, dicevano: “Ma si vedeva che era diverso! Faceva già il chierichetto!

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La casa di padre Damiano di Via Casazza N° 12 a Mistretta.

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Nella colonna di sinistra è riportato il nome dello zio materno, il signor Ferlazzo Antonino.

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Nel paragrafo “Seminario”, Don Franco Pisciotta scrive:” Per celebrare il 50° di sacerdozio di Don Damiano Amato mi si chiede di ripercorrere gli anni della formazione, tra il 1955 e il  1966 da lui vissuti nel seminario di Patti con altri confratelli, alcuni dei quali oggi sacerdoti, mentre altri hanno preso altre vie, ed altri ancora, molti, hanno concluso anzitempo il loro servizio sacerdotale.
La disciplina, ritenuta un valore assoluto nel tentativo di normalizzare la vita del clero a partire dal seminario e imposta con implacabile determinazione e ferocia, era mitigata solo in parte da una pietà approssimativa e tradizionale, più epidermica che interiorizzata e intrecciata con la vita vissuta; qualche sfogo si trovava nelle passeggiate e nelle furibonde partite di calcio, ma soprattutto nello studio e in alcune figure luminose di professori che ci educavano al vero e al bello, al desiderio e al metodo, al nuovo e al perenne, alla obbedienza e alla responsabilità, guidandoci con sapienza e affetto alla conoscenza della Chiesa  e del Mondo con i problemi e le necessità, cui da sacerdoti avremmo dovuto rispondere con la parola e con la testimonianza della vita.
In questo habitat è cresciuto e si è sviluppato come persona e come sacerdote Don Damiano Amato. Egli, oltre a relazionarsi con noi compagni ed amici, aveva il conforto di una integrazione anche affettiva in suo fratello Antonino, col quale costituiva un duo invidiabile e ammirato, spesso citato in coppia, (i fratelli Amato) o con i tipici appellativi familiari: Nino e Jano, che costituivano per molti garanzia di simpatia e disponibilità in tutti gli ambiti della difficile, complessa e tuttavia affascinante vita di seminario.
E al seminario, da sacerdote, avrebbe poi dato il suo contributo significativo Don Damiano, con i diversi incarichi di responsabilità a lui assegnati dai Vescovi in periodi diversi, come quello di Padre Spirituale e quell’altro di Economo”.
Racconta “ la prima esperienza parrocchiale
” a Gioiosa Marea negli anni 1967-1968 la dott.ssa Ninita Capizzi.
“Ero una bimba di 4 anni la prima volta in cui vidi un giovane sacerdote entrare all’asilo presso le suore di Sant’Anna, pertanto ho vaghi ricordi, ma uno è rimasto impresso: mi dava le caramelle per farmi stare buona, anzi zitta. Padre Damiano veniva nella nostra scuola materna ogni settimana e intratteneva noi bambini per circa un’ora facendoci cantare e giocare.

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Noi lo aspettavamo con tanta gioia, soprattutto per le caramelle che puntualmente ci portava.
Ricordo che la prima volta in cui Padre Damiano entrò nella nostra aula quasi tutti, se non tutti, abbiamo avuto paura forse per la talare nera che indossava o forse per la sua statura alta e snella.

Ricordo che, quando i miei genitori mi portavano fuori con loro, incontravo questo sacerdote sempre attorniato da giovani e da ragazzini”.
Nel paragrafo del libro  “U chiani i Chiesa” Don Aldo Alizzi ha ricordato il periodo della tua permanenza a Sant’Agata di Militello, nella parrocchia Santa Maria del Carmelo, negli anni 1971-1976 così: “ Padre Damiano, con la sua giovialità di un allora giovane prete, con idee innovative e moderne, fece presto ad attorniarsi di giovani di tutte le età.

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Ricordo con simpatia l’apertura di un <<oratorio>> in un locale vicino alla sagrestia nel quale padre Amato era riuscito a fare arrivare un calcio balilla ed un tavolo da ping-pong. Grandi sfide a calcio balilla e a tornei da pin-pong;
<<a sala>> era un punto di riferimento per i ragazzi di tutte le fasce d’età; per entrare non c’era bisogno di tessera né di aver partecipato alla Messa la domenica.
P. Damiano passava la maggior parte della sua giornata con noi seguendoci non solo nei giochi, ma si interessava del  nostro impegno scolastico, del nostro modo di agire nella società etc. e, quando stava con noi ragazzi, diventava uno di noi, tanto che gli adulti ci chiamavano i ragazzi <<du chiani i chiesa>>, <<i carusi ri Patri Amatu>>.
Quello che colpiva nel tratto di questa persona era la <<semplicità>>.
Una semplicità che era solo l’espressione iniziale, perché bastava stargli vicino per capire la sua profonda spiritualità che ha contraddistinto tutto il suo iter sacerdotale. La profonda fede che trasmetteva, appunto con la <<semplicità>>, ne completava il carattere.
Tutte le sue espressioni, i suoi movimenti riportavano al suo profondo senso religioso.
Ricordo che quando P. Damiano ci comunicò che ci avrebbe lasciati, noi non ci credevamo, nessuno lo prese sul serio, pensando al solito scherzo e quando capimmo che padre Damiano ci lasciava veramente ci invasero una profonda tristezza e tanto rancore che dura ancora oggi… non lo abbiamo perdonato.
P.Damiano sei sempre nei nostri cuori!”.
L’avvocato Masino Bisagni, nel paragrafo del libro “A Simca argentata Librizzi 1976 -1979”, scrive “ Quando, nell’estate del 1976 a Librizzi si era in attesa del nuovo vice – parroco, la curiosità era palpabile.
Padre Damiano, a settembre, giunse in paese alla guida di una Simca che era stata impiegata nelle guerre puniche, tanto era <<scassata>>.
Dalla Simca argentata venne fuori un tizio in tonaca, capelli corti, non certo basso, magro magro e con occhiali da <<cumenda>>. Che il Vaticano avesse inviato, nel piccolo centro nebroideo, un prete attinto dai racconti di Guareschi?
Il feeling, soprattutto con i giovani, fu immediato, non fosse altro per la tenerezza che suscitava per essere uno dei sette tifosi della fiorentina rintracciabili in Sicilia.
Affabile, delizioso e veemente al momento opportuno, di una veemenza passeggera, ma utile quando il caso lo richiedeva.
Ci imbarcavamo in sette per andare anche sulla neve a Floresta o a visitare Gioiosa Vecchia.
Un miracolo sette persone sulla Simca, ma ci voleva l’intervento ancora più autorevole per il ritorno in discesa considerato che i freni erano appartenuti, in anni lontani, ad Automobili di Tazio Nuvolari.
A posteri, e dopo tanti anni, voglio dirLe che non è stato assolutamente bello il suo andare via da Librizzi nel 1979. Troppo presto”
Il prof. Nino Faraci, nel paragrafo “Il mio Padre Spirituale in Seminario 1979-1985”così scrive: “ Rientrando a patti nel Settembre del 1979 per accingermi a frequentare la II Media, trovai, insieme agli altri seminaristi, un nuovo padre Spirituale, Don Damiano Amato.
In quel tempo la comunità era formata sia dagli studenti di Teologia, che dai ragazzi della Scuola Media e del Ginnaio-Liceo.
L’insieme dei semirasti in quegli anni oscillò tra le sessanta e le ottanta unità del primo periodo preso in esame, e tra le venti e le trenta unità degli ultimi anni, quando si chiuse progressivamente sia la Scuola Media sia il Ginnasio–Liceo interno.
Io e i miei compagni di classe vi eravamo entrati nel settembre 1978, a pochi mesi dall’arrivo del nuovo Vescovo, Mons. Carmelo Ferraro, che aveva portato con il suo forte carisma di spiritualità una ventata di novità sia in Diocesi che in Seminario.
Il sistema educativo su cui si fondava la nostra vita comunitaria, infatti, cominciava ad improntarsi su un modello più elastico, mirante al rafforzamento ed alla maturazione del personale senso di responsabilità, piuttosto che su quella rigida disciplina di cui noi nuovi arrivati sentivamo l’eco, quando i più grandi ci raccontavano della proverbiale inflessibilità dei prefetti della disciplina. Adesso si parlava di animatori, di educatori, si aprivano i confini della comunità alla collaborazione delle famiglie e delle parrocchie di origine, visto che ci veniva permesso di tornare a casa quasi ogni fine settimana.
Tutto ciò, sicuramente, era figlio dello spirito conciliatore che, in realtà, aveva cominciato  a soffiare già da tempo anche nella piccola comunità del Seminari pattese…
Il nuovo padre spirituale sembrava incarnare questa nuova realtà educativa: appariva singolare e fascinoso anche nel nome, perché in noi ragazzi destava il ricordo di quel Padre Damiano De Veuster, apostolo dei lebbrosi a Molokai, il cui esempio infiammava i nostri sogni di piccoli seminaristi, proiettandoci nella dimensione della missione esotica ed eroica.
Padre Damiano infondeva in noi fiducia, era cordiale, aperto al dialogo.
Nelle sue meditazioni sapeva toccare le corde del nostro cuore, negli incontri personali di colloquio spirituale ci conduceva sapientemente a scavare dentro di noi, mettendoci nelle condizioni di sondare la nostra intimità spirituale.
A rendere, però, più unico il ministero di Don Damiano come Padre Spirituale vi era il suo contagioso sogno del Villaggio della Pace, di Galbato, la sua parrocchia di campagna.
Egli lo condivideva con noi, ce ne rendeva partecipi con dei gesti concreti , quali la spedizione delle famose cartoline, insieme a delle lettere con cui egli chiedeva aiuti concreti per costruire il Villaggio: l’incipit di una di esse , che ricordo ancora, ciclostilata in caratteri corsivi, così recitava: <<Sono un povero parroco di campagna>>.
Speranza, fiducia nella Provvidenza, instancabile impegno nella Carità costituirono, quindi, i solidi confini entro i quali l’azione formativa del nostro Padre Spirituale si dispiegava in tutti quegli anni, che furono ricchi ed irripetibili per noi, ma sempre più faticosi per lui, visto il cumulo di impegni che lo gravavano.
Cosa dire, in conclusione di questa memoria, se non “Grazie” a Dio, anche per conto di tutti quei ragazzi di allora, per averci offerto nell’età più bella e difficile della nostra vita la guida spirituale di Padre Damiano?
In lui abbiamo scoperto la figura del sacerdote impegnato e sognatore, fattivo e visionario, che ci ha fatto sperimentare cosa significhi spendersi totalmente per il Regno di Dio.
Un ringraziamento insieme al nostro affettuoso augurio, allora, va anche a Padre Damiano per  tutto quello che ci ha regalato e perché, ancora oggi, è capace, con il suo sorriso, di farci sentire il calore della sua amicizia e della sua sollecitudine.

Don Giuseppe Di Martino, nel paragrafo del libro “Un incontro e una coincidenza a Capo D’Orlando 1986” descrive che: “ Era il mese di Settembre del 1986 quando cominciai a frequentate l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “F.P. Merendino” di Capo D’Orlando e ricordo il giorno in cui entrò in classe l’insegnate di Religione.
Si presentò:<<Sono Padre Damiano Amato, ma chiamatemi Jano>>.
Sono state sufficienti queste semplici parole, che hanno accorciato le distanze, per intuire che con quel prete si <<poteva parlare>>.
Nello snodarsi delle settimane e degli anni questa intuizione divenne riscontro concreto, che ci ha fatto sperimentare la semplicità, unita alla profondità di P.Jano, che non impose mai le proprie convinzioni, ma ci trasmise una gran voglia di ricercare il dialogo sempre e comunque.
La nostra classe era formata da ragazzi provenienti da diversi paesi dei Nebrodi, ognuno con la propria storia, ognuno col proprio carattere.

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Padre Jano era lì presente con noi, sempre pronto a mettere da parte gli argomenti che si era preparato e a scendere con noi in profondità, per aiutarci ad imparare a leggere i segni di Dio nella nostra vita e a coglierne il senso.
Ricordo che un giorno mi disse: <<Giuseppe, sappi che se nel mondo c’è una persona infelice, sicuramente sarà una persona che, senza essere chiamata, è diventata sacerdote; ma ricordati pure che se nel mondo c’è una persona felice, sappi che è una persona, che, chiamata da Dio, diventata sacerdote, vive quotidianamente con ardore e gioia del suo SI>>.
Attualmente sia io, sia padre Damiano, siamo parroci di due parrocchie della diocesi di Patti, dedicate ambedue al Sacro Cuore di Gesù: io in quella di Patti e Padre Damiano in quella della frazione Galbato di Gioiosa Marea.
In occasione del cinquantesimo anniversario di Ordinazione di P. Damiano desidero esprimere la mia gratitudine a lui e a Dio per aver permesso che la sua semplicità, intrisa di profonda radicalità evangelica, sia stata e, ne sono certo, lo sarà ancora per tanti, come lo è stato per me, luce che illumina e calore che riscalda il cuore di chi incontra la sua persona e incrocia il suo sguardo.
La prof.ssa Maria Porracciolo, nel paragrafo del libro ”Il Sogno 1967”,  ha descritto il sogno di Padre Damiano di realizzare il Villaggio della Pace.
Era ancora studente liceale quando gli balenò l’idea del Villaggio della Pace, avvertendo dentro di sé la necessità di fare qualcosa per il Regno di Dio.
Ci son voluti  ben quaranta lunghi anni perché questo suo sogno pastorale divenisse realtà!
Il Villaggio della Pace è opera di Dio e della docilità operosa di P.Jano.
La mattina del 2 luglio 1967  lo smilzo studentino nella cattedrale di Patti venne ordinato sacerdote da Mons. Pullano, vescovo di Patti. Appena ordinato sacerdote, fu destinato come vicario parrocchiale nella Parrocchia di San Nicolò di Bari, a Gioiosa Marea.
Mistretta era lontana, ma il sogno del VdP era sempre vivo nel suo cuore!
Manifestò la sua idea alle sorelle Orioles: Lilla, Maria, Ina, membri attivi dell’Azione Cattolica, che subito la sposarono divenendo sostenitrici e collaboratrici.
Con i soldi raccolti e con i suoi risparmi personali P. Damiano acquistò dal signor Mucio Michele il primo appezzamento di terreno a Galbato, una frazione di Gioiosa Marea.
Il vescovo, per distoglierlo d progetto, decise di allontanarlo da Gioiosa Marea e, nel 1971, lo trasferì a Sant’Agata di Militello per affiancare l’Arciprete Don A. Spiccia, nella Parrocchia Santa Maria del Carmelo dove rimase fino al 1976.
Nel 1976, senza che P. Jano se l’aspettasse, Mons. Pullano decise di avvicinarlo a Gioiosa Marea trasferendolo a Librizzi, un paesino a pochi chilometri da Gioiosa Marea in qualità di vicario parrocchiale.
Nel 1977 il Vescovo, in occasione dell’ultimo suo ritiro con i sacerdoti a Tindari, gli fece l’offerta o in denaro o in materiale edilizio. Padre Damiano scelse i mattoni per pavimetere una stanza.
Nel 1979 il nuovo vescovo di Patti, S. E. Mons. Carmelo Ferraro lo trasferì a Galbato con l’incarico di Padre Spirituale del Seminario. Ben presto sopraggiunse l’incarico di primo presidente della Caritas Diocesana.
Nel 1985, in crisi per lo stress,  P. Damiano scrisse al vescovo, dal Sacro Eremo di Camaldoli, dove quasi annualmente si ritira, pregandolo di rimuoverlo da Presidente della Caritas e da Padre Spirituale.
Fu trasferito come insegnate di Religione a Capo d’Orlando.
Inoltre, gli fu proubito di spedire cartoline e gli venne ordinato di impiegare i soldi raccolti. Investì il denaro delle offerte nell’allevamento dei cincillà. Fallimento totale!
Nel 1990 uscì il primo opuscolo dal titolo VdP e dal sottotitolo <<Padre ho bisogno di te>>, inviato soltanto alle persone più sensibili e alle Congregazioni religiose femminili.
Il 7 ottobre del 2000 iniziarono i lavori di costruzione del VdP.
Dopo la prematura morte della sorella Maria, avvenuta il 15 febbraio del 2003, S.E. Mons. Zambito espresse il desiderio di verificare a che punto fossero i lavori del VdP e offrì una somma di denaro per ultimare l’opera e un’altra la diede in prestito.
P. Jano non si risparmiava improvvisandosi muratore, falegname, elettricista, architetto.
E’ stata sua l’idea di denominare le quattro strutture che compongono il villaggio con questi nomi: Betlemme, Nazareth, Betania, Emmaus volendo sintetizzare la storia della Salvezza.
Finalmente il Villaggio della Pace è una solida realtà.
E’ stato inaugurato da S.E. Mons. Zambito il 13 luglio del 2005 ed operante dal 2006.
Un vero prodigio della Provvidenza  e il frutto più significativo del sacerdozio di Padre Amato.
Posso solo ringraziare per tutto Dio e P. Jano per il suo <<SI>> e dire  col salmista << Grandi cose ha fatto il Signore per noi!>> ”

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Il Villaggio della Pace  sorge in uno dei posti più belli della Sicilia, tra il verde dei monti Nebrodi e l’azzurro del mare Tirreno, con sullo sfondo la suggestiva vista delle isole Eolie.
Il panorama, vastissimo, abbraccia i rilievi dei Nebrodi, dei Peloritani e delle Madonie, l’arco di costa fino a Capo d’Orlando, il caratteristico roccione di Capo Calavà ed il golfo di Patti, con il promontorio di Tindari e la lunga penisola di Milazzo.
E’ immerso in sette ettari di verde.
Dispone di quindici stanze singole, dotate di bagno. All’interno di ciascuna vi è una cappellina per la preghiera personale. Sulla porta della cappellina  è scritto:<< Il silenzio è la musica di Dio>>.
Gli spazi comuni sono il refettorio e la chiesa.
Il Villaggio della Pace è un luogo Sacro aperto a tutti; sono gli ospiti a renderlo tale.

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Un gruppo di giovani, provenienti da Reggio Calabria, da Messina, da Palermo,  al Villaggio della Pace di Galbato – Gioiosa Marea (ME) per due giorni di ritiro spirituale accompagnati dal gesuita Padre Felice Scalia.
In questa oasi di pace ci si ritira, per qualche giorno, perché, aiutati dalla bellezza della Natura, si vuole fare una “esperienza particolare”: rientrare in se stessi, incontrare Dio, conoscere altri fratelli, dare senso alla propria vita, ricevere luce, essere dono per gli altri.
Le persone, che qui si incontrano, raccontano il proprio vissuto, aprono il proprio animo, manifestano difficoltà, dubbi, angustie varie senza giudicare né essere giudicati.
Ritiro spirituale dei corsillisti della diocesi di Patti al Villaggio della Pace.

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La sua struttura stupisce per semplicità e capacità di amicale accoglienza di chi vi si ritira alla ricerca di una libertà, che non significa fuga dalla vita, ma desiderio di una comunione più profonda con Dio.
Il Villaggio della Pace è messo a disposizione delle Parrocchie, delle Diocesi, delle Comunità religiosee laiche, che vogliono soggiornarvi per ritiri  spirituali  e per momenti di riflessione accompagnati da un sacerdote.
Vorrei trascrivere tutte le poesie di Padre Damiano contenute nel  libro, ma sono tantissime.
Lascio a ciascuno di voi la lettura di tutte le poesie raccolte nel libro “Via Casazza N°12” .
Ecco alcune poesie pubblicate sul libro e scritte da Padre Damiano in ordine cronologico:

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Riepilogando la figura di Padre Damiano:

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Alcune fotografie sono tratte dal sito internet

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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