Nov 23, 2021 - Senza categoria    Comments Off on IL PRUNUS PISSARDII DALLE FOGLIE ROSSE NELLA VILLA COMUNALE “G. GARIBALDI” DI MISTRETTA

IL PRUNUS PISSARDII DALLE FOGLIE ROSSE NELLA VILLA COMUNALE “G. GARIBALDI” DI MISTRETTA

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L’autunno ha percorso già la metà del suo cammino stagionale.
Molti alberi rimpiangono la bella estate ormai lontana con la caduta delle loro foglie.
L’alberello di Prunus cerasifera pissardii in questo periodo ha quasi perso la sua chioma rossiccia.
La poesia ”Tempo d’autunno”, tratta dal libro “Sintiti, Sintiti” , composta dal prof. Carmelo De Caro nel Settembre del 1962, induce il lettore a profonde riflessioni.

 

TEMPO D’ AUTUNNO

Tempo d’autunno,

di foglie gialle

Che, come ballerine,

volteggiano nell’aria,

animate dal fremito dolce

del vento della sera.

 

Vento d’autunno,

che corri per le vie

con ali di velluto,

baciando la sua pazza chioma bruna,

col tuo alito fresco di verde muschio

e di terra bagnata.

 

Pioggia d’autunno,

che cadi lentamente

 nell’arsa terra brulla,

che canti correndo giù, giù

per la grondaia, empiendo di suoni

 il pacato silenzio della notte.

 

Amore d’autunno,

che come viva fiamma

riscaldi i nostri cuori,

 riaccendendo l’essenza della vita,

tu, te ne andrai così,

come l’autunno.

 

 Al genere Prunus appartengono diverse specie di alberi e di arbusti presenti in tutto il pianeta e appartenenti alla famiglia delle Rosaceae.
I Prunus, per la maggior parte, sono originari dell’emisfero settentrionale, soprattutto dell’Asia, e introdotti in Europa in un tempo imprecisato, ma, secondo alcuni studiosi, già sin dall’epoca romana. Molte specie sono coltivate per i frutti dolci e succosi che si trovano nelle nostre tavole: ciliegie, pesche, albicocche, prugne, mandorle.
I Pruni ornamentali costituiscono, invece, un mondo quasi a sé stante e sono, generalmente, degli ibridi prodotti dall’Uomo. Coltivati nei giardini sono: il Prunus cerasifera Pissardii, e il Prunus cerasifera Pissardii nigra, dalle foglie quasi nere. Provengono dal Giappone dove il ciliegio da fiore è un vero e proprio simbolo nazionale.
Il Prunus cerasifera ‘Pissardii‘, presente nella villa comunale “G. Garibaldi” di Mistretta con due esemplari posti alle spalle del busto bronzeo del comm. Vincenzo Salamone, è una varietà di ciliegio ampiamente coltivata soprattutto nel verde pubblico, nei parchi e nei giardini dove forma macchie di colore e contrasti di tinte per il suo fogliame di colore rosso, per la spettacolare e prolungata fioritura incredibilmente abbondante, per i piccoli fiori di colore rosato, per la robustezza e per le poche cure di cui ha bisogno.
Il Prunus cerasifera pissardii è chiamato anche con altri sinonimi “Mirabolano,Ciliegio-susino,Padus Racemosa, Prunus myrobalana, Prunus divaricata”.
Il termine “Mirabolano” deriva dal greco antico “μυροβάλανον” composto da “μύρον“, “unguento” e da “βάλανος”,ghianda” per indicare i frutti succosi.

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 Il Prunus cerasifera pissardii è un alberello di piccola taglia dal portamento elegante. Il tronco snello, diritto poi sinuoso e nodoso, è presto ramificato e rivestito dalla corteccia di colore bruno-rossiccio, fessurata e squamata negli esemplari adulti. Le foglie, caduche, ovate o ellittiche, con apice affusolato e margine seghettato, danno alla chioma una forma tondeggiante. La pagina superiore è di colore rosso intenso, la pagina inferiore è più chiara e presenta alcuni peli lungo le nervature penninervie ben marcate. Nell’insieme, le foglie formano la chioma piuttosto globosa. Sono molto decorative per tutto il periodo vegetativo.

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In primavera la pianta produce un’eccezionale fioritura costituita da piccoli fiori ermafroditi, solitari o a mazzetti, a forma di coppa, molto numerosi, portati da un corto picciolo, con i petali della corolla di colore rosa pallido, che appiano abbondantemente sulle gemme da fiore inserite sul legno dell’anno precedente e prima delle foglie. È una delle prime specie, insieme al mandorlo, a fiorire dopo l’inverno, tra febbraio e marzo.

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L’impollinazione è entomofila, favorita dalle api e da altri insetti pronubi. I frutti, gli amoli, simili alle prugne, ma di dimensioni più piccole, sono delle drupe rotonde del diametro di 2-3 centimetri, di colore rosso cupo, commestibili e dal sapore acidulo.
Il seme è contenuto all’interno di un endocarpo legnoso, il nocciolo. La maturazione si completa a giugno. Per la riproduzione si possono seminare i noccioli in autunno per vederli germinare nella primavera seguente. Si ottengono risultati soddisfacenti anche interrando talee ricavate dal legno di 2 anni.

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Il Prunus issardii, pianta rustica, a crescita rapida, è facilmente coltivato isolato o a gruppi.
Necessita di un’esposizione diretta alla luce del sole anche per molte ore del giorno. Non temendo il freddo e l’inquinamento atmosferico, può essere posto a dimora in un qualsiasi giardino per tutto l’arco dell’anno.
Le annaffiature devono essere regolari e, per evitare che la pianta sia troppo esposta all’acqua delle piogge, è necessario scegliere un substrato ricco, profondo, leggermente calcareo, ben drenato, dove riesce a trovare gran parte dei nutrienti poiché le sue radici si diramano anche per decine di metri.
Con il passare degli anni, lo sviluppo di un cospicuo apparato radicale consente alla pianta di accontentarsi delle risorse del terreno senza la necessità di ulteriori annaffiature. In genere sopporta la siccità, anche se sarà necessario annaffiare in caso di aridità molto prolungata durante i mesi caldi. Durante i mesi autunnali è bene interrare alla base dell’albero una buona quantità di concime.
I giovani esemplari, da poco messi a dimora, necessitano di più cure rispetto agli esemplari adulti. Di solito, quando la pianta è giovane si pota poco, ma, man mano che invecchia, si deve intervenire in modo più accentuato per evitare che la vegetazione si diradi nelle parti basse dell’albero e si sposti verso le estremità dei rami.
Una potatura invernale danneggerebbe la fioritura. Solo dopo la fioritura si potrà ripulire la pianta dai rami rovinati o deboli, alleggerendo la chioma, con la tecnica “a tutta cima“, cioè accorciando il ramo sopra una ramificazione laterale rivolta verso l’esterno il cui apice vegetativo assumerà la funzione di cima.
Il legno fresco tagliato emana un buon profumo di mela. È possibile, invece, tagliare i rami in boccio o in fiore per adornare la casa: la raccolta dei rami fioriti può essere definita come una vera e sufficiente potatura.
Se il taglio è eseguito sui rami piccoli, la pianta non ne soffre. L’eventuale eliminazione dei rami secchi, invece, potrà essere eseguita in ogni periodo dell’anno. Interventi troppo energici provocano, però, una diminuzione della fioritura.
Il clima primaverile, con un elevato sbalzo termico tra le ore diurne e quelle notturne, e le piogge abbastanza frequenti, potrebbero favorire lo sviluppo di malattie fungine. Prima dell’arrivo dei mesi freddi è consigliabile effettuare un trattamento anticrittogamico ad ampio spettro. Le piante, che sono state colpite da ticchiolatura o da altre patologie fungine, vanno curate in maniera particolare avendo l’accortezza di raccogliere e distruggere col fuoco tutte le foglie malate. In primavera anche gli Afidi possono danneggiare la pianta.
I frutti del Prunus pissardii sono usati in cucinaper essere consumati crudi o lavorati in torte, in crostate, in marmellate. Non è prudente mangiare il seme se è troppo amaro; assunto in notevoli quantità, per il suo contenuto di acido cianidrico, potrebbe arrecare inconvenienti anche gravi.
Per uso farmaceutico l’estratto è utile a chi è affetto da turbe mentali. Il dott. Edward Bach così scrive: “ […] A chi ha paura di avere la mente sovraffaticata, di perdere la ragione, di compiere azioni terribili e spaventose, non volute, che si sanno essere sbagliate e non si vogliono fare, ma che tuttavia vengono alla mente, e che si ha l’impulso di fare  […]”.
Aiuta a riacquistare l’equilibrio psichico, ad accettare i lati negativi del proprio carattere senza permettere che prendano il sopravvento, a favorire l’inserimento nella società. Induce a riconoscere la ricchezza del proprio mondo interiore liberando le energie positive.
Anche l’Ayurveda indiana, il sistema medico che volge la sua attenzione sulla forza vitale, sugli elementi e sulle qualità della Natura, dal punto di visto terapeutico è ricorsa ai rimedi erboristici poiché la biochimica ha individuato nelle essenze esaminate la presenza di principi attivi che ne giustificano l’uso.
Lo Spinello, uno degli spagyrici speziali del tempo, nel “Theatro Spagyrico”, edito a Napoli nell’anno di grazia 1666, scrisse: “[…] Sono tutti i Mirabolanti, medicina benedetta; salvano e purgano il corpo dagli humori superflui e tristi; confortano il capo, il fegato, il cuore, lo stomaco e tutte le membra interne; risvegliano il sentimento e l’ingegno, rallegrano il cuore, chiarificano il sangue. Cacciano la melanconia e fanno buon colore, ma i citrini in specie purgano la colera, reprimono l’infiammo agli occhi, chiarificano la vista, asciugono le lacrime importune […]”.

 

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