Sep 29, 2014 - Senza categoria    Comments Off on IL MIO VILLINO

IL MIO VILLINO

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 Il mio soggiorno estivo a Mistretta per l’anno 2014 è terminato. A Licata la stagione estiva continua ad agire anche se, astrologicamente, è arrivato l’autunno. Il caldo è ancora afoso e opprimente.
Il villino è il luogo ideale che, accogliendomi, mi permette di sopportare l’umida calura che si protrarrà ancora per molto tempo. A Licata l’inverno non arriva quasi mai. Il sole splende ogni giorno. La nebbia mai. Piove raramente e, quando piove, la pioggia cade violentemente. Il fiume Salso, quando è in piena, provoca paura. Dominano i venti di Scirocco e di Libeccio.
Una mia amica una volta mi ha chiesto: “ Al tuo paese, a Mistretta, quando nevica la neve fa rumore?”
Mistretta e Licata sono due realtà molto diverse tra loro!
Il mio villino si trova a Licata, in contrada Montesole – Gianotta. E’ posto in collina, a 119 metri sul livello del mare, in una zona residenziale dalla quale si può ammirare non molto lontano il mare della famosa baia di Mollarella.

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E’ circondato da una superficie terriera estesa 5000 m2 dove insiste una vasta pineta. Attorno al villino due ampie verande, pavimentate con la pietra rosata dorata estratta nella cava della ditta SAPEM di Mistretta, inducono al relax.

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 Le verande Sono circondate da aiuole lunghe e circolari fiorite quasi tutto l’anno. Sono abbellite da giare e da vasi di ceramica, acquistate nel negozio di Alessia e Fabio, due fratelli molto cortesi che mi incoraggiano all’acquisto dei prodotti Desuir Duca di Camastra, a Santo Stefano di Camastra, la città della ceramica. Numerose sono le piante di Hoya, dalla corolla carnosa, che fioriscono in estate, regalando deliziosi fiori rosa profumati, che hanno meritato il nome di “fiore di cera”.

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Di fronte all’ingresso principale il Pinus pinea dona la sua ombra refrigeratrice e i gustosi pinoli.

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 Il giardino roccioso, alla destra della casetta, accoglie Aloe, Agavi, Yucche, Acacie.  Un bellissimo cespuglio di Rosmarino, che circonda il lampione, nei suoi fitti rami carichi di fiori profumati ospita nidi di uccelli, api e  numerose farfalle dalle ali variopinte.

I fiori di  Helichrysum, che fioriscono nel mese di maggio, rallegrano l’ambiente con la tonalità giallo-paglierina dei suoi fiori. Sono detti immortali e semprevivi perché, recisi, durano a lungo come fiori secchi. Curo particolarmente questi cespugli, raccolgo i fiori e con essi guarnisco il vaso della tomba di Carmelo.

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 Lungo il viale, bordure di Mioporo e di Pittosporo offrono sempre una chiara visione verde brillante.  Alcuni Giafagliuni” di Chamaerops humilis, crescono spontanei sulla roccia assieme agli Oleandri.

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 Certamente non mi sono scoraggiata dinanzi alla macchia mediterranea incolta, affollata, ingarbugliata, intricata, pungente. Così si presentava il pezzetto di terreno acquistato diversi anni fa. Mi servivano gli attrezzi da lavoro per i primi rapidi interventi. Ho subito preparato: forbici, taglia erba, zappe, sega, rastrello e tutto l’occorrente per creare un primitivo passaggio nella selva. Bisognava urgentemente togliere tutte le erbe infestanti, bonificare il terreno e creare un ambiente giovane e nuovo. Grazie anche alla collaborazione dagli agenti del Corpo Forestale, che mi hanno fornito le piantine, ho messo a dimora, nel lontano 1979, quarantacinque alberi di diverse qualità: il Pinus halepensis, il Pinus pinea, il Pinus pinaster, le Tuie, l’Araucaria. I peri, gli albicocchi, i peschi, i melograni, i gelsi regalano gustosi frutti genuini. Ho sistemato tutte le piante nel bel mezzo del terreno e lungo il perimetro.

É nata una pineta, un polmone verde naturale. Sita nel cuore della collina, ha modificato sensibilmente il vecchio paesaggio. Ricordo ancora come nel periodo estivo, trasportando con i bidoni l’acqua prelevata alla fontanella di Via Palma, aiutavo nella crescita le piantine allora molto piccole!

 In questa fatica mi sostenevano gli uccelli che, saltellando, non avevano paura della mia presenza, mi facevano compagnia e ripetevano l’eco del mio fischiettio.

Così sono cresciuti! Con amore!

Adesso tutti gli alberi sono diventati adulti ed hanno raggiunto un’altezza rilevante.

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 Certo non è la pineta di Ravenna, o di S. Rossore, o di Viareggio, o del Tombolo, o di Castel Fusano, dove folte pinete sono state impiantate dagli etruschi e dai romani; ma la mia pineta è importante perché mi ha fatto faticare molto, perché ha cambiato il paesaggio arricchendolo di una vasta macchia di colore verde visibile da chi, attraversando la strada di San Michele, alza lo sguardo verso la montagna. Famoso è il profumo della pineta, apprezzato è quel senso di sollievo e di liberazione che si prova inspirando l’aria balsamica! Sono le resine che, sotto forma di minutissime goccioline invisibili sparse tutto intorno dalle piante maestose, raggiungono il nostro olfatto.

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Due alberi di Ulivo, che vegetavano già in questo ambiente, adesso sono diventati monumentali. Il fusto attorcigliato ha la circonferenza di circa 150 cm. I rami principali sono carichi di rametti, di foglie verdi e di grosse olive, della varietà “nocellara”, pronte per essere raccolte e spremute.

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Sotto le fronde degli alberi trovano riparo i tantissimi conigli. E’ uno spettacolo osservarli quando si nutrono dei fili d’erba o saltano e ballano tutti insieme formando gruppi di 7,8 elementi. Escono dalle loro tane all’alba e all’imbrunire per mangiare. Non temono la mia presenza.

Siamo amici!  Sono contro la caccia. La mia unica arma è la macchina fotografica.

 

 

 

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