Jul 1, 2016 - Senza categoria    Comments Off on LA CAMPANULA RAPUNCULOIDES SPONTANEA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

LA CAMPANULA RAPUNCULOIDES SPONTANEA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

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Il fiore! Il dono che Gea, la madre Terra, ha fatto alla Natura e all’umanità. Una varietà di colori eterogenei, di profumi, di forme semplici e strane, regolari o irregolari, effimeri o durevoli i fiori sono naturalmente molti; in essi sussiste l’incanto della vita.

Dice Guy de Maupassant: “La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo”. Scrisse Chateaubriand che “ il fiore è il figlio del mattino, la delizia della primavera, la sorgente dei profumi, la grazia delle vergini, l’amore dei poeti”.

 I fiori non potevano passare inosservati ai poeti, ai pittori, ai musicisti, agli scultori, agli architetti, menti fertili e pronte, che hanno saputo trarre dai fiori ispirazioni per generare vere opere d’arte.

Nelle loro corolle, pur minuscole, grandi o mancanti, è nascosta l’alcova dove si innalzano padiglioni per favorire i più puri fra gli amori nel mondo vivente. Un fiore superbo, un altro semplice, solitario o in infiorescenza, ciascuno ha la stessa funzione: quella di consentire alla specie vegetale di appartenenza di tramandarsi.

I fiori allietano qualsiasi prato, qualsiasi bosco, qualsiasi giardino, qualsiasi aiuola, qualsiasi vaso del balcone.

L’Uomo vuole che il giardino sia sempre fiorito. Mette la rosa spinosa accanto alla gialla calatide del girasole, alla zinnia policroma, alla vellutata viola del pensiero dai vivaci colori lasciando che il verde delle aiuole faccia solo da sfondo. Di qualsiasi colore, bianco, rosso, azzurro, giallo, le corolle dei fiori, in un ciclo ininterrotto, fioriscono sempre. Tutti i fiori, a modo loro, dimostrano la gioia di salutare il sole.

Poiché le piante che fioriscono in primavera e in estate sono moltissime, per l’esperto giardiniere del giardino “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta, il signor Vito Purpari, quando era in servizio al Comune di Mistretta, oggi in quiescenza, era sempre facile orientarsi fra le specie e le varietà per dare un aspetto cromatico e armonioso alle aiuole della “nostra” villa.

Conosceva i cicli di fioritura delle piante che esplodono in ogni stagione. Sceglieva le piante, componeva le aiuole, otteneva una ricca ed esplosiva fioritura soprattutto in primavera e in estate.

Per coltivare le piante sono indispensabili poche cognizioni della loro ecologia: le abitudini nutrizionali e ambientali, la presenza delle sostanze minerali nel terreno, l’humus, l’acidità del suolo, ossia il pH.  Ma è  la Natura a dare a ciascun ambiente le proprie piante, i propri fiori.

 E’ ancora la Natura ad insegnare il bisogno di distribuire nel giardino le piante per gruppi aventi le stesse necessità. Naturalmente vi sono anche piante indifferenti, che si adattano ad ogni suolo: sono le piante rustiche.

 Gioiamo di questo grande regalo che la Natura ci dà!

Bello questo discorso sui fiori, ma la nostra villa comunale “Giuseppe Garibaldi” e anche la villa “Chalet”, attualmente danno la possibilità di ammirare e gioire della bellezza dei fiori?

Possiamo oggi dire che la villa comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta è il gioiello di Mistretta?

Dov’è l’antico splendore della villa di alcuni anni fa quando in ogni periodo dell’anno mostrava le sue meraviglie?

Non c’è esplosione di fiori considerato che la primavera è andata via e l’estate è appena all’inizio!

Sono scomparse dalla villa le Lunarie, le Viole tricolor e Mammole, le Petunie e l’Althaea officinalis,

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le Digitalis purpuree, l’Antirrhinum majus, le Veronicahe spicata e variegata, l’Impatiens balsamina, la Buddleja colvei,  la Speronella, le Gazanie, il  Cosmos bipennatus, l’Helianthus  annuus, le Dalie variabili, i Tagetes, le Zinnie eleganti, le Celosia plumosa e cristata, l’Euphorbia marginata, la Bergenia saxifraga, l’Hydrangea macrophylla, il Coleus blumei, i Tulipani, la Fritillaria  imperialis, il Narcissus, l’Iris germanica e fiorentina, l’Hemerocallis, la Dracunculus vulgaris.

E’ appassita la Magnolia grandifolia che abbelliva il lato destro del busto dell’artista  Noè Marullo.

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E’ appassita la Clematide che abbelliva il lato destro del busto dell’on. Vincenzo Salamone.

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Non c’è più il Papiro che adornava il laghetto,

E

è appassito da tempo il Pinsapo, albero che ancora non si abbatte.  Sono appassite alcune Tuje e molti Cycas sono in sofferenza.

E’ appassito il Carrubo che si incontrava alla fine del viale di sinistra.

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il Carrubo morto

Era stato piantato nella primavera del 1993 come testimonianza per non dimenticare l’uomo che ha dedicato la sua esistenza, il proprio lavoro e che ha donato la sua vita per la lotta alla mafia.

L’albero di Carrubo è il simbolo della vitalità di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso il 23 maggio del 1992 assieme alla moglie Francesca Morbillo e agli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montanaro mentre percorrevano, all’altezza di Capaci, l’autostrada che dall’aeroporto di Punta Raisi conduce a Palermo e di tutti i caduti per mano mafiosa. Era stato scelto proprio l’albero di Carrubo perché esso indica la continuità della vita senza pause, nemmeno quelle stagionali, perché Falcone, come l’albero, “vive”.

L’Associazione culturale “Progetto Mistretta” ha donato la targa per ricordare la persistenza dei valori di legalità e di giustizia.

Nella targa si legge: “Albero Falcone / coltivare la giustizia / per far crescere la civiltà / Mistretta ai caduti di mafia”.

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Erano le essenze vegetali presenti nel NOSTRO giardino fino a qualche anno non lontano nel tempo.

Ho citato solo alcune piante, ma potrei ancora ampliare l’elenco di quelle non più presenti nel giardino “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta.

Una domanda: noi, popolo amastratino, diamo alla villa il meritato Valore?

Non ci rendiamo conto della grande importanza naturalistica, ambientale, turistica che la villa possiede.

Chi dobbiamo rimproverare? E’ vergognoso NON SAPERE custodire ambienti così preziosi!

Son molto dispiaciuta!

Spero almeno che gli arbusti, le Palme, gli alberi ad alto fusto resistano alla “nostra” indifferenza!

Durante la mia recente permanenza a Mistretta ho assistito alla manifestazione della “Giornata dell’Arte” organizzata dall’IIS “Alessandro Manzoni” e all’”Assemblea Corradiniana” della Congregazione delle Suore Collegine della Sacra famiglia di Palermo.

Luogo d’incontro è stata proprio la villa comunale “Giuseppe Garibaldi”.

Ho notato che alcune piante spontanee di Campanula rapunculoides, poste vicine, a gruppi di sei, sette insieme, esattamente sotto il balcone belvedere, con i bei fiori violetti che coronavano gli steli verdi, davano alla villa un’immagine di straordinaria e di spettacolare bellezza.

https://youtu.be/QvLIJ86PaYg

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Le Campanule appartengono alla famiglia delle Campanulaceae e comprendono circa 250 specie di piante erbacee annuali, biennali e perenni alte da 20 fino a 100 centimetri e coltivate soprattutto nel giardinaggio come piante ornamentali perché si prestano per la formazione di aiuole e di bordure nei parchi, per la coltura in vaso sulle terrazze e, industrialmente, per la produzione del fiore reciso. Presentano ricche fioriture di vario colore: bianco, celeste, rosa-lilla, viola, blu, giallo.

L’etimologia di questa parola è abbastanza intuitiva: il nome del genere “campanula”, “piccola campana”, dal latino “campana”, indica la forma del fiore a campana. Il primo studioso ad usare il nome botanico di “Campanula” è stato il naturalista belga Rembert Dodoens vissuto fra il 1517 e il 1585.

 Tale nome era usato già da diverso tempo da molte altre lingue europee.

Infatti, nell’antica lingua francese le Campanule erano chiamate “Campanelles”, oggi si chiamano “Campanules” o “Clochettes”, in tedesco sono chiamate “Glockenblumen” e in inglese “Bell-flower” o “Blue-bell”. In italiano “Campanelle”. Tutte forme derivanti, ovviamente, dalla madre lingua latina.

Le Campanule sono piante “pioniere” importantissime nell’equilibrio ecologico naturale perché capaci di conquistare spazi appena colonizzati dal muschio e di aprire la strada ad altre piante. La loro piantagione nei giardini e nelle coltivazioni orticole già nel secolo XVIII comprendeva una ventina di specie. In Italia molte sono spontanee. Questo numero aumentò nel secolo successivo grazie ad un largo sviluppo delle importazioni europee dagli altri continenti.

Il bacino d’origine delle Campanule è la zona mediterranea dell’Europa. L’Asia, l’Africa, l’America del Nord, ma anche le isole del Capo Verde e le regioni artiche manifestano la loro presenza . È, comunque, dalle regioni mediterranee che si pensa abbia avuto inizio la distribuzione e la diffusione di queste piante in tutto il mondo. In Inghilterra molte specie sono state importate inizialmente per essere coltivate negli orti e, in seguito, come specie ornamentali. E’ stato merito del botanico inglese John Gerard (1545-1612) di avere introdotto in Inghilterra, alla fine del 1500, la Campanula medium e la Campanula persicifolia. Erano entrambe specie solamente della flora spontanea italiana, quindi del tutto ignote al clima insulare inglese.

La Campanula rapunculoides, presente nella villa Comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta,  presenta un portamento vigoroso, cespitoso, con fusto eretto, non molto foglioso e poco ramoso, alto circa 60 centimetri.

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Le radici sono di solito grosse e ricche di sostanze lattiginose. Le foglie, disposte a rosetta, sono di colore verde chiaro, tomentose, intere, alterne. Quelle basali sono dentate, più grandi di quelle cauline e più lungamente picciolate. Le foglie non sono persistenti alla fioritura.

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Il fiore ha la caratteristica forma a campanella. I fiori, ermafroditi, penduli, dal colore blu violetto, disposti in infiorescenze racemose, hanno calici con 5 divisioni, corolla con 5 petali lobati e appuntiti, 5 stami e le antere saldate.

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La fioritura avviene tra giugno e luglio ed è abbastanza prolungata. L’impollinazione è entomogama.

Il frutto, carnoso, è una capsula ovata che si apre mediante fori dai quali fuoriescono molti semi.

La moltiplicazione avviene per semina o per via agamica mediante la divisione dei cespi separando i numerosi germogli che la pianta emette attorno al vecchio ceppo dopo la fioritura. E’ meglio propagare le Campanula per divisione dei cespi, piuttosto che per seme, perché difficilmente si otterrebbero piante uguali alla pianta dalla quale si è raccolto il seme. Le piante ottenute da semi fioriranno dopo circa due anni.

Tutte le Campanule sono piante rustiche e non particolarmente esigenti crescendo rigogliose sia al sole sia in luoghi con una leggera ombreggiatura. Amano un terreno ricco di sostanze organiche, fresco, umido, soffice e ben drenato. Non temono il freddo e il gelo e si possono coltivare in giardino in qualsiasi periodo dell’anno. Durante i mesi freddi la parte aerea può disseccare completamente per rispuntare l’anno successivo. Abbondanti annaffiature d’acqua a temperatura ambiente occorrono in estate evitando i ristagni. In primavera è necessario nutrire il terreno utilizzando un concime specifico per piante da fiore. Le Campanule non hanno molti nemici. Le Lumache e i Lumaconi, ghiotti di queste piante, sono il solo loro problema. Anche gli Acari possono arrecare gravi danni ad una parte o a tutta la pianta.

 Le Campanule sono coltivate soprattutto come piante ornamentali, ma alcune specie vengono utilizzate in cucina.  Le radici e le rosette fogliari di Campanula rapunculoides e di Campanula persicifolia sono usate in insalata. Le radici carnose devono essere raccolte prima dell’inizio della fioritura. Le prime notizie di un uso commestibile di queste piante risalgono al XV secolo trasmesse dall’agronomo francese Oliviero de Serres (1539-1619) nel suo “Théàtre d’agriculture“.

 Lo scrittore e umanista François Rabelais, (1494 – 1553), nella serie dei cinque romanzi “Gargantua e Pantagruel”, dove l’autore racconta le avventure di due giganti, del padre Gargantua e del figlio Pantagruel, ne consigliava l’uso come insalate estive o autunnali. Le radici e le parti aeree della Campanula rapunculus, usate in medicina, hanno proprietà antinfiammatorie e rinfrescanti. Le foglie, applicate per uso esterno, combattono le verruche, gli infusi dei fiori sono utili nei gargarismi. Secondo molti studiosi, la Campanula rapunculus è nociva e quindi è sconsigliato l’uso interno.

Nel linguaggio dei fiori la Campanula simboleggia “civetteria e pettegolezzo”.

 

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