Apr 12, 2017 - Senza categoria    Comments Off on LA COMMEMORAZIONE DEL VENERDI’ SANTO A LICATA- LA CHIESA DI SAN GIROLAMO- LA CONFRATERNITA DI SAN GIROLAMO DELLA MISERICORDIA

LA COMMEMORAZIONE DEL VENERDI’ SANTO A LICATA- LA CHIESA DI SAN GIROLAMO- LA CONFRATERNITA DI SAN GIROLAMO DELLA MISERICORDIA

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Il Venerdì Santo è la ricorrenza religiosa più attesa dalla popolazione di Licata alla quale partecipa con devozione e commozione. E’ rievocata la Crocifissione e la morte di Cristo. L’organizzazione del Venerdì Santo è azione lodevole della Confraternita di San Girolamo della Misericordia. Già la sera del giovedì santo i Confrati, dopo aver partecipato alla santa Messa celebrata nella Chiesa di San Girolamo, vestiti col saio bianco, col cappuccio bianco, con la cintura di cordone rosso annodato lungo i fianchi e stringendo nella mano un cero acceso, rigorosamente disposti in fila, preceduti dallo stendardo e dalla croce, escono dalla Chiesa di San Girolamo e, con passo cadenzato, s’incamminano attraversando le strade della Marina

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Percorrono la via Martinez, il Corso Vittorio Emanuele, dove entrano al Chiostro San Francesco per salutare il Cristo alla Colonna.

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Foto di Francesco e Rosalba Nogara

Continuano lungo il Corso Umberto I per giungere al Calvario allestito all’incrocio tra il Corso Umberto I, il Corso Serrovira e la Piazza Vincenzo Linares, per compiere la visita penitenziale con esercizio della Via Crucis animata dalla venerabile confraternita.

Anno 2017

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Il Calvario ligneo ospita la grande croce di Cristo e due altre croci che, secondo il racconto evangelico, servivano per crocefiggere i due ladroni. Durante il percorso rievocano le stazioni della Via Crucis.

All’alba del Venerdì Santo inizia la traslazione del Cristo “u Signuri da notti“. Alle ore 3:30, al grido d’implorazione “Misericordia”, i confrati della chiesa di San Girolamo trasportano il corpo di Cristo, disteso sulla lettiga e ricoperto da un prezioso telo liturgico, seguito dalla Madonna Addolorata, nella cappella del palazzo La Lumia. La Madonna è custodita nella chiesa di Sant’Angelo.

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foto di Enzo D’Andrea

Durante il percorso è ricoperto dai petali dei delicati e profumanti fiori che piovono dai balconi illuminati. E’ quasi l’alba quando il corpo di Cristo è deposto nella piccola camera ardente, detta “la casa del Signore”, preparata nell’androne del palazzo della nobile famiglia La Lumia e che Lo ospiterà fino alla Sua crocifissione. Oggi, a questa traslazione notturna partecipa una moltitudine di fedeli, mentre una volta era compiuta in gran segreto dai soli Confrati. Alle ore 13.00 la porta della chiesa di San Girolamo si apre. I fedeli rivolgono a quella porta i loro attenti sguardi. Si ode il grido: “Tutti a na vuci: MISERICORDIA“. Dalla porta della Chiesa modestamente appare il Cristo con la croce.

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Inizia la processione del Cristo Crocifero, “u Signuri ca cruci ‘ncoddu”, “Gesù con la croce sopra la spalla”, in catene e con la corona di spine sulla testa. I confrati, elegantemente vestiti con smoking nero e camicia bianca, con cravattino a farfalla e guanti bianchi, in religioso raccoglimento, escono dalla chiesa di San Girolamo e portano a spalla il Cristo Crocifero. Posti l’uno vicino all’altro, i confrati formano una schiera fitta di portatori che avanzano con la caratteristica “annacata” dondolando a destra e a sinistra. Si muovono con l’esperienza acquisita durante le esercitazioni effettuate nei giorni antecedenti alla processione. Il religioso silenzio è massimo. Il momento è emozionante. Il pathos è indescrivibile.

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Il prezioso simulacro attraversa i Quattro Canti, la via Martinez, nel quartiere Marina, giunge in Piazza Duomo e prosegue per il Corso Vittorio Emanuele.

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Il procedere di Gesù Crocifero, sempre con la caratteristica “annacata“, un passo lento e cadenzato, un passo avanti, uno di fianco a destra, uno di fianco a sinistra, è sempre accompagnato dal suono delle marce funebri.
Pianto eterno, di Pasquale Quatrano, La dolente, di Cataldo Curri,  Una lacrima sulla tomba di mia madre, di Amedeo Vella, musiche che si estendono alternativamente all’uscita, al rientro, durante la processione, sono intonate dalla banda locale.
Alle ore 14:30 in Piazza Progresso, di fronte al Palazzo di Città, annunciata da uno squillo di tromba, avviene la “Giunta”, l’incontro della Madonna Addolorata, che giunge di corsa dalla Chiesa di Sant’Angelo, dove è stata trasportata dai confrati durante la notte, col proprio Figlio.
Si pone al Suo fianco e lo accompagnerà fino alla crocifissione.

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Al passaggio di Cristo e dell’Addolorata dai balconi scende una pioggia di fiori.
La “Giunta” è uno dei momenti più toccanti dell’intera commemorazione!  Il Cristo è portato dai confrati della confraternita della Misericordia, la Madonna Addolorata è portata dai lavoratori del mercato agricolo, anche loro impeccabilmente vestiti in abito nero e guanti bianchi.

Il Cristo e l’Addolorata proseguono il cammino verso il Calvario procedendo affiancati l’uno all’altra.

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Il Corso Umberto è stracolmo di gente.

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foto di Rosolino Cirrincione

Poco prima di giungere al Calvario, il Cristo Crocifero entra nell’androne del palazzo del barone La Lumia, sotto la pioggia abbondante di fiori, e subito dopo esce l’altro simulacro, privo della Croce sulle spalle, che si avvia al Calvario per subire la crocefissione. Alle ore 15.00 si celebra il rito della crocefissione.

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Ai piedi del Calvario Lo attende il rev. Gerlando Montanalampo che, con una breve omelia, fa meditare la grande folla sul significato della  Passione di Cristo e sul  perdono.

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Il simulacro di Cristo, attraverso un bianco lenzuolo legato sotto le ascelle, è sollevato sulla croce e legato con dei nastri ai due bracci della croce da due giovani sacerdoti.

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E’ presente quasi annualmente il rev. sac. padre Totino Licata, assistente spirituale della Confraternita di San Girolamo della Misericordia.
Il chiodo ai piedi, come da tradizione, è piantato da un infermiere. La Madonna Addolorata è posta ai piedi della Croce per vegliare il Suo diletto Figlio.

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Fanno la guardia alle croci i giovani Scout.

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 Come narra il Vangelo, il cielo si oscurò. Nel vangelo di Marco, in agonia e morte (15,33-39), si legge: ”Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle ore tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactàni?, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: ”Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, dall’alto in basso. Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: ”Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”.

Anche l’evangelista Luca, in agonia e morte (23,44-46), scrive: “Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: ”Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò”.

Per tutto il pomeriggio gruppi di penitenti “i ‘ncurunati”, associazioni religiose, confraternite, scout, in pellegrinaggio, si recano al Calvario per onorare il Cristo crocefisso sulla Croce e per portare corone di fiori.

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Alle ore 19:30 i confrati della Misericordia, partendo in processione dalla chiesa di San Girolamo, trasportano in spalla l’Urna dorata, damascata all’interno e illuminata da tanti artistici fanalini, che accoglierà il Cristo morto al momento della sua deposizione dalla Croce.

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Alle ore 21:00 il Cristo Gesù viene “sceso“, deposto dalla Croce.

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 e poggiato sul catafalco all’interno della sacra urna.

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 Inizia la processione del Cristo morto.

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 Sempre col solito incedere lento e cadenzato dei portatori, la sacra Urna risale lungo il Corso Umberto I e, in parte, lungo il corso Roma fino all’arrivo nella chiesa del Carmine dove Cristo è accolto dai fedeli che intonano lamentazioni e canti religiosi del Venerdì Santo.
Quindi, il Cristo deposto, riscende per il Corso Roma e per il corso Vittorio Emanuele. Dopo avere compiuto un’altra sosta all’interno della Chiesa Madre, ritorna nella propria chiesa di San Girolamo.

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.Al grido di “Misericordia”, al rientro della sacra Urnala chiesa chiude le porte.

 

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LA CHIESA DI SAN GIROLAMO A LICATA

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La Chiesa di San Gerolamo è una piccola costruzione sita nella “Piazzetta Confraternita di San Girolamo”, distante pochi metri dal mare, sorta nel XV secolo ed edificata sul preesistente Monastero di Santa Chiara quando il quartiere Marina era il cuore della città di Licata.

La sua posizione topografica è molto caratteristica perché è circondata da casette collocate in un dedalo di strette viuzze. Il prospetto esterno è molto semplice e mostra modeste strutture architettoniche.

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 La chiesa, a navata unica, molto decorosa, ordinata e pulita, è corredata da tre importanti altari, dalle croci, e dalle tele.

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Molto interessante è l’altare del presbiterio, rifatto nella seconda metà del ‘700, che accoglie la tela raffigurante San Girolamo in una spelonca con il leone e i suoi libri. E’ di grandi dimensioni, misura 300×250 cm.

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La tela, del XVII secolo, è attribuita a Michelangelo Merisi da Caravaggio, il grande pittore che si fermò a Licata diretto a Malta, che  la famiglia Caro ospitò nel suo palazzo. Oppure a qualche allievo della scuola del Caravaggio, secondo anche il parere  del critico d’arte Vittorio Sgarbi, impropriamente attribuito al pittore Filippo Plaladini, ma, probabilmente al manierista licatese Giovanni Portaluni.
La cornice che circonda la tela è preziosa perchè è incisa e rivestita di oro zecchino.
Il dipinto era stato già restaurato nei primi anni del 1980 dalla Soprintendenza alle Gallerie della Sicilia Occidentale di Palermo,  diretta dal prof. Vincenzo Scuderi,  su sollecitazione dell’allora ispettore onorario ai BB.CC prof. Calogero Carità e quando era governatore della Confraternita  l’avv. Giuseppe Montana.
Da notare lo stemma della confraternita posto sopra la tela di San Gerolamo.
Nell’anno 2017 il dipinto è stato restaurato dalla restauratrice, la signora Giovanna Comes,  su incarico del Consiglio d’Amministrazione e su proposta del dott. Angelo Gambino, attuale governatore della Confraternita di San Girolamo della Misericordia.
L’inizio dei lavori è stato comunicato alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento.
L’intervento di restauro è consistito nella pulitura, nella disinfestazione, nel fissaggio di porzioni di colore sollevatosi dalla tela, nella stuccatura e nella reintegrazione pittorica e verniciatura.

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La chiesa di San Gerolamo ospita i simulacri dei Sacri Misteri, del Cristo e della Madonna Addolorata, e la sacra Urna,  portati in processione durante le celebrazioni del Venerdì Santo sotto l’organizzatore dalla Confraternita di San Gerolamo della Misericordia.

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 La parete laterale destra mostra una piccola cappella che accoglie la miniatura della rappresentazione del Venerdì Santo e, superiormente, l’urna originale per il trasporto del Cristo all’alba del Venerdì nella cappelletta allestita nel palazzo del barone La Lumia.

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L’urna, a lettiga, del sec. XIX, fu restaurata nell’anno giubilare della misericordia nel febbraio 2016. Nei buchi laterali erano inserite le lampade ad acetilene le cui luci illuminavano il Cristo durante il cammino nella notte. L’altare della Madonna ospita la statua dell’Addolorata, del XX secolo.

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 Nella parete laterale sinistra, quasi all’ingresso, la piccola cappella accoglie la miniatura del Cristo legato alla Colonna.

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L’altare del Crocefisso accoglie il simulacro di gesso di Cristo in croce.

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Gli altri due Crocefissi snodabili sono uno di cartapesta, il cui volto, le mani e i piedi sono stati realizzati da Ignazio Spina nel XIX secolo, l’altro di legno, del XX secolo. Le due croci, la più piccola, recente, l’altra più grande, del 1870, sono di legno scuro.

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L’urna lignea, che trasporta il Cristo deposto dopo la crocifissione, in stile barocco, è rivestita di oro zecchino e imbottita all’interno con stoffa damascata. E’ stata realizzata a Catania dallo scultore Perez nel 1900.

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 Lateralmente all’altare di San Girolamo, ben visibile, c’è un piccolo crocefisso bianco che ricorda il giovane Ferraro Giuseppe morto a soli 9 anni di età.

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 Giuseppe aveva potato sulle sue deboli spalle la croce di legno durante una processione del Venerdì Santo a Licata. In memoria di Giuseppe, il suo papà, il signor Matteo, realizzò nel suo laboratorio di marmista il simulacro di Gesù in marmo bianco. Lo collocò sulla stessa croce portata da Giuseppe sulla sua spalla. I suoi genitori, il signor Matteo e la signora Maria, lo regalarono alla confraternita di San Girolamo della Misericordia. Nella targa sono incisi: il nome Giuseppe, la sua data di nascita e di morte.

La tela, di fattura recente, è una riproduzione su tela di VOGEL, rinomato pittore rinascimentale. Rappresenta Gesù che accoglie i bambini. Testimonia l’amore di Gesù per i bambini che sono l’espressione diretta dell’ingenuità, della serenità, dell’inconsapevolezza e dell’amore. E’ stata donata per devozione dal confratello Giulio Di Franco nel Natale del 2013, in occasione della Santa Messa .

Il Confratello Di Franco ha voluto esprimere la sua gioia per la donazione con queste parole:
MI SENTO IN DOVERE DI RINGRAZIARE LA CONFRATERNITA IN PRIMIS, IL GOVERNATORE FRANCESCO LAURIA, PER L’OPPORTUNITA’ DATAMI DI PORTARE A TERMINE IL GESTO DI DEVOZIONE CHE RAPPRESENTA DA UNA PARTE L’ATTACCAMENTO ALLA CONFRATERNITA DI CUI MI ONORO DI FAR PARTE, DALL’ALTRA LA MIA FORTE, SINCERA E PROFONDA FEDE CRISTIANO-CATTOLICA.
UNA FEDE FRUTTO DI UN’EDUCAZIONE IMPARTITA DALLA MIA FAMIGLIA MA ANCHE DI UNA SCELTA PERSONALE LIBERA ED INCONDIZIONATA A CREDERE IN UNA DIVINITA’ SUPERIORE ALL’UOMO CHE CI HA CREATI PER VIVERE IN QUESTO MONDO TERRENO E CI RICHIAMERA’ ALLA VITA ETERNA.
UNA FEDE, CHE HA AVUTO NEL TEMPO UN CRESCENDO, AIUTANDOMI NEI MOMENTI BUI ED OSTILI CHE LA VITA CI RISERVA”.

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 La tela che raffigura “Gesù confido in te” è stata donata, per devozione dai confrati Giovanbattista Platamone e Salvatore Russo.

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Il quadro, che rappresenta il Cristo morto fra le braccia della Madre, con accanto l’angelo, è stato donato da Desirè Di Liberto.

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Si fa ammirare, per la sua bellezza, il tetto ligneo a “cassettoni “, del XVIII secolo, opera di maestranze locali.

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Nella sacrestia sono custoditi: un piccolo simulacro della Madonna Addolorata in cera del XIX secolo, appartenuto alla Monaca Santa,

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e un simulacro di medie dimensioni del Cristo Risorto in cartapesta del XX secolo.

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 Il tetto è dipinto con alcune scene della vita di Gesù.

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Di semplice fattura è l’acquasantiera.

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 Grazie alla tenacia e al grande impegno della confraternita di San Girolamo della Misericordia e alla generosità dei licatesi la chiesetta di San Girolamo, che versava in precarie conduzioni, di recente fu completamente restaurata.

La confraternita nella sua sede espone numerosi quadri, crocefissi e la croce che apre il cammino processionale della Settimana Santa.

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LA CONFRATERNITA DI SAN GIROLAMO DELLA MISERICORDIA

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Fondata nel 1578, la Confraternita di San Girolamo della Misericordia ha la sua sede nella Chiesa di San Girolamo, nel cuore dell’antico quartiere della “Marina“.
E’ l’autorevole istituzione religiosa che da centinaia di anni celebra i riti del Giovedì e del Venerdì Santo quando è commemorata la Passione e la Morte di Gesù Cristo a Licata. La scelta della denominazione di San Girolamo quasi certamente deriva dal fatto che il gruppo fondatore della confraternita era costituito da individui forniti di un titolo accademico.
Infatti, come si evince dall’introduzione dello statuto della fondazione, coloro che volevano aderire al sodalizio dovevano seguire l’esempio di San Girolamo che, nella sua giovinezza, si istruì nelle “arti liberali” per perseguire, nella maturità, l’ideale religioso.
Durante la riunione dell’assemblea generale dei Confratelli del 20 gennaio del 1964, nell’art.3 dello Statuto fu confermato lo scopo primario della fondazione della confraternita che riaffermò che l’appartenenza al sodalizio era riservata a “Laureati o professionisti zelanti del culto cristiano“.
Nel nuovo Statuto, approvato dall’assemblea generale dei Confratelli il 19 gennaio 2003, è riaffermato che gli aspiranti ad essere ammessi come confrati della confraternita non dovevano obbligatoriamente possedere un titolo accademico, ma persiste comunque il vincolo del possesso di un diploma di Scuola Media Superiore di secondo grado.

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La confraternita è regolata da 11 capitoli, confermati da Mons,Lorenzo Gioeni e Cordova,  vescovo di Agrigento, durante la visita pastorale a Licata il 14 gennaio del 1734, che orientano la vita dei confrati e fissano le regole per i festeggiamenti della Settimana Santa.
I confrati dovevano esercitarsi “nelle opere sante e di misericordia”. Il numero degli iscritti alla Confraternita non poteva superare il numero di 72 unità considerato che “ la multitudo arguit imperfectione” e dovevano essere uomini probi “d’onesti parenti e di buoni costumi” Non erano ammesse “le persone scandalose ed infami che senza freno e timor di Dio inclinano al peccato”.
Il nuovo aspirante doveva presentare la sua richiesta al Governatore che informava gli altri confratelli. Segretamente con la votazione col “bussolo” segreto decidevano l’ammissione o il rifiuto dell’aspirante confrate in seno alla Compagnia.
Tutti i confrati dovevano obbedienza al Governatore e ai Consiglieri. Dovevano indossare il sacco di tela cruda e il mantello di lana oscura per trasportare i cadaveri dei confrati deceduti nel cimitero di San Girolamo  e i quelli di altre chiese.
Chi era Sofronio Eusebio Girolamo? Girolamo nacque nel 342 a Stridone, in terra non lontana da Aquileia, in Italia, da una famiglia cristiana, nobile e ricca. Il padre Eusebio, avendo compreso le attitudini di Girolamo verso lo studio, lo mandò a Roma dove il giovane si dedicò agli studi della grammatica, della retorica e della filosofia. Allievo di Mario Vittorino e di Elio Donato, il famoso professore di lingue pagano, Girolamo si dedicò allo studio del latino.
Fu anche un bravo conoscitore del greco e di altre lingue. Imparò a memoria i libri di grandi autori latini e greci: Cicerone, Virgilio, Orazio, Tacito, Omero,  Platone. Fu certamente la sua inesperienza giovanile che lo portò a tuffarsi nell’ambiente mondano e dissoluto della Roma del suo tempo.
Girolamo presto si rese conto che questo comportamento lo aveva allontanato dal suo vero cammino. Tuttavia comprese anche che Dio non lo aveva mai abbandonato e che lo guidava costantemente. Chiese perdono, colmo dell’amore di Dio, e fu perdonato. Divenne catecumeno. Continuava i suoi studi e si preparava ad essere battezzato. Ricevette il santo battesimo da Papa Liberio a 18 anni.
Terminati gli studi, si trasferì a Treviri, dove era ben nota l’anacoresi egiziana, insegnata per qualche anno da Sant’Atanasio durante il suo esilio. Si trasferì poi ad Aquileia dove entrò a far parte di una cerchia di asceti riuniti in comunità sotto il patronato dell’arcivescovo Valeriano.
Deluso dalle inimicizie che erano sorte fra gli asceti, partì per l’Oriente.
Ritiratosi nel deserto Chalcis, in Siria, vi rimase quattro anni vivendo una dura vita di anacoreta e approfondendo le sue conoscenze di ebraico e gli scritti di San Paolo di Tebe. A Calcide, deluso anche qui dagli alterchi fra gli eremiti, divisi dalla dottrina ariana, fece ritorno ad Antiochia, rimanendovi fino al 378, frequentando le lezioni di Apollinare di Laodicea, e divenendo presbitero, ordinato dal vescovo Paolino di Antiochia. Quindi si recò a Costantinopoli per perfezionare lo studio della lingua greca sotto la guida di Gregorio Nazianzeno.
Rimase lì tre anni a studiare con San Gregorio che gli aprì lo spirito all’amore per la esegesi delle Sacre Scritture. Oltre al latino e al greco, conosceva l’ebraico e anche l’aramaico, lingue molto legate ai testi Sacri. Scriveva con classica eleganza in latino e tradusse tutta la Bibbia.
Da questo lavoro nacque il testo della Bibbia noto come “Vulgata“, che significa “di uso comune“.
Allorché Gregorio Nazianzeno lasciò Costantinopoli, nel 382 Girolamo tornò a Roma dove fu segretario di papa Damaso I. Qui riunì un gruppo di giovanette vergini e di vedove, capeggiate dalla nobile Marcella e dalla ricca vedova Paola alle quali si unirono le figlie Eustochio e Blesilla. Andarono ad abitare presso la Grotta del Presepe,  e scelsero di vivere una vita ascetica in preghiera, in meditazione, in astinenza e in penitenza. Girolamo divenne il loro padre spirituale.
Il rigore morale di Girolamo, favorevole all’introduzione del celibato ecclesiastico e all’eradicazione del fenomeno delle cosiddette agapete, non era ben visto da buona parte del clero. Le agapete erano vergini cristiane che consacravano la propria vita a Dio facendo voto di castità e conducendo la vita comunitaria con ecclesiastici che professavano il celibato. Erano chiamate anche “sorelle adottive”.
Alla morte di papa Damaso I la curia romana contrastò l’elezione di Girolamo a padre spirituale ritenendolo responsabile della morte della sua discepola Blesilla. Gli avversari di Girolamo affermarono che le mortificazioni corporali erano espressione di atti di fanatismo i cui effetti dannosi avevano causato la prematura morte della giovane Blesilla.
Girolamo, seguito dal fratello Paoliniano, da alcuni seguaci, dalle discepole Paola ed Eustochio e da altre giovanette appartenenti alla comunità delle ascete romane, nel mese di agosto del 385 s’imbarcò da Ostia per tornare in Oriente dove continuò la sua battaglia in favore del celibato clericale.
A Betlemme Girolamo fondò un monastero maschile, dove andò a vivere, uno femminile e una casa di accoglienza dei pellegrini che arrivavano da tutte le parti del mondo per visitare il luogo in cui era nato Gesù.
Trascorse i suoi ultimi 35 anni in quel luogo dove continuò fino alla morte i suoi studi e i lavori biblici. Con molta energia scriveva ancora contro gli eretici che si azzardavano a negare le verità della Santa Chiesa Cattolica.
Morì a Betlemme il 30 settembre del 420, proprio nell’anno in cui il celibato, dopo essere stato lungamente disatteso, fu imposto al clero da una legge emanata dall’imperatore Onorio.
Per questo suo comportamento di studioso, numerosi pittori rappresentarono Girolamo come San Girolamo penitente che scrive nella sua cella monastica, ispirato dallo Spirito Santo ed accompagnato dal fedele leone.
La leggenda racconta che  un pomeriggio i monaci erano riuniti ad ascoltare la lezione del giorno. Girolamo si trovava tra di loro e ascoltava attento. Improvvisamente, avendo visto un leone che si avvicinava, tutti fuggirono.
Solo Girolamo rimase e mantenne la calma. Si alzò e si avvicinò a nuovo arrivato.
Il leone era un animale di grande mole che usava soltanto tre zampe per camminare. Teneva la quarta sollevata. Era chiaro che il leone, avvicinandosi, voleva comunicare qualcosa offrendo la sua zampa sollevata a Girolamo. Girolamo si rese conto che l’animale era gravemente ferito.
Chiamò il meno timoroso dei monaci per aiutarlo a pulire e a curare la ferita infetta e piena di spine. Girolamo gli tolse le spine e lo medicò. L’animale guarì. Le cure ammansirono la “bestia“. Il leone rimase nel monastero comportandosi pacificamente e sempre accanto a Girolamo. Girolamo, rivolto ai suoi seguaci, disse: “Pensate a questo e voi potrete trovarvi lezioni di vita. Io credo che non sia stato tanto per la cura della sua zampa che Dio lo inviò fino a noi, perché il leone si sarebbe curato senza il nostro aiuto. Dio ci inviò questo leone per mostrare quanto la Provvidenza era ansiosa di farci avere ciò di cui abbiamo bisogno per il nostro bene“.

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 San Girolamo, per essere studioso e dottore della chiesa, è stato scelto come emblema dalla confraternita di San Girolamo della Misericordia.
La confraternita, composta attualmente di 140 confratelli,

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di cui 18 appartenenti alla confraternita da oltre 50 anni.

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Foto di A. Ruvio

E’ governata dal Governatore, collaborato dal Consiglio di Amministrazione. Governatori onorari sono: i confratelli Giovanbattista Platamone  e. Salvatore Bonelli.

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Il geometra Salvatore Bonelli è il più anziano componente la Confraternita di San Girolamo della Misericordia. L’ex amministratore del Comune, governatore onorario della confraternita, ha compiuto 90 anni e, per l’occasione l’istituzione religiosa licatese, che organizza i Riti della Settimana Santa, il 27 gennaio 2019 lo ha festeggiato subito dopo la santa messa celebrata dall’assistente spirituale don Totino Licata.
Il dott. Angelo Gambino, governatore della confraternita di San Girolamo della Misericordia, ha commentato: “Siamo orgogliosi di questo nostro confratello che, con umiltà e con dedizione, ha reso un grande servizio alla nostra comunità ricoprendo vari ruoli, da portatore a confratello, fino ad occupare un posto nel consiglio di amministrazione diventando anche governatore ed oggi governatore onorario. Un cammino lungo e sempre all’insegna del servizio”. 
Salvatore Bonelli è stato dipendente della Regione Siciliana, rivestendo ruoli importanti, più volte assessore del Comune di Licata e presidente della Commissione Toponomastica oltre che straordinario marito, padre e nonno affettuoso.

Assistente spirituale della confraternita di San Girolamo della Misericordia è il rev. padre Totino Licata

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Domenica,  27 novembre  2016, sono state rinnovate le cariche sociali ed è stato eletto, con 76 voti, il dott. Angelo Gambino, nuovo Governatore della confraternita,

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che succede, nella massima carica, al dott. Francesco Lauria.
Francesco Lauria ha ricevuto l’importante onorificenza di essere stato nominato Governatore Onorario della Confraternita di San Girolamo della Misericordia.

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Angelo Gambino e Francesco Lauria, oggi Governatore Onorario

Vicegovernatore è stato eletto il signor Licata Angelo Maria, segretario il signor Ruvio Adriano, tesoriere il signor Santamaria Maurizio, consiglieri sono i signori: Alaimo Giuseppe, Lauria Carmelo, Pintacorona Giuseppe. Sono stati eletti nel Collegio dei Sindaci Revisori i signori: Alaimo Roberto, Rizzo Salvatore e Benvenuto Carlo. Deleghe speciali sono state assegnate ai confratelli: Francesco Pira (Cultura e Comunicazione) e Ivan Marchese (Sito web, pagina Facebook, Illuminazione Chiesa, Urna e Statue). I nuovi eletti governeranno la confraternita per il prossimo quinquennio. Auguri per un proficuo lavoro e per un cammino spirituale all’insegna della fraternità.
Lo stemma della confraternita di San Girolamo della Misericordia è uno scudo a fondo azzurro caricato di una croce e una scala posta su un monte, il tutto sormontato da un cappello cardinalizio. Il motto della compagnia è “Misericordia”.

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 Gli scopi principali della Confraternita sono: la promozione dei riti sacri della Settimana Santa a Licata, in particolare nei giorni del Giovedì e del Venerdì Santo, quando è commemorata la Passione e la Morte di Gesù Cristo, la beneficenza e la solidarietà sociale.
Infatti, sono stati adottati numerosi bambini a distanza. Inoltre, la confraternita s’impegna a proseguire il cammino di fede cattolica, a mantenere pulita e ordinata la chiesa e gli altri ambienti scelti come la loro sede che, in seguito ai lavori di restauro sono più accoglienti e funzionali.
Come ha scritto il Cardinale Francesco Montenegro:” Essere confrati della Confraternita di San Girolamo non è solo un onore, ma una responsabilità nei riguardi del Signore e della gente. Significa vivere, nella Chiesa e nella città, una vita che viaggia sui binari della fede, della trasparenza, della legalità, dell’onestà, della condivisione, dell’accoglienza, insomma significa dire no a una vita cristiana mediocre. Curare i riti della Settimana Santa non è un semplice atto esteriore, ma dire a tutti che la Pasqua del Signore è importante nella vita di ogni cristiano e dei Confrati della Confraternita di San Girolamo della Misericordia in particolare”.
Il 21 maggio del 2016 è stato presentato il libro dal titolo: “ La Ven.le confraternita di San Girolamo e il Venerdì Santo a Licata”.

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 Il Governatore di allora, il dott. Francesco Lauria, ha ringraziato gli autori Calogero Carità e Francesco Pira per avere redatto questo nuovo volume, i Governatori onorari, i membri del Consiglio d’Amministrazione, tutta l’assemblea dei Confratelli e i portatori, gli amici intervenuti alla presentazione del libro.
Ha ringraziato particolarmente la Curia di Agrigento, nella persona del cardinale Francesco Montenegro, il Barone Nicolò La Lumia, per essere stato negli anni affettuoso e presente sostenitore delle attività, il rev. Sac. Totino Licata, guida spirituale della Confraternita e parroco della Parrocchia di San Giuseppe Maria Tomasi, per aver messo a disposizione la sala Falcone-Borsellino.

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Nell’anno della Misericordia la Confraternita di San Girolamo della Misericordia è più che mai viva e presente. Gli applausi sono stati molto calorosi.
Ammirevole è stata l’iniziativa della Confraternita di San Girolamo della Misericordia che, per valorizzare il rito del Venerdì Santo a Licata, quest’anno 2017 ha organizzato due importanti eventi: La Mostra Fotografica e il Concorso “Racconta il Venerdì Santo a Licata” riservato agli studenti delle Scuole Medie di Licata.

1 okNei giorni 7-8-9 aprile 2017, nella singolare Piazzetta Confraternita di San Girolamo della Misericordia sono state esposte molte fotografie che raccontano i riti del Giovedì e del Venerdì Santo a Licata curati dall’omonima Confraternita.

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Le fotografie a colori sono patrimonio del Prof. Rosolino Cirrincione, che le ha scattate nei giorni 24 e 25 marzo 2016 registrando le fasi della commemorazione del Venerdì Santo che coinvolgono i circa 150 Confratelli e i Portatori di San Girolamo della Misericordia.

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Le fotografie in bianco e nero sono patrimonio del Maestro fotografo Carlo Santamaria, che le ha scattate negli anni sessanta dello scorso secolo e che ha messo a disposizione della comunità prelevandole dal suo nutrito archivio.
Notevole è stato l’afflusso della gente che ha visitato la mostra, che ha esposto circa ottanta opere, apprezzando le immagini di Rosolino Cirrincione e di Carlo Santamaria.
Queste le parole del dottor Angelo Gambino: “Con questo doppio evento abbiamo voluto dare testimonianza del servizio che svolgiamo da anni nella nostra Comunità che non vuole essere soltanto quello legato ai riti del Giovedì e Venerdì Santo, ma ribadire quello che la Confraternita di San Girolamo della Misericordia rappresenta una realtà presente nel nostro territorio immersa nel tessuto sociale”.
Per quanto riguarda il Concorso “Racconta il Venerdì Santo a Licata” numerosa è stata la partecipazione degli studenti.
La segreteria del Concorso ha ricevuto circa 100 elaborati fra racconti, poesie e disegni elaborati dagli alunni degli Istituti Comprensivi “Francesco Giorgio, Guglielmo Marconi, Giacomo Leopardi, Salvatore Quasimodo”.
Tutti gli elaborati sono stati attentamente esaminati dai membri della giuria composta dal dott. Angelo Gambino, governatore della confraternita, dal prof. Angelo Maria Licata, vice governatore, dai confratelli, il dottor Giuseppe Pintacorona, il prof. Angelo Bonfiglio, il prof. Francesco Pira e il geometra Adriano Ruvio, segretario del Consiglio di Amministrazione.
I lavori premiati, secondo il regolamento, sono stati in numero di tre.
La giuria ha avuto difficoltà a selezionare i lavori migliori essendo meritevoli anche tutti gli altri elaborati pervenuti.
Il giorno 8 aprile 2017 la Chiesa di San Girolamo della Misericordia è stata la magnifica sede, ideale per la fase della Premiazione degli alunni che hanno partecipato al Concorso “Racconta il Venerdì Santo a Licata”.

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Ha dato inizio ai lavori il dottor Angelo Gambino. Ha coordinato il professor Francesco Pira, delegato alla Cultura. Il prof. Angelo Maria Licata ha esposto la storia e la tradizione della Confraternita di San Girolamo della Misericordia.

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Da sx: Francesco Pira, Angelo Gambino, Angelo Maria Licata

Il Primo Premio è stato assegnato agli alunni Giulia Calabrese, Emanuela Gibaldi e Giorgia Tealdo, studenti dell’Istituto Comprensivo “Gugliemo Marconi”, per aver realizzato il racconto ” La scoperta di Riccardo..il Venerdì Santo a Licata”. La Giuria si è espressa con la motivazione: “Per lo stile narrativo lineare e preciso e per l’attenta e minuziosa analisi storica che permette di vivere compiutamente le tradizioni”.

Il secondo Premio, ex aequo, è stato assegnato ai giovani  Vincenzo Bonfissuto, Luigi Caccetta, Elisa Casa, Michela Mulè, Ada Rusu e Andrea Schembri, alunni dell’Istituto Comprensivo “Francesco Giorgio”, per aver realizzato il DISEGNO. Per la poesia “Tutta na vuci…Misericordia” il premio ex aequo è stato assegnato agli alunni Aurora Corvitto, Nicole Marino e Gabriele Rizzo. Anche loro bravi alunni dell’Istituto Comprensivo “Francesco Giorgio”.

Il terzo Premio è stato assegnato, ex aequo, alla giovane Althea Casula, alunna dell’Istituto Comprensivo “Salvatore Quasimodo”, per avere realizzato il DISEGNO con la tecnica a collage guidata dalla sua insegnante prof.ssa Fiorella Silvestri.

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e agli alunni Sofia Antona, Annamaria Di Blasi e Ludovica Lauria, studenti dell’Istituto Comprensivo “Giacomo Leopardi” per un altro DISEGNO.

I premi sono consistiti in elargizione di somme di denaro da spendere per l’acquisto di altri libri. Tutti i partecipanti al Concorso hanno ricevuto l’Attestato di partecipazione.
Con l’attestato di Benemerenza hanno ricevuto il meritato riconoscimento, per il loro contributo di divulgare la conoscenza delle attività della Confraternita, il Prof. Rosolino Cirrincione, docente di Petrografia nell’Ateneo di Catania e Reporter della Nikon, e il Maestro Carlo Santamaria, il più anziano dei fotografi di Licata.

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Da sx: Carlo Santamaria, Angelo Gambino, Rosolino Cirrincione

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Inoltre il dott. Gambino ha donato il quadro, con l’effige del Cristo portato in spalla, ai Dirigenti Scolastici degli Istituti: al prof. Francesco Catalano, dirigente dell’Istituto Francesco Giorgio, al prof. Maurilio Lombardo, dirigente dell’Istituto Gugliemo Marconi, al prof. Maurizio Buccoleri, dirigente dell’Istituto Giacomo Leopardi, al prof. Luigi Costanza, dirigente dell’Istituto Salvatore Quasimodo.

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Francesco Catalano

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Maurilio Lombardo

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Maurizio Buccoleri

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Luigi Costanza

Hanno ricevuto l’Attestato le docenti degli Istituti Comprensivi impegnate nel progetto. Sono le prof.sse: Tiziana Alesci, Ilaria Ferraro, Angelica Graci, Maria Graci, Rosalia Licata, Grazia Macrì, Caterina Mannino, Rosalia Nogara, Viviana Porrello, Vittoria Rizzo, Fiorella Silvestri.

Insegnanti e alunni insieme!

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Foto tratte dal profilo fb di Francesco Pira

Alcune foto sono di:
-Francesco e Rosalba Nogara
– Ivana De Caro Gambino
-Ivan Marchese
-Altre tratte da: www.confraternitasangirolamo.com

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