Nov 9, 2017 - Senza categoria    Comments Off on L’ALBERO DI ROBINIA PSEUDOACACIA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

L’ALBERO DI ROBINIA PSEUDOACACIA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

1 ok

Gli alberi di Robinia sono molto presenti a Mistretta.
Durante il mio soggiorno estivo a Mistretta quest’anno amavo fermarmi, anche per molti minuti, sotto l’albero di Robinia particolarmente voluminoso vicino alla fontanella  in contrada “Rubini” dove andavo a bere un sorso di acqua pura e fresca.

???????????????????????????????

2 ok

3 ok

 Qualche esemplare vegeta anche nella villa comunale “Giuseppe Garibaldi”.
Molti di essi si possono ammirare in periferia, percorrendo la strada statale 117 per Nicosia 117 o quella per raggiungere Santo Stefano di Camastra.

    4 ok

hdr

???????????????????????????????

CLICCA QUI

Il suo nome botanico è “Robinia pseudoacacia”, che significa “falsa Acacia” poiché non appartiene alla famiglia delle Acacie, ma a quella delle Leguminosae. E’conosciuta come “Robinia” in onore di Jean Robin (1550-1629).
Il suo nome ricorda la storia di un’intera famiglia di giardinieri. Il botanico francese Jean Robin, farmacista ed erborista dei re Enrico III, Enrico IV e Luigi XIII, verso la fine del 1500, dalla Facoltà di Medicina di Parigi ricevette l’incarico di sistemare l’Orto Botanico dell’Università dato che nel giardino si coltivavano già alcune piante medicinali.
Tra le tante piante esotiche, egli seminò anche alcuni strani semi giunti dall’America ottenendo, dopo poco tempo, bellissimi alberi che furono molto apprezzati dai nobili francesi che presto li scelsero per abbellire i loro giardini. Nel 1636 il figlio Vespasian trapiantò uno degli esemplari ereditati dal padre nel “Jardin du Roi”, l’attuale “Jardin des Plantes”, dove ancora è possibile ammirare la più vecchia pianta di Robinia oggi esistente. Linneo classificò la pianta dei Robin attribuendole il nome scientifico di “Robinia pseudoacacia”.
La Robinia è originaria dell’America del Nord, precisamente della zona degli Appalachi dove formaboschipuri.
La qualità ornamentale della Robinia, per la bellezza della sua fioritura, è il motivo principe della sua diffusione in tutto il globo terrestre.
La specie è presente in Turchia, in Australia, nella Nuova Zelanda e anche in Africa.
E’ diffusa in gran parte dell’Europa centrale, introdotta nel 1601 e precisamente nel Place Dauphine, e, in particolare in Francia, in Germania, in Belgio, in Svizzera, in Austria, in Ungheria, nella Slovenia.
In Italia la Robinia fu coltivata per la prima volta nel 1662 presso l’Orto Botanico di Padova diffondendosi prima come specie ornamentale e, successivamente, come specie forestale. Nella seconda metà del ’700 fu introdotta in Piemonte dalla Casa reale Savoia soprattutto per rimboschire i pendii dissestati. Alessandro Manzoni introdusse la Robinia nel giardino della sua bella villa di Brusuglio in Brianza e ne consigliò l’uso per il rimboschimento e per il consolidamento dei terreni collinari franosi.
La Robinia è una pianta molto diffusa poiché, disseminandosi naturalmente con molta facilità e scegliendo il suo areale dalla pianura fino a 1500 metri di altitudine, s’integrò nell’economia rurale. Per questo motivo è conosciuta in tutte le regioni che le hanno attribuito un appropriato nome. In Liguria è chiamata “Gazzïa, Rubina”, in Lombardia “Rubeglia, Robino, Rübé”, in Piemonte”Gasìa”, nel Veneto ”Cassia-gadia, Garsìa, Robina”, in Friuli ”Cassia”, in Calabria “Acrassiàra, Acrassiàru, Caciàru, Rubinara”, in Toscana ”Cascia”, nel Lazio “Spinacacia”, nelle Marche “Acacia, Caccia”, in Abruzzo ”Albërë d’acàccë, Acàccë”, in Molise “Gaggia”, in Sardegna ”Acacia”, in Sicilia “Rubinia”.
La Robinia presenta un portamento arboreo eretto, il tronco, alto fino ad oltre 20 metri, è sostenuto da un apparato radicale profondo e particolarmente pollonifero ed è rivestito dalla corteccia rugosa e grigio-bruna percorsa longitudinalmente da solcature sinuose che, nel tempo, si approfondiscono assumendo un colore giallastro.
Grazie alle radici che si allungano nel terreno, cresce rapidamente sottraendo le sostanze nutritive alle altre piante vicine.

???????????????????????????????

La sua vita media è di 70 anni circa, ma, nei luoghi d’origine, sono stati segnalati individui di 400 anni. I rami sono tortuosi e spinosi e i ramoscelli più giovani sono di colore bruno rossastro.

7 ok

8 ok

 Le foglie, lunghe fino a 20-25 centimetri, caduche, composte, imparipennate, costituite da 7-21 piccole foglie ovali, alterne, con il margine intero, lisce, provviste di una coppia di spine alla base del picciolo, di colore verde scuro nella pagina superiore e verde-bluastro nella pagina inferiore, formano la chioma leggera composta di una complicata serie di ramificazioni che tende a divenire disordinata con la vecchiaia.
Tutte le foglie reagiscono a determinati stimoli: durante il giorno si muovono per inseguire i raggi del sole, durante la notte si addormentano pendendo all’ingiù. In autunno, prima di cadere, diventano dorate.

9 ok

I fiori, compaiono in maggio-giugno. Molto profumati, di colore bianco-crema, sono raccolti in numerosi eleganti racemi penduli e sorretti da sottili peduncoli. Il calice è composto di 5 lobi e la corolla, papilionacea, è formata da 5 petali diversi. Essa custodisce l’androceo formato da 10 stami e l’ovario. Uno stame è libero, mentre gli altri nove sono uniti insieme a formare un tubo alla cui base sono presenti le ghiandole che producono il dolcissimo nettare particolarmente gradito alle api che, per impadronirsene, entrano nel fiore svolgendo l’azione impollinante.
La quantità di nettare prodotto durante la giornata è abbondante.

???????????????????????????????

11 ok

12 ok

L’impollinazione è entomofila. Il frutto, un legume pendulo deiscente prima di colore verde, poi marrone, appiattito, lungo 5-10 centimetri, persistente sull’albero fino all’inverno, contiene da tre a dieci semi bruno scuri che cadono dopo la sua apertura.
I semi, molto duri, si usano per creare collane.

13 ok

13A ok

14 ok

La moltiplicazione avviene per semina in primavera utilizzando i semi dell’anno precedente e per disseminazione spontanea.
I polloni, che spuntano dal colletto e dalle radici, favoriscono la riproduzione agamica.

15 ok

La Robinia è una pianta arrogante e prepotente. Se la sua espansione non è controllata, a causa della sua velocità di crescita, diventa infestante e tende a formare concentrate macchie in competizione con le specie arboree spontanee sulle quali spesso prende il sopravvento soffocando le piante autoctone. La rapida diffusione della Robinia non è stata ostacolata, anzi, in passato, è stata spesso diffusa dall’Uomo perché molto apprezzata per i suoi numerosi vantaggi.
La Robinia è coltivata come pianta ornamentale nei giardini e nelle città per i molteplici aspetti decorativi: per il portamento maestoso ma slanciato, per l’ampia chioma ombrosa, ma non cupa, per la fioritura aggraziata, per l’implacabile presenza delle spine, per la resistenza all’inquinamento atmosferico. La coltivazione è molto facile.
La Robinia è una pianta eliofila, gradisce essere messa a dimora in un luogo soleggiato, ma può svilupparsi anche in luoghi sfavorevoli, ombreggiati o investiti da forti venti.
Non teme il freddo, resiste alle alte temperature e, generalmente, non necessita di annaffiature che devono essere effettuate in caso di siccità e al momento della messa a dimora. La pianta adulta è resistente anche a prolungati periodi siccitosi.
Non necessita di particolari concimazioni.
La Robinia è una leguminosa, cioè è una pianta capace di fissare l’azoto atmosferico mediante batteri presenti in speciali noduli nelle radici che arricchiscono il terreno di azoto, pertanto vegeta su suoli sciolti e ben drenati, anche poveri di sostanze nutritive e degradati.
Necessita di spazio sufficiente per sviluppare un apparato radicale robusto e profondo.
La pianta, in genere, resistente alle malattie, patisce l’attacco dell’”Armillaria mellea” un fungo noto ai raccoglitori col nome di
“Chiodino” o “Famigliola buona”. I vantaggi riscontrati nella pianta di Robinia sono tanti. Ha la capacità di consolidare suoli scoscesi e franosi, resiste al passaggio del fuoco degli incendi.
Come pianta spinosa, può essere usata per formare barriere protettive di confine. Si adatta in modo incredibile a vivere lungo gli argini di qualunque strada.
Le foglie, molto proteiche, sono particolarmente accettate dagli animali durante la stagione estiva, quando il pascolo scarseggia, ma consumate in piccole quantità poiché le foglie, come tutte le altre parti della Robinia, tranne i fiori appena sbocciati, sono pericolose per la presenza di una sostanza tossica.
Si racconta che molto tempo fa in Kenya alcune decine di giraffe sono state rinchiuse in un parco protetto, dove erano coltivate le Robinie, per proteggerle dai bracconieri. Dopo pochi mesi le giraffe morirono perché le piante, minacciate dalla voracità delle giraffe, produssero una quantità di tannino tale da avvelenarle. La sua tossicità non è universale per tutti gli animali che ne fanno uso.
Le capre sono ghiotte e consumano in quantità le foglie di Robinia senza ricevere nessuna conseguenza. L’ingestione di fusti e di foglie anche all’Uomo causa problemi seri di tossicità. In fitoterapia le parti della Robinia non sono molto utilizzate. La corteccia ha proprietà emetiche, le foglie sono colagoghe e i fiori hanno proprietà lassative ed antispasmodiche.
Il suo legno, di colore giallo-verdognolo o bruno-olivaceo, ha grana piuttosto grossa e si spacca facilmente, ma resiste bene in qualsiasi ambiente esterno.
E’ usato in paleria, per la costruzione di ingranaggi soggetti a forte usura, per mobili da esterno, per parquet, per pioli delle scale, per bastoni e per utensili da cucina. E’ un combustibile con elevato potere calorifico, che brucia bene anche appena tagliato e umido e produce poco fumo.
La Robinia, eccellente pianta mellifera, è di fondamentale importanza per l’apicoltura per la sua elevata produzione di miele.
Il miele, impropriamente chiamato “miele d’acacia” è apprezzato per la sua fluidità dovuta all’alta concentrazione di fruttosio. I fiori sono commestibili.
Nel Veneto sono consumati fritti in pastella e conferiscono alla frittella un profumo soave e un sapore particolarmente squisito.
I boccioli dei fiori servono anche per la preparazione di un profumato liquore.
In fitoterapia l’infuso di fiori cura il mal di testa.
Il decotto di foglie è utile nell’anemia, nelle intossicazioni epatiche e gastriche.

 

Comments are closed.