May 4, 2015 - Senza categoria    Comments Off on LA CLEMATIS SUPERBA NELLA CAMPAGNA DI MISTRETTA

LA CLEMATIS SUPERBA NELLA CAMPAGNA DI MISTRETTA

Il mio amico, il dott. Luigi Marinaro, ancora una volta mi stimola a descrivere un genere di piante semplici, ma molto belle. Sono le Clematidi. Le fotografie, che gentilmente mi ha inviato tramite mail, scattate da Luigi nella campagna di Mistretta, riproducono la Clematide vitalba.

1 ok

2 ok

Foto di Luigi Marinaro

https://youtu.be/8IbY-wLesSQ

CLICCA QUI

Il genere Clematis, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae, conta oltre 300 specie fra piante erbacee e legnose, delicate, rustiche e meno rustiche, sempreverdi e caducifoglie e, solitamente, rampicanti. Le specie a portamento rampicante mostrano un aspetto vigoroso per la presenza di fusti flessuosi e parzialmente lignificati.
Il nome generico “Clematis”, attribuito da Dioscoride, deriva dal greco “κλείω”, “richiudere, circondare”, cioè “pianta volubile”, per indicare il portamento della pianta. Per questo motivo preferisce crescere insieme con altre piante alle quali si appoggia come sostegno.
Le Clematidi sono piante cosmopolite: provengono tutte dall’America, dalla Siberia, dalla Cina e sono presenti in Giappone, sull’Himalaya e in Europa. Le Clematidi erano piante ampiamente coltivate dai romani che ne ricoprivano i muri delle abitazioni credendo in un loro potere magico, quello di tenere lontani i fulmini e di scacciare gli spiriti maligni.
In Inghilterra dagli inglesi furono soprannominate “traveller’s joy” ,“gioia del viandante” perché crescevano libere anche nei boschi e ai margini delle strade. Un nome, questo, davvero appropriato!
Viaggiando attraverso l’Inghilterra, quando le Clematidi in primavera iniziano a fiorire, guardare il susseguirsi di queste esplosioni di colori è una vera gioia per lo spirito. Gli inglesi sono stati i primi a coltivare le Clematidi come piante ornamentali verso la fine del 1500 sotto lo scettro di Her Majesty Queen Elizabeth I. Dopo tre secoli d’oblio, furono reintrodotte come piante esotiche decorative esclusivamente per la suggestione dei colori dei fiori. Pur essendo presenti da millenni nel territorio europeo, comparvero nei giardini italiani soltanto nel Medioevo, proprio al ritorno dei Crociati.

3 ok

4 ok

In Italia esistono diverse specie di Clematidi che crescono spontaneamente dagli 800 ai 1900 metri d’altitudine. Nella villa comunale di Mistretta ha trovato il suo habitat favorevole e coltivata per renderlo ancora più bello, la “Clematis jackmanii superba”, l’“azzurra”, considerata da molti la regina di tutte le piante rampicanti. Si trova esattamente dietro il sedile, alla destra del monumento al cav. Vincenzo Salamone, abbracciata ad un sostegno metallico.

5 ok

E’ veramente una delle più incantevoli creature che si coltivano nella villa. I suoi pregi sono innumerevoli: la bellezza del fiore, la velocità di crescita, la grande capacità d’adattamento. La Clematis jackmanii superba è una pianta capricciosa, dopo una prima stagione di fioritura incoraggiante muore di colpo, però rifiorisce quando lo ritiene opportuno. E’ una piccola pianta perenne attaccata al terreno mediante le radici fittonanti e sostenuta da un fusto lianoso legnoso, volubile, lungo qualche metro. E’ di colore verde bruno e liscio nella pianta giovane, poi diventa rossiccio e solcato longitudinalmente e a sezione esagonale nella pianta adulta. E’ rivestito da una corteccia fibrosa che si distacca in lamelle.
Le foglie, di colore verde chiaro, decidue, romboidali, semplici o composte da tre foglioline, a margine seghettato o dentato, più o meno appuntite, sono sostenute da un picciolo lungo ed esile avente la funzione di cirro. La struttura del fiore della “Clematide” è in una posizione intermedia tra quella del fiore “classico” con calice e corolla ben distinta e quella tipica delle Monocotiledoni, con un perigonio a tepali indistinti.
Il fiore, secondo la specie, è di varia forma e presenta una vastissima gamma di colori: dal bianco, al rosso, al blu, all’azzurro, al viola, al rosa, al giallo e, qualche volta, è anche profumato. La Clematide mistrettese è di colore azzurro violetto.

6 ok

Il fiore è privo di corolla, ma provvisto di un vistoso calice formato, di solito, da 4, 5 sepali che hanno la funzione di proteggere gli organi sessuali quando il fiore è chiuso e la funzione di attirare gli insetti impollinatori quando il fiore è schiuso. Il calice, simile ai petali, ha la forma di campana o di coppa.
Al centro del fiore si trovano gli elementi, chiamati petali staminoidali, derivanti dalla modificazione degli stami e riconoscibili da questi ultimi per la presenza di una nota di colore. L’impollinazione è anemofila, tramite il vento, ma il fiore è frequentato anche da diversi insetti che afferrano il polline, quindi non è esclusa anche l’impollinazione entomofila. La Clematide è molto decorativa proprio per i suoi fiori singoli, vellutati, di colore viola-blu. Fiorisce all’inizio dell’estate e la fioritura di prolunga per un lungo periodo.
Il frutto è composto da numerosi acheni sormontati da un’appendice piumosa per favorire la disseminazione.
Ogni frutto ha un solo seme. La riproduzione avviene per semina, per talea e per propaggine.

7 ok

clematis ok okok

g clemat ok

La pianta necessita di un terreno ricco di humus, piuttosto umido, ma ben drenato.
Poiché le Clematidi amano un clima abbastanza umido, dalla primavera all’autunno è indispensabile annaffiare il terreno attorno ai loro piedi con regolarità.
Le Clematidi rampicanti dovrebbero avere la parte aerea esposta al pieno sole del mattino, mentre la base del fusto protetta dall’ombra. Tutte le Clematidi resistono bene a temperature minime invernali che scendono anche di diversi gradi sotto lo zero. Dopo la fioritura, le Clematidi rampicanti non richiedono una vera e propria potatura, piuttosto una regolare ripulitura dai rami secchi o rovinati dal freddo.
Non tutte le Clematis si potano nello stesso periodo. In genere, vanno potate a fine inverno. In primavera nuovi germogli nasceranno dalle gemme presenti sui fusti. Le piante contengono varie sostanze: alcaloidi, anemonina e, in particolare, la saponina, che le rendono velenose. Questa pericolosa miscela di sostanze procura gravi irritazioni cutanee.
Troppo amata nel Medioevo per non finire sul rogo delle streghe nella così detta età della Ragione! In fitoterapia un tempo erano usate le foglie fresche in cataplasmi quale rimedio contro artriti, sciatiche e contusioni, ed essiccate con proprietà diuretiche e depurative. Anticamente, nella cura della scabbia si usava l’olio ricavato dalla macerazione delle foglie ma, a contatto della pelle, provocava fastidiose ulcere.
Una volta era usato dai mendicanti per procurarsi delle dolorose ferite in modo da impietosire i passanti e indurli all’elargizione dell’elemosina, onde il nome popolare di ”erba dei cenciosi”. Oggi l’impiego di questa pianta in campo erboristico è stato completamente sostituito da piante con le stesse proprietà, ma con minori controindicazioni.
In cucina si possono fare deliziose frittelle. I teneri germogli, che in dialetto mistrettese sono chiamati “Liareddi” e sono raccolti nei “ruvietti”, nelle piante di rovo, possono essere cotti e conditi con sale, olio, aceto e aglio, oppure cucinati a frittata con le uova.

8 ok

9 ok

 Le Clematidi che oggi crescono nei nostri giardini sono ammirate per la loro bellezza ed eleganza e non per fra frittate o curare le ferite! I rami della pianta, privati delle foglie, raccolti nel periodo autunnale e sfruttando la loro flessibilità, in passato erano usati per intrecciare panieri, cesti, coroncine.
I fusti secchi erano usati come sigari che provocavano infiammazioni alle mucose della bocca e della gola.
LemClematidi hanno alcuni nemici naturali: le lumache che si nutrono dei germogli giovani. Le strisce argentee di muco indicano il passaggio o la loro permanenza sulla pianta.
La Forbicina è un parassita tipico delle Clematidi e attacca i fiori. E’, comunque, considerato “insetto utile” perchè si nutre anche delle uova di altri parassiti. Altre malattie sono: il seccume, che comporta l’appassimento e la morte dei germogli, e l’Oidio, il mal bianco, che si manifesta come una muffa biancastra sui fiori e sulle foglie.
Nel linguaggio dei fiori, la Clematis indica “intelligenza limpida, onestà e bellezza interiore”. E’ il fiore adatto a chi sogna ad occhi aperti, a chi vive tra le nuvole, tra fantasie personali, a chi ha scarso interesse per la vita, a chi spera in un futuro migliore rispetto al mondo presente.

 

Comments are closed.