Jul 23, 2015 - Senza categoria    Comments Off on IL PINUS NIGRA

IL PINUS NIGRA

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Ogni volta che mi  trovo al  mio paese, a Mistretta, giornalmente mi reco alla villa comunale “Giuseppe Garibaldi” per incontrare le mie amiche PIANTE che saluto, ammiro e chiamo ciascuna con il proprio nome. Nell’agorà, seduta su uno dei tanti sedili, in particolare oggi osservo il Pino nero. E’ maestoso, è bello! Ammiro la sua cima, fitta di rametti e di foglie, già affacciandomi dal balcone belvedere.

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Da questo magnifico giardino non vorrei uscire mai! Le emozioni che ricevo sono tante! Al primo posto c’è l’amore per la Natura. Seguono:i buoni rapporti sociali intrattenuti con le persone che entrano nella villa, la piacevolezza della frescura, molto apprezzata da me che fuggo da Licata dove il caldo è insopportabile, il profumo e i colori dei fiori che inebriano l’olfatto e la vista, la sensazione di riposo e di benessere generale. Vincenzo Consolo, scrittore appartenente a quella particolare specie di intellettuale siciliano di consistenza così essenziale e compatta, così scrive:”Ma tant’è: dal giardino e dal labirinto si esce con le ali, sia pure attaccate con la cera, coi voli della fantasia, si esce attraverso la ricerca, la conoscenza, per la porta che dalla Natura immette nella storia”.

Il Pinus nigra è una specie del genere Pinus presente esclusivamente nelle regioni montuose mediterranee. Il nome scientifico è “Pinus nigra”, il nome comune è “Pino austriaco” perché appartiene ad una sottospecie originaria dell’Austria e della Croazia. Il Pino nero d’Austria è una conifera di rapida crescita appartenente alla famiglia delle Pinaceae. I rametti, tipicamente grigio-brunastri con sfumature nere, insieme alle foglie formano la chioma verde, scurissima da cui l’appellativo di “Pino nero”.

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I Pini sono stati introdotti in Europa da Maria Teresa d’Austria e, inizialmente sono stati i primi a proliferare. Successivamente si è dato ampio spazio alle Querce e ad altri alberi ad alto fusto. Così, il Pino nero si trova quasi dovunque, come l’Abete. Il Pinus nigra ha esteso il suo areale dall’Europa meridionale all’Asia Minore, alle montagne dell’Africa settentrionale fino all’Anatolia. Si è naturalizzato in qualche area dell’America settentrionale. In Italia è presente con tre sottospecie spontanee nelle Alpi orientali, nell’Appennino centrale e nell’Appennino meridionale. E’ spontaneo nel Veneto, nel Friuli, in Calabria e in Sicilia vegetando bene nelle zone più fredde dell’area del Castagno e del Faggio. Sotto il aggruppamento tassonomico di “Pino nero” in Italia rientrano molti Pini che presentano alcune varietà con adattamenti geografici e con condizioni morfologico-strutturali diversi fra loro. Sono esempi: il Pino laricio in Calabria, il Pino di Villetta Barrea in Abruzzo, il Pino d’Austria in Sicilia che è presente anche nella villa comunale di Mistretta.

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 Il Pinus nigra è un albero sempreverde, longevo, che può contare 250 anni d’età, dalle dimensioni elevate di circa 30 metri. L’albero è fissato al suolo mediante una radice fittonante dotata di notevole capacità penetrativa. Presenta lo sviluppo del tronco colonnare e diritto che si eleva verso l’alto ed è rivestito dalla corteccia ruvida, grigio-scura, quasi nera, profondamente fessurata e suddivisa in placche irregolari e allungate.

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5 okE’ ramificato sin dalla base con palchi secondari orizzontali. I rami sono ricoperti da lunghi aghi di colore verde scuro. Le foglie, aghiformi, rigide, persistenti, erette e poco innervate, di colore verde intenso, sono appaiate ed avvolte da una guaina. Gli aghi, lunghi da 8 a18 centimetri, hanno l’apice appuntito e pungente. Le foglie formano la chioma asimmetrica, densa, molto scura e dall’aspetto pesante. Il Pinus nigra è vestito di un abito verde anche nella stagione fredda. D’inverno, quando tutto dorme e la Natura si rinchiude in se stessa e i colori sfumano e si disperdono nella neve, il Pino nero è sempre bello e verde. I suoi rami fitti e spioventi formano un ombrello sempre aperto, una tettoia sotto la quale si rifugiano gli uccelli quando scoppia il temporale. Le infiorescenze maschili sono formate da piccoli coni ovoidali giallastri riuniti in gruppi che crescono alla base dei getti nuovi; le infiorescenze femminili, che crescono sulla stessa pianta, sono costituite da piccoli coni solitari o a piccoli gruppi di colore rosato e sono posti in cima ai rami. La fioritura avviene da maggio a giugno.

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 I frutti, gli strobili, di forma ovale-conica, riuniti in gruppi di 2 e di 4, sono lunghi fino a 15 centimetri e larghi anche 3 centimetri. Gli strobili, formati da squame con un’unghia nera e con un rilievo al centro, sono verdi in età giovanile, giallastri a maturazione. Maturano alla fine del secondo anno dalla fioritura o nella primavera del terzo. Contengono dei semi alati lunghi circa 8 millimetri che si aprono poco dopo e favoriscono la riproduzione.

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 Il Pinus nigra è una pianta molto diffusa dall’uomo a scopo ornamentale e paesaggistico per la sua adattabilità, per il suo rapido e vigoroso sviluppo, per la capacità di colonizzare ambienti difficili e per il notevole effetto estetico. Pianta estremamente rustica, moderatamente termofila, resiste bene al freddo e alla neve e sopporta temperature minime molto rigide. Vegeta dalla pianura fino a 2000 metri di quota ma, di solito, predilige un’altezza da 200 a 1500 metri. Il Pino nero è una pianta che si può coltivare in giardino per tutto l’arco dell’anno. Ama i terreni abbastanza soffici, tendenzialmente calcarei, non troppo profondi, poco fertili, non eccessivamente drenati dove le radici, che si diramano anche per decine di metri, trovano i nutrienti necessari. Mal sopporta la competizione spazio-luce con altre essenze vicine e l’inquinamento atmosferico. Ogni 2-3 anni, in primavera o in autunno, è consigliabile aggiungere al terreno, ai piedi del tronco, una certa quantità di fertilizzante in modo da garantire il giusto apporto di sali minerali. Specie eliofila, necessita di almeno alcune ore al giorno d’irradiamento solare. Il Pinus nigra è attaccato dalla Processionaria, il Thaumetopoea pityocampa, un insetto che deve il suo nome all’abitudine di muoversi sul terreno in fila formando una sorta di “processione” quando è alla ricerca di un luogo dove deporre le uova. La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell’anno dal momento che trascorre i mesi estivi in bozzolo sotto terra. Riemerge a settembre. Ogni femmina produce un cumulo di uova che si fissano alla foglia.Dopo circa quattro settimane, si schiudono le larve che, dotate di forti mandibole, fagocitano i duri aghi di Pino spogliando completamente il ramo, quindi si muovono in fila alla ricerca di un nuovo ospite. Le femmine, per prime, si recano sugli alberi dove sono fecondate dal maschio. Il ciclo ricomincia. La vita è molto breve: 2 giorni appena. La processionaria causa gravi danni alla pianta fino a procurarle la morte.

 Il Pino nero può essere utilizzato come essenza da legno o per rimboschimenti nelle zone montane. Il legno è tenero e resinoso e dal quale si possono ricavare delle ottime tavole da impiegare solo all’interno delle abitazioni. Il legname, che non ha molto valore commerciale, può essere utilizzato per lavori edili, ma, in prevalenza, s’impiega per la produzione di carta e di cellulosa. Dalla macerazione degli aghi si ricavava una sorta di lana che serve per riempire i materassi; l’acqua della macerazione degli aghi era riutilizzata anche per usi medicinali. Dalle gemme si ricavava un olio utile nella cura delle affezioni respiratorie. Un ottimo liquore si otteneva dalla fermentazione degli strobili giovani.

Nel linguaggio dei fiori il Pino è simbolo di “audacia”.

 

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