Jan 2, 2017 - Senza categoria    Comments Off on LA VIA PALMA A LICATA ABBELLITA DALLE COCOS PLUMOSE

LA VIA PALMA A LICATA ABBELLITA DALLE COCOS PLUMOSE

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Le Palme sono le creature più eleganti e armoniose del regno vegetale. Evocano scenari tropicali e mantengono il loro spettacolare aspetto esotico anche nei grigi mesi invernali. Comparvero nel Cretaceo dove assunsero un grande sviluppo lasciando bellissimi e importantissimi resti fossili di tronchi e di foglie. L’aspetto delle Palme è molto caratteristico per il portamento del fusto eretto, colonnare, quasi dello stesso diametro per tutta la sua lunghezza. Nell’età classica la foglia di Palma era data in premio, come simbolo di “vittoria”, al vincitore di una gara.

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La via Palma, la strada che collega la periferia al centro di Licata, è una lunghissima arteria che, fino a poco tempo fa, era adornata in entrambi i lati da numerosissime Phoenix canariensis.

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 Il Punteruolo rosso è stato molto cattivo nell’avere aggredito molte di queste preziose e bellissime palme.
Per volere del sindaco della città di Licata, Angelo Cambiano, sostenuto dal consigliere comunale Giuseppe Federico, il responsabile del verde pubblico, collaborato dal personale addetto, non riuscendo purtroppo a salvare le palme ammalate, le ha completamente abbattute sperando di proteggere dal contagio almeno le palme sane.
In ogni aiuola, che prima ospitava la Phoenix canariensis, ha fatto piantare la Cocos Plumosa.

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Foto di Giuseppe Federico

Solo l’osservatore attento ha notato questa sostituzione di palme!
Il Rhynchophorus ferrugineus, il punteruolo rosso delle Palme, è il coleottero curculionide parassita micidiale di molte specie di Palme ornamentali diffuse nel Mediterraneo quali: la Phoenix canariensis e la Phoenix dactylifera. Aggredisce anche specie di interesse economico quali la palma da cocco (Cocos nucifera) e la palma da olio (Elaeis guineensis). Non ha risparmiato altre specie su cui sono stati segnalati attacchi quali: Areca catechu, Arenga pinnataBorassus flabelliferCalamus merilliiCaryota maxima Corypha elataLivistona decipiensMetroxylon saguPhoenix sylvestrisSabal umbraculiferaTrachycarpus fortuneiWashingtonia.
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ccasionalmente può anche attaccare l’Agave americana. Speriamo che preservi le Cocos plumose della via Palma perché anche questa pianta è inclusa tra le specie sensibili al Punteruolo rosso! Gli interventi curativi si dovrebbero propinare immediatamente, ai primi stadi di infestazione. Per necessari consigli bisogna consultare sempre il Servizio Fitosanitario della Regione.
Il Rhynchophorus ferrugineus è originario dell’Asia sud orientale e della Melanesia. A seguito del commercio di esemplari di palme infette, raggiunse negli anni ottanta gli Emirati Arabi e da lì si diffuse nel Medio Oriente. E’ stato segnalato in Iran, in Israele, in Giordania e in Palestina e in quasi tutti i Paesi del bacino meridionale del Mar Mediterraneo a partire dall’Egitto dove fu segnalato per la prima volta nel 1992.
E’ stato accertato che il commercio delle piante ornamentali costituisce un importante mezzo di diffusione di organismi associati alle piante i quali possono essere trasportati da un paese all’altro. Il Punteruolo rosso è arrivato anche in Europa e in Italia dove la prima segnalazione risale al 2004. In Sicilia la sua presenza fu segnalata nel 2005 e, da allora, ha arrecato notevoli danni.
Gli adulti di Rhynchophorus ferrugineus sono attivi sia di giorno sia di notte. Sono abili volatori in grado di raggiungere nuove piante nel raggio di 1 km. Sono attratti dalle piante danneggiate o malate, ma aggrediscono anche le piante sane. Individuata la pianta, i maschi di Rhynchophorus ferrugineus producono un feromone di aggregazione capace di richiamare molte femmine per l’accoppiamento. La deposizione delle uova avviene solitamente in corrispondenza delle porzioni più giovani e tenere della pianta o in ferite del tronco e del rachide fogliare. La femmina chiude i fori in modo da proteggere le uova. Il numero di uova deposte da una femmina varia da alcune decine a svariate centinaia per volta. Dopo la schiusa delle uova, le larve si dirigono verso l’interno della pianta e scavano lunghe gallerie grazie al robusto apparato masticatorio. Il periodo larvale dura in media 55 giorni.
Le larve danneggiano soprattutto la zona del tronco immediatamente sottostante la corona fogliare. SI impupano e formano dei bozzoli utilizzando le fibre della palma all’esterno del tronco. Dopo lo stadio di pupa, gli individui rimangono dentro i bozzoli dai 4 ai 17 giorni raggiungendo la maturità sessuale. Quindi si è formato il nuovo individuo adulto. Il ciclo vitale completo, dall’uovo allo sfarfallamento, dura in media 82 giorni. Gli adulti hanno una durata di vita di circa 6 mesi. È stato stimato che una singola coppia di Rhynchophorus ferrugineus può dare vita, nell’arco di 4 generazioni, a circa 53 milioni di esemplari.

La Cocos plumosa che, per la sua eleganza è chiamata “Palma Regina”, abbellisce non solo la via Palma di Licata,

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ma anche altre strade, ville, giardini privati.

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 Il suo nome scientifico è Syagrus romanzoffiana, ma è conosciuta anche con i sinonimi: Cocos australis, Cocos plumosa, Cocos datil, Cocos zeriba, Cocos acrocomioides, Cocos martiana, Cocos botryophora, Calappa acrocomioides, Calappi ausralis, Calappi datil, Calappa martiana, Calappi ramanzoffiana, Calappi plumosa, Cocos arechavaletana, Arecastrum romanzoffianum in onore del principe russo Nikolay Petrovich Romanzoff (1754-1826) ministro degli Esteri, Cancelliere e notevole finanziatore dei viaggi di esplorazione russi. Ha finanziato la seconda spedizione russa nelle Americhe. Il termine “Syagrus” deriva dal greco “σύαγρος” “cinghiale” perché questi animali mangiano i suoi frutti.
La Cocos plumosa è la palma originaria dell’ America del Sud, del Brasile, dell’Argentina, della Bolivia, del Paraguay. Nei paesi d’origine è conosciuta con tantissimi altri nomi. In Brasile “Coco-babao”, “Coqueiro-gerivà”, “Jerivà”, “Baba-de-boi”, “Cococ-de-catarro”, in Argentina e in Paraguay è chiamata “Chirivà”, ”Pindò”. Nei paesi anglofoni è nota come “Queen palm”, in Francia “Palmier de Romanzoff”, in Germania “koniginpalme”, “Romanzoffianische”, “Kokospalme”.
Appartenente alla famiglia delle Arecaceae, la Cocos plumosa è coltivata in tutte le regioni tropicali, sub-tropicali e mediterranee come pianta ornamentale per il suo aspetto elegante e, per questo motivo è molto usata in ambiti urbani paesaggistici tanto da diventare quasi infestante.

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Purtroppo la Cocos plumosa è assente nella villa comunale ”Giuseppe Garibaldi” di Mistretta perché, essendo scarsamente resistente ai venti di tramontana e alle basse temperature che si registrano a Mistretta nella stagione invernale, la sua attività vegetativa è sfavorita.
La Cocos plumosa è una pianta sempreverde, solitaria, che si salda al suolo mediante radici che si diramano anche per decine di metri. Le radici della pianta giovane, poco profonde, possono essere scalzate dalla forza del vento. Presenta il fusto piuttosto sottile, slanciato, colonnare ed eretto, che può raggiungere l’altezza di 12-15 metri. In età giovanile il fusto è rivestito da una corteccia grigia, che diventa sempre più scura con il passare degli anni. E’ attraversata da scanalature anulari lasciate dalle foglie cadute. Le foglie, disposte alla sommità del fusto in una corona apicale, formano la chioma che rimane tutto l’anno. Sono pennate, lunghe 3-4 metri, di colore cangiante dal verde chiaro brillante nella pagina superiore al verde più spento in quella inferiore. Ricurve in basso dalla metà della propria lunghezza, con numerose pinnule inserite ad angoli diversi e con le estremità pendule, danno all’insieme delle foglie e a tutta la pianta il particolare aspetto piumoso. Tuttavia, le fronde che muoiono devono essere potate per mantenere la pianta visivamente piacevole. La fioritura della Cocos plumosa avviene in estate in esemplari adulti.

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E’ una pianta monoica. Produce appariscenti infiorescenze a pannocchia molto ramificata lunghe fino a 2 metri che si originano all’ascella delle foglie inferiori, avvolte da una spata lignificata e carenata e dove si inserisce una moltitudine di fiori unisessuali, piccoli, di colore giallo crema.

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I frutti, prodotti in gran quantità, sono delle drupe ovoidali lunghe fino a 3 cm che, inizialmente, sono di colore giallo e a maturazione diventano di colore arancio. Ogni frutto, leggermente appuntito, fibroso esternamente, contiene il seme sferico. I frutti maturi sono appiccicosi, commestibili, polposi e zuccherini e sono molto graditi agli uccelli e ad alcuni mammiferi.

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passato, nei paesi d’origine, dal seme si estraeva un olio impiegato per l’illuminazione.
La moltiplicazione avviene per seme in primavera. La germinazione si compie in un mese circa.
La Cocos plumosa è una pianta abbastanza rustica, che si coltiva facilmente e che cresce rapidamente. Ama essere esposta in pieno sole e si adatta a tutti i tipi di terreno preferendo, in particolar modo, quelli ricchi di humus e ben drenati. Richiede molto l’acqua, quindi necessita di abbondanti irrigazioni. Lo sviluppo di un buon apparato radicale nella pianta adulta consente a essa di accontentarsi delle acque piovane senza la necessità di ulteriori annaffiature.
I giovani esemplari, messi a dimora da poco tempo, necessitano di più cure rispetto agli esemplari adulti. In primavera e in estate bisogna nutrire il terreno con un fertilizzante che contiene micronutrienti, soprattutto il manganese. L’osservazione di foglie sfilacciate e lacerate dimostra carenza di questo indispensabile elemento.
Essendo una pianta di origine tropicale gradisce una temperatura del luogo leggermente elevata, anche se sopporta una temperatura di pochi gradi sotto lo zero, ma che non si deve prolungare per molti giorni.
Il clima primaverile, con un elevato sbalzo termico tra il giorno e la notte, le piogge frequenti possono favorire lo sviluppo di malattie fungine, che dovranno essere trattate preventivamente con un fungicida sistemico da utilizzare prima che le gemme ingrossino eccessivamente.
Temibile è il fungo Graphiola phoenicis che provoca la morte precoce delle foglie.

 

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