Aug 2, 2017 - Senza categoria    Comments Off on LA DEVOZIONE AL SS.MO SALVATORE E LA SUA CHIESA A MISTRETTA

LA DEVOZIONE AL SS.MO SALVATORE E LA SUA CHIESA A MISTRETTA

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La devozione al SS.mo Salvatore è antichissima. I Greci solevano indicare lo SS.mo Salvatore col termine “La Divina Sapienza“.
Il culto fu particolarmente coltivato dai Bizantini, come dimostra l’immagine del “Cristo Pantocratore” posta nell’abside del duomo di Cefalù e della chiesetta di Mistretta.
In seguito alla dominazione Saracena, nel periodo compreso tra il 827e il 1085, i Normanni diffusero il culto del SS.mo Salvatore nei principali centri della Sicilia costruendo, in Suo onore, templi e basiliche ottenendo il privilegio di molteplici benefici. Sotto le dinastie angioine e aragonesi il culto del SS.mo Salvatore fu ulteriormente ampliato.
Grande predicatore e divulgatore del culto del Nome di Gesù fu il francescano San Bernardino da Siena (1380-1444) sostenuto da altri confratelli, in particolare dai beati Alberto da Sarteáno (1385-1450) e Bernardino da Feltre (1439-1494) che diffusero con tanto fervore la devozione al SS.mo Salvatore che finalmente fu istituita la festa liturgica.
Nel 1530, papa Clemente VII autorizzò l’Ordine Francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù. La celebrazione fu estesa a tutta la Chiesa da papa Innocenzo XIII nel 1721.
Il giorno di celebrazione variò tra le prime domeniche di gennaio, per essere fissata al 2 gennaio fino agli anni Settanta del Novecento, quando fu soppressa.
Papa Giovanni Paolo II ha ripristinato la memoria nel Calendario Romano al 3 gennaio. Santissimo Nome di Gesù, il Solo in cui nei cieli, sulla terra e sotto terra si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina.
In onore del SS.mo Salvatore, un nome molto diffuso in Italia, si festeggia il famoso onomastico. Auguro buon onomastico a tutti quelli che portano il nome di “Salvatore, Salvo, Totò, Salvatrice”.
L’iconografia del SS.mo Salvatore è quella del Gesù della Trasfigurazione.
La festa della Trasfigurazione, che si celebra il 6 agosto, è una delle 12 feste più importanti della liturgia cattolica e ortodossa.
La Liturgia della Trasfigurazione fu istituita in occidente nell’ambito della liturgia romana solo nel 1457 da papa Callisto III che, con la festività della Trasfigurazione, aveva inteso manifestare la gratitudine della Chiesa come ringraziamento per la vittoria riportata a Belgrado il 6 agosto del 1456 dall’esercito cristiano contro la possente armata dei Turchi di Maometto II votata a distruggere la civiltà europea e cristiana. Nel mondo orientale, invece, la solennizzazione della Trasfigurazione è antecedente al IV secolo, epoca in cui l’Imperatrice Elena fece erigere sul monte Tabor la Basilica della Trasfigurazione.
In Sicilia la Trasfigurazione è contemplata sin dal XII secolo ed è legata strettamente al periodo ruggeriano.
La Trasfigurazione di Cristo avvenne quando i discepoli si trovarono ad attraversare un momento di difficoltà perché erano preoccupati della futura Passione di Gesù che era stata loro annunziata.
Gesù compì questo miracolo per rassicurarli.
Dopo la Trasfigurazione, Gesù raccomandò ai discepoli di non raccontare l’episodio prima della Sua Resurrezione.
L’episodio della trasfigurazione è narrato nei tre vangeli sinottici.
Nel Vangelo secondo Matteo in “La Trasfigurazione” (17,1-8) è scritto: “Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un altro monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù:<<Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia>>. Egli stava ancora parlando quando una nube luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva:<<Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo>>. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: <<Alzatevi e non temete>>. Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo”.
Nel Vangelo secondo Marco
in “La Trasfigurazione” (9,2-8) è scritto: “ Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè, che discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: << Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!>>. Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: << Questi è il Figlio mio prediletto: Ascoltatelo!>>. E subito, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro”.
Nel Vangelo secondo Luca in “La Trasfigurazione” (9,28-36) è scritto: “ Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: << Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia>>. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce che diceva: << Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo>>. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono ad alcuno di ciò che avevano visto”.
Lo splendore di Gesù richiama la Sua trascendenza.
La presenza di Mosè e di Elia simboleggia la legge.
I profeti rappresentano coloro che hanno annunciato la venuta del Messia, la Sua passione e la Sua glorificazione.
La nube si riferisce a teofanie già documentate nell’Antico Testamento.

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La festività della Trasfigurazione del SS.mo Salvatore sul monte Tabor, che si celebra il 6 agosto di ogni anno nelle forme legate ai riti di derivazione greco-bizantina prima e cattolico-occidentale dopo, ha luogo da tempo immemorabile.

 LA CHIESA DEL SS.MO SALVATORE A MISTRETTA

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La chiesetta del Santissimo Salvatore è un piccolo tempietto a una navata molto probabilmente edificato in epoca bizantina tra il XIV e il XV secolo per diffondere il culto del Cristo dell’Ascensione, ilSignore del Mondo e, successivamente, la Trasfigurazione nel territorio della diocesi di Cefalù.

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Infatti, la città di Mistretta appartenne alla diocesi di Cefalù per 700 anni. Molto ammirata è la sacra iconografia presente nel Duomo di Cefalù.
La città di Mistretta passò alla diocesi di Patti nel 1844.
Il bellissimo affresco, che raffigura l’episodio dell’Ascensione,del XIV-XV secolo, occupa l’intero catino della piccola abside.

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L’immagine, che attualmente possiamo ammirare, è quella riprodotta da un ignoto pittore siciliano durante l’ultimo quarto del XV secolo riproducendola da un soggetto più antico, ma conforme.
Probabilmente l’artista, un monaco del convento annesso alla chiesa nel periodo in cui la cultura bizantina rifioriva tramite un’attiva tradizione alimentata nei monasteri basiliani, ha raffigurato l’Ascensione di Cristo il cui volto, enigmatico e severo, esprime una carica d’intensa umanità.
In basso sono raffigurati gli Apostoli molto mancanti in dverse parti.
L’altare, innalzato su capitello in pietra, proveniente dalla chiesa della Madonna della Luce, è del XV – XVI secolo.

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Il Tabernacolo è una custodia lignea, abbellita da motivi a intarsio, del XIX -XX secolo, proveniente dalla Parrocchia di Santa Lucia.

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 Il leggio, della seconda metà XVIII secolo, era il piedistallo del pulpito della Parrocchia di Santa Lucia.

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All’esterno la zona absidale conserva tracce di un’antica monofora.

4d ok le tracce di un'antica monofora odiernamente murata

In questa chiesetta i fedeli, dall’anno 2004, singolarmente o a gruppetti, si pongono in religioso silenzio in adorazione eucaristica perpetua del Santissimo Salvatore per 24 ore al giorno e per tutti i giorni dell’anno.

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Qui di seguito trascrivo la testimonianza della signora Graziella Sirni, tratta dai quaderni dove gli adoratori lasciano il loro pensiero per fare comunione con le testimonianze più significative:
Signore Gesù, voglio ringraziarTi perché sei entrato nella mia vita.
Io ti ho cercato con tanto amore e Tu non mi hai lasciata sola.
Ricordo con gioia il primo giorno che è iniziata l’Adorazione Eucaristia.
Alcuni Ti abbiamo accolto vicino alla chiesetta del SS.mo Salvatore, ci siamo disposti da ambo i lati e Tu, maestoso, se passato in mezzo a noi.
Questo ricordo rimarrà nella mia mente per sempre.
Con immensa commozione, i miei occhi si sono riempiti di lacrime.
Mi hai toccato il cuore!
Aspetto con gioia il giorno che vengo ad adorarTi.
Quanto è bello stare con Te!
Che pace, che gioia provo nel cuore!
E questo vorrei gridarlo al mondo intero,quando diciamo che non lasciamo solo Gesù.
E’ Gesù che non lascia da soli noi.
O Gesù, è bello trovarTi  lì dove ci aspetti a braccia aperte in quel bellissimo ostensorio a raccogliere tutti i nostri problemi ed affanni.
Grazie, Gesù”
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La prima domenica di ogni mese sono rinnovate le specie eucaristiche.
L’ostensorio, dalla chiesetta del SS.mo Salvatore, è portato nel Santuario della Madonna dei Miracoli, distante solo alcune decine di metri.
Per circa un’ora le adorazioni sono sospese.
La nuova sacra ostia, consacrata durante la santa messa, viene sostituita  nell’ ostensorio.
Alla fine della funzione religiosa l’ostensorio viene ricondotto nella sua chiesetta del SS.mo Salvatore accompagnato in processione da una moltitudine di persone che illuminano il percorso con le luci delle fiaccole.
Le adorazioni riprendono.

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La chiesetta ha pochissimi arredi.
La nicchia laterale ospita la statua di Maria Ausiliatrice col Bambino in braccio.

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Le pareti sono arredate dalle stazioni della Via Crucis.
Sono14 piccoli dipinti a olio su tela, opera di Francesco Pavone da Palermo, del 1789.

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La chiesetta si trova nella parte posteriore del Palazzo di Città ed è vicinissima alla Rabbica Araba, il vecchio centro amministrativo.
Gradatamente abbandonata, la chiesetta fu parzialmente demolita e adibita a deposito per qualche lungo decennio. Grazie ad un necessario intervento, compiuto alla fine del secolo scorso, è stato restaurato l’affresco, sono state ricostruite in pietra le pareti mancanti ed è stata ripristinata la copertura su mensole lignee risalenti al XVI secolo. Opera di ignoto intagliatore siciliano del XV secolo, sono decorate con motivi floreali e geometrici.

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