Nov 17, 2016 - Senza categoria    Comments Off on L’EUPHORBIA MARGINATA

L’EUPHORBIA MARGINATA

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Caro fiore bianco come sei rimasto solo! Dove sono i tuoi amici i girasoli gialli, le tue amiche le zinnie colorate, con i quali vi facevate tanta compagnia tutti abbracciati strettamente nell’aiuola del busto di Noè Marullo nella villa comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta e attorno al laghetto?

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Fortunatamente ci sei tu! Resisti almeno fino alla fine di questo autunno e all’arrivo del prossimo inverno!

Bianco fiore sei L’ EUPHORBIA MARGINATA .

L’Euphorbia marginata, originaria dell’America settentrionale, presente come spontaneizzata in Italia in alcune regioni del centro e del nord, specie nuova per la flora esotica siciliana, è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae.

Il nome generico “Euphorbia origina dal greco “ευφορβία”, che significa “abbondanza di pascolo” poiché la pianta si estende abbondantemente, in onore di Euforbo (52 a.C – 23 d.C.), il medico del Re Giuba II di Mauritania che, secondo Plinio, scoprì l’Euforbia e le sue proprietà. Il nome specifico “marginata” si riferisce al margine delle brattee fiorali che spesso è di colore più chiaro. Infatti l’Euphorbia è conosciuta col nome comune di “Neve sulla montagna”.

Di taglia media, l’Euforbia può raggiungere i 60 centimetri d’altezza. Si fissa al suolo mediante un apparato radicale costituito da un fittone breve che si ramifica da cui si innalza il fusticino eretto, scarsamente ramificato, inizialmente di colore verde chiaro, quasi bianco, ma che poi diventa marrone – giallastro. Lo stelo, che tende a crescere sia in altezza, sia in larghezza, dà origine ad un arbusto arrotondato con ampi cespi. Gli steli giovani di solito sono ricoperti di abbondanti peli bianchi, mentre gli steli vecchi cominciano a diventare glabri.

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La pianta è molto decorativa per le sue foglie che sono ovali, intere, di colore verde pallido nella parte inferiore, striate di verde e di bianco nella parte superiore e lungo i margini. Sono sessili o a corto picciolo. Entrambe le superfici fogliari sono glabre.  Oltre alle foglie, negli  steli ci sono le brattee che sono di dimensioni leggermente più piccole delle foglie. Le foglie non sono mantenute in inverno.

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Durante la primavera, l’estate e l’autunno l’Euphorbia produce caratteristiche infiorescenze costituite da piccoli fiori verdastri, circondate da un involucro di brattee bianche tondeggianti e con una linea mediana verde. L’elemento comune alle diverse specie di Euforbie è proprio la struttura dell’infiorescenza, che simula un fiore, conosciuta come “ciazio” che significa “bicchiere”. Il ciazio è un involucro formato da un gruppo di brattee dentro al quale si trovano numerosi fiori maschili che circondano un fiore femminile singolo e centrale.  I fiori maschili, senza sepali o petali, sono costituiti da stami con antere di colore giallo pallido che fuoriescono dal ciazio.Il fiore femminile è composto da un pistillo 3 unicellulari con 3 stili.

Il ciazio porta attorno al margine quattro grossi nettari. La fioritura abbondante avviene tra la fine dell’estate e la metà dell’autunno e si prolunga per circa 2-3 mesi. Il fiore non emana nessun profumo.

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L’impollinazione è favorita dagli insetti attratti sul ciazio dal nettare prodotto dalle ghiandole. Il frutto è un tricocco con tre lobi che si apre scoppiando e lanciando i semi a notevoli distanze. I semi sono trasportati dalle formiche. La combinazione fra la dispersione meccanica e quella operata dalle formiche assicura ai semi un’ampia diffusione in quanto la pianta si risemina da sé. La moltiplicazione avviene in primavera anche per divisione dei cespi.

L’Euphorbia una pianta di facile coltivazione, di sicuro effetto estetico, ma richiede alcune applicazioni da parte di chi la coltiva nel giardino. Bisogna prestare attenzione all’aiuola dove la pianta è collocata, preferibilmente vuota perché, essendo invasiva, potrebbe soffocare le altre piante. Deve essere messa a dimora in un terreno soffice e ricco di calcare. L’esposizione in un luogo soleggiato le deve consentire l’acquisizione del sole per alcune ore al giorno, ma riparata dalla luce diretta nelle ore più calde della giornata. Deve, inoltre, essere protetta dalle gelate. Quando le temperature minime sono molto basse, allora bisogna proteggere gli arbusti più sensibili ricoprendo le radici con foglie secche o con paglia. Anche le annaffiature non devono essere eccessivamente frequenti lasciando sempre che, tra un’annaffiatura e l’altra, il terreno rimanga asciutto per almeno un paio di giorni, quindi si bagna il substrato in profondità ogni 2-3 settimane. Tollera occasionali periodi di siccità. Per ottenere uno sviluppo rigoglioso, é bene concimare periodicamente gli arbusti; in primavera è consigliabile utilizzare un concime ricco di azoto e di potassio poiché questi sali favoriscono lo sviluppo della nuova vegetazione e dei fiori.

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A fioritura ultimata, si aspetta che la pianta appassisca e si asciughi completamente, quindi si raccolgono i semi per il prossimo anno. All’inizio della primavera, con l’innalzarsi delle temperature diurne, è bene praticare un trattamento preventivo con un insetticida ad ampio spettro. Prima che le gemme ingrossino eccessivamente, è consigliabile anche praticare un trattamento fungicida per prevenire lo sviluppo di malattie fungine favorite dall’elevata umidità ambientale. L’Euphorbia marginata coltivata nel giardino lo abbellisce rendendolo molto gradevole, però i suoi habitat naturali includono praterie montane e collinari, zone lungo le ferrovie e bordi delle strade, pascoli e campi incolti, discariche.

Per il giardiniere non è prudente toccare questa pianta senza l’uso dei guanti poiché la linfa dell’Euphorbia marginata contiene un lattice tossico per ingestione e altamente irritante per contatto provocando reazioni cutanee fotosensibili e gravi infiammazioni agli occhi e alle mucose. La tossicità può rimanere alta anche nel materiale vegetale secco. Il latice, se ingerito, provoca irritazioni gastroenteriche, tremori, vomito, dispnea, brachicardia. Gli erboristi un tempo raccomandavano questa pianta per le sue proprietà purgative.

L’uso delle erbe come rimedio naturale risale a tempi antichissimi, quando le piante erano la principale forma di cura presso i popoli di tutto il mondo. Oggi la Scienza medica conferma la presenza nelle erbe di principi attivi che costituiscono gli ingredienti primari usati dalla chimica moderna per lo sviluppo di prodotti efficaci per la cura e per la salute del corpo.

Nel linguaggio dei fiori l’Euphorbia simboleggia “irrequietezza”.

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