Oct 27, 2014 - Senza categoria    Comments Off on L’INULA VISCOSA O DITTRICHIA VISCOSA NELLE ZONE DI LICATA

L’INULA VISCOSA O DITTRICHIA VISCOSA NELLE ZONE DI LICATA

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Qualche giorno fa, passeggiando lungo il viale dentro il porto turistico Marina di Cala del Sole a Licata, la mia attenzione è stata attratta da una grande quantità di piante fiorite che adornavano, riempiendolo, un pezzetto di terreno. Osservando attentamente altri luoghi ho notato che questa pianta è molto diffusa e quasi invadente non solo all’interno del porto turistico, ma cresce rigogliosa anche nei piazzali incolti, sotto i marciapiedi, ai bordi delle strade, sui muri, lungo le sponde del fiume Salso, ai margini delle spiagge di Mollarella, della Poliscia, della Rocca di San Nicola. Sembra che resista all’intensa forza delle mareggiate.

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In un’aiuola all’interno dello spiazzo del rifornimento di carburante Agip di via Gela, sempre a Licata, moltissime di queste piante splendono per il colore giallo brillante dei fiori. La mia macchina fotografica è sempre pronta a registrare qualsiasi particolare evento!
In un pugno di terreno, disposto ad accoglierla, là  c’è!

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La mia curiosità nel chiamare col proprio nome scientifico questa meraviglia che la Natura mi regala con premurosa solerzia è stata subito soddisfatta dal gentile prof. Alfonso La Rosa.
La Sua nobile e preziosa disponibilità a guidarmi nell’identificazione delle piante spontanee è per me un grandissimo incoraggiamento ad aggiornare il mio blog.  Grazie Alfonso!
E’ l’Inula viscosa.

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L’Inula viscosa proviene dalle regioni costiere del Mediterraneo, ma, per la sua rusticità e per la sua capacità di adattamento, si spinge molto lontano naturalizzandosi anche in altre regioni dell’Europa e del Nordamerica. In Italia è presente in tutte le regioni della penisola e nelle isole tranne che in Val d’Aosta e nel Trentino-Alto Adige. Vegeta bene dal mare alla montagna ad un’altitudine da 0 fino ad 800 metri s.l.m. E’ rigogliosa in Piemonte, in Lombardia, nel Veneto, nel Friuli-Venezia Giulia, in Liguria, in Emilia-Romagna, in Toscana, nelle Marche, in Umbria, nel Lazio, in Abruzzo, in Molise, in Campania, in Puglia, in Basilicata, in Calabria, in Sicilia, in Sardegna.  Sui colli Euganei è molto rara ed è stata rinvenuta solo sui monti sopra Monselice.

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Per la sua notevole distribuzione nel territorio nazionale, la pianta è conosciuta con i sinonimi più noti quali: Enula cepittoni vischiosa, Enula bacicci, Cupularia viscosa, Dittrichia viscosa. Il nome “Dittrichia” è stato scelto per omaggiare il botanico tedesco Manfred Dittrich (1934-) noto studioso delle Asteraceae. Il nome volgare dialettale è Brucara, Erva maisa.

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In Italia altri sinonimi noti sono: Ceppica, Ceppula, Prucara, Pruteca. Il popolo di ogni regione italiana conosce la stessa pianta con sinonimi diversi e più appropriati. In Toscana, a seconda delle località, è chiamata: Ceppita, Ceppitone, Cespita, Erba puzza, Erba vischio, Melacciola, Melajola, Melangola, Scepita, Tignamica. In Campania è chiamata: Erba della Madonna, Erba di Ciucci, Mastirascia, Paparacchio, Pruteca, Putica. In Liguria è chiamata: Erba da Pruxe, Gnasca, Nasca, Pulegara. Sarzana. In Emilia-Romagna: Scarafazzen. In Basilicata: Piscia pantone. Nelle Marche: Bistorno. In Abruzzo: Cote de volpe. In Calabria: Arangella, Arzunella, Canta Canta, Crizza, Erba per i tagli, Pulicara. In Sicilia: Brucara, Erva di maisi, Prucarà, Pulicara majuri, Pulicaria, Vulcara. I mistrettesi la chiamano Pulicarra. In Sardegna, a seconda della zona, è chiamata: Frissa, Frisa, Frisia, Erba da Mosca. Certamente non ci sono limiti alla fantasia popolare!

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 L’Inula viscosa è una pianta generalmente sempreverde appartenente alla famiglia delleAsteraceae. La denominazione scientifica Inula è stata adoperata nella pubblicazione Species Plantarum del 1753 da Carl von Linné, nome italianizzato in Linneo, (Rashult, il 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778). Biologo e scrittore svedese, Linneo è considerato il padre della sistematica metodologica per la classificazione tassonometrica degli esseri viventi.
Il nome del genere “Inula” potrebbe derivare anche dal termine latino “inŭla” usato dai Romani per indicare proprio ”l’erba”. Un’altra ipotesi sull’etimologia del termine probabilmente lo fa derivare dal vocabolo greco “ίναι” “purgare” per le proprietà terapeutiche contenute nelle radici di varie specie di Inula. Oppure origina dal greco “ελένη” “splendore, bagliore, luce” per lo splendore del piccolo cestino dei capolini. Il termine “viscosa” deriva dal latino “viscosus” in riferimento alla viscosità della specie.
L’Inula viscosa è una piccola pianta suffrutescente, legnosa alla base, vigorosa e abbondantemente ramificata. Dalle radici rizomatose ipogee si ergono i fusti, a sezione cilindrica, eretti, allungati, alti da 50 a  80 cm e che, eccezionalmente, possono raggiungere i 150 cm di altezza. Il fusto è circondato dalle foglie vischiose e dai germogli pubescenti, glandolosi e vischiosi, che emanano uno sgradevole odore resinoso che tiene lontani gli animali erbivori. Le foglie, sessili, irregolarmente alterne o sparse, quelle cauline con lamina lanceolata e semiabbraccianti, per avvolgere il fusto, hanno il margine intero o irregolarmente dentato e seghettato e l’apice acuto.  In genere le foglie persistono sulla pianta.

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I fiori, simili a margheritine, sono dei capolini molto vistosi. I fiori periferici,femminili, disposti a raggiera, a linguette lunghe quasi il doppio dell’involucro, sono di colore giallo dorato. I fiori interni, ermafroditi, tubulosi sono dotati di una corolla colorata di giallo intenso terminante con cinque denti. La fioritura è scalare protraendosi per un tempo piuttosto lungo che si estende da agosto a novembre. Per la scalarità della fioritura si hanno sulla stessa pianta contemporaneamente fiori e frutti. L’impollinazione è entomogama.
Il frutto, un achenio lungo circa 3 mm, è provvisto di un pappo piumoso, biancastro e morbido, con peli riuniti alla base che permettono la disseminazione anemocora dei piccoli semi lunghi.

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 L’Inula viscosa è una pianta tipicamente eliofila, ruderale, rustica e poco esigente. Colonizza, comportandosi da infestante, terreni poveri, siccitosi, calcarei, argillosi, pietrosi e soprattutto incolti e abbandonati.
Cresce anche nei luoghi erbosi ed umidi, nei luoghi boscosi, nelle località aride. Si adatta a vegetare anche nelle scarpate dove, con il suo apparato radicale profondo, riesce a trattenere il terreno.
Evita i terreni seminativi e lavorati. Non è molto esigente in fatto di temperatura e resiste bene ai climi invernali. Anche se il suo aspetto è inelegante, la pianta è di facile coltivazione ed ha un notevole sviluppo vegetativo. L’utilità della pianta di questo genere si estende anche al giardinaggio e alla decorazione tramite il fiore reciso.

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L’Inula viscosa, pianta molto comune nel bacino mediterraneo, è conosciuta per il suo ruolo nel ciclo degli insetti ausiliari che controllano la Bactrocera oleae, la mosca olearia,uno dei principali parassiti degli uliveti. La pianta è attaccata dalla Myopites stylata, un dittero Tefritide che depone le uova sui fiori dell’Inula.
La larva di Myopites stylata stimola la formazione di galle. Le larve di Myopites stylata possono a loro volta essere parassitate dagli insetti parassitoidi, in particolare dall’Eupelmus rozonusu, un parassita polifago degli Imenotteri Calcidoidi. l’Eupelmus rozonusu attacca da parassita la mosca delle olive generando ogni anno almeno 2-3 generazioni. Riassumendo: poiché l’Eupelmus rozonusu è l’antagonista naturale della mosca delle olive, la presenza delle piante di Inula nei terreni coltivati ad oliveti è fondamentale perché può contribuire al controllo del fitofago nei programmi di lotta integrata.

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 Il genere Inula comprende specie con proprietà officinali. Infatti, nei vari testi di medicina naturale si trova un ricco elenco di proprietà attribuite alle “Inule” quali: stomachiche, vermifughe, toniche diuretiche, balsamiche e calmanti della tosse, risolutive in generale. Tuttavia all’Inula viscosa non si attribuiscono proprietà medicinali, anche se in passato, in qualche regione, è stata utilizzata nella medicina popolare. In alcune regioni della Sardegna sarebbe stata usata come analgesico per i dolori reumatici. In Sicilia le foglie verdi pestate o tritate, applicate sulle ferite, sono un buon rimedio per la loro cicatrizzazione.
Fatte aderire esternamente risolvono problemi di eczemi della pelle, di herpes delle labbra  e di punture di insetti. In Liguria le foglie essiccate erano utilizzate dagli indigenti quale surrogato del tabacco.
La pianta di Inula contiene piccole quantità di olio etereo e di inulina. Il contatto con alcune sostanze di questa pianta potrebbe causare dermatiti allergiche. L’assunzione di elevate quantità di queste sostanze potrebbe causare vomito e diarrea.
In campoalimentare l’Inula è una pianta mellifera frequentemente visitata dalle api, soprattutto quando le altre fioriture sono limitate, per l’abbondante produzione di polline e per la lunga durata della fioritura. Essa contribuisce, pertanto, nella tarda estate e in autunno, alla produzione di miele millefiori e, nelle zone dove è abbondante la sua presenza, alla produzione di miele monoflora.Il miele di Inula è poco apprezzato nel mercato commerciale per il sapore e per la cristallizzazione irregolare. Infatti, avendo un’umidità più alta rispetto agli altri mieli, è meno stabile per la conservazione perché, a temperature moderatamente alte, facilmente va incontro a fermentazioni. L’Inula viscosa è utile per la costituzione di famiglie di api che generano sciami numerosi nella primavera successiva.

Curiosità: in passato, creando una specie di scopa, un fascio di fusti era utilizzato per pulire il piano di cottura del forno a legna perché, grazie alla viscosità delle foglie vischiose e alla resistenza al fuoco, la cenere e la polvere  venivano facilmente eliminate.
Nelle campagne l’Inula è stata un prezioso aiuto grazie al suo potere insettifugo; l’odore forte della parte verde è stato sfruttato per conservare le granaglie e i legumi. I contadini usavano poggiare fasci di Inula sopra i sacchi che contenevano legumi e  cereali per allontanare i pidocchi.

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