Oct 25, 2015 - Senza categoria    Comments Off on IL CIMITERO MONUMENTALE DI MISTRETTA

IL CIMITERO MONUMENTALE DI MISTRETTA

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Ugo Foscolo, nel verso de “I Sepolcri” “All’ombra dei cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro”?, canta il dolore provocato dalla morte delle persone care. Non continuerà a vivere l’Uomo, idealmente sottoterra, quando non esisterà più per lui la bellezza armoniosa dell’universo, se potrà risvegliare nei suoi cari l’illusione che egli vive ancora? Una lapide ricorda il nome e un albero di Cipresso consola le ceneri con le sue confortevoli ombre.
I cipressi sono i compagni dei defunti dentro i cimiteri. Il cipresso è la pianta “del silenzio, del raccoglimento, della tensione spirituale”.
Non è l’albero che rattrista, anzi è l’albero che conforta.

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Il culto dei morti è molto seguito dal popolo dei credenti cristiani. Andare al cimitero il 2 di Novembre, giorno della commemorazione dei defunti, è un dovere morale e affettivo molto sentito dai parenti e dagli amici che vanno a trovare i loro cari estinti. E’ come ritrovare persone che si sono allontanate per un lunghissimo tempo.
A Mistretta per otto giorni di seguito, definita “l’Ottava ri muorti”, la gente comune, le associazioni, le confraternite si recano al cimitero per la visita ai defunti e per partecipare alle Sante Messe celebrate dai sacerdoti nelle varie cappelle dei sodalizi.
Per la commemorazione dei defunti, giorno 2 Novembre 2018, Mons. Michele Placido Giordano, Padre Giovanni Lapin, Padre Massimiliano Rondinella e il ministrante Paolo Trincavelli hanno celebrato la Santa Messa all’interno del cimitero monumentale di Mistretta.

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La prima cappella gentilizia che si nota varcando la soglia del cimitero è quella della famiglia Pasquale Salamone.
E’ grande, maestosa.
Sembra il palazzo della residenza estiva dei suoi occupanti.

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 Il Cimitero monumentale di Mistretta nel suo insieme è un’opera di grande pregio architettonico e artistico dove si possono ammirare cappelle tombali e monumenti in pietra locale, in marmo, in bronzo. Fu costruito, adiacente al Santuario della Madonna della Luce, su progetto dell’architetto Giambattista Basile, collaborato dal figlio Ernesto, su delibera del Comune del 24 ottobre del 1874.
Tra la fine del’ 800 e gli inizi del’ 900 i due artisti lasciarono i segni della loro presenza anche a Mistretta importando nuove idee di carattere architettonico. Ne è un esempio il fastoso monumento sepolcrale della famiglia Lipari-Tasca dalla struttura di una moschea araba.

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 La famiglia Lipari-Tasca, nel costruire la moschea, probabilmente si è ispirata al detto di Maometto secondo il quale “se uno costruisce una moschea, sia pure piccola come la buca che un uccello scava nel terreno per la cova, Allah lo ricompensa poi con una dimora in Paradiso”.
Motivi floreali in pietra e in ferro, segni distintivi dello stile liberty portato a Mistretta proprio dai Basile padre e figlio e che caratterizzarono l’800 palermitano, sono rappresentati nelle aperture di questo monumento. Gli intrecciati motivi geometrici, i decori, secondo i canoni dell’arte musulmana, simboleggiano il dissolversi della materia terrena e l’elevarsi all’eterno e all’infinito.
In bella vista c’è lo stemma di famiglia.

5 LIPARI tasca okTuttavia, all’interno del cimitero le opere funerarie rievocano stili di diverse epoche perché costruite in tempi diversi.
Le pregevoli cappelle gentilizie, l’una adiacente all’altra lungo il viale principale,

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 appartengono alle famiglie dell’antica all’aristocrazia di Mistretta: alla famiglia Baiardi,

8 Baiardi ok

  alla famiglia Giuseppe Salamone,

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alle famiglie Salamone-Tita, dove sporgono nel prospetto lo stemma e la corona regale,

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alla famiglia Placido Salamone. Carico di significato è l’angelo con le ali aperte, come se volesse volare per abbracciare il Creatore, stringendo col braccio sinistro la croce, simbolo delle terrene umane sofferenze,

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alla famiglia Ortoleva,

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 alla famiglia Allegra,

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 alla famiglia Bettino Salamone,

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 alla famiglia Gioacchino Salamone.

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 Oltre alle cappelle gentilizie il cimitero monumentale di Mistretta ospita molti altri monumenti, colonne sepolcrale e lapidi di uomini illustri della società amastratina. Appartengono ai signori:
a Bartolotta,

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 a Giuseppe Di Salvo Salamone,

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 a Marianna Parlato, vedova Nigrelli,

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 a Giuseppe Giordano Longo,

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a Liboria Di Salvo nata Lo Iacono, la mamma che esce dal mondo terreno lasciando due angioletti che, non volendosi staccare dal suo affetto,  si aggrappano alle sue vesti, ma impotenti tutti contro la volontà divina.

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al cav. Antonio Cialente

Cav. Antonio Cialente

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alla famiglia Musco

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a Giovanni Santangelo,

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a Giovanni Giaconia.

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Nella tomba di Giovanni Giaconia, l’Angelo di bronzo, attribuito ad Ernesto Basile, dalle forme del corpo proporzionate, armoniose e pure, denota un distacco assoluto dal mondo terreno e una composta serenità.
Ci sono molti altri monumenti di cui non si legge il nome dell’ospitato perché scolorito dal tempo:

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Il monumento al “Milite Ignoto”.
Il  Milite Ignoto era il signor Pace Orlando, caporale del X° reggimento bersaglieri, trombettiere, morto il 28/04/ 1914. Era di Cittaducale in provincia di Rieti.

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I resti mortali della scrittrice Maria Messina riposano qui.

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A Mistretta la scrittrice verista del primo Novecento visse per tanti anni e ambientò alcune novelle, racconti e romanzi.
Nei suoi lavori la Messina ha evidenziato l’oppressa condizione femminile, l’isolamento e la percezione di un destino avverso, a cui non ci si può ribellare, che non dà ai “vinti” la possibilità di evasione e di liberazione in una società dove le regole sono stabilite da sempre.
Grazie all’interessamento dell’Associazione “Progetto Mistretta”, al giornale “Il Centro Storico”, e al certosino lavoro di ricerca del pistoiese “mistrettese” Giorgio Giorgetti, che ora riposa accanto a Maria Messina, i resti mortali di Maria Messina, dal cimitero della Misericordia di Pistoia, sono stati trasferiti al cimitero di Mistretta dove la scrittrice riposa accanto alla sua amata madre Gaetana Traina.
Il merito di questo “ritorno” in patria si deve attribuire soprattutto al prof. Nino Testagrossa, presidente dell’associazione “Progetto Mistretta”, che ha messo in risalto il legame della Messina con quelli che lei stessa definì “i miei buoni mistrettesi”.
La cerimonia di accoglienza e di tumulazione dei resti mortali della scrittrice è avvenuta il 24 aprile del 2009.

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 Le due piccole casse, di Maria e della madre, sono state collocate nella zona alta del Cimitero monumentale di Mistretta, dietro ad un’antica colonna di marmo, a destra, subito dopo l’ingresso dal cancello principale.
Ada Negri, poiché relazionavano in forma epistolare, scrisse a Maria Messina: “Non ti conosco fisicamente, ma mi sembra di conoscere bene la tua grande anima”.
Anche molti di noi mistrettesi non l’abbiamo conosciuta personalmente, ma possiamo dire di conoscere bene la sua anima, i suoi messaggi, la sua arte narrativa.
Mons. Michele Giordano, durante una sua omelia, ha affermato che “ciò che resta di ognuno di noi è il messaggio delle nostre opere”.
Voglio mostrare anche la tomba di Maria Natalia, la mia maestra delle Scuole Elementari, soprannominata “a pizzulunina” perché soleva punire elargendo pizzicotti agli alunni indisciplinati, che ricordo con grande riconoscenza per avermi avviato alla conoscenza degli elementi basilari del sapere e per avermi trasmesso l’amore per lo studio.

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 Nel Cimitero monumentale di Mistretta sono presenti, inoltre, grandi edifici a più piani che accolgono i resti mortali dei soci dei sodalizi amastratini.
Possiedono la cripta: la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la Società fra i Militari in Congedo, la Società Agricola di Mutuo Soccorso, la Società la Cerere, la Confraternita della Madonna del Carmine, la Confraternita della SS. Trinità, la cripta dei Sacerdoti.
Un ricordo particolare va a padre Giuseppe Sciacca, già preside del liceo “Alessandro Manzoni”  di Mistretta, scuola che ho frequentato, e a padre Antonino Saitta, persona molto vicina alla mia famiglia.

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L’artista amastratino Noè Marullo ha imposto la sua impronta anche nel cimitero monumentale. Rifacendosi al concetto del lavoro, nel tondo sopra la porta della cripta della Società Operaia di Mutuo Soccorso ha scolpito San Giuseppe con il Bambino in braccio. I lineamenti del volto di San Giuseppe sono morbidi, tranquilli e dimostrano una matura giovinezza.

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La cripta della Società fra i Militari in Congedo

Qui sono custoditi i resti mortali di mio padre Seminara Giovanni

e di mia madre Lorello Maria Grazia

la Cappella della Società Agricola di Mutuo Soccorso

Cappella della società La Cerere

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Cappella della confraternita di San Vincenzo

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cappella della confraternita della Madonna del Monte Carmelo

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RIPOSINO IN PACE!

 

 

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