Jan 20, 2015 - Senza categoria    Comments Off on IL PALAZZO LO IACONO-PORTERA – IL MUSEO DELLA FAUNA DEI NEBRODI – IL MUSEO DELLO SCALPELLINO

IL PALAZZO LO IACONO-PORTERA – IL MUSEO DELLA FAUNA DEI NEBRODI – IL MUSEO DELLO SCALPELLINO

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Il Palazzo Lo Iacono-Portera è sito a MISTRETTA nel quartiere San Nicolò, quasi di fronte alla chiesa di San Nicolò di Bari.
La sua costruzione, iniziata alla fine del 1700, fu completata nel 1803 grazie alla sollecitudine di don Cristoforo Lo Iacono, ricco proprietario terriero e membro del Decurionato nel periodo in cui la città di Mistretta aveva raggiunto l’apice del suo splendore economico, artistico e artigianale.
In questo palazzo don Cristoforo Lo Iacono elesse la sua dimora abitandovi con la consorte, donna Liboria Mastrogiovanni-Tasca.
Alla morte dei coniugi Lo Iacono il palazzo fu ereditato da don Michele Mastrogiovanni-Tasca, nipote di donna Liboria, che già, nel 1844, si era congiunto in matrimonio con la sedicenne Marianna Lipari.
Poiché gli sposi preferirono abitare altrove, don Michele concesse il palazzo in affitto più volte al Comune di Mistretta.
Dal 1862 fu sede provvisoria del Tribunale con l’annesso carcere.
Dopo la morte di don Michele, avvenuta nel 1889, la proprietà fu ereditata dalla moglie.
Nel marzo del 1903 in un giornale comparve questo messaggio: ” Per lire tremilacinquecento si vende la casa sita nel quartiere San Nicolò di proprietà della signora Marianna Lipari vedova Tasca e del di lei figlio Salvatore”.
Il palazzo fu acquistato dai fratelli Portera.
Dal 2006 il palazzo è di proprietà dell’Ente Parco dei Nebrodi che lo ha acquistato per valorizzare i tesori naturalistici, architettonici e artistici che la città di Mistretta possiede.
Il restauro del palazzo è stato effettuato dall’Assessorato Turismo e Ambiente che lo ha reso una sede idonea ad ospitare un’importante struttura museale e dove le pubblicazioni, i pannelli illustrativi e il percorso espositivo multimediale mostrano le attività promozionali dell’area protetta.
Il palazzo è costituito dal piano terra, dal primo piano, dal secondo e dal terzo piano.
Il meraviglioso portale dell’ingresso, posto al centro della facciata costruita in pietra rossa locale, è circondato da colonne scolpite con motivi floreali.
La chiave di volta riproduce lo stemma della famiglia.

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Ai lati del portone due piccole finestre, dalla forma particolare e protette dall’intelaiatura di ferro, permettono alla luce di penetrare all’interno del piccolo atrio.
Sopra l’architrave, tre finestre si affacciano sul lungo balcone sostenuto da numerose mensole e protetto dalle ringhiere in ferro.
Nella parte laterale sinistra del palazzo si ammirano le eleganti ringhiere arrotondate, di stile spagnolo, dei balconi lavorate in ferro battuto e le grandi mensole antropomorfe.

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Si sale al primo piano tramite una scala non molto lunga addossata alla parete.
Molto caratteristica è la serie di archi del soffitto e della parete laterale di destra.
Al piano terra si trova la sala delle conferenze, al primo piano si trovano le sale degli uffici, dell’accoglienza e dell’introduzione, al secondo piano le sale del Museo della Fauna, al terzo piano il Museo dello Scalpellino.
Grazie all’ intervento dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione, del Dipartimento BB.CC. AA, della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina e dell’Amministrazione comunale di Mistretta il Palazzo lo Iacono-Portera è diventato la sede del Museo della Fauna, una sezione naturalistica del Museo Regionale delle Tradizioni Silvo-Pastorali “G. Cocchiara”.
Il Museo è stato inaugurato il 05/06/ 2011.
Alla cerimonia hanno preso parte i signori allora in carica: l’avv. Iano Antoci, sindaco della città di Mistretta, Enzo Seminara, assessore alla cultura e ai servizi sociali di Mistretta, il presidente nazionale di Federparchi, Giampiero Sammuri, il dott. Antonino Ferro, commissario straordinario dell’Ente Parco dei Nebrodi, il dott. Sergio Todesco, direttore del Parco archeologico dei Nebrodi occidentali, il dott. Calogero Beringheri, sindaco di Caronia, il dott. Mario Centorrino, assessore regionale all’Istruzione e alla formazione, Costantino Salvatore, sindaco di Troina, l’on. Rinaldi e numerose altre autorità civili e militari.
Ha dato la Sua benedizione mons. Michele Giordano.

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 Nelle sale del Museo della Fauna la biodiversità degli animali in Sicilia è rappresentata da una notevole quantità di esemplari esposti nella sala dei mammiferi,

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nella sala dei fossili,

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nella sala degli uccelli acquatici,

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nella sala degli uccelli terrestri,

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 nella sala degli uccelli del Parco dove il volatile di maggior richiamo è il Grifone, recentemente immesso per merito delParco dei Nebrodi con un complesso progetto di reintroduzione.

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L’apertura alare i 75-90 centimetri. Le ali sono molto lunghe, strette, appuntite e, durante il volo, sono arcuate a forma di falce. La coda è piuttosto corta.
I territori preferiti dal Falco lodolaio sono quelli che presentano una notevole varietà di paesaggi dove sono presenti boschi di alberi annosi e prati aperti possibilmente con stagni o con laghetti.
In questi ambienti facilmente può alimentarsi, dissetarsi e nidificare.
Il Museo della Fauna merita di essere visitato per l’osservazione delle numerose specie di animali, soprattutto di uccelli imbalsamati, circa 385, provenienti dalle collezioni.
Gli esemplari di Grifone sono arrivati in Sicilia dalla Spagna grazie alla collaborazione dell’associazione spagnola G.R.E.F.A. Il Grifone, “u Vuturuni”, così chiamato in dialetto siciliano, presente in Sicilia con un’ampia diffusione territoriale e con una grande consistenza numerica tanto da essere considerata una specie comune, è scomparso dalla Sicilia intorno al 1960.
L’ultima colonia di Grifoni rimasta in Sicilia fu quella che nidificava negli anfratti delle alte pareti rocciose delle Rocche del Crasto, alte 1315 metri, sui Nebrodi, dove le correnti termiche ascensionali spingevano il Grifone che, risparmiando l’energia delle sue ali, raggiungeva le ampie fenditure delle pareti scoscese delle Rocche del Crasto.
La diminuzione graduale della popolazione, fino alla sparizione, avvenne a causa dei cambiamenti nel settore agricolo e zootecnico che portarono alla restrizione della sua principale risorsa trofica costituita dai cadaveri degli animali quali bovini, caprini, ovini che non vivevano più all’aperto. Anche l’uso sconsiderato dei bocconi avvelenati, usati per eliminare gli animali dannosi, uccisero pure il Grifone.
L’avvoltoio Grifone, il “Gyps fulvus”, per il colore fulvo intenso del suo piumaggio, è uno degli uccelli più grandi d’Europa potendo raggiungere tre metri di lunghezza nell’apertura alare, di un metro nell’altezza corporea e 11 Kg nel peso.
L’impostazione scientifica del Museo è stata curata dal prof. Maurizio Sarà, del dipartimento di biologia animale dell’Università degli studi di Palermo, che ha illustrato ai presenti le vetrine delle sale e i numerosi pannelli dove l’utente può acquisire maggiori informazioni scientifiche. Gli accorgimenti espositivi sono stati progettati dall’arch.Franco Brancatelli.
Guida i visitatori lungo il percorso direzionale del museo il Falco subbuteo o Falco lodolaio, chiamato così perché preferisce nutrirsi soprattutto di allodole. Il Falco lodolaio è un uccello rapace di medie dimensioni appartenente all’ordine dei Falconiformi che ha le sue maggiori popolazioni siciliane nel parco dei Nebrodi. Il suo corpo raggiunge la lunghezza di 30-36 centimetri. Forme ornitologiche esistono  nel Museo civico di Brà, bellissime nel piumaggio, riprodotte nel proprio ambiente, ma prive di vita.
Il materiale esposto nella sala dei fossili proviene dal Museo Gemmellaro di Palermo.

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 Il 18 gennaio del 2015  il palazzo Lo Iacono-Portera, che ospita già  il Museo della Fauna dei Nebrodi, è stato teatro di due importanti avvenimenti: l’inaugurazione del percorso espositivo multimediale e la nascita del MuSca, il Museo dello Scalpellino.

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 Ha tagliato il nastro augurale il Presidente del Parco dei Nebrodi, il dott. Giuseppe Antoci. Ha benedetto il locale il sac. padre Michele Giordano. Erano presenti: il sindaco di Mistretta avv. Liborio Porracciolo, il vice sindaco dott. Vincenzo Oieni, il presidente della Pro Loco signor Giuseppe Lo Stimolo, le autorità militari, le guardie del parco dei Nebrodi, e un folto pubblico.

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Il Museo dello Scalpellino, il laboratorio didattico della pietra, è nato per volontà del mistrettese Gaetano Russo.

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  sostenuto dal Parco dei Nebrodi, dall’Amministrazione comunale e dalla Pro Loco di Mistretta.

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Da sx: Giuseppe Lo Stimolo- Gaetano Russo

Il Museo dello Scalpellino di Mistretta è la prima entità museale sorta in Sicilia dedicata allo scalpellino, il lavoratore che, con l’uso del suo scalpello, ha saputo creare vere opere d’arte.
Il Museo dello Scalpellino, costituto da tre angoli delle sale, poste al terzo piano del palazzo, mostra gli attrezzi dello scalpellino.

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Col passar del tempo, sicuramente il Museo dello Scalpellino sarà ampliato e perfezionato nell’allestimento e nel possesso di altri reperti. Ammiriamo, valorizziamo l’idea, l’impegno, la volontà, la resistenza di Gaetano e la collaborazione dei volontari che lo hanno aiutato a realizzare questo suo ambizioso progetto.

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A Mistretta è evidente la presenza della pietra rosata locale.
I palazzi signorili mostrano le decorazioni a rilievo in pietra intagliata da maestranze locali.
Sono decorati da divertenti e grottesche maschere aventi la funzione magica di allontanare o annullare, con il linguaggio figurativo, le influenze malefiche dai loro padroni.
Le stesse propiziano abilmente il benessere e la bellezza della vita riproducendo le effigie delle personalità che vi abitavano realmente.
Attualmente molte opere, donate dallo scultore Gaetano Russo, arredano la città di Mistretta.

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