Jul 26, 2016 - Senza categoria    Comments Off on L’ECHIUM ITALICUM SUBSPECIE SICULUM

L’ECHIUM ITALICUM SUBSPECIE SICULUM

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Amo le piante! Le osservo e le rispetto tutte allo stesso modo!

Nel mese di ottobre dell’anno 2015 da Licata giungevo a Mistretta percorrendo la strada statale 117. La mia attenzione è stata attratta da un cuscinetto di foglie aggrappate a un muro nei pressi della contrada “Cunigghiera”, distante qualche chilometro dal centro di Mistretta. Molto forte è stato lo stimolo a registrare l’evento tramite lo scatto della fotografia. Sapete come mi ha risposto il mio amico, il prof. Giuseppe Bazan? “sorride misteriosa… nascondendo la sua identità.Aspettiamo che un fiore la sveli”.

Essendo molto curiosa di conoscere l’identità di questa pianta che, inspiegabilmente, mi aveva incantata e, probabilmente anche stregata, temendo di non carpire il momento giusto della sua fioritura non risiedendo stabilmente a Mistretta, ho reso complice il mio amico, il dott.Luigi Marinaro e la sua gentile signora, la prof.ssa Matilde Bongarrà, che ringrazio per la loro disponibilità, affinchè fotografassero la pianta in fiore inviandomi qualche foto.

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Sono stata premiata!

 Nel mese di maggio di quest’anno 2016, percorrendo la stessa strada, ho notato che la pianta stava per fiorire. E’ stata così grande la mia gioia da coinvolgere anche la Flora Spontanea Siciliana e il prof. Alfonso La Rosa. Ringrazio tutti gli amici.

Finalmente la magica pianta, regalando i sui fiori, stava per appagare la mia curiosità.

 E’ l’Echium italicum, la pianta che avevo già ammirato in fiore lo scorso anno. L’Echium è stato classificato da Linneo nel 1753. Per maggior precisione, la popolazionesiciliana è riferita alla sottospecieEchium italicum L. subsp.  siculum (Lacaita) Greuter & Burdet.

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Il genere Echium comprende una sessantina di specie originarie dall’Europa, dall’Asia e dall’Africa settentrionale, ma alcune si sono naturalizzate in altri continenti. Per esempio lEchium plantagineumè diventato infestante in Australia. In Italia l’Echium italicum è presente in tutte le regioni, ad eccezione del Trentino-Alto Adige, ma è più comune nell’Italia mediterranea, in Sicilia e in Sardegna.

Etimologicamente il termine “Echium” deriva da greco “έχις” “ vipera” . Gli antichi greci pensavano che queste piante fossero attive contro il veleno delle vipere. Probabilmente la credenza nasceva, secondo la teoria della “segnatura”, dalle caratteristiche anatomiche di queste piante: per la forma delle infiorescenze ricurve somiglianti alla testa di un serpente oppure per gli stami sporgenti dal fiore come la lingua del serpente, oppure perchè il fusto chiazzato di scuro richiama la pelle del serpente.

La specie “italicum” è riferita alla sua origine.

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 L’erba Echium italicum più comunemente è conosciuta col termine diViperina maggiore siciliana, erba viperina”. In Italia settentrionale è chiamata “Echio di Bieberstein”, in Toscana “Echio, Anchusa, Lingua di cane”, nel Veneto “Buglossa”, in Calabria “Vurrainazzu servaggiu”, in Sardegna “Pabulosu”, in Sicilia “Lingua viperina, Lingua di cani, Pizza di jattu”.

L’Echium italicum,appartenente alla famiglia delle Boraginaceae,è una pianta erbacea a ciclo biennale. Ecco perché ho dovuto aspettare due anni prima che fiorisse!

Nel primo anno forma la rosetta basale e nel secondo anno emette i fusti. E’ una pianta densamente ispida in tutte le sue parti perché rivestite da una peluria setolosa dura e pungente che possiamo verificare se, inavvertitamente, le tocchiamo.

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Le foglie basali, sessili, ravvicinate al suolo, disposte a rosetta, lunghe da 20 a 35 cm, di forma lanceolata, hanno margine intero con setole molli appressate. Le foglie cauline sono lineari e picciolate. Il fusto, eretto, nasce dalla rosetta basale ed è alto da 30 a 150 cm. 
I fiori, raccolti in infiorescenze piramidali, poco ramificate, sono addensati lateralmente al fusto.La corolla, campanulata-imbutiforme, ha la lunghezza del tubo uguale a quella del calice. Di colore bianchiccio, è piccola, pelosa all’esterno. E’ formata da 5 lacinie di cui le 2 superiori sono un po’ più grandi.

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 Dalla corolla sporgono 4-5 stami filamentosi, bianchicci, arcuati, glabri, lunghi il doppio della corolla. La fioritura avviene da aprile ad agosto. I fiori sono amati dalle api e permettono loro di produrre grandi quantità di miele monoflora dal gusto molto gradevole.

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 I frutti sono delle nucule a contorno triangolare, di colore grigiastro e ricoperti dal calice e dalle setole. Si separano a maturità per la fuoriuscita dei semi che sono duri e di colore bianco-perlaceo.

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 E’ consigliabile effettuare la semina in primavera o nella prima metà dell’estate. I semi germinano facilmente e le nuove piantine spuntano dopo 4-6 settimane. Fioriscono al secondo anno di età.

L’Echium è una pianta rustica e di facile coltivazione. Non necessita di terriccio particolare. Cresce nei terreni aridi e incolti, nei pascoli, ai bordi stradali, nelle discariche, ai margini degli abitati, nelle duneda 0 a 1300 metri sul livello del mare. Non ha bisogno di concimazione e di irrigazioni frequenti. Predilige una buona esposizione alla luce del sole.

Per quanto riguarda le proprietà officinali l’Echium ha le stesse virtù della borragine. I semi dovettero colpire profondamente l’immaginazione degli empirici. Infatti, la pianta, per il seme, fu ritenuta per molto tempo efficace contro i calcoli renali secondo la dottrina della “dottrina della signatura“. Per i principi attivi contenuti le foglie, in erboristeria, sono usate per le proprietà diuretiche, depurative e sudorifere per l’apparato escretore, per le proprietà antinfiammatorie ed emollienti per l’apparato respiratorio. La pomata è usata come antinfiammatorio sulle pelli arrossate, aride e sulle mucose boccali irritate. Una piccola quantità di fiori, immersi nell’acqua del bagno, esercita una delicata azione emolliente sulle pelli delicate. Le foglie della rosetta basale potrebbero essere commestibili. Andrebbero raccolte in primavera senza recidere la parte centrale da dove l’anno successivo spunterà lo stelo fiorifero. E’, comunque, più prudente non raccogliere erbe spontanee perché, anche se assunte in modeste quantità, potrebbero contenere sostanze tossiche.

L’Echium, come pianta ornamentale, può essere coltivato in vaso e addobbato come piccolo albero di Natale.

       

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