Jun 20, 2016 - Senza categoria    Comments Off on LA VITA DI SAN PIETRO APOSTOLO E LA SUA CHIESETTA A MISTRETTA

LA VITA DI SAN PIETRO APOSTOLO E LA SUA CHIESETTA A MISTRETTA

 

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La storia di San Pietro, primo dei 12 Apostoli di Gesù, investito della dignità di primo papa della Chiesa cattolica dallo stesso Gesù Cristo, è quella che si legge nel Vangelo ed è molto conosciuta.

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Secondo il Vangelo di Giovanni, Pietro, figlio di Giovanni (Giona), nacque tra l’anno 2 e 4 d.C, a Bethsaida, città situata a circa 3 chilometri a nord del Lago di Tiberiade, in Galilea. Il suo vero nome era Simone che, in ebraico, significava “Dio ha ascoltato”.

Secondo i vangeli sinottici, dopo il matrimonio, insieme alla moglie, alla suocera, al padre e al fratello Andrea, si trasferì a Cafarnao, piccolo villaggio della Galilea che divenne in seguito uno dei centri della predicazione di Gesù, dove svolgeva l’attività di pescatore sul lago di Tiberiade facendosi aiutare dal fratello Andrea, da Giacomo e da Giovanni di Zebedeo. Il trasferimento a Cafarnao è stato necessario in quanto la città offriva maggiori possibilità lavorative per il commercio del pesce.

Secondo Clemente Alessandrino sua moglie seguì il marito durante le sue predicazioni, ma morì martire prima di lui. Nel Vangelo è citata solo la suocera che Gesù guarì “dalla febbre”. I Vangeli apocrifi raccontano che aveva una figlia di nome Petronilla, la mitica santa. San Francesco di Salesa riferì che era la figlia spirituale, non la sua vera figlia.

Ad avvicinare Simone a Gesù fu il fratello Andrea che, dopo avere ascoltato l’esclamazione di Giovanni Battista “Ecco l’Agnello di Dio” designando Gesù e, dopo averLo conosciuto ed ascoltato, Andrea disse a Simone: “Abbiamo trovato il Messia!”. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa. Cefa” in aramaico significa “roccia“, “pietra“, da cui il nome ” Pietro”.

Allora Simon Pietro cominciò a seguire Gesù durante il suo ministero assieme ai discepoli e a predicare la fede cristiana. I Sinottici collocano le prime chiamate di Pietro in riva al mare di Galilea, detto anche lago di Gennesaret.

Gesù conosceva già Pietro e, per predicare, gli chiese di salire sulla sua barca invitando poi i pescatori a raggiungere il largo e a gettare le reti. Sebbene non avessero pescato nulla durante tutta la notte, Pietro obbedì con sollecitudine. La pesca fu miracolosa.

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Bozzetto del pittore Salvatore De Caro da me custodito

Sottomesso, Pietro si prostrò ai piedi di Gesù che gli annunciò che da quel momento sarebbe diventato “pescatore di anime”.  La risposta dei primi discepoli fu di abnegazione assoluta: “Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono”.

Anche dopo la Resurrezione, Gesù apparve a Pietro e ad altri discepoli mentre pescavano nei pressi del lago di Tiberiade.

Significativo per la comprensione della sua personalità è il fatto che Pietro si sia unito inizialmente ai discepoli di Giovanni Battista che predicava l’avvento di un Messia. Era un periodo storico in cui in Galilea stava affiorando una certa insofferenza nei confronti del dominatore romano e l’idea di un Messia come capo anche spirituale, che fosse in grado di guidare una rivolta contro Roma, era piuttosto sentita. L’incontro con Gesù, dotato di un notevole carisma, di doti taumaturgiche straordinarie e di un comportamento aperto anche nei confronti delle regole sociali e religiose, dovette indubbiamente segnare un momento molto intenso nella sua vita.

 Primo tra i discepoli, Pietro professò che Gesù era il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Divenuto apostolo di Gesù, insieme a Giovanni e a Giacomo, assistette alla resurrezione della figlia di Giairo, alla trasfigurazione, all’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi e alla Sua Pasqua.

Di indole spontanea, generosa, intraprendente, fu il più impulsivo degli Apostoli per cui fu eletto portavoce e capo riconosciuto con la promessa del primato: “E io ti dico che sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Ti darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. Nell’iconografia le chiavi simboleggiano la potestà di aprire e chiudere il regno dei cieli.

A Cesarea di Filippo, Gesù interrogò i suoi apostoli su quel che gli uomini dicevano di lui. Diedero varie risposte. Alla  fine il Maestro domandò loro: “Voi chi dite che io sia?”. Fu Simon Pietro che espresse in termini umani la realtà soprannaturale del Cristo: “Tu sei il figlio del Dio vivente!”.Da Gesù Pietro fu nominato “Primo ministro” della Sua Chiesa, governatore dei fedeli, e degli stessi funzionari.

Dai racconti evangelici, nei quali viene menzionato 114 volte, Pietro risulta essere un personaggio spontaneo nelle sue reazioni, impetuoso, ma anche disposto a comprendere i propri errori e ad imparare. Nel celebre episodio della “camminata sull’acqua” Pietro corse incontro al Maestro chiedendoGli di poter fare lo stesso e imparando a sue spese, sprofondando fra le onde, che è necessaria un’intensa fede per compiere tali prodigi.

Pietro, fra i dodici, era anche il più ardito nei suoi discorsi e spesso parlava e agiva a nome loro. All’inizio del ministero di Gesù andò a cercarlo quando il Maestro si era ritirato nella solitudine del deserto. In più occasioni lo interrogò a proposito delle parabole, implorando da lui una spiegazione o chiedendoGli a chi fossero destinate: “ai Dodici o alla folla”. È da lui che si recarono gli esattori delle imposte per reclamare il tributo del Tempio.

Pietro stava per comunicarlo a Gesù che lo prevenne e gli dichiarò che egli stesso era esentato da versamento della tassa, ma non voleva provocare scandali. Così Gesù inviò Pietro a pescare un pesce nella cui bocca fu trovato uno statere, ossia quattro dracme, che rappresentavano l’ammontare delle due tasse dovute: quella di Gesù e quella di Pietro.

Quando in mezzo alla moltitudine di persone una donna toccò l’orlo del mantello di Gesù nella speranza di essere guarita e il Maestro domandò: “Chi mi ha toccato?” Pietro s’affrettò ad osservare la folla che lo stringeva da tutte le parti. Sempre Pietro domandò a Gesù sino a quali limiti ci si debba spingere nel perdonare: “Fino a sette volte?” Risposta: “Settanta volte sette“, cioè sempre.

Mentre si avvicinavano a Gerusalemme, Pietro interrogò Gesù sul fico che aveva maledetto e che l’indomani era stato effettivamente trovato essiccato fin dalle radici. Gesù si limitò a rispondere: “Abbiate fede in Dio”.

A Gerusalemme fu di nuovo Pietro ad informarsi sulla ricompensa che attendevano in cielo coloro che, come lui, avevano abbandonato tutto per seguire Gesù. Rispondendo, promise: “Per questa vita, una famiglia spirituale e dopo la morte, la vita eterna”.

 Dopo il discorso a Cafarnao sul pane di vita, a seguito del quale parecchi discepoli abbandonarono il Maestro, quando Gesù chiese ai dodici se anche loro volevano andarsene, Pietro rispose in nome di tutti dicendo: “Signore, da chi andremo? Solo tu hai parole di vita eterna“.

Durante l’arresto e il supplizio di Gesù anche Pietro fu preso da grande timore tanto che lo rinnegò per tre volte.  Nel Vangelo di Marco, in abbandono dei discepoli (Mc 14, 26 – 31) si legge: “ E, dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi“.

Gesù disse loro: “Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto:

Percuoterò il pastore

e le pecore saranno disperse.

Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea“. Allora Pietro gli disse: “Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò“.Gesù gli disse: “In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte“.Ma egli, con grande insistenza, diceva: “Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò”. Lo stesso dicevano anche tutti gli altri apostoli.

Pietro si pentì, assalito dal rimorso.

5 Giovanni d'Enrico  Il pentimento di san Pietro, statua in terracotta 1639 Sacro Monte di Varallo

Statua in terracotta di Giovanni d’Enrico del 1639, Basilica del Sacro Monte di Varallo

Quando il Maestro preannunciò la sua imminente morte, Pietro si ribellò e disse: “Il Maestro deve morire? Assurdo!” Pietro è un uomo semplice, schietto, che agisce d’impeto e, tante volte senza riflettere.  Si raccontano molti episodi come quello di rifiutare di farsi lavare i piedi da Gesù durante l’ultima cena, o quando tentò di difendere il Maestro opponendosi all’arresto riuscendo a ferire uno degli assalitori con la spada recidendogli l’orecchio. Tutti i Vangeli riportano che, al momento dell’arresto di Gesù, uno di quelli che stava con Lui tagliò con la spada un orecchio al servo del sommo sacerdote di nome Malco (Mt 26,51; Mc 14,47; Lc 22,50; Gv 18,10). Il Vangelo secondo Giovanni lo identifica in Simon Pietro. Gesù rimproverò il discepolo dicendo di riporre la spada perché deve bere il suo calice. Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”

 Ritiratosi nell’orto del Getsemani, Gesù chiese a Pietro, Giovanni e Giacomo di mettersi in disparte con lui per pregare. Essi però, vinti dal sonno e dal vino della cena, caddero addormentati ricevendo per ben tre volte il rimprovero del Maestro che disse loro, e in particolare a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto ma la carne è debole“.

Il Maestro ancora una volta riprese Pietro per queste sue reazioni di uomo, non ancora conscio del grande evento della Redenzione. Assistette impotente ed angosciato alla Passione di Cristo. Dopo la Crocifissione e la successiva Resurrezione di Gesù, Pietro fu nominato dal Maestro, oltre che capo dei dodici apostoli,  promotore di quel movimento che sarebbe poi divenuto la prima Chiesa cristiana. Convinto della missione salvifica del Maestro, a Gerusalemme, dove risiedeva, ancora più energico e più coraggioso, radunò gli Apostoli e i discepoli che si erano allontanati infondendo a tutti coraggio fino alla riunione nel Cenacolo. Lì ricevettero lo Spirito Santo, ebbero così la forza di affrontare i nemici del nascente cristianesimo e, con il miracolo della comprensione delle lingue, uscirono a predicare le Verità della nuova Fede.

Gli Apostoli nell’ardore di propagare il Cristianesimo a tutte le genti, dopo 12 anni di permanenza a Gerusalemme, si sparsero per il mondo. A causa della persecuzione di Erode Antipa, vivere a Gerusalemme era molto rischioso. Secondo la tradizione, Pietro per circa 30 anni, dal 34 al 64 d.C fu non il vescovo, carica inesistente all’epoca, ma il capo spirituale della comunità cristiana di Antiochia, che, non solo era la terza città dell’Impero Romano, ma era anche situata nella Grande Siria che fu la sede della nascita e dello sviluppo delle prime comunità cristiane. Quindi intraprese molti viaggi. Giunse in Italia proseguendo fino a Roma “caput mundi”, centro dell’immenso Impero Romano. Predicò anche in molte altre città italiane.

6 Predica di Pietro dopo la Pentecoste di Benjamin West

Predica di Pietro dopo la Pentecoste di Benjamin West

 Vicario di Cristo, primo papa, dirigente visibile della Chiesa, Pietro è il capo di una gerarchia che da venti secoli si avvicenda nella guida dei fedeli credenti. Dovette guidare la nascente Chiesa in un periodo cruciale per l’affermazione nel mondo pagano dei principi del Cristianesimo. Istituì il primo ordinamento ecclesiastico e la recita del “Pater noster”. Indisse il 1° Concilio di Gerusalemme, fu ispiratore del Vangelo di Marco.
Fu investito della dignità di primo papa della Chiesa cattolica dallo stesso Gesù Cristo espletando il suo papato per 25 lunghi anni, anche se interrotti da qualche altro viaggio apostolico.

Nell’anno 64 Roma fu incendiata. Di quest’azione furono accusati i cristiani che furono perseguitati da Nerone. Perseguitato anche Pietro, fu catturato dai soldati dell’imperatore e rinchiuso nel carcere Mamertino. Fuggito dal carcere, Pietro si diresse verso la via Appia, ferito ad una gamba per la stretta delle catene. Secondo la tradizione, nei pressi delle terme di Caracalla avrebbe perso la fascia che gli stringeva la gamba. Catturato nuovamente dai soldati dell’imperatore, fu crocifisso.

Lo storico cristiano Origene diffuse la prima notizia che Pietro fu crocifisso nel circo Neroniano per volontà di Nerone con la testa in giù perché ebreo. Secondo la tradizione, trasmessa da Girolamo, Tertulliano, Eusebio e Origene, Pietro fu crocifisso sul colle Vaticano fra il 64, anno dell’incendio di Roma e dell’inizio della persecuzione anti-cristiana di Nerone, e il 67, benché l’autenticità di tale evento sia ancora oggi fonte di grande dibattito fra gli studiosi della Bibbia.  In mancanza di testimonianze documentarie certe sulla data della morte di Pietro, la tradizione l’ha fissata al 29 giugno. Secondo le ricerche effettuate dall’archeologa Margherita Guarducci il martirio di Pietro avvenne il 13 ottobre del 64.

L’apostolo Pietro fu sepolto nelle vicinanze dell’obelisco del circo di Nerone, (quello che anticamente si trovava all’esterno dell’attuale sagrestia della basilica ed ora al centro di piazza San Pietro), dove rimase fino al 258 quando, per mettere al sicuro le spoglie durante la persecuzione di Valeriano, esse furono trasferite nelle catacombe di San Sebastiano assieme ai resti di Paolo.

Un secolo più tardi papa Silvestro I ripristinò le antiche sepolture e Pietro tornò in Vaticano nel luogo in cui Costantino fece poi costruire la primitiva basilica. Nei secoli II e III il sito fu utilizzato come necropoli precostantiana. Durante gli scavi archeologici effettuati nelle grotte vaticane a partire dal 1939 e fortemente voluti da Pio XII, in corrispondenza dell’altare della Basilica Vaticana di San Pietro a Roma, fu individuata un’edicola, ritrovata nel cosiddetto “muro rosso”, su cui era leggibile il graffito “Пέτρος ενι” “Pietro è qui”. La datazione di questo reperto risale al 160 d.C. circa.

Anche se le prove non erano certe, tuttavia, gli indizi erano tali da confermare che l’edicola doveva effettivamente essere la tomba di Pietro.

La Chiesa Cattolica Romana celebra ogni anno quattro feste in suo onore. Il 18 gennaio e il 22 febbraio è ricordata la fondazione delle due sedi episcopali di Roma e di Antiochia. Il giorno 1 di agosto è ricordato il miracolo delle catene. Il 29 giugno è commemorato il martirio di San Pietro. Il 29 giugno è festeggiato anche San Paolo.

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 Paolo, sotto Nerone, ebbe diritto alla decapitazione perchè cittadino romano. La festa dei Santi Pietro e Paolo è una delle più antiche e più solenni dell’anno liturgico. A Roma i Santi Pietro e Paolo sono venerati insieme come colonne fondanti della Chiesa.

 Il principale luogo di culto dedicato all’apostolo San Pietro è la basilica di San Pietro della Città del Vaticano, nella piazza a lui dedicata. Roma possiede tante altre chiese dedicate al Santo. Le reliquie di San Pietro sono custodite nella Basilica Vaticana, nella cripta sotto il maestoso altare con il baldacchino del Bernini, detto della “Confessione”.  Nella basilica di San Pietro In Vincoli si conservano le catene della sua prigionia all’interno del Carcere Mamertino a seguito della persecuzione neroniana. Il nome ”in vincoli” deriva appunto dal latino “in vinculis”, “in catene”.

A Roma ci sono altri luoghi dedicati a San Pietro: la chiesa di San Pietro In Carcere, l’ex-carcere Mamertino, dove è tuttora visitabile la cella dove Pietro fu rinchiuso poco prima della morte, la chiesa di San Pietro In Montorio dove fu crocifisso. Nella Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, detta appunto “in fasciola”, è custodita la fascia che gli stringeva una gamba. A Venezia si conserva il suo coltello e in Germania il suo bastone. In Italia e in molti altri paesi esteri esistono altre chiese dedicate a San Pietro.

La prima fonte, da considerarsi tra le più vicine al periodo in cui visse l’Apostolo Pietro, è costituita dagli scritti del Nuovo Testamento. Tra di essi un posto di rilievo spetta ai quattro Vangeli e agli Atti degli Apostoli. Questi testi, redatti in greco durante il I secolo, sono gli unici a contenere riferimenti sulla vita di Pietro. La tradizione cristiana, nel canone biblico, attribuisce a Pietro anche due lettere apostoliche. Essendo il greco di buona qualità e considerando che Pietro era un pescatore di Galilea, quindi uomo di scarsa cultura, in molti studiosi è sorto il dubbio che queste lettere fossero state scritte personalmente dall’apostolo Pietro, ma dal suo “amanuense”, “il segretario”, o da qualche seguace dopo la sua morte.

Una seconda fonte è costituita dagli scritti apocrifi a lui attribuiti. Questi testi vanno sotto il nome di “Vangelo di Pietro, Predicazione di Pietro, Atti di Pietro, Atti di Pietro e Andrea, Atti di Pietro e dei dodici, Atti di Pietro e Paolo, Lettera di Pietro a Filippo, Lettera di Pietro a Giacomo il Minore, Apocalisse di Pietro (greca), Apocalisse di Pietro (copta)”. Composti nella seconda metà del II secolo sono, senza dubbio, poco fedeli alla realtà: testimonianza di una devozione molto antica che vedeva in Pietro il padre evangelizzatore della città eterna.

Una terza fonte è la testimonianza contenuta negli scritti dei Padri della Chiesa, in particolare di Papia, vescovo di Gerapoli, di Clemente e Ireneo. Questa serie di testimonianze ha dalla sua parte il conforto dei ritrovamenti archeologici.

Pietro ebbe il dono di operare miracoli. Se ne possono citare tanti.

Il primo miracolo dell’apostolo Pietro avvenne a Lidda. Davanti alla porta del tempio guarì Enea, un povero storpio che chiedeva l’elemosina, suscitando entusiasmo tra il popolo e preoccupazione nel Sinedrio. Poiché l’evento provocò un grande concorso di popolo, Pietro, da questo segno, trasse profitto per annunciare la buona novella dichiarando che era stata la fede in Gesù ad aver guarito lo storpio. Pietro predicò il pentimento e la conversione sottolineando che Gesù era il compimento della promessa fatta ad Abramo e degli oracoli dei profeti. Si convertirono in  cinquemila.

Mentre Pietro parlava al popolo, con Giovanni al suo fianco, fu arrestato dai sacerdoti e dai sadducei: furono entrambi portati in prigione perché era già tardi e sarebbero stati convocati davanti al Sinedrio solo il giorno dopo. Pietro, forte della sua fede, proclamò ancora una volta che aveva guarito il paralitico solo nel nome di Gesù.

I sinedriti ritenevano Pietro e Giovanni uomini semplici ma, vedendo con quale autorità Pietro sapesse parlare alla folla, restarono attoniti e più ancora li sorprese la presenza del graziato. I sinedriti decisero semplicemente di vietare a Pietro e a Giovanni di predicare e di insegnare in nome di Gesù. I due apostoli si rifiutarono di obbedire. I sinedriti, impotenti davanti all’acclamazione della gente, lasciarono andare gli apostoli. E’ uno dei miracoli!

Anania e sua moglie Saffira, per aver mentito ai cristiani, furono smascherati da Pietro e caddero morti stecchiti ai suoi piedi. La folla si accalcava intorno agli apostoli come un tempo in Galilea intorno al Maestro. I malati venivano portati lungo la via dove passava Pietro affinché “anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro”. L’ira del sommo sacerdote e dei sadducei si manifestò con forza e Pietro e Giovanni furono nuovamente arrestati. Un angelo li liberò durante la notte. Un altro miracolo!

8 Un angelo aiuta Pietro a evadere, dipinto di Sebastiano Ricci, 1710 Trescore Balneario, Chiesa di San Pietro

L’angelo aiuta Pietro ad evadere. Dipinto di Sebastiano Ricci1710, Chiesa di San Pietro a Trescore Balneario

A Giaffa risuscitò la discepola di nome Tabita per la gioia di quella comunità fuori di Gerusalemme. A Giaffa, Pietro abitava presso un conciatore di pelli. Mentre si trovava in quel posto vide una grande tavola su cui era disposta una gran quantità di alimenti che la Legge di Mosè dichiarava impuri. Anche Pietro fu invitato a cibarsene. Alla sua opposizione una voce vicina gli disse: “Ciò che Dio ha purificato tu non chiamarlo più profano”.

Poco tempo dopo Pietro fu chiamato presso il centurione pagano Cornelio che, a sua volta, era stato incoraggiato a convocarlo da una visione. Mentre Pietro parlava con lui, lo Spirito Santo discese sul centurione e sui suoi compagni come in una nuova Pentecoste. Quindi ammise al battesimo il centurione romano Cornelio e la sua famiglia stabilendo che cristiani potevano essere anche i pagani e chi non era circonciso, e quindi considerato impuro dall’ebraismo come fino ad allora prescriveva la legge ebraica di Mosè. La questione del centurione Cornelio, il primo non circonciso ad entrare nella comunità dei cristiani, aveva suscitato diverse polemiche tra le varie chiese che all’epoca erano ancora abbastanza autonome. Perdonò Simon Mago, da “simonia” “commercio dei sacramenti” a cui Pietro fece capire che non avrebbe mai potuto acquistare con il denaro il potere d’invocare lo Spirito Santo e di operare miracoli.

San Pietro, quale primo papa, è il patrono della Chiesa universale. Nella Chiesa cattolica è venerato come protettore dei Papi, dei segretari, per avere ispirato il Vangelo di Marco e per avere dettato due Lettere inserite nel Nuovo Testamento. E’ protettore degli orologiai, per il suo triplice rinnegamento di Cristo al canto del gallo.  E’ protettore dei fabbricanti di chiavi per avere ricevuto da Cristo le chiavi del Regno dei Cieli. Per il suo temperamento focoso, è invocato per intercedere contro la rabbia in riferimento ad una sua lettera indirizzata al demonio che si aggira come “leone ruggente” per insidiare i cristiani. E’ patrono dei fornai, dei costruttori di ponti, dei macellai, pescatori, dei mietitori, dei cordai, dei fabbri, dei calzolai, dei costruttori di reti da pesca e di navi.

Il primo contrassegno che caratterizza la figura di Pietro e dei suoi successori è la “Cattedra”, simbolo della capacità di insegnare, di governare e di guidare il popolo cristiano. La “Cattedra” è inserita nel grande capolavoro della “Gloria” del Bernini che sovrasta l’altare maggiore in fondo alla Basilica Vaticana, a sua volta sovrastata dall’allegoria della colomba che raffigura lo Spirito Santo che l’assiste e lo guida.
Il secondo simbolo è lo stemma pontificio, comprendente la tiara, il copricapo esclusivo del papa con le chiavi incrociate. La tiara porta tre corone sovrapposte quale simbolo dell’immensa potestà del pontefice. Questo simbolo, trasmesso nei secoli da artisti insigni nelle loro opere di pittura, di scultura e nell’araldica, raffiguranti i vari papi, oggi non è più usato e nelle cerimonie d’incoronazione è stata sostituito dalla mitra vescovile per indicare che il papa è vescovo tra i vescovi, primo vescovo di Roma a cui la tradizione apostolica millenaria aveva affidato tale compito.  Altri emblemi sono: le Chiavi, la Croce rovesciata, la Rete del pescatore.

La più antica rappresentazione iconografica esistente è un medaglione di bronzo con la raffigurazione delle teste degli apostoli datato tra la fine del II secolo e l’inizio del III, e conservato nel museo della Biblioteca Apostolica Vaticana. Pietro mostra una testa arrotondata con il mento prominente, la fronte sfuggente, i capelli spessi e ricci e la barba.

Nei dipinti della catacomba Pietro e Paolo appaiono frequentemente come intercessori e protettori dei defunti in paradiso. Nelle numerose rappresentazioni di Cristo insieme agli Apostoli, che compaiono nei dipinti delle catacombe e nei sarcofagi, Pietro e Paolo occupano sempre posti d’onore alla destra ed alla sinistra di Gesù. Nei mosaici delle basiliche romane, datati tra il IV ed il IX secolo, Cristo appare al centro dell’immagine con Pietro e Paolo alla Sua destra e alla Sua sinistra. In sarcofagi ed altri memoriali dei defunti sono presenti scene della vita di San Pietro come descritta nei Vangeli.

Nel periodo tra il IV ed il VI secolo è particolarmente frequente l’immagine della consegna della legge a Pietro che compare in vari tipi di monumenti. Cristo consegna a Pietro una pergamena aperta o arrotolata in cui si trova la scritta “Lex Domini”, “Legge del Signore”. In alcune raffigurazioni del IV secolo Pietro porta un bastone con tre aste trasversali, simbolo del papato pietrino e, successivamente, una croce con una lunga asta trasportata sulla spalla come uno scettro indicativo del suo compito. Nelle rappresentazioni dei sarcofagi del V secolo Gesù presenta a Pietro le chiavi (due, o tre) invece della pergamena.

.Dal VI secolo in poi Pietro ha la tonsura e viene rappresentato senza copricapo, vestito con abito o con mantello apostolico. Dal secolo XIV Pietro appare principalmente con paramenti episcopali o papali come figura centrale sugli altari a lui dedicati o in compagnia di San Paolo quale simbolo della Chiesa romana.

Uno dei primi cicli pittorici sulla vita di San Pietro era quello che si trovava nell’antica basilica vaticana, che fu in seguito distrutta e ricostruita nuovamente. Importantissimi sono gli affreschi di Masolino e Masaccio, che si trovano nella cappella Brancacci nella Basilica di Santa Maria del Carmine a Firenze  e alla cui realizzazione contribuì anche Filippino Lippi. Sono raffigurate le seguenti scene:

Predicazione di San Pietro

11 Masolino,_predica_di_san_pietro,_cappella_brancacci

 Guarigione dello storpio e resurrezione della cristiana Tabita

12 Cappella_brancacci,_Guarigione_dello_storpio_e rwsurrezione di Tabita_Masolino

 Pagamento del tributo

4 Affresco del Pagamento del tribut o di Masaccio (Cappella Brancacci, Firenze)

Il Battesimo dei neofiti

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 Pietro guarisce i malati con la sua ombra

14 Cappella_brancacci,_San_Pietro_risana_gli_infermi_con_la_sua_ombra_(restaurato),_Masaccio

Distribuzione delle elemosine e morte di Anania

15 Masacc Distribuzione_delle_elemosine_e_morte_di_Anania

Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra

16 Cappella_brancacci,_Resurrezione_del_figlio_di_Teofilo_e_San_Pietro_in_cattedra_(restaurato),_Masaccio (1)

Paolo visita Pietro in prigione

17 St._Paul_Visiting_St

Disputa con Simon Mago di Lippi e crocifissione di San Pietro Lippi

18 Filippino_lippi, disputa con Simn mago e  _crocifissione_di_san_pietro,_cappella_brancacci,_1482-85

Raffaello Sanzio, nei suoi arazzi per la cappella Sistina, intorno al 1524, non attinse agli episodi dipinti da testi apocrifi, ma dagli scritti evangelici: la Pesca miracolosa

19 la pesca miracolosa

 La Consegna delle chiavi, del 1515, conservato nel Victoria and Albert Museum di Londra

10 consegna delle chiavi  di Raffaello 1515

Liberazione di Pietro 

10 A liberazione di Pietro di raffaello Musei vaticani 1513  1514

Le tre scene più importanti della vita di Pietro trovarono il loro massimo splendore pittorico in tre raffigurazioni conservate in Vaticano. Nella parete longitudinale della cappella Sistina il Perugino raffigurò il Cristo in primo piano che consegna a Pietro inginocchiato la potestas pontificia di legare e sciogliere nella forma di due chiavi.

3  consegna delle chiavi affresco del Perugino Cappella Sistina Città del Vaticno

Michelangelo Buonarroti dipinse l’affresco della martirio  di San Pietro, 1545-1550,che si trova nella Cappella Paolina, Palazzi Vaticani, Città del Vaticano

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in mezzo a una folla multicolore viene issata la croce, posta diagonalmente, con Pietro già crocifisso, ma ancora vivo. La raffigurazione del luogo dell’evento, ai margini di un abisso, nonché la presenza di molti soldati a cavallo e armati, accentua l’impressione di crudeltà e brutalità.

Michelangelo Merisi, il Caravaggio, dipinse il martirio di San Pietro1600- 1601,  che si trova nella Cappella Cerasi della Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. Pietro è rappresentato come un uomo ormai anziano, con la lunga barba bianca,mentre la croce nella quale è inchiodato è sollevata dai suoi carnefici

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Intorno al 1600 il personaggio di Pietro fu raffigurato quale protagonista dei due eventi dolorosi della sua vita: il rinnegamento di Gesù e il suo martirio. Il dipinto Le lacrime di Pietro, di Georges de La Tour, rappresenta Pietro piangente, seduto con a fianco un gallo (simbolo del triplice rinnegamento) e una lanterna accesa (simbolo dell’arresto di Cristo).

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Fonte: WIKIPEDIA

LA CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO A MISTRETTA

 

La chiesa di San Pietro è una piccolissima costruzione che si trova esattamente nel quartiere San Nicolò, alle spalle dell’omonima chiesa.

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Essa sostituisce quella antica, del 1500, che occupava gran parte della piazza antistante. Distrutto dall’aggressione del tempo e dalla mancata manutenzione il nuovo tempietto fu riedificato nello stesso luogo grazie all’interessamento della prof.ssa Enrichetta Cuva, coadiuvata dalle signore Crocifissa Portera e Maria Ribaldo, sopportando la fatica del chiedere, perché si perpetuasse l’antichissimo culto all’apostolo Pietro.

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All’interno la chiesetta custodisce la statua lignea dorata e policroma di San Pietro, realizzata dai fratelli Giuseppe e Giovanbattista Li Volsi nel 1608,

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 e il paliotto marmoreo di stile tardo-barocco.

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La campana seicentesca adorna l’esterno della chiesetta. In essa c’è scritto:”  Matteus Scarpuzza Amastratinus Divo Petro P(ontifex) M (aximus) R (omanae) E (cclesiae). Dal piazzale antistante si ammira il bellissimo paesaggio di valli e di monti nebrodei.

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