Dec 10, 2017 - Senza categoria    Comments Off on IL PALAZZO DI SALVO-FAILLACI A MISTRETTA

IL PALAZZO DI SALVO-FAILLACI A MISTRETTA

Gentilissimo Stefano, come posso soddisfare le tue richieste di conoscere tutte le opere architettoniche di Mistretta in poco tempo?
Ti ringrazio per la tua sensibilità e per il tuo interesse verso il mio paese.
Ti vorrei accontentare, ma abbi pazienza!
Lo farò piano, piano.
Ti mostrerò un monumento alla volta.
In questo articolo ti descrivo il palazzo Di Salvo-Faillaci.

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Il Palazzo Di Salvo-Faillaci è un altro dei tesori architettonici che la città di Mistretta possiede.
Esattamente è ubicato in Via Libertà, al numero civico 134, posto lateralmente al maestoso palazzo Vincenzo Salamone, ma più vicino  alla villa comunale “Giuseppe Garibaldi” e alla chiesa di San Francesco d’Assisi.
Anticamente la “strada mastra” che, partendo dalla chiesa Madre conduceva alla chiesa di Santa Caterina, passava dalla Via Roma.
Il governo dei Borbone, intorno al 1820 -’30,  progettò una strada, dal percorso più pianeggiante, a partire da dove cominciava la salita della attuale via Roma e proseguiva fino alla villa Chalet.
Nacque così un tratto della via Libertà. Per questo motivo una parte del palazzo è sottomessa alla via Libertà.

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Edificato nella prima metà dell’800, il palazzo si ammira per la sua bellezza estetica e architettonica.
All’inizio della sua costruzione il portone d’ingresso e il piano nobile si trovavano in basso, equivalente attualmente alla parte sottostante della via Libertà, così come testimoniano i due portali che nei conci di chiave recano uno lo stemma del casato e la data del 1826, e l’altro l’incisione dell’anno 1829.
In seguito alla soprelevazione del piano stradale della Via Libertà, avvenuta nel 1836, anche il palazzo di Salvo-Faillaci ha dovuto cambiare la sua primitiva riconfigurazione.
L’originario piano nobile è rimasto allocato nel pianterreno.

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 La nuova facciata fu ultimata nel 1885.

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Si accede all’ingresso del palazzo mediante il superamento di tre gradini che portano al ballatoio per oltrepassare il dislivello del piano stradale. Nel piccolo giardino quasi sempre le piante, amorevolmente curate dalla padrona di casa, fioriscono.
E’ fiorita l’Euphorbia marginata.

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Il portale è affiancato lateralmente da due importanti colonne monolitiche tuscaniche che sorreggono la trabeazione superiore e la base del balcone centrale.

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 Aperte due per ogni lato, lo abbelliscono le lunghe finestre.
Il nuovo piano nobile è caratterizzato da cinque balconi sormontati da altrettante edicole neoclassiche e protetti da ringhiere di ferro battuto riccamente lavorate.

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Sono soprattutto i balconi di questa facciata principale ad attirare l’attenzione dell’osservatore.
Allegorie delle arti: della musica, della pittura, della poesia, della scultura  sono state create dalla feconda fantasia artistica di Noè Marullo che le ha riprodotte nelle immagini dei personaggi di stucco posti nelle lunette ad arco ribassato sopra ogni balcone.
Nella lunetta centrale è raffigurato lo stemma del casato, nel cui scudo, sorretto da due angeli alati, è raffigurato il leone che sorregge la Croce sormontato dalla corona.

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Sopra le lunette cinque ampie finestre chiudono il prospetto dando leggerezza a tutto l’edificio e luce all’interno.
Il palazzo è stretto fra i cantonali laterali formati da una successione di lastroni rettangolari di pietra locale, di due diverse dimensioni,  che danno robustezza, eleganza ed eccellenza al palazzo.

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Accolgono i padroni e incutono paura i due cani mastini, dall’aspetto feroce, dei battenti metallici del portone d’ingresso.

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Il monogramma, il salve e le stelle ricavate da lastre di marmo policromo.

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Alla parte posteriore del palazzo, in via Giuseppe Siracusa, appartiene un ampio cortile, in comunione con altri proprietari confinanti.

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 Si nota in alto la ringhiera della grande terrazza dove sono coltivate amorevolmente tante piante

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Nel 1876 il signor Giuseppe Di Salvo dal Comune ottenne l’autorizzazione ad inglobare quest’area in seguito ad una complessiva ristrutturazione del suo palazzo.
Giuseppe Di Salvo era un ricco signore che,  grazie al possesso dei titoli di studio e delle notevoli rendite fondiarie, ricoprì importanti cariche istituzionali nel paese.
La famiglia Di Salvo gestì la farmacia di via Libertà fino quasi alla fine del 1900. Il fondatore dell”antica farmacia fu il dott. Antonio Di Salvo.ANTONIO OK

Molti di noi paesani sicuramente ricordiamo la figura dell’ultimo dei  farmacisti, il dott. Lucio Di Salvo.

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Il nuovo proprietario della farmacia ex Di Salvo, sita nella via Libertà n° 126, è il dott. Eugenio Ferraro, che la gestisce con i suoi collaboratori e custodisce il prezioso e antico arredamento.
La frase latina “ Divinum est opus sedare dolorem”  “ potere alleviare il dolore è opera divina”,  attribuita da alcuni a Ippocrate, da altri a Galeno, è scritta sull’affresco posto sul tetto della stanza d’ingresso della farmacia.
L’affresco è opera di Giuseppe Barbera, di Mistretta.

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Attualmente il palazzo Di Salvo -Faillaci è di proprietà dei fratelli Marco e Alessandro Faillaci che lo abitano con le loro rispettive famiglie.

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