Feb 22, 2015 - Senza categoria    Comments Off on IRIS PSEUDOPUMILA

IRIS PSEUDOPUMILA

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Per me è sempre una gioia grandissima ritornare a Mistretta, al mio paese natio. Ricorrenze particolari mi sollecitanomaggiormente ad intraprendere il lungo viaggio che, da Licata, mi conduce a Mistretta. Una di esse è la festa dell’Immacolata Concezione alla quale mio padre, io e tutta la mia famiglia siamo stati sempre particolarmente devoti.

 I ricordi mi portano lontano nel tempo quando la chiesa di San Nicolò di Bari era guidata dai sacerdoti Antonino Saitta e Filadelfio Longo collaborati da mio padre Giovanni e, ancora prima, da mio nonno paterno Vincenzo. Erano loro ad organizzare la festa e la processione del fercolo dell’Immacolata Concezione.

Oggi questo pregevole incarico è affidato a mio cugino, il signor Antonino Lorello, che lo effettua con grande religiosità e sacra venerazione dell’Immacolata.

Ricordo che anche a me, quando ero giovanetta, era stato affidato un importantissimo incarico che tanto mi onorava: quello di portare il gonfalone che segnalava l’inizio del cammino processionale. Mia madre ogni anno mi comprava un cappellino, una sciarpa e un paio di guanti nuovi, dal colore giallo canarino, per proteggere dal freddo, che a dicembre è sempre molto pungente, la testa, il collo e le mani.

Quest’anno, durante il viaggio di ritorno a Mistretta proprio per partecipare alla festività dell’Immacolata Concezione, lungo la statale 117 che collega Nicosia a Mistretta e, in particolare, nei pressi della Sella del Contrasto, una piccola piantina, appena sollevata dal terreno, dal colore violetto, mossa da un alito di vento di tramontana, ha attirato la mia attenzione. Era l’unica nota di colore perché la vegetazione a 1120 metri di altitudine nel mese di dicembre è dormiente. Avvicinandomi ancora di più al paese, in un campo incolto c’erano talmente tante piantine di colore viole come se fossero state seminate di proposito. La mia macchina fotografica, sempre pronta a compiere il suo dovere, le ha fotografate.

Sono i fiori di Iris pseudopumila.

L’Iris è un fiore meraviglioso appartenente alla famiglia delle Iridacee.

Il genere Iris raccoglie circa 200 specie di piante il cui fiore in Italia è comunemente conosciuto col nome di “Giaggiolo”.

Il nome del genere “Iris” deriva da greco “ίρις” “iride, arcobaleno” per i colori iridescenti dei suoi fiori.Secondo la mitologia greca l’arcobaleno, che congiunge il cielo alla terra, era personificato da Iris,  la dea velocissima messaggera degli ordini celesti. Quando nel cielo appariva l’arcobaleno significava che Iride, con le vesti svolazzanti, dalle evanescenti sfumature luminose dell’arcobaleno, era scesa sulla terra per annunciare agli uomini i messaggi da parte degli Dei che abitavano sul monte Olimpo. Secondo alcune interpretazioni l’arcobaleno era tracciato dal cammino di Iris. Il fiore, che per la varietà dei suoi colori ricorda l’arcobaleno, è chiamato appunto Iris.

Poiché Iris accompagnava le anime delle donne defunte ai Campi Elisi, i greci deponevano il fiore di Irisdal colore viola  sulle tombe delle loro famigliari.

Il nome “pseudopumila” della specie deriva dal latino “pseudo” “falso” e “pumilus” “nano” per la sua piccola altezza.

Sinonimi sono: Iris pupila, Iris panormitana, Iris lutescens.

L’Iris pseudopumila è una piccola pianta erbacea alta 12-20 cm, perenne, rizomatosa. Dal rizoma sotterraneo emergono le foglie disposte a V, sempreverdi, lunghe fino a 20 cm.  Sono numerose, larghe, piatte, lanceolate, glauche, glabre, a lamina con margine intero e con venature parallele. I fiori, singoli, dal profumo dolce e delicato, sono di colore violetto, ma possono essere di diversi colori. Talvolta sono interamente violetti, oppure gialli, più raramente gialli con lacinie bordate di violetto o, viceversa, violetti con lacinie bordate di giallo, bianchi o crema. Esemplari di differenti fenotipi si trovano assieme in popolazioni naturali. Il fiore di Iris è formato da tre segmenti esterni larghi, vistosi detti “cascate”, perché si curvano verso l’esterno, e tre segmenti interni, più piccoli ed eretti, chiamati “stendardi”. La fioritura avviene da dicembre ad aprile. I fiori conferiscono all’ambiente in cui prosperano l’aspetto di un giardino naturale d’impareggiabile bellezza. L’ovario è infero. Gli stami sono tre. L’impollinazione avviene mediante l’aiuto degli insetti. Dopo la fecondazione, i tepali avvizziscono e cadono mentre l’ovario si sviluppa in una cilindrica capsula di frutti contenente molti semi neri e rugosi che si liberano quando la capsula si rompe. La moltiplicazione avviene, oltre che per seme, anche per suddivisione dei rizomi che contengono le scorte nutritive per la nuova pianta.

Iris pseudopumila

L’Iris pseudopumila è una specie molto resistente ed endemica della Sicilia e della Puglia. A Malta è presente la varietà di Iris pseudopumila a fiore giallo ed è una specie protetta per il pericolo di estinzione. In Sicilia si trova sui monti Nebrodi, sui monti attorno a Palermo e in alcuni tratti della costa trapanese. La sua presenza è più rara nella Sicilia sud-orientale e sull’Etna. In Puglia si trova sulle Murge e sul Gargano. I suoi habitat preferiti sono: i boschi, i pascoli,  le garighe, le zone aperte della macchia mediterranea comprese da 100 a 1400 metri di altitudine.

 Gli Iris, a causa della straordinaria bellezza dei fiori, per il loro aspetto leggero ed elegante, sono comunemente utilizzati per abbellire giardini, aiuole e anche terrazze visto che possono essere facilmente coltivati nel vaso. Distribuiti in piccoli gruppi sparsi, donano al verde del giardino uno speciale effetto esotico a macchia di colore. Oppure possono interessare ampi spazi come sono rappresentati nei bei paesaggi dei quadri di Monet e di Van Gogh.

Coltivare il fiore di Iris non è difficile. Bastano alcuni semplici accorgimenti per avere degli Iris lussureggianti. Molto importanti sono: l’umidità, la capacità drenante del terreno, per permettere al bulbo di crescere, e una buona esposizione al sole. I rizomi vanno messi a dimora a partire dal mese di luglio e ricoperti da un sottilissimo velo di terra. Se troppo interrati, infatti, rischiano di marcire e impediscono la fioritura. Bisogna evitare i pericolosi ristagni d’acqua che sono la prima causa della comparsa della muffa. Purtroppo gli Iris non sanno difendersi dall’attacco di diversi nemici. Le femmine del dittero Eumerus strigatus depongono le uova alla base delle piante. Le larve, penetrando all’interno dei rizomi, li divorano danneggiandoli gravemente. Il nematode Ditylenchus dipsaci causa alterazioni dello sviluppo per cui la pianta rimane nana, lo stelo si contorce, la pagina fogliare si raggrinzisce e va in necrosi. La presenza del fungo Sclerotinia gladioli provoca macchie scure sulle foglie con alterazioni più o meno gravi sulla parte ipogea di tutta la pianta. L’attacco dei funghi del genere Penicillium provoca il marciume dei rizomi. Le foglie colpite dalla ruggine Puccinia iridis mostrano macchie giallastre che, nel tempo, assumono una colorazione rosso-brunastra e si polverizzano. Le foglie, attaccate dopo la fioritura dall’Heterosporium gracile, mostrano macchie bruno-giallastre che, disseccando, provocano dei fori sul lembo fogliare. Le foglie e i rizomi attaccati dal Bacterium carotovorum vengono rapidamente ridotti ad una poltiglia maleodorante.

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Molti racconti e leggende sono legati al fiore di Iris divenuto anche un nome femminile piuttosto diffuso. Si narra che l’Iris sia originario della Siria e che il faraone Thutmosis, particolarmente colpito dalla bellezza di questo fiore,   ne portò molte specie in Egitto.

Un’altra leggenda racconta che Luigi VII di Francia (1120-1180), mentre tornava vittorioso da una battaglia, passò accanto ad un campo di Iris che ammirò molto. Scelse questo fiore come simbolo del Regno di Francia e per lungo tempo è stato considerato l’orchidea dei poveri per la sua notevole bellezza.

Sullo stemma della città di Firenze c’è il Giglio Fiorentino che è una varietà di Iris. Per i giapponesi l’Iris, insieme alla Peonia e al Crisantemo,  è un fiore che rappresenta la nazione.

In Giappone l’Iris é rimasto uno degli emblemi nazionali e rappresenta le gesta eroiche della nobiltà.

 L’iris è anche il fiore dei poeti e dei pittori. Una leggenda toscana narra che Iride era una bellissima donna fiorentina di cui si era perdutamente innamorato un pittore. Lei promise che lo avrebbe sposato se lui avesse dipinto un fiore così naturale da essere capace di attrarre una farfalla sopra il suo dipinto. Il pittore dipinse un fiore così bello che, non solo la farfalla si posò sopra di esso, ma il dipinto divenne vero e il fiore fu chiamato Iris.

L’iris è entrato a far parte delle piante officinali come efficace rimedio contro alcune patologie. Nell’antichità, gli Egiziani, i Greci, i Romani gli si attribuirono proprietà misteriose quali: alleviare e calmare la collera e l’isteria, ridurre l’agonia della gente spinta al suicidio, annullare gli effetti delle punture degli animali velenosi. Nella fitoterapia cinese, l’Iris era impiegato come antinfiammatorio, antibatterico, antivirale e antifungino. Il popolo Navajo, nativo dell’ America settentrionale, preparava il decotto di Iris ad uso emetico. I rizomi secchi erano utilizzati in infusione come antidolorifico contro il mal di denti e, ridotti in polvere, come antisettico in caso di ferite. Il popolo hawaiano dalle foglie e dai fiori ricavava il colorante blu per i tatuaggi; la poltiglia delle foglie macerate con sale, zucchero e spezie serviva per pulire e curare la pelle. In India l’Iris era assunto come diuretico, antielmintico, e rientrava in un preparato vegetale per il trattamento delle malattie veneree. I rizomi essiccati, masticati aiutavano i bambini nel periodo della dentizione. Il rizoma è ricco di tannino e la sua polvere provoca lo starnuto. Assunta in piccole dosi la sua radice fresca è stimolante, espettorante e diuretica, in forti dosi è causa di diarrea. Come rimedio naturale l’Iris può essere utile contro l’emicrania. Blocca il dolore alle tempie e dona una sensazione di sollievo attorno agli occhi dove generalmente il dolore si concentra. L’estratto di Iris è efficace anche per i problemi di digestione spegnendo i bruciori di stomaco e rilassando le pareti addominali colpite dall’infiammazione. Durante il Rinascimento le radici di Iris, introdotte in una corda, profumavano l’acqua bollente per lavare la biancheria. Con il rizoma essiccato e polverizzato si trattavano le parrucche indossate dall’aristocrazia francese e inglese. In Italia, nell’800, si stimolò la produzione della radice perché essiccata poteva soddisfare la richiesta di profumo proveniente dal settore nazionale e straniero. Infatti, per le proprietà aromatiche, officinali, coloranti i fiori e i rizomi di alcune varietà di Iris trovano impiego in profumeria, in cosmetica in farmacia sotto forma di ciprie, creme e lozioni. Dai rizomi essiccati, chiamati ireos, siottiene una polvere che contiene l’irone, una sostanza chimica dal caratteristico profumo di viola mammola con la quale si fabbricano profumi, deodoranti, dentifrici. In cucina il rizoma è usato come correttore del sapore di bevande, per profumare il vino Chianti, che acquista una gradevole fragranza di viola, per mantenere l’aroma della birra nei barili in Germania e il bouquet del vino nelle botti in Francia. Alla polvere dei rizomi sono state attribuite anche proprietà afrodisiache.

 Nel linguaggio dei fiori Iris significa “buona novella” in riferimento ad Iris, la messaggera degli dei. In generale è simbolo di buon augurio e di fedeltá. Disponibile in tantissime varietà, come i colori dell’arcobaleno, l’Iris assume diversi significati. Il colore giallo indica lamore appassionato, il colore bianco rappresenta la purezza. L’Iris blu rimanda alla fede e alla speranza, l’
 viola é l’emblema della saggezza e della sapienza, qualità acquisite durante gli anni di studio. Proprio per questo significato un bouquet di fiori di Iris è donato al neolaureato. Anche nell’Asia orientale l’Iris era considerato il fiore dal significato importante: era utilizzato come talismano efficace contro le forze oscure del male. Fu dipinto sulle armature degli eserciti in guerra per proteggere i militari dai nemici e dalla morte. L’iris trasmette più eloquentemente sentimenti profondi e positivi: l’assoluta fiducia, l’affetto dell’amicizia, il trionfo della verità, la promessa della speranza, l’ultima a fuoriuscire dal vaso scoperchiato da Pandora dopo che tutti i mali si riversarono nel mondo come narra la mitologia greca.

Secondo alcune interpretazioni, il numero tre ricorrente nell’Iris, i petali in posizione verticale e i petali rivoltati verso il basso, rimanda a quello della Trinità. Per questo motivo l’iconografia cristiana ha assunto questo fiore come simbolo di fede, di coraggio e di saggezza. Il fiore di Iris, ritto e proteso verso il cielo, era ritenuto anche simbolo di longevità. Dai cinesi l’Iris è denominato “farfalla porpora” per i vistosi petali posti a ventaglio e svolazzanti sotto il soffio della brezza.

 Nel linguaggio floreale regalare un mazzo di fiori di Iris significa esprimere simpatia, ammirazione, conforto, incoraggiamento nell’affrontare la vita e il futuro.

L’osservazione di questo splendido fiore provoca, comunque, rilassamento e benessere.

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