Dec 3, 2015 - Senza categoria    Comments Off on LA FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE A MISTRETTA

LA FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE A MISTRETTA

 

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L’Immacolata Concezione è un dogma cattolico proclamato da papa Pio IX l’ 8 dicembre del 1854 con la bolla Ineffabilis Deus che sancisce come la Vergine Maria fu mantenuta immune dal peccato originale fin dal primo momento del concepimento.
Per rilevare l’importanza del dogma, la Chiesa cattolica celebra l’ 8 dicembre la solennità dell’Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria con la Messa Gaudens gaudebo.

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Questa festività era già celebrata in Oriente nel sec. VIII e fu importata nell’Italia meridionale dai monaci bizantini, propagandosi poi in tutto l’Occidente, soprattutto su iniziativa degli ordini religiosi benedettini e carmelitani.
Fu inserita nel calendario della Chiesa universale da papa Alessandro VII con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum dell’ 8 dicembre del 1661.

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L’Immacolata Concezione si festeggia solennemente anche a Mistretta.
L’Immacolata Concezione è custodita nella chiesa di San Nicola di Bari nella Sua cappella, dentro l’edicola di stile neoclassico.
La stata lignea è stata scolpita nel 1898 dallo scultore amastratino Noè Marullo che scelse come modelle, per le sembianze del viso, probabilmente  la signora Stella Cuva,  la bella e giovane moglie, e una ragazza, abitante nel quartiere, per riprodurre le mani giunte.
La statua è stata ripresa nel 1921.L’artista ha vestito l’Immacolata con una veste  ricoperta da un drappo celeste, il colore del cielo.
Ha messo sotto il piede il drago, come trionfo su Satana, riferendosi ai versetti tratti dal libro della Genesi (3, 1-14-15): “Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. […] Allora il Signore Dio disse al serpente […] ‘Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe;  questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
Ha messo la falce di luna perchè si riferisce all’Apocalisse di Giovanni in Primo segno: la Donna e il dragone (12, 1-2): “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.
La raffigurazione della Madonna sulla falce di luna potrebbe essere una manifestazione dell’archetipo della Dea Madre, rintracciabile fin nella preistoria. Sia il serpente sia la luna sono “domati” dalla purezza della Vergine.
La corona di dodici stelle, quanti sono i mesi dell’anno, ha il significato di  inglobare il senso compiuto del mondo.
La festa ha inizio nella chiesa di San Nicola di Bari  con la celebrazione della funzione religiosa alla quale partecipano le autorità religiose, civili e militari, i rappresentanti dei sodalizi, che espongono il proprio gonfalone, le confraternite e una grandissima folla di fedeli.

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 Quindi, nelle prime ore del pomeriggio, la statua dell’Immacolata Concezione inizia il cammino processionale uscendo dalla chiesa di San Nicola, dove è custodita, per attraversare le vie principali del paese: la via Anna Salamone e la via Libertà.

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La banda musicale di Mistretta anima la festa ed accompagna l’Immacolata lungo il percorso cittadino.

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La processione si conclude in poco tempo per il clima rigido dell’inverno mistrettese.
Un meritato riconoscimento va al signor Lorello Antonino che, collaborato da altre persone, con fervida fede, annualmente si adopera per la buona riuscita della festa in onore dell’Immacolata Concezione. Per un periodo lungo di oltre 50 anni, mio padre Giovanni Seminara, uomo molto devoto, si è prodigato per organizzare la festa dell’Immacolata sostenuto dalla confraternita, quando esisteva, di San Nicola.
I cordiali e sinceri rapporti che intercorrevano fra la mia famiglia e i parroci della chiesa, padre Antonino Saitta e padre Filadelfio Longo, sono ricordi vivi nella mia memoria. Mia madre mi raccontava che il manto appoggiato sulle spalle dell’Immacolata è il suo velo da sposa.
Concludo queste brevi riflessioni con alcune espressioni di lode rivolte a Maria Immacolata, espressioni che si trovano nella Liturgia delle Ore, ma che sono nate dalla mente e dal cuore del sommo poeta Dante Alighieri nella “Preghiera alla Vergine (Paradiso, canto XXXIII, vv. 1-39):

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra ’ mortali,
se’ di speranza fontana vivace..

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz’ali..

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre..

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate...

Or questi, che da l’infima lacuna
de l’universo infin qui ha vedute
le vite spiritali ad una ad una,

supplica a te, per grazia, di virtute
tanto, che possa con li occhi levarsi
più alto verso l’ultima salute.

E io, che mai per mio veder non arsi
più ch’i’ fo per lo suo, tutti miei prieghi
ti porgo, e priego che non sieno scarsi,

perché tu ogne nube li disleghi
di sua mortalità co’ prieghi tuoi,
sì che ’l sommo piacer li si dispieghi.

Ancor ti priego, regina, che puoi
ciò che tu vuoli, che conservi sani,
dopo tanto veder, li affetti suoi.


Vinca tua guardia i movimenti umani:
vedi Beatrice con quanti beati
per li miei prieghi ti chiudon le mani!».

Il canto del Paradiso si apre sulle parole di San Bernardo di Chiaravalle (1109-1153), asceta e devoto del culto mariano.
A lui è affidato il compito di supplicare la Vergine Immacolata affinché Dante, al termine del suo viaggio nell’oltretomba, possa finalmente contemplare Dio.
Il canto, che di seguito trascrivo, mi è stato inviato dalla mia amica, la poetessa Ines Rosaria  Riccobene

E veni Maria ‘Mmaculata

Si presenta a la me porta,
si presenta ‘n cumpagnia;
è Gesù cu la Madonna,
è Gesuzzu cu Maria.
< Beddamatri cca chi fai?
La me casa è scunzulata,
senza paci e senza amuri,
chi cci fai cu’ to Signuri? >
< Senza patria e senza regnu,
cercu chiddi comu a tìa,
dammi locu, dammi focu,
ca ti fazzu cumpagnia.>
< Matri Santa Addulurata,
io ti dassi lu me cori
ma è vacanti e senza amuri,
trovi sulu lu duluri.>
< Figghia mia, nun dispirari,
vinni cca pi cunzulari,
lu tò amuri nun è mortu,
nta li vrazza io ti lu portu;
puru Iddu fu tradutu,
misu ‘n cruci ed ammazzatu
ma a tri jorna Iddu è risortu
e nte vrazza io ti lu portu.>
< Oh Maria Cunzulatrici
di l’afflitti e d’infelici,
dammi la to cumpagnia,
veni cca, trasi Maria!>

 

 

 

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