Oct 7, 2017 - Senza categoria    Comments Off on LA B.V.MARIA DEL ROSARIO – LA SUA CHIESA A MISTRETTA – LA CONFRATERNITA – L’APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

LA B.V.MARIA DEL ROSARIO – LA SUA CHIESA A MISTRETTA – LA CONFRATERNITA – L’APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

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Etimologicamente, secondo la lingua egizia significa  “Amata da Dio” e, secondo la lingua ebraica,  “Signora”.
E’ Maria, la Vergine del Rosario.

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La Beata Vergine Maria del Rosario, la regina delle vittorie e della pace, è una delle più famose immagini di Maria, la madre di Gesù.
La Vergine, coperta dal drappo azzurro sulla veste rossa, stringe col suo braccio destro il Bambin Gesù e con la mano sinistra porge la corona del Rosario. Si racconta che nel 1212 la Vergine Maria apparve a San Domenico di Guzman durante la sua permanenza nel suo primo convento a Tolosa. Poiché egli predicava contro gli Albigesi, ricevette da Maria il Rosario come risposta alla sua preghiera per essere guidato a combattere l’eresia albigese.

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Il culto della Madonna del Rosario si diffuse in tutto il mondo dopo la battaglia di Lepanto nel 1571.
La Madonna del Rosario è venerata dalla Chiesa cattolica che celebra la Sua festa il 7 ottobre di ogni anno.
La festa fu istituita dal papa Pio V nel 1572, inizialmente con il nome di “Santa Maria della Vittoria“, in memoria della  vittoria sulla battaglia di Lepanto avvenuta la domenica del 7 ottobre del 1571.
Il pontefice ha attribuito la vittoria all’intercessione di “Maria aiuto dei Cristiani“, invocata dai cristiani  con la recita del santo rosario prima dell’inizio del conflitto quando le flotte musulmane dell’Impero ottomano si dovevano scontrare con quelle cristiane della Lega Santa. Nell’istante stesso in cui si susseguivano gli avvenimenti, il papa Pio V, che aveva la visione della vittoria, si inginocchiava per ringraziare il cielo e ordinava per il 7 ottobre di ogni anno si sarebbe celebrata la festa in onore della Vergine delle Vittorie.
La Lega Santa riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo, con annesso il Regno di Napoli e di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino, federate sotto le insegne pontificie.
Dell’alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca che, pur non avendo navi coinvolte nella battaglia, sostenne con somme di denaro l’equipaggio della flotta genovese.
Il comandante della flotta cristiana era Don Giovanni d’Austria, di 24 anni, figlio illegittimo del defunto Imperatore Carlo V e fratellastro del regnante Filippo II.
Il papa Pio V, prima della partenza della Lega Santa per le attività belliche, benedisse lo stendardo raffigurante il Crocifisso, posto fra gli apostoli Pietro e Paolo, e sormontato dal motto costantiniano “In hoc signo vinces”.
Questo simbolo, insieme all’immagine della Madonna e alla scritta “Santa Maria succurre miseris”, issato sulla nave ammiraglia Real, sbandierò in tutto lo schieramento cristiano.
La flotta della Lega Santa era composta di 6 galeazze e di circa 204 galere. A bordo si trovavano circa 36.000 combattenti tra soldati, avventurieri, marinai e circa 30.000 galeotti rematori.
La flotta turca era composta da 170-180 galere, da 20 – 30 galeotte e da un imprecisato numero di fuste e di brigantini corsari. La forza combattente contava circa 25.000 uomini.
Il comandante dello schieramento ottomano, a bordo dell’ammiraglia Sultana, era Müezzinzade Alì Pascià sulla quale sventolava un vessillo verde con su  scritto il nome di Allah per 28.900 volte.
La notizia della vittoria sull’Impero ottomano, impedendo la sua grande espansione, annunziata  dai messaggeri del Principe Colonna, giunse a Roma 23 giorni dopo.
Fu attribuita all’intercessione della Beata Vergine Maria.
I grandi teologi mariani ci hanno insegnato che tutte le grazie passano attraverso  l’intercessione di Maria.
Ecco perché Pio V, papa mariano e domenicano, affidò a Maria Santissima le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità minacciati dai musulmani.
San Louis-Marie Grignon de Montfort spiegava che  “Nel Cielo, Maria comanda agli angeli e ai beati. Come ricompensa della sua profonda umiltà, Dio Le ha dato il potere e l’incarico di riempire di santi i troni lasciati vuoti dalla superbia degli angeli ribelli”.
Dopo la guerra di Lepanto,  alla Beata Vergine Maria fu attribuito il titolo di “Auxilium Christianorum”, titolo conferitoLe dai vittoriosi che, ritornando dalla guerra, si recarono a Loreto per ringraziare la Madonna.
I forzati, liberati, sbarcarono a Porto Recanati, andarono in processione alla Santa Casa per donare alla Madonna le loro catene con le quali furono costruite le cancellate poste agli altari delle cappelle.
Lo stendardo della flotta fu donato alla chiesa di Maria Vergine a Gaeta, dove è tuttora conservato.  Il papa Gregorio XIII, successore di papa Pio V, modificò la dizione della festa di “Santa Maria della Vittoria” in festa della “Madonna del Rosario“.
Papa Clemente XI,nel 1716, estese la festivitàdella Madonna del Rosario alla Chiesa Universale. Nel 1913 il papa Pio X fissò definitivamente la data della festa della Beata Maria del Rosario al 7 ottobre di ogni anno
Il primo nome imposto fu  “festa del Santissimo Rosario“. Dal 1960 il nome è festa della “Madonna del Rosario”.

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In Italia la Madonna del Rosario è molto venerata nel Santuario di Pompei. 
Papa Giovanni Paolo II, in visita al santuario di Pompei qualche anno fa, con la sua enciclica “Rosarium Virginis Mariae“, del 16 ottobre del 2002,  ci conduce “alla scuola di Maria” perché Ella possa occupare un posto importante nella nostra vita spirituale.
Ai misteri della Gioia, del Dolore e della Gloria il Papa ha aggiunto quelli della Luce, anello mancante nella meditazione sulla vita di Gesù.
Sulla recita  del santo rosario, la preghiera popolare per eccellenza, si è formata la spiritualità delle nostre famiglie poiché dà un notevole orientamento formativo religioso.
Molti anni fa tutte le sere i membri della famiglie, gli amici, i vicini di casa si riunivano per recitare il rosario raccolti davanti al quadro della Beata Vergine in profonda meditazione. Eravamo coinvolti anche noi ragazzini. Purtroppo questa tradizione si è quasi persa sostituita d altri frivoli interessi.
Bisogna recitare il santo rosario con devozione, meditando sui misteri assegnati per ogni decina e traendo da essi insegnamenti pratici.
Anche la partecipazione alla festa della Madonna del Rosario deve essere un incitamento per tutti noi a meditare sui misteri di Cristo sotto la guida della beata Vergine Maria, associata ai misteri di Gesù.
Il Rosario è nato dall’amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta.
Per recitare il rosario è necessaria la coroncina.
Gli anacoreti orientali usavano le pietruzze per contare il numero delle preghiere vocali. Nei conventi medioevali i fratelli laici, dispensati dalla recita del salterio per la scarsa familiarità col latino, integravano le loro pratiche di pietà con la recita dei “Paternostri”, per il cui conteggio il Venerabile San Beda aveva suggerito di adottare una collana realizzata con i grani inseriti in uno spago.
La coroncina del rosario di mia mamma era costituita da noccioli delle drupe delle olive.
Le era talmente affezionata che ha voluto portarla con sé nella tomba.
La mia coroncina del rosario ha i grani di madreperla, la custodia di avorio, che porta nella faccia superiore l’immagine della Madonna e nella faccia posteriore la Croce.
La custodisco gelosamente per i dolci ricordi che contiene.
Mi ricorda il mio primo incontro con Gesù e la carissima zia Giuseppina, sorella di mio padre Giovanni,  che me l’ha donata per la mia prima comunione.

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La devozione alla corona del rosario ha il significato di una ghirlanda di rose offerta alla Madonna.
Promotori di questa devozione sono stati, appunto, il papa Pio V e i domenicani, ai quali va anche la paternità delle confraternita del Rosario.
Secondo San Domenico di Guzman le preghiere degli umani salgono alla Madonna sotto forma di Rose e ne discendono piene di grazie.
Secondo un’antica leggenda la Rosa primitiva era priva di spine.
La Vergine è detta “Rosa senza spine” perché non è stata sfiorata dal peccato originale.
Il temine “Rosario” si lega alla visione delle Rose.
Il Rosario è la preghiera più popolare, recitata singolarmente e coralmente, con la quale si invoca la protezione della Madre di Dio come potente mezzo d’intercessione presso Suo Figlio.
Con la preghiera del Rosario o coroncina mariana, sotto la Sua guida, si medita sui misteri di Cristo.
La Corona è intessuta da cinque decine di grani su cui si registra il succedersi delle Ave Maria.
Ogni decina di grani è intervallata da un grano isolato per il Padre nostro, il Gloria e per richiamare il mistero contemplato.
I misteri sono quindici, divisi nei cinque misteri del gaudio, cinque misteri del dolore e cinque misteri della gloria. I cinque misteri della Luce sono stati aggiunti dal Papa Giovanni Paolo II.
Il Santo Padre ha sottolineato che il Rosario è preghiera mariana del cuore cristologico che concentra in sè la profondità dell’intero messaggio evangelico e ci fa contemplare con Maria il volto di Cristo e chiama a conformarsi a Lui.
La Corona converge nell’immagine del Cristo Crocifisso ed è eloquente simbolo della nostra fede cattolica.
I Pontefici hanno sempre vivamente raccomandato la preghiera del Rosario, detta “Vangelo incompendio“, “salterio del popolo“, “catena dolce che ci riannoda a Dio“, “preghiera della famiglia per la famiglia“, “scuola di contemplazione e di meditazione” dei misteri della salvezza, utili a metterci in comunicazione con Gesù attraverso il cuore della Madre.
Danno senso e luce di trasfigurazione alle vicende della nostra vita, ai momenti di gioia, di fatica, di dolore, di tenebre, di lutto, di successo, di insuccesso.
San Bernardo, in uno dei suoi sermoni (vol. III p. 1020), dice: “Maria è stata una Rosa, bianca per la sua verginità, vermiglia per la carità“.
La Rosa è presente nella simbologia cattolica.
la Rosa mistica è la Vergine; la Rosa alba raffigura i misteri gaudiosi del Rosario che simbolicamente rappresentano ”la nascita”, la Rosa rubra i misteri dolorosi, “la morte”, la Rosa lutea i misteri gloriosi, ”la resurrezione”.
Se le spine sono il simbolo del peccato, la Rosa è il simbolo della redenzione.
Così canta il poeta provenzale Pierre de Corbiac:

Roza ses espina

Sobre totes flors olens

rosa senza spine,

la più odorosa dei fiori”.

PREGHIERE A MARIA REGINA DEL S.MO ROSARIO

O Maria, Regina del Santo Rosario,
che risplendi nella gloria di Dio come Madre di Cristo e Madre nostra,
estendi a noi, Tuoi figli, la Tua materna protezione.
Ti contempliamo nel silenzio della Tua vita nascosta,
in attento e docile ascolto alla chiamata del Messaggero divino.
Ci avvolge di sublime tenerezza il mistero della Tua carità interiore, che genera vita e
dona gioia a coloro che in Tè confidano.
Ci intenerisce il Tuo cuore di Madre, pronto
a seguire ovunque il Figlio Gesù fin sul Calvario, dove, tra i dolori della passione, stai
ai piedi della croce con eroica volontà di redenzione.

Nel trionfo della Risurrezione,
la Tua presenza infonde gioioso coraggio a tutti i credenti,
chiamati ad essere testimonianza di comunione, un cuor solo e un’anima sola.
Ora, nella beatitudine di Dio, quale sposa dello Spirito, Madre e Regina della Chiesa, colmi di gioia il cuore dei santi e, attraverso i secoli, sei conforto e difesa nei pericoli.

O Maria, Regina del Santo Rosario,
guidaci nella contemplazione dei misteri del Tuo Figlio Gesù, perché anche noi,
seguendo insieme con Tè il cammino di Cristo, diventiamo capaci di vivere con piena disponibilità gli eventi della nostra salvezza.
Benedici le famiglie; dona ad esse la gioia di un amore indefettibile, aperto al dono della vita; proteggi i giovani.

Dai  serena speranza a chi vive nella vecchiaia o soccombe nel dolore.
Aiutaci ad aprirci alla luce divina e con Te leggere i segni della sua presenza,
per conformarci sempre più al Figlio Tuo Gesù e contemplare in eterno, ormai trasfigurati, il Suo volto nel Regno di pace infinita. Amen

La Madonna del Rosario è un famoso dipinto del Caravaggio

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LA CHIESA DI MARIA  SS.MA DEL ROSARIO A MISTRETTA

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La chiesa del SS.mo Rosario, edificata nel XV secolo, come si deduce dalla data riportata dentro il medaglione dell’architrave,

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o come potrebbe confermare la presenza di un’acquasantiera con i simboli francescani .
Per  essere stata sottoposta a continui e ripetuti interventi di ristrutturazione sia nella parte esterna sia nella parte interna non conserva quasi nulla dell’antica costruzione.
La chiesa, antecedentemente dedicata a Santa Maria dell’Alto , nel XV secolo fu consegnata ai Padri Domenicani che vi costruirono accanto anche un piccolo convento abbandonato nel 1587 e oggi sede di TeleMistretta.
I domenicani avevano lo scopo di combattere le eresie tant’è vero che venivano chiamati i custodi del gregge, cioè i custodi della fede per salvaguardare la religiosità nel popolo.
Nel 1492, quando il Regio Decreto decise che fossero cacciati dalla Sicilia gli ebrei, molti dal ghetto di Nicosia si rifugiarono a Mistretta. Arrivarono i domenicani proprio per contrastare la diffusione della religione ebraica. Quando gi ebrei aderirono alla religione cattolica, i domenicani andarono via abbandonando il convento. Nei documenti si legge che non c’era più la possibilità economica di mantenere questo convento. Durante la loro permanenza nel convento operarono e abbellirono questo tempio.
Dopo una breve parentesi francescana, subentrò nella gestione del complesso la confraternita del SS.mo Rosario che fece realizzare il portale in pietra arenaria locale e il campanile che affianca la sagrestia. La stessa confraternita mantenne le devozioni domenicane e commissionò pregevoli opere d’arte figurativa e decorativa, molte delle quali scomparse.
La confraternita del SS.mo Rosario, a tutt’oggi presente, si è adoperata  per effettuare i lavori di ripristino tra il XIX e il XX secolo.
Localizzata in un’ampia piazza, la chiesa mostra una semplice facciata principale dove si apre il portale in pietra arenaria locale riccamente scolpito,  del 1603, e restaurato nel 1896 assieme al campanile.

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 Alle estremità dei pilastri due facce di mostri o di animali fanno la guardia al tempio.

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Lateralmente, ogni colonna presenta un ricamo a treccia che termina con il volto alato di un angelo.

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Anche nella parte centrale dell’architrave un angelo alato sorride.
La facciata si completa con una struttura triangolare nella cui nicchia, a forma di piccolo tempio, la Madonna solleva il Bambino.

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La chiesa si allunga lateralmente dove, alla fine, svetta il campanile formato da quattro livelli e terminante con una finestra bifora per ogni faccia.

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Nel suo interno la chiesa è formata da una sola navata e le sue pareti sono arricchite da molte opere d’arte in tele e in statue, antiche e moderne.
Il Presbiterio ospita l’altare maggiore, in stile barocco, distrutto da un incendio nel 1974, insieme alle immagini lignee, e interamente ricostruito.

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Entro l’edicola in stucco il gruppo moderno raffigura la Madonna con i SS.mi  Domenico e Caterina da Siena.

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Giuseppe Lupo, nel 1963, ha restaurato i tre quadri con le scene di : “l’Assunzione di Maria”, “Gesù e la samaritana al pozzo”. “ le Nozze di Maria con Giuseppe”.

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La statua di San Giovanni Bosco, custodita entro la nicchia sulla parete di sinistra, di recente fattura, è del XX secolo.

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Nella nicchia sulla parete di destra è custodita l’antica statua di San Pietro Martire, in legno dorato e policromo, ante 1750.

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 Dopo i lavori di restauro, il nuovo altare è stato dedicato a mons. Ignazio Zambito allora vescovo di Patti il 26 giugno del 2004 quando la chiesa fu riaperta al culto.

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 La parte sottostante dell’altare è abbellita da un mosaico raffigurante l’Ultima Cena.

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Sulla volta del presbiterio gli affreschi raccontano i Misteri Gloriosi realizzati dal palermitano Vincenzo De Caro nel 1810.

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Pregevole è la balaustra in marmo rosso che segna la separazione dalla navata.
Entrando in chiesa, nella parete laterale di destra l’altare marmoreo accoglie l’antica statua lignea policroma di San Vincenzo Ferreri, del secolo XVIII.

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Accanto all’acquasantiera, in marmo bianco di Carrara, della seconda metà del XVI secolo,

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l’altare marmoreo accoglie la statua lignea dell’Addolorata, ordinata dalla Confraternita del SS.mo Rosario e realizzata dallo scultore amastratino Noè Marullo, ma più sicuramente  dal Genovese.
Sicuramente Marullo mise mano a questa statua per qualche restauro. Nel 1906, come si legge nella lapide, Anna Salmone, figlia di Gioacchino, finanziò questa chiesa per abbellirla e sicuramente diede l’incarico a Marullo di restaurare la statua dell’Addolorata.
Negli1950- 1960 Giuseppe Lupo attuò un altro restauro.

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L’Addolorata è bella perché è molto simbolica. E’ rappresentata sempre giovane. La statua è perfetta nelle linee e nel volto nel quale l’artista ha saputo trasmettere quell’espressione di dolore antico e più amaro della morte.  Il dolore si manifesta attraverso le mani giunte e il fazzoletto che asciuga le Sue lacrime e anche le lacrime di tutte le donne.
E’ simbolica anche nei vestiti perché indossa la tunica, abito prettamente della donna palestinese, quindi di una civiltà orientale, e il mantello nero sopra la tunica. Il nero è la civiltà araba e quindi rappresenta le due religioni: ebraica e musulmana.
E’ la rappresentazione del mistero cristiano.
Il pugnale, che Le trafigge il cuore, raffigura una ferita che non guarisce mai. Quando segue il Cataletto, durante la processione dei Misteri, ogni credente rivive il dramma che Lei stessa ha vissuto. L’Addolorata è coperta da un altro ampio mantello nero. Il mantello è espressione della civiltà araba. Un mantello che copre un altro mantello.
Questo mantello è un ex voto. La realizzazione di questo mantello è stata finanziata dalla signora Angela Portera e le ricamatrici che vi collaborarono hanno fatto un lavoro di gruppo manuale e artigianale.
Il piccolo altare accoglie la statua lignea della Madonna delle Grazie, col Suo Bambino abbandonato tra le braccia, di moderna fattura.

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Nella parte sottostante è esposta la piccola statua di San Pio da Pietralcina.

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La parete laterale sinistra accoglie l’altare che ospita la moderna statua lignea del Cristo Re, custodita dentro  il fercolo, opera realizzata nel XX secolo.

26 Cristo Re si festeggia il 22 novembre OK

 

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Nell’altare del Sacro Cuore di Gesù è accolta la statua lignea del Sacro Cuore di Gesù, opera di Noè Marullo, del 1906, su commissione della famiglia Salamone.

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La più importante festa della chiesa è la solennità del Sacro Cuore di Gesù, che ha una data variabile.

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L’altare marmoreo del Crocifisso, del 1900, accoglie la scultura lignea del Crocifisso, ante 1750, e le Dolenti, dipinti di moderna fattura.

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La tela di Santa Maria dell’Alto, fra i Santi  Vincenzo Ferreri e  Filippo Neri,del XVII secolo, è originale e antica.

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La cantoria mostra 11 tavole pitturate ad olio raffiguranti i misteri gaudiosi e dolorosi del santo Rosario, ante 1750.

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La cantoria è sovrastata dall’organo, opera di Michele Andronico, del 1713, e restaurato nel 1961.

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Preziosa è l’acquasantiera in marmo rosso di San Marco, con medaglione dei Francescani, in bianco di Carrara e di ignoto scultore siciliano, datata 1616.

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La conchiglia, alloggiata sopra lo stampino bianco, è simbolo di serenità, d’abbondanza, di pace.

Pregevoli sono le parti sottostanti degli altari.

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 Il busto raffigura il benefattore Pietro Di Marco.

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La lapide ricorda Sebastiano Lo Iacono sacerdote illibato e zelante nell’esercizio del suo ministero.

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Padre Damiano Amato mi ha comunicato questo suo pensiero che riporto integralmente: “Padre  Lo Jacono Sebastiano , per tutti “patri prefetto”  perché aveva l’incarico di tenere in ordine la chiesa Madre, aveva le chiavi della sagrestia, dell’archivio ecc. Era un uomo rigido e severo, ma in fondo era un sacerdote zelante e premuroso. Oltre a svolgere il suo ministero sacerdotale nella chiesa del Rosario, a differenza degli altri sacerdoti ,era sempre presente nella chiesa Madre ed aiutava in tutti i modi l’arciprete Monsignore Giuseppe Caputo. Noi chierichetti avevamo paura di lui per il suo modo di fare burbero, mai un sorriso, una buona parola. Nonostante non fosse il parroco, i battesimi li amministrava quasi tutti lui. Ha battezzato pure me. Per la chiesa del Rosario dava anima e corpo, curò moltissimo l’associazione dell’ Apostolato della Preghiera. Ha fatto una bruttissima fine perché è morto precipitando dal campanile della chiesa del Rosario che era in costruzione. Essendo meticoloso, voleva assicurarsi come andavano i lavori e voleva vedere come venivano sistemate le campane.  Quando fu sulla cima del campanile o per un malore o si impigliò con la tunica in qualche cosa il fatto sta che cadde dal campanile fracassandosi tutto. ( queste sono le cose viste da me, allora bambino, che spero siano fedeli alla verità) .

La sottostante lapide ricorda la benefattirce Anna Salamone che nel 1906 fece erigere l’altare  in omaggio al SS.mo Cuore di Gesù  dando l’incarico a Noè Marullo di scolpire la statua lignea del SS.mo Cuore di Gesù .

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La lapide, posta a terra davanti al presbirerio, ricorda la famiglia Tita.

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Nella chiesa i momenti principali sono: il 2 luglio perchè si festeggia la Madonna delle Grazie, il 7 ottobre perché si festeggia la B.V.M del Rosario.  La festa di Cristo Re non è segnata da una data fissa, ma variabile.

L’APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

La chiesa della Madonna del Rosario accoglie l’apostolato della preghiera, un movimento che propone la spiritualità del Cuore di Gesù.

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Coloro che ne fanno parte s’impegnano ad offrire la propria giornata anche con le più piccole azioni, preghiere, sofferenze, gioie della giornata, come offerta e riparazione dei peccati.
Essendo l’apostolato la rete mondiale di preghiera del papa, gli iscritti ricevono le pagelline mensili in cui vengono riportate le intenzioni che il papa affida alla preghiera degli iscritti.

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Il Cuore di Gesù, apparendo a Santa Margherita Maria Alacoque, promise la salvezza eterna a coloro che il primo venerdì del mese, e per nove mesi successivi, si accostassero in spirito di riparazione alla Santissima Eucaristia.
Nella chiesa della Madonna del Rosario il movimento dell’apostolato della preghiera da tanti anni è sempre vivo e fiorente.
Essendo stato formato da persone anziane che, per la loro età, ne hanno rallentato la sua funzione, nell’anno 2016, durante il Giubileo della Misericordia, grazie ad un gruppo di giovani, l’apostolato ha ripreso vigore e vivacità.

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Foto di Mattia LoIacono

Qualunque persona può fare parte del movimento impegnandosi  a recitare ogni mattina la preghiera di offerta della giornata.

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Ogni anno, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, che si celebra il venerdì successivo alla festa del Corpus Domini, durante la liturgia della Santa Messa nella chiesa della Madonna del Rosario avviene la Consacrazione dei nuovi iscritti al Cuore di Gesù.
E’ consegnato lo scapolare e una pagellina ricordo.

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Durante la stessa funzione religiosa sono consacrati gli animatori che entrano a far parte del gruppo promotore dell’apostolato della preghiera con la consegna della medaglia-distintivo e della documento dell’impegno dell’animatore.

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La benedizione della statua della Madonna di Lourdes

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Grazie alla bravissima dott.ssa Santina Rondine per avere esaurientemente illustrato alle numerose persone presenti i tesori della chiesa durante la “passeggiata sotto le stelle” del 27 luglio 2017.

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Foto di Santina Rondine

LA CONFRATERNITA DI MARIA SS.MA DEL ROSARIO

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Lo stemma della confraternita

La Confraternita del Rosario è la parte maschile di una Congregazione avente come scopo primario lo zelo per la diffusione della pratica del Rosario e, principalmente, per difendere la purezza della fede cattolica minacciata dalle eresie.
Sorse attorno alle attività dell’Ordine dei Predicatori, tradizionalmente alfieri del Rosario, tanto che il Fondatore San Domenico di Guzman è esclusivamente raffigurato nell’atto di ricevere la corona del Rosario dalle mani della Beata Vergine Maria.
La comunità dei Domenicani, fiorente a Mistretta già nel secolo XV, lasciò il Convento di Santa Maria dell’Alto, oggi la chiesa del Rosario, nel 1587 per eccessiva povertà, come riferisce lo storico ecclesiastico siciliano Rocco Pirro.
Rimase la Congregazione nei suoi due rami, di cui quello maschile assunse ben presto carattere e struttura di Confraternita col solo fine di culto, fedele alle sue funzioni di vita ascetica e di spiritualità eucaristico-mariana.
La confraternita partecipa alla processione del Corpus Domini.

Il Tantum Ergo Sacramentum cantato da padre Giuseppe Capizzi

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 e a quella dei Misteri della Passione del Venerdì Santo portando in processione la statua dell’Addolorata.

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 La confraternita organizza la festa della Madonna del Rosario, che si glorifica il sette ottobre, la festa del Cristo Re

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e, dal secolo scorso, l’istituzione delle Sante Quarantore.
La Confraternita non ebbe la possibilità finanziaria di costruire una cappella funeraria al cimitero monumentale per la sepoltura dei Confrati che prima erano sepolti nelle cripte delle chiese.

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