Dec 17, 2017 - Senza categoria    Comments Off on IL PALAZZO DEI BARONI GALLO – GIACONIA E LA SOCIETA’ “LA CERERE di M.S.” A MISTRETTA

IL PALAZZO DEI BARONI GALLO – GIACONIA E LA SOCIETA’ “LA CERERE di M.S.” A MISTRETTA

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Gentile Stefano,
ti mostro un altro gioiello di Mistretta.
E’ il palazzo di baroni Gallo e Giaconia che si trova in Piazza Vittorio Veneto, esattamente davanti al monumento ai caduti.

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E’ un bellissimo edificio che si estende orizzontalmente per la lunghezza di alcune decine di metri.
E’ stato edificato nel 1883, come riporta la data scolpita sulla chiave di volta dell’ampio portone d’ingresso.

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Il portone di legno è sormontato da una lunetta chiusa da una struttura in ferro battuto finemente ricamato.

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L’ampio arco è interrotto al centro dalla chiave di volta scolpita e decorata da elementi ramificati.
Il grande portale è incastrato fra alte colonne laterali e l’architrave.

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Tutti i locali del piano terra sono adibiti ad attività commerciali.
Nel piano nobile della facciata principale si mettono in mostra i lunghi balconi sostenuti dalle numerosissime mensole.

 

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 Nella parte bassa, alla destra del palazzo, al numero civico 191, è inciso nella pietra arenaria lo stemma della famiglia Allegra.
Lo stemma è divido i quattro quadranti.
Nei due  quadranti superiori sono raffigurati: un gallo con sul capo tre stelle e una torre merlata di 5 pezzi .
Nei due quadranti sottostanti sono raffigurati:una stella cometa sopra un arcobaleno e  un braccio armato da una spada e, sotto il braccio, un serpente.

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 Superato il portone d‘ingresso, un vasto atrio, che serviva per ospitare le carrozze dei cavalli, permette l’accesso all’interno dell’edificio.

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Una scala ad angolo porta al ballatoio del primo piano da dove, dal modesto portone scuro, si entra all’interno delle sale riccamente affrescate, ma oggi degli antichi affreschi rimane molto poco.

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Si accede nella parte laterale sinistra del palazzo, limitata da un alto cantonale di pietra arenaria locale, tramite una stretta e tortuosa scaletta che immette in un’ampia terrazza.
Un’altra scaletta permette l’accesso ad un terrazzino posto più in alto, fra il primo e il secondo livello.
Da questo terrazzino, accompagnata dal carissimo amico signor Antonino Bongarrà, membro della societa “La Cerere”, prematuramente scomparso, mi affacciavo per osservare e documentare l‘uscita di San Sebastiano, patrono di Mistretta, e della Varetta dalla loro chiesa.

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Caratteristico è il piano basso, con un grande arco, posto sotto il livello stradale della Via Libertà.
Questa struttura architettonica è composta da tre livelli dove si affacciano tre porte finestre al primo livello, tre balconi al secondo livello e un balcone centrale e due finestre laterali al terzo livello.
Il frontone termina con una struttura a forma di triangolo isoscele.

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Nella parte retrostante  del palazzo, a piano terra, c’erano le stalle per l’accoglienza dei cavalli e delle carrozze.
Attualmente i locali del primo livello sono abitati dalla società di Mutuo Soccorso “La Cerere”.

  LA SOCIETA’ “LA CERERE”

 

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Il 5 settembre del 1875 nacque la Società “La Cerere” avente come soci gli allevatori di bestiame. Anche questa Società, organizzata nella sua gestione come tutte le altre presenti nel territorio, fu istituita dai soci fondatori che, all’origine, furono 34 e che redassero lo Statuto composto da 43 articoli. In seguito fu modificato per essere aggiornato nei contenuti e nel numero degli articoli perché nel tempo è cambiato il modo di pensare sulle condizioni socio-politiche.

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Gli organi della Società furono: l’Assemblea dei soci, il presidente, rappresentante la Società, la deputazione di 4 membri, il cassiere, il segretario.
Tutte le cariche avevano la durata di un anno.
Il primo presidente della Società fu il sig. Lucio Lorello e i membri della deputazione furono i signori: Francesco Lipari, Lucio Di Salvo, Antonino Siragusa e Vincenzo Salamone, futuro sindaco della città di Mistretta e deputato nazionale.
I soci si distinguevano in: soci effettivi, soci onorari e soci temporanei.
I soci effettivi erano quelli addetti all’economia agricola e alla pastorizia.
I soci temporanei erano i forestieri che svolgevano lo stesso lavoro.
I soci onorari erano quelli che la Società nominava per gratificarli per essersi distinti in meriti speciali. I soci dovevano pagare anticipatamente e a fondo perduto la somma di 10 £ e dovevano contribuire mensilmente con la somma di una lira.
Gli scopi dell’Associazione erano: ritrovarsi piacevolmente in lecita conversazione, mantenere sempre vive le buone relazioni di concordia e d’unione, leggere e commentare i giornali agricoli e politici, promuovere e discutere le idee vantaggiose all’agricoltura e alla pastorizia, aiutarsi reciprocamente.
In caso di malattia del socio la Società versava un sussidio di £ 1,30 per i primi due mesi e di 65 centesimi per il periodo successivo.
Il sussidio non poteva essere elargito per infermità causate da “mal costume, dall’abuso di vino, di liquori, o da rissa e per quanti fossero debitori di due quadrimestri di mensilità”.
Altre efficaci innovazioni furono introdotte nello statuto nel 1876.
Sarebbe molto piacevole poter leggere tutti gli articoli dello Statuto integrale, ma, a titolo di curiosità, ne racconto solo uno.
L’art. 12 dello Statuto della Società “La Cerere”, in analogia con lo statuto delle altre Società di Mutuo Soccorso locali, stabilì: “ La Società interviene ufficialmente con la bandiera in occasione di feste nazionali o cittadine cui prende parte il Gran Gonfalone Comunale, per invito delle Società consorelle e per l’accompagnamento funebre dei soci estinti”.
Pochi elementi arredano i locali.

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Anche la Società “La Cerere” dona dignitosa sepoltura ai soci estinti e a parte delle famiglie, moglie, figlie nubili, figli disabili, nella cripta sociale del Cimitero monumentale.

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