Oct 13, 2017 - Senza categoria    Comments Off on LA VITA DI SAN LUCA EVANGELISTA E LA SUA CHIESETTA A MISTRETTA

LA VITA DI SAN LUCA EVANGELISTA E LA SUA CHIESETTA A MISTRETTA

1 ok

Luca, nome derivante dal latino “Lucas” e dal greco “Λουκάς, abbreviazione di “Lucano”, nacque ad Antiochia di Siria da una famiglia pagana. Studiò la scienza medica e, per perfezionare le sue conoscenze, si recò in Grecia e in Egitto.
Esercitò la professione di medico molto erudito a Troade, dove era conosciuto come “il medico antiocheno”.
A Troade incontrò l’apostolo Paolo di Tarso che, proveniente da Barnaba, giunse a Troade per istruire alla fede la nuova comunità composta da ebrei e da pagani convertiti al cristianesimo.
Anche Luca decise di seguire Paolo nel sacro ministero convertendosi alla fede in Cristo.
Era circa l’anno 43.
Luca diviene il discepolo prediletto di Paolo, “il caro medico”, il compagno fedele di tanti suoi viaggi, il testimone oculare dei fatti accaduti tra quei primi cristiani.
Nel Nuovo Testamento, nelle “Notizie e Saluti” (22-24), nella lettera a Filemone Paolo così scrive: “ Al tempo stesso preparatemi un alloggio, perché spero, grazie alle vostre preghiere, di esservi restituito. Ti saluta Epafra, mio compagno di prigionia per Cristo Gesù, con Marco, Aristarco, Dema e LUCA i miei collaboratori. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito”.
Nella lettera ai Colossesi, in “Saluti e Benedizione” (4,12), Paolo scrive: ” Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni – se verrà da voi, fategli buona accoglienza- e Gesù, chiamato Giusto.
E in (4,14) Vi salutano LUCA, il caro medico, e Dema. Salutate i fratelli di Laodicea e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa
”.
Luca fu compagno fedelissimo di Paolo fino alla sua morte. Paolo, nella seconda lettera a Timoteo
(2 Tm 4, 11-14), scritta a Roma durante l’ultima prigionia che lo porterà al martirio, ricorda l’amico rimastogli accanto così: “Solo LUCA è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tichico a Efeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene“. .
Luca possiede una buona preparazione culturale, usa il greco in maniera fluente ed elegante.
Scrive le sue opere per le comunità evangelizzate da Paolo, ovvero per i convertiti dal paganesimo al cristianesimo.
E’ l’autore del libro del Terzo Vangelo.

2 SanLuca ok
Luca mai nomina se stesso nell’opera a lui attribuita. Sono i copisti dei codici greci, nel II secolo, a intitolare uno dei quattro Vangeli, quello “secondo Luca”, ponendolo al terzo posto dopo quelli di Marco e di Matteo.
Ha scritto il suo Vangelo probabilmente negli anni 70-80 d.C. dove descrive, con precisione cronologica e anche geografica, la vita di Cristo come il Salvatore del genere umano.
E’ riuscito a riportare, con delicata finezza, quegli spunti che rivelano la misericordia di Gesù per i peccatori, quei gesti di profonda compassione, quel Suo stupore, quella Sua tenerezza per cui il sommo poeta Dante Alighieri nel suo saggio politico, opera in latino, “Monarchia”, ha definito Luca lo “Scriba mansuetudinis Christi” “scriba della mansuetudine di Cristo”, cioè lo scrittore della mansuetudine, della misericordia, dell’amore di Cristo.
Dio ama e salva coloro che sono lontani.
Questa centralità dell’amore ha spinto molti a parlare del terzo Vangelo come del “Vangelo della misericordia”.
Luca inizia il suo Vangelo con un prologo nel quale chiarisce subito il metodo e lo scopo del suo scritto.
Il libro è dedicato a un ignoto e illustre signore, probabilmente un cristiano di nome Teòfilo.
Poiché nella prefazione lo elogia col titolo di “eccellentissimo”, presumibilmente Teòfilo era una personalità appartenente all’alta classe dell’amministrazione imperiale.
Ha voluto seguire le orme degli scrittori classici che erano soliti dedicare le loro opere a dei personaggi illustri.
Presumibilmente Luca ha dedicato il Vangelo a chi ama Dio, dal latino “Teofilo” “amico di Dio”, cioè alle comunità cristiane di origine pagana.
In realtà, ha voluto scrivere un’opera storico-letteraria raccontando cronologicamente la vita di Gesù, l’attività pubblica, la predicazione, i miracoli in Galilea, il viaggio verso Gerusalemme, il Mistero pasquale di Cristo unendo, al rigore della narrazione, nel rispetto delle fonti e della cronologia dei fatti accaduti, una sensibilità d’animo e una delicatezza d’espressione rare.
Luca ha sentito parlare di Gesù per la prima volta nel 37 d.C. “Non vide il Signore nella carne”, riferisce il Canone muratoriano, un elenco ragionato dei libri del Nuovo Testamento scritto a Roma verso il 160-180.
Non lo ha conosciuto personalmente.
Per la stesura del Vangelo Luca, per esporre con ordine “gli avvenimenti che sono accaduti” (Lc 1, 1), ha consultato documenti scritti e, soprattutto, si è avvalso delle informazioni riferite dagli apostoli e da altri testimoni.
Ha attinto indicazioni preziose da Paolo, da Pietro, forse da Giovanni, dal diacono Filippo, da Cleopa. Sulla nascita e sull’infanzia di Gesù ha attinto soprattutto al tesoro dei ricordi di Maria di Nazareth, la madre di Gesù, che egli ha conosciuto e ascoltato di persona.
Da Maria ha appreso lo stupore dell’annuncio, della visita a Elisabetta, del parto a Betlemme, dell’angoscia sua e di Giuseppe per lo smarrimento del Figlio dodicenne.
Risalta la figura di Maria, la “serva del Signore, benedetta fra tutte le donne” (Lc 1,42).
Le informazioni sull’infanzia di Gesù, descritte dettagliatamente e quasi riservate, solo una madre poteva raccontarle e non altre persone estranee!
Il vangelo di Luca è pieno di parabole di Gesù e di episodi della Sua vita.
Nel (4, 14-21) Luca racconta: “Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la Sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.  Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo, trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.  Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette.
Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi”.
L’originalità di Luca si manifesta soprattutto nella parte centrale del Vangelo, nel viaggio di Gesù verso Gerusalemme, dove risalta l’insegnamento di Gesù attraverso una serie abbondantissima di parabole come quella del buon samaritano, del figliol prodigo, del ricco epulone, del fariseo e del pubblicano.  Parabole che evidenziano gli aspetti più significativi: la misericordiosa mansuetudine di Gesù, la sua benevolenza verso i pagani, la sua bontà accogliente verso i peccatori, la sua predilezione per i piccoli e per i poveri: “ Mi ha mandato a predicare ai poveri la buona novella” (Lc 4, 18).
Luca è l’unico a riportare l’episodio del buon ladrone mostrando la misericordia di Gesù fino alla fine.
È l’ultimo Suo gesto di perdono prima di spirare sulla croce.
Nel narrare le parabole, i gesti di compassione e di misericordia di Gesù Luca mostra la sua qualità di scrittore di grande talento.
Secondo la tradizione cristiana Luca è anche l’autore degli Atti degli Apostoli che sono un testo, composto da 28 capitoli, contenuto nel Nuovo Testamento e scritto in greco.
La sua redazione definitiva risale probabilmente attorno all’80-90, ma sono state proposte anche datazioni intorno al 60-70.
Sono narrati: la vita della Chiesa di Gerusalemme (capitoli 1-5), le prime missioni (6-12), la vita della Chiesa di Antiochia e la missione di Barnaba e Paolo (13-14), il Concilio di Gerusalemme (15), i viaggi di Paolo (16-21), il suo arresto e la sua prigionia (22-28) fino all’arrivo a Roma.
Copre un periodo che spazia approssimativamente dal 30 al 63 d.C.
In essi Luca presenta un’immagine entusiasmante della primitiva comunità cristiana apostolica alla quale, in seguito, s’ispirarono il monachesimo e molti movimenti riformatori.
Protagonisti di questa opera sono gli apostoli Pietro e Paolo.
Il vero protagonista è lo Spirito Santo che, a Pentecoste, scende sugli Apostoli e li guida nell’annuncio del Vangelo agli ebrei e ai pagani.
Da osservatore attento, Luca conosce le debolezze della comunità cristiana destinata a crescere e a moltiplicarsi per la diffusione del Vangelo.
Nel libro sono inseriti anche alcuni brani di un diario di Luca presente agli avvenimenti.  Una buona parte del libro contiene una trentina di discorsi elaborati da Luca su materiale sicuro.
Di essi otto discorsi sono di Pietro e 10 di Paolo.
Luca si propone almeno due obiettivi: il primo è quello di mostrare come la storia di Gesù continui nella storia della Chiesa.
Il secondo obiettivo è quello di offrire ai lettori un modello di comunità e di missione caratterizzati dalla comunione e dalla fiducia nello Spirito Santo.
Uomo di notevoli capacità, oltre alla scrittura, Luca possedeva anche l’arte della pittura.
Dipinse immagini e paesaggi.
Un’antica tradizione cristiana afferma che l’evangelista Luca fu il primo iconografo e che dipinse quadri di Gesù, della Madonna, di Pietro e di Paolo. Sono molte le immagini a lui attribuite.
Alcune sono custodite in Italia.
Famosa è l’icona mariana della Madonna col Bambino dell’“Odyghítria”, “Colei che indica la via”.

3 ok

La Vergine sorregge il bambino con il braccio sinistro e con la mano destra Lo indica come “via, verità e vita”.
L’icona fu espostanel monastero della Panaghia Hodegetria a Costantinopoli. Trasportata in Italia, è custodita nel santuario della Madonna di San Luca a Bologna. Il suo arrivo al Santuario di Bologna fu narrato nel 1459 da Graziolo Accarisi.
Il pellegrino greco Teokis Kmnya ricevette l’icona dai sacerdoti della basilica di Santa Sofia di Costantinopoli per portarlo in Italia sul “Monte della Guardia”.
L’icona fu consegnata al vescovo bolognese Gerardo di Ghisa che, a sua volta, la consegnò alle eremite Azzolina e Beatrice Guerzi, fondatrici del Santuario sul monte della Guardia.
Dai bolognesi l’icona è considerata miracolosa.
Secondo la tradizione, nel 1433, per scongiurare la carestia, causata da una grande quantità di acqua piovuta dal cielo in primavera, che rischiava di danneggiare tutti i raccolti, il giureconsulto Graziolo Accarisi promosse la discesa dell’icona dal monte per portarla in processione lungo le vie della città. Quando il dipinto giunge in città, la pioggia, miracolosamente cessò di cadere. Il raccolto fu salvato!
Anche l’icona della Vergine detta “Salus populi romani” Salvezza del popolo romano”, dipinta su tela applicata su tavola è attribuita al pennello di Luca.

4 populiSalus populi romani ok

L’immagine si trova nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
Fino al secolo XVI era posta in un’edicola alla sinistra dell’altare maggiore, poi da papa Paolo V fu trasportata nella cappella della sua famiglia dove ancora oggi si trova posta sopra un bellissimo tabernacolo progettato da Gerolamo Rainaldi.
La Madonna di “Sancta Maria ad Martyres” è un’altra icona dipinta da Luca su tavola di olmo.

5  santa-maria-ad-martyres ok

Della tavola originale rimane solo un frammento.
La Madonna del “Monasterium tempuli” detta “Madonna di San Luca”, encausto su tavola di tiglio, è la “Madonna che intercede”.

6 Madonna del «Monasterium tempuli» detta Madonna di San Luca madonna che intercede ok


Il suo primo trasferimento avvenne presso il Monasterium tempuli in Trastevere, affidato alle monache domenicane.
Nel secolo scorso l’icona si trovava nella chiesa dei SS.mi Domenico e Sisto e, dal 1931, fu portata nella chiesa di Santa Maria del Rosario a Monte Mario, dove risiede attualmente.
L’atteggiamento della Vergine è di preghiera con le mani alzate, come forma di supplica più gradita al Signore.
Luca morì di morte naturale in Beozia a 84 anni, pieno di Spirito Santo.
San Girolamo, nel IV secolo, riassumendo tutta la tradizione precedente, indica anche il luogo della sua sepoltura: “Luca, un medico di Antiochia, non inesperto in lingua greca, come lo indicano i suoi scritti, discepolo dell’apostolo Paolo e compagno di tutti i suoi viaggi, scrisse il Vangelo. Pubblicò pure un altro egregio volume che è intitolato Atti degli apostoli […]. È sepolto a Costantinopoli, alla cui città, nell’anno secondo dell’imperatore Costanzo [338], furono traslate le sue ossa” (De viris illustribus III).
Secondo la tradizione i suoi resti mortali nel 357 furono sepolti a Costantinopoli nella famosa Basilica dei Santi Apostoli costruita subito dopo.
Le sue spoglie giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella Basilica di Santa Giustina.
Una parte della sua testa è stata traslata dalla Basilica di Santa Giustina alla Cattedrale di San Vito a Praga nel XIV secolo.
Una costola di San Luca è stata donata nel 2000 alla Chiesa greco-ortodossa di Tebe.
Esiste un’altra reliquia della testa del Santo nel Museo Storico Artistico “Tesoro” nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
La chiesa cattolica, che ne ammette il culto, festeggia il suo onomastico il giorno 18 Ottobre di ogni anno.
Il suo emblema è il toro.

6a ok

Secondo San Girolamo e il vescovo Vittorino (+303) l’attribuzione si deve al fatto che nel suo Vangelo introduce come primo personaggio Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, che, essendo sacerdote del tempio, offriva in sacrificio i tori.
San Luca, apostolo ed evangelista, è patrono di molti comuni italiani: Capena (RM), Castel Goffredo (MN) compatrono,Impruneta (FI), Motta d’Affermo (ME), Praiano (SA), San Luca (RC), Casalino di Casalfiumanese (BO).
Luca, come attributo, accanto al libro o rotolo della Scrittura, ha strumenti di medicina che lo rimandano alla sua professione.

7 ok

San Luca è protettore di: artisti, chirurghi, medici, notai, pittori, scultori, macellai.
Nell’arte figurata San Luca è stato tante volte dipinto e scolpito.
L’arte bizantina lo rappresenta con fattezze giovanili, con i capelli corti, ricciuti e neri.
Andrea Mantegna lo dipinge con la tonsura (Milano 1454).

8  Andrea Mantegna, Polittico di San Luca (1453 - 1454), tempera su tavoloka

Il dipinto del Guercino di San Luca è del 1653.

10 guercino_033_san_luca_1653 ok

San Luca è un dipinto a tempera e oro su tavola (132×50 cm) del Maestro della Maddalena, databile nel periodo 1280-1285 e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

11  San Luca è un dipinto a tempera e oro su tavola (132x50 cm) del Maestro della Maddalena, databile al 1280-1285 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze

  R. van der Weyden, rappresenta San Luca che dipinge la Vergine, databile negli anni 1435-36 e conservato nel  Museum of Fine Arts, Boston.

12  R. van der Weyden, S. Luca dipinge la Vergine, 1435-36 ca., Museum of Fine Arts, Boston ok.

Antonello Gagini scolpì  la statua di San Luca assiso.

13  San Luca Antonello Gagini ok

 Il San Luca di Nanni di Banco è raffigurato nell’atto di leggere un libro sacro e trasmette un senso di calma e di fierezza

14  Il San Luca di Nanni di Banco è raffigurato nell'atto di leggere un libro sacro e trasmette un senso di calma e di fierezokkkza

PREGHIERA A SAN LUCA EVANGELISTA

Glorioso San Luca che,
per estendere a tutto il mondo sino alla fine dei secoli,
la scienza divina della salute,
registraste in apposito libro non solo gli insegnamenti e le gesta del nostro Signore Gesù Cristo,
ma ancora i fatti più meravigliosi dei suoi Apostoli per la fondazione della Chiesa;
ottenete a noi tutti la grazia di conformar sempre la nostra vita
a quei santissimi documenti che per impulso particolare dello Spirito Santo,
e sotto la sua dettatura,
avete dato a tutti ì popoli nei vostri libri divini.
Glorioso S. Luca,
che per la verginità di cui faceste costantemente professione,
meritaste di avere una speciale familiarità colla regina delle vergini, Maria Santissima,
che vi erudì personalmente,
non solo in ciò che riguarda la sua divina elezione in Vera Madre di Dio,
ma ancora in tutti i misteri dell’incarnazione del Verbo,
dei suoi primi passi nel mondo, e della privata sua vita;
ottenete a noi tutti la grazia di amar anche noi costantemente la bella virtù della purità,
per meritarci noi pure quei favori che agli imitatori fedeli delle sue virtù
dispensa sempre generosissima la comune avvocata e madre nostra Maria.
Gloria.

15 ok

LA CHIESA DI SAN LUCA EVANGELISTA A MISTRETTA

16 ok

In lontanza i monti Nebrodi.

???

La chiesa di San Luca, più nota col nome di chiesa della Madonna di “Rivinusa o di Ravanusa”, è sicuramente la chiesa più piccola di dimensioni fra tutte quelle presenti a Mistretta.
Sembra una chiesa di campagna!
E’ stata edificata nel XV secolo per espresso voto del conte Ruggero come simbolo della vittoria della fede sui musulmani e come auspicio per la difficile conquista dell’estrema parte orientale dell’isola.
Recentemente ha subito interventi di manutenzione e di restauro.
E’ situata proprio ai piedi del castello, vicinissima alla chiesa della madonna del Monte Carmelo, la chiesa del Carmine.

16a luigi marinaro ok

Foto di Luigi Marinaro

 La struttura esterna è in pietra dura locale dal colore rosato.

17 ok

La scala esterna, invasa dalle erbacce, ed una porta principale e una porticina laterale favoriscono l’accesso all’interno del tempio, a navata unica,

18 a interno ok

dove l’attenzione del visitatore è attratta dalla presenza di diversi quadri di Madonne, di Santi, di Cristi e del Cuore di Gesù.
La chiesatta è adorna di tre altari che accolgono dipinti ad olio su tela, già esistenti nel 1893. L’altare principale ospita la Madonna della seggiola, di fattura raffaellesca , della fine XIX secolo.

???????????????????????????????

La parete laterale, entrando a destra ospita il quadro di San Luca che dipinge la Madonna col Bambino. E’olio su tela attribuito al palermitano Salvatore De Caro, dei primi del XIX sec.
Il 21 novembre è festa nella chiesetta di San Luca! Ricorre la Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria. I mistrettesi accorrono numerosi per festeggiare la Madonna “Virgo fidelis”.

19  San Luca dipinge la vergine olio su tela, ignoto, primi del XIX seok c

Accanto è posto il quadro della Madonna di Ravanusa incoronata dagli angeli.
E’ un olio su tela, di autore, ignoto, della fine XVIII sec. Secondo una vecchia leggenda la Madonna di Ravanusa aiutò le truppe del conte Ruggero a sconfiggere i saraceni.

1

 La parete di sinistra ospita la Crocifissione con Dolenti, olio su tela, di autore ignoto della fine XVIII-inizi del XIX secolo,

2

la stampa che raffigura il Cuore di Gesù, degli  inizi del XX secolo.

22 ok

Altri quadri arredano le pareti della chiesa:

???????????????????????????????

Sant’Antonio di Padova

24 ok Sant'Antonio di Padova

???????????????????????????????

La Madonna Addolorata

26 ok

Quadro ricamato offerto da una devotissima pia donna realizzato con le sue mani operose

27 ok

Caratteristica è la strettissima stradina adiacente alla chiesa che permette il passaggio solamente ad un uomo a piedi.

3

L’edicola votiva in pietra arenaria, “a trabbunedda”, che si incontra incastonata nel muro di una casa privata prima di giungere alla chiesetta, ospita un bassorilievo che rappresenta, secondo l’iconografia bizantina, il Conte Ruggero prostrato in ginocchio nell’atto di ringraziare la Vergine per il pericolo scampato nella battaglia di Ravanusa contro i saraceni.

28  bassorilievo

 

 

 

Comments are closed.