Aug 24, 2014 - Senza categoria    Comments Off on LA FESTA DELLA MADONNA DELLA LUCE E DEI GIGANTI – IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA LUCE A MISTRETTA

LA FESTA DELLA MADONNA DELLA LUCE E DEI GIGANTI – IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA LUCE A MISTRETTA


1

La tradizione antica racconta che i primi abitatori della Sicilia furono degli uomini dalle forme gigantesche. Tucidide scrive:” Si dice che i più antichi siano stati i Ciclopi e i Lestrigoni che abitarono una parte dell’isola. Io non saprei dire che razza fossero e dove siano andati a finire”.
Anche la Bibbia  (Genesi, VI,4) nella Corruzione dell’Umanità, parla dei giganti: “ C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figliole degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi ”.  E in Baruc, nell’Elogio della Sapienza, (III;26-28) si legge: “ Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra; ma Dio non scelse costoro e non diede loro la via della sapienza: perirono perché non ebbero saggezza, perirono per la loro insipienza”.
Tommaso Fazello afferma che “[…] in diversi luoghi dell’isola si sono trovati sotto terra grandissimi corpi di uomini che non possono essere d’altri se non di questi antichi giganti, ma se essi nacquero quivi o pur vennero d’altro paese è difficile trattare determinatamente. Questi personaggi stavano in grandissime caverne […]”.
Per quanto riguarda il mito dei giganti di Mistretta e, in generale, dei giganteschi primitivi abitatori della Terra, è interessante l’ipotesi del sacerdote don Liborio Lombardo che così scrive: “[…] I Gesanti, primi mitici antenati generati dalla Terra, ricordano, nella stessa terra ove vissero un tempo, l’autoctonia del popolo che ne celebra ancora oggi la festa […] ”.

IMG_20170827_195746 ok

IMG_20170827_195919 ok

IMG_20170827_195924 ok

IMG_20170827_195951 ok

IMG_20170827_200706 ok

2

I giganti, eroi della forza, protagonisti di miti e di lotte titaniche, trasformati dalla fervida fantasia popolare in guerrieri vestiti con un’armatura di stile greco-romano, sono diventati nel tempo custodi del simulacro della Madonna della Luce di Mistretta.
La Grande dea Madre mediterranea, da loro venerata, è diventata la Madonna e i Giganti sono stati integrati nella fede cristiana. In molti paesi i giganti hanno acquistato la stessa simbologia. I giganti sono esseri preistorici, paladini della fede, guardie della Madonna della Luce, la cui devozione è molto accesa nel popolo amastratino. Per i bambini sono individui eccezionali ai quali attribuiscono un’anima che fa paura.

3

Sono il mito vivente che si ripete. Infatti, i bambini inventano i loro piccoli giganti costruendoli utilizzando pezzi di legno, cartoni, stoffe e, accompagnandoli col suono del tamburo, li fanno sfilare per la città assieme ai giganti grandi imitando i portanti adulti e copiando gli stessi balli e gli stessi gesti. Per gli studiosi i giganti sono i mitici fondatori della città, i più antichi abitatori del territorio della città di Mistretta che trasformarono e antropizzarono a loro misura. I giganti sono vestiti con maniera particolare.
Kronos ha l’elmo con la criniera rossa appoggiato in testa, la folta barba che ricopre buona parte del volto, la mano destra che sorregge una lunga spada e il braccio sinistro inserito dentro le cinghie che sostengono lo scudo rotondo ornato di lucenti borchie, il mantello rosso appoggiato sulle spalle.
Mitia, dai lineamenti molto femminili,  ha sulla testa l’elmo col pennacchio azzurro, sul braccio sinistro lo scudo, simile a quello di Kronos, nella mano destra un mazzolino di fiori di campo e di spighe, simbolo di fecondità, e il corpo ricoperto da un abito metalizzato.
Questi giganti sono stati clonati dai precedenti.
I primi  giganti, nel 1959, sono stati messi  a riposo perché usurati e pesanti.
Ho visto delle copie dei giganti custodite al palazzo Mastrogiovanni-Tasca,  nella chiesa delle Anime Purganti, nella chiesa della Madonna delle Grazie e di Padre Pio.
Nel 1999 il comitato che organizza la festa ha fatto eseguire la copia dei giganti, analoga alla precedente, ma molto più leggera perché realizzata in vetroresina mentre la testa e le mani sono di cartapesta.

4

I giganti amastratini, partecipando a tanti raduni internazionali, dedicati ai giganti provenienti da ogni parte del mondo, hanno riscosso un grande successo per la bellezza dei loro costumi e per l’esibizione nelle movenze durante il ballo.
I Giganti di Mistretta hanno partecipato a diversi raduni nazionali: all’EXPO di Milano nel 2015, ai raduni internazionali di Matadepera in Spagna e di Steevoord in Francia. Grazie alla partecipazione a questi eventi la Città di Mistretta ha intessuto rapporti di collaborazione culturale finalizzata alla promozione di tradizioni che risalgono al XVI secolo. Negli anni 2011, 2012 e 2015 la città di Mistretta ha anche ospitato i raduni internazionali dei Giganti. Per questo motivo molti studiosi hanno eletto Mistretta centro di studi sul fenomeno dei Giganti in Sicilia.
I Giganti a Palermo!
La città di Palermo, negli eventi di “Palermo Capitale della Cultura 2018”,  ha inserito la partecipazione dei Giganti di Mistretta Mithia e Cronos che hanno inaugurerato la 394° edizione del festino di  SANTA ROSALIA – “PALERMO BAMBINA”  sfilando  il 10 Luglio 2018 per il Cassaro, dalla via Maqueda fino al piano delle Cattedrale, dove hanno ballato in onore di Santa Rosalia, “A Santuzza“, patrona della città.
Il commento del sindaco avv. Liborio Porracciolo: <<Dopo lunghe trattative intessute con il Sindaco di Palermo avv. Leoluca Orlando e con l’Assessore alla Cultura, grazie alla preziosa collaborazione di Mons. Michele Giordano, arciprete della città di Mistretta, e dell’Associazione Amastra Fidelis,  il Comune di Mistretta, i giganti Mithia e Kronos, il Complesso Bandistico e il Gruppo Folk “Amastra” hanno aperto il Festino di Santa Rosalia in data 10 Luglio.
I Giganti sono stati accompagnati da oltre 100 persone, che hanno fatto loro da corona sfilando e ballando con coreografie originali, e dal Complesso Bandistico che ha eseguito un apposito repertorio musicale>>.

OK

1 OK

2 OK

3 OK

26 ok

27 ok

4 OK

Da sx: Liborio Porracciolo sindaco di Mistretta- Leoluca Orlando sindaco di Palermo

5 OK

6 OK

7 OK

9 OK

20 ok

21 ok

22 ok

23 ok

24 ok

25 ok

10 OK

12 OK

13 OK

30 ok

29 ok

14 OK PORRACCIOLO ORLANDO

15 OK

31 ok

32ok

33 ok

34 ok

35 ok

16 OK

17 OK

24 OK

Foto di: Lucio Cicala, Santina Rondine e Giuseppina Russa

0 ok

1 ok

2 ok

2a ok

2b ok

2c

2d ok

3 ok

4 ok

5 ok

6 ok

7 ok

8 ok

9 ok

10 ok

11 ok

12 ok

13 ok

18 ok

Foto di Roberta La Mantia che ringrazio

 LA FESTA DELLA MADONNA DELLA LUCE

1 ok

A Mistretta ogni anno si ripete il mito della festa della Madonna della Luce e dei Giganti, festa che non è solo professione di fede, ma storia, leggenda antica, folklore.

 

CLICCA QUI

CLICCA QUI

CLICCA QUI

Dal 2016  la festa è oRganizzata e gestita dall’Associazione “Amastra Fidelis“.
I giganti, “Kronos, il Tempo”, che impugna la spada sguainata e “Mitya, il Mito”, che tiene nella mano destra un mazzetto di spighe e di fiori di campo, dal Santuario adiacente al cimitero, dove abitano tutto l’anno, salgono a Mistretta nel mesi di agosto, prima della festa di San Sebastiano.

5

Praticamente, l’acchjanata ri gesanti precede di alcuni giorni la festività della Madonna della Luce.
I giganti girano per la via Libertà e per le altre strade del paese esibendosi in balli non molto aggraziati e attorniati e ammirati dalla gente, soprattutto dai bambini.
La festa della Madonna della Luce si compie in due ambiti territoriali: quello urbano e quello cimiteriale.
Il giorno sette settembre, il primo giorno della festa, parte dal paese il corteo formato dai Giganti, dai sacerdoti, dai fedeli, dalla banda musicale, dalla gente.
L’incontro avviene “a Crucidda”, e tutti insieme, in processione, accompagnano la Madonna della Luce fino al Santuario di Maria Santissima dei Miracoli.
Come i Giganti proteggono la Madonna è veramente emozionante!
Si inchinano profondamente dinanzi a Lei in segno di riverenza.
All’interno della Chiesa  si dispongono come sentinelle l’uno a destra e l’altra a sinistra del portale della chiesa stessa.

2 ok

3 ok

4 ok

6 ok

7 ok

8 ok

A trabbunedda “A Crucidda”

1

2

3

4

Di ritorno dal santuario della adonna della Luce

10 ok

12 ok

14 ok

15 ok

Durante il cammino processionale  la gente rivolge alla Madonna della Luce  questa implorazione:

Marunnuzza ri la Luci,
 a vui jettu la me vuci,
vi la jettu accussì ardenti
Marunnuzza facitimi cuntenti.
 Pu Bambinieddu c’aviti mrazza
 cunciritimi sta razia
Ratimi socchi m’aviti prumisu,
li vostri razzie
 e lu santu Paradisu.

16 ok

17 ok

18 ok

19 ok

21 ok

22 ok

23 ok

24 ok

25 ok

26 MARIO   arco matrice ok

foto di Mario Amastratys

1 ok

Foto di salvatore Piscitello

27 ok

28 ok

32 ok

33 ok

34 ok

35 ok

36 ok

1240371_339704789498962_848505243_n okok

6

2

Nella piazza dinanzi al santuario della Madonna dei Miracoli i giganti, per festeggiare il Suo arrivo a Mistretta, dopo la celebrazone dei Primi vespri,  si esibiscono in una ballata sciolta.
Il ballo è esteriorizzazione del sentimento religioso in cui paganesimo e cristianesimo, leggenda e misticismo popolare si fondono insieme per ravvivare annualmente nel popolo amastratino il sentimento delle proprie radici.
La ballata è speranza, è preghiera, è pantomima del corteggiamento durante la quale Kronos, con lo sguardo rude, e Mytia, in sembianze matronali, da truci guerrieri diventano moderni ballerini dai movimenti lenti e poco virili.
I Giganti sono portati dai portanti, perché non hanno le gambe, e sostenuti dalle loro spalle. Senza i portanti i giganti sarebbero senza vita e senz’anima.
I portanti conservano e gestiscono un codice di segni, di gesti, di inchini, di movimenti delle spalle mediante i quali ripetono una coreografia arcaica, ma sempre nuova.

37 ok

38 ok

39 ok

40 ok

42 ok

43 ok

46 ok

48 ok

49 ok

49 ok

50 ok

51 ok

52 ok

53 ok

La festa continua il giorno dopo, l’otto settembre, nella ricorrenza della natività di Maria.

7

  All’’interno della chiesa sono celebrate le Sante Messe solenni.
Alle ore 12:00 i giganti si esibiscono nei loro spettacolari e festosi balli.

4 ok

3 ok

 Nel pomeriggio dello stesso giorno il fercolo della Madonna della Luce, condotto in processione per le vie della città, accompagnato dal clero, dalle autorità civili e militari, dalle associazioni con le fiaccole, dalla folla festosa, dalla banda musicale e dai giganti, che si dispongono sempre la femmina a destra e il maschio a sinistra nel ruolo di guardie del corpo,  fa ritorno nella Sua casa la sera.

56 ok

60 ok

61 ciccia 2 ok

62 ciccia 1 ok

Foto di Giuseppe Ciccia

65 luigi 4 salita maria ok

66 luigi 5 ok

 67 CHALET 1 ok

 Foto di Luigi Marinaro

68 ok

???

72 ok

73 ok

74 ok

75 ok

76 ok

79 ok

80 ok

81 ok

82 ok

84 ok

85 ciccia 3 ok

Foto di Giuseppe Ciccia

In Piazza Vittorio Veneto lo spettacolo pirotecnico incanta i presenti.

7 ok

Foto di Salvatore Piscitello

86 a  luigi 3 ok

Foto di Luigi Marinaro

86 cicca 4 ok

87 ok

88 ok

89 piscitello 6 CIANO PUMA ok

90 piscitello 7 ok

E’ un pellegrinaggio di gente proveniente anche dai paesi vicini.
La solenne benedizione, il grande falò, la luminaria di fuoco, allestito nello spiazzo antistante il santuario, concludono la festa   della Madonna della Luce.
Il falò, che illumina la notte, è il simbolismo della luce abbagliante della Madonna della Luce nella grotta, oppure della luce nascente che rievoca la purificatrice luminaria del mondo popolare contadino al tempo dei raccolti in onore di Demetra e della romana Pale.
I giganti si esibiscono in una ballata finale nel piazzale antistante il santuario concludendo la festa in un contesto di sacro e di profano, di amore e di fede che si tramanda di generazione in generazione.
La folla applaude.
La Madonna della Luce è ricollocata nella sua “nicchia”.

91 MARIO al santuario di ritorno ok

Foto di Mario Amastratys

L’estrazione dei biglietti dei premi messi in palio dalla lotteria regala ai fortunati estratti qualche gioia  in più.

 

IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA LUCE A MISTRETTA

1 OK

La chiesa della Madonna della Luce è stata edificata tra il XIV e il XVI secolo come cappella rurale alle pendici del cono di roccia su cui era stato edificato il castello arabo -normanno. Accanto alla grotta sorgeva un romitorio rupestre dove si riuniva a pregare qualche comunità monastica durante l’invasione araba.
Questa chiesetta era luogo di pellegrinaggio che accoglieva numerosi pellegrini. Essendo molto piccola e insufficiente a potere contenere i devoti, l’originaria piccola cappella fu ampliata tra la fine del ‘400 e la prima metà del ‘500.
Esattamente dentro quella grotta furono rinvenuti l’icona luminosa raffigurante la Madonna e i due giganteschi scheletri. Successivamente, con la tradizionale festa dei “gesanti” la chiesa è stata elevata a Santuario della Madonna della Luce.
La piccola chiesa, con un porticato su colonne che la circondava su tre lati e con annessi gli alloggi per gli eremiti, fu ingrandita ancora nel 1747. Nel 1754, per interessamento del sacerdote don Filippo Portera, la chiesetta fu nuovamente ampliata portandola allo stato attuale di chiesa a croce latina.
Sotto il procuratore Pasquale Cannata, la chiesa, tra il 1808 e il 1830, fu ulteriormente manomessa con l’aggiunta di transetto e tiburio come attestano le date apposte sul portale e sulla volta del presbiterio.
Nella facciata principale, da ignoto scalpellino siciliano nel 1808, fu realizzato il portale d’ingresso in arenaria formato da due colonne interne che sorreggono una struttura ad arco nella cui chiave di volta sono raffigurate le facce di due angeli che si sfiorano, e da due colonne esterne che sorreggono l’architrave rettangolare. Sulla facciata, ancora più in alto, dentro una figura romboidale, si scorge una croce e si legge la scritta J M S.

4 OK

5 OK

6 OK

7 OK

Dal 1884 in poi ha subito una radicale trasformazione nella sua morfologia esterna poiché sono state demolite le casette addossate e sono stati costruiti gli edifici di servizio del cimitero. La chiesa, infatti, è adiacente al camposanto poiché la costruzione dell’attuale Cimitero monumentale, su progetto di Giovan Battista Filippo Basile nel 1884, unì la facciata della chiesa alla cinta muraria del cimitero e, con atto di acquisto del 6 agosto del 1879, la chiesa diventò di proprietà del Comune.

8 OK

Nel 1830 furono realizzate le principali decorazioni delle volte, furono applicati gli stucchi, furono affrescate le mura con figure
di angeli, con scene di vita della Vergine, con elementi vegetali e animali, lavori eseguiti prevalentemente dal palermitano
Salvatore De Caro.

8a OK

Il transetto, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, fu pavimentato utilizzando piastrelle di ceramica decorate interamente a mano dal signor Rosario Piscitello di Santo Stefano di Camastra. La pavimentazione della navata, in maiolica dipinta a mano, di Santo Stefano di Camastra, è della metà del XIX secolo.

9 OK

Il pavimento era stato sovrapposto all’antico lastricato e per questo era stato necessario abolire il primo gradino dell’altare maggiore del quale restano ancora gli elementi lapidei.

10 OK

Successivamente, anche la restante parte della chiesa fu pavimentata con piastrelle di ceramica che si sovrapposero al lastricato.
La zona centrale, di forma quadrata, decorata interamente a mano, raffigurava il Sacro Cuore.

 11 OK

Nel presbiterio sull’altare maggiore in marmo, di età tardo- barocca, abbellito da un’edicola in stucco, entro un ovale si venera l’antica immagine tardogotica della Madonna in trono che allatta il Bambino, realizzata ad affresco, d’inestimabile valore, e risalente alla seconda metà del XV secolo.

12 OK

13 OK

L’immagine della Madonna, recentemente restaurata, è  ora esposta nell’altare maggiore del santuario della Madonna dei Miracoli per accogliere la preghiera dei fedeli e dove si celebra la “QUINDICINA”  in onore della Madonna della Luce nella speranza, come dice Mons. Michele Giordano, che “possa celebrarsi nel Suo Santuario, dove si celebrava  una volta, non appena sarà perfettamente restaurato e nuovamente agibile”.

14dopo lo stacco dalla prete e il restauro oggi alla matrice OK

15 OK

11997838_0ok

ok OK

La recita della “Salvi Rigina

prghire ok

e della preghiera tradizionale del santo Rosario.

15a OK

La Madonna, con intensa espressione, nel sorriso appena abbozzato rivela un profondo e mistico senso di umanità con segni di tenerezza e di grazia tutta cristiana. L’affresco è stato realizzato da un anonimo artista, probabilmente da un monaco basiliano.
I simboli della Luna e del Sole, posti pure nell’altare maggiore del Santuario, sono simboli semitici.

16 OK

Un anonimo artista, probabilmente del XII secolo, risalendo al fascino dei locali culti di Astarte, dea della luce, di Demetra, dea della Terra, e di Afrodite, divinità protettrici del fuoco inteso come luce, raffigurò i due corpi celesti con tratti antropomorfi secondo le religioni orientali, ma aggiungendo, secondo i canoni della cultura medievale, il motivo cristiano dei dischi raggiati.
Una cancellata di ferro battuto, degli inizi del XIX secolo, impedisce l’accesso al presbiterio. La chiesa è stata arredata dalle cappelle e dagli altari.

17 OK

17a OK

Nel braccio sinistro del transetto è collocata la cappella della statua della Madonna della Luce, una scultura lignea policroma e rivestita di oro zecchino risalente alla seconda metà del XVI secolo. E’ protetta da una nicchia in edicola decorata in stucco e sostenuta da un sottostante altare con paliotto marmoreo della seconda metà del XVIII secolo.

18 a OK

18 OK

19 OK

E’ la statua che attualmente si conduce durante il cammino processionale dei giorni 7 e 8 settembre per la festa della Madonna della Luce, restaurata nel 1999 assieme alla portantina, e allo Stellario dorato. La testa della statua è impreziosita dalla “raggiera“, dorata e decorata, che dona un senso di particolare regalità.

21 OK

Nell’altare  laterale sinistro è stata collocata la statua lignea policroma del Crocefisso, del XVII secolo, entro l’edicola decorata in stucco. Il paliotto marmoreo sotto l’altare risale alla seconda metà XVIII secolo.

22 OK

Nell’altare laterale destro è stato collocato il quadro olio su tela di San Cataldo, raffigurante il Santo Vescovo in cattedra tra le SS.me vergini Marta e Veneranda, opera di ignoto pittore siciliano  probabilmente del 1635. L’olio è collocato dentro l’edicola decorata in stucco. Anche l’altare di San Cataldo mostra nella parte sottostante il paliotto marmoreo della seconda metà XVIII secolo.

23 S. Cataldo, Santa Veneranda,Santa barbara

Il simulacro in cartapesta di San Pasquale Baylon inizialmente fu posto nella cappella di sinistra e poi in quella di destra. E’una scultura in legno tela e colla, probabile opera di artista francescano locale degli inizi XIX secolo. San Pasquale Baylon è posto dentro la nicchia in edicola decorata in stucco. Il sottostante altare mostra il paliotto marmoreo della seconda metà XVIII secolo.

24 San pasquale Baylon OK

Vicino alla porta d’ingresso, sulla sinistra, è collocata la statua della Pietà.

25 OK

La chiesa custodisce gli affreschi: l’Assunzione di Maria Vergine

26 assunzione di Maria Vergine OK

Lo sposalizio della Vergine Maria

27 a sposalizio della Vrgine maria OK

La presentazione di Gesù al tempio

27 presentazione di Gesù al tempio OK

Nella volta l’angelo con l’autografia del pittore Salvatore De Caro

28 affresco nella volOK

e molti altri affreschi

29 OK

30 OK

31 OK

32 OK

32a OK

33 OK

34 OK

36 OK

35 OK

37 OK

38 OK

38a OK

39 OK

40 OK

41 OK

42 OK

Nella cantoria c’era un organo di quattro registri con cassa policroma del’700 attribuibile ad Onofrio Guzzio (Lo Gussio) da Castelbuono. Restaurato, attualmente è conservato nella chiesa di San Sebastiano.

43 OK

Essendo la chiesa non di primaria importanza e fuori delle mura della città, non ha avuto una corretta manutenzione per la sua protezione, pertanto, col passar del tempo, l’edificio continua a subire il persistente inesorabile degrado tanto da costringere l’Amministrazione Comunale a vietare categoricamente l’accesso al suo interno. E’ una vera offesa per chi ama la cultura, l’arte, la storia, essere privato dell’osservazione di un così pregevole bene.
Con i pochi e insufficienti interventi, tuttavia necessari dopo il sisma del 31 ottobre del 1967, fu sostituita la pavimentazione della navata centrale con mattoni di cemento pressato, furono ripristinate alcune parti d’intonaco interno, fu rivestita d’intonaco di cemento la facciata esterna. Gli interventi più recenti, eseguiti all’inizio del 1997, riguardarono il consolidamento della cappella destra e della volta.  Sono, comunque, interventi sporadici.
La chiesa custodisce, inoltre, i giganti nuovi, di vetroresina, (quelli vecchi, di cartapesta, sono ospitati nel palazzo Mastrogiovanni-Tasca),

44 OK

45 OK

46 OK

 Il Comitato della “Madonna della Luce”, che mantiene vivi la tradizione e il culto mariano, è stato il sostenitore di questa clonazione dei giganti avenuta qualche anno fa.
Un ricordo e una prece all’amico Peppino Lipari, che indossa la fascia del comitato, valido sostenitore della festa della Madonna della Luce e dei Giganti, prematuramente scomparso.
Con molto entusiasmo e con precisa puntualità, mi ha accompagnato dentro la chiesa per realizzare questo mio reportage fotografico.
Grazie Peppino!

47 OK

Fede e arte sono inseparabili: il tesoro della Madonna della Luce è esposto al Museo del Palazzo della cultura Mastrogiovanni –Tasca a Mistretta.

 48  OK

49 OK

50 OK

51 OK

52 OK

53 OK

54 OK

SPLENDOR LUCIS è il convegno sulla festa della Madonna della Luce di Mistretta che si è tenuto domenica 1 settembre 2019 nel Santuario della Madonna dei Miracoli a Mistretta.

1 ok

Hanno relazionato: la dott.ssa Santina Rondine, il prof. Sebastiano Lo Iacono, il prof. Francesco Cuva.
Hanno condotto i lavori: Mons. Michele Giordano e Giuseppe Ciccia.

3 ok

da sx: Sebastiano Lo Iacono-Santina Rondine-Michele Giordano-Giuseppe Ciccia-Francesco Cuva

La dott.ssa Santina Rondine  ha magistralmente spiegato e mostrato le fotografie  degli oggetti sacri argentei conservati nel santuario della Madonna della Luce.

4 ok

Si tratta di un ostensorio, di tre calici, di due corone, di una navetta, di un incensiere.
Ha descritto le incisioni,  il periodo storico, le iniziali dell’artista che ha realizzato l’opera.
Il prof. Sebastiano Lo Iacono, seduto sul gradino, ha intrattenuto la platea raccontando teatralmente la leggenda dei Giganti che ha radici lunghe. Cominciò con l’arrivo ad Amastra di fra’ Benedetto. S’era ai tempi dei Vespri Siciliani. La città era dominata da Emanuello, sire di Provenza, predatore rapace, fiero, crudele. Di cristiano aveva solo il nome. Fra’ Benedetto sfidò il tiranno, guarì malati e diventò maestro di giustizia. Ebbe in mano solo l’arma di un libro: il Vangelo.
Composero la fiaba, in versi siciliani e in lingua, Basilio Filetto e Pasquale Livrera, nel 1933.
Il prof. Francesco Cuva ha descritto la festa della Madonna della Luce.
Chi, meglio del prof. Francesco Cuva, avrebbe potuto raccontare la festa della Madonna della Luce!?
Trascrivo integralmente la sua relazione: “Polisemia dei segni sulla festa della Madonna della Luce scaturisce da studi recenti e dal contributo dato dai comitati storici delle varie feste patronali che si svolgono sia in Sicilia sia in Calabria; determinante è quello espresso dal comitato dei Giganti di Messina, presieduto dal prof. Riccobono.
Se questa ricorrenza si presta a un impasto di storia e di leggenda, anche perché la leggenda ha sempre un fondamento storico, è opportuna una negoziazione tra razionalità e immaginazione per individuare gli elementi di riferimento storico e capirne i risvolti. Nel racconto, soprattutto orale, la storia si arricchisce di particolari fantastici tanto da trasformarla in leggenda.
La storia nasce con i basiliani e a divulgarla sono i boni viri; i primi sono i custodi del rito cristiano anche durante l’occupazione musulmana, i secondi ne assicurano la validità giuridica. Queste due categorie, in seguito, sostengono il conte Ruggero nella conoscenza del territorio e nelle imprese. Dopodicchè, con il loro aiuto Ruggero può organizzare vescovati, parrocchie, abbazie, pellegrinaggi dando vita a quella struttura ecclesiastica che ha assicurato al popolo siciliano benefici spirituali, morali e sociali.
Nel XVI secolo tornò nell’isola, ma anche in Italia e in Europa, la grande paura di una seconda invasione musulmana.
Pirati e corsari spadroneggiavano nei mari e attaccavano le coste.
Contro di loro papato e regni occidentali organizzarono una difesa ad oltranza che culminò nella battaglia di Lepanto (1571).
Il militare Francesco Salamone, antenato dell’omonima famiglia amastratina, che aveva partecipato alla disfida di Barletta, ha avuto l’incarico di proteggere la costa tirrenica della Sicilia.
In tale contesto, per tutto il secolo, si diffonde la notizia del ritrovamento di icone bizantine con l’immagine della Vergine in una grotta, in un bosco o in un dirupo.
Il ritrovamento è preceduto da una luce, intesa come visibile emanazione di Dio nel mondo terreno, sensibile e materiale.
Più abbagliante è la luce, più elargisce miracoli a chi ha fede; cosicchè, a contatto con la luce qualcuno acquista la parola, come un pastore a Pietraperzia o a Roccapalumba, un altro guarisce da una malattia, un altro ritrova la fede.
Il ritrovamento nasce dalla necessità di diffondere, per mezzo di un’effigie mariana, la sacralità di un luogo che diviene sede di pellegrinaggio.
In queste località di preghiera e di attesa il ritrovamento è accompagnato dalla scoperta di ossa gigantesche a protezione dell’immagine della Madonna.
Da ciò nasce il culto della Madonna della Luce a Trapani (1211), a Mistretta, a Sciacca, a Catania, a Ugento, città in provincia di Lecce; a Messina quello in onore  dell’Assunta.
Le ossa divengono immagini di Gesanti o di Giganti che sono emblema del patriottismo municipalistico molto sentito nel cinquecento, quando le città fanno a gara per dimostrare la propria antichità attraverso esibizioni di ciclopici resti ossei, rinvenuti durante scavi e attribuiti a ipotetici primi abitatori del sito.
La presenza di giganti, in un rito mariano, fa riferimento al passato storico, vanto di gloria o momento di trepidazione.
Ecco perché nell’immaginario collettivo i giganti sono rappresentati rivestiti di corazza, armati di spada, e mostrano scudo, mantello, ma anche spighe e fiori.
Nella gloria o nella paura il popolo ama ricordarli e vuole mostrarli agli altri, anche agli scettici e ai dubbiosi, perché sono collegati a fatti straordinari, ossia ai miracoli.
A tal fine organizza sfilate, processioni, pellegrinaggi, preghiere, crea canzoni, ammantati di simboli.
A Messina, oltre alle due statue equestri, sfila anche un cammello legato al ricordo dell’entrata in città su un cammello del conte Ruggero.
A Palmi, invece, sfila un cavallo, perché Ruggero vi si presentò su un focoso destriero.
A Messina, Mata, procedendo avanti la processione, rappresenta la chiesa cattolica che con Ruggero s’impone su quella ortodossa, rappresentata da Grifone.
I due giganti messinesi indossano manto rosso, simbolo di regalità.
A Mistretta procede avanti Kronos, il Tempo, dietro segue Mithia, donna splendente
.
Kronos mostra corazza azzurra con ricami color oro, elmo, mantello rosso; con la mano destra impugna la spada, con l’altra uno scudo: immagine di un guerriero di nobili natali.
Mithia indossa una tunica laminata e contornata da crocette greche, porta mantello celeste, emblema della lealtà, e stringe nella mano destra spighe e fiori di campo, ossia concordia e speranza.
 Kronos potrebbe rappresentare il conte Ruggero, Carlo V e nel braccio lo stemma di Francesco Salamone:  il primo ripristina la fede cattolica, il secondo ne è il difensore.
Mithia, con le crocette, potrebbe essere emblema dell’etnia bizantina che a Mistretta dimorava al piano dei Greci e che ha avuto un ruolo importante durante la dominazione araba.
Mata e Grifone sfilano per le vie di Messina, Kronos e Mithia ballano prima e dopo la processione; ballano anche i giganti di Palmi, di Seminara. Con la loro danza ricordano la conquista della libertà del popolo calabrese e siciliano dai predoni saraceni e turchi che per secoli avevano devastato le coste apportando ovunque lutti e rovine.
I giganti di Mistretta ballano anche come atto di ringraziamento per i prodotti della terra in quanto, nel passato, nei primi giorni di settembre si concludeva l’annata agraria. Inoltre ballano a conclusione della processione alla luce di un grande falò, emblema della purificazione.
Nel corso degli anni, purtroppo con le sovrapposizioni culturali si determina qualche paradosso: il figlio dei giganti a Mistretta e a Palmi.
Al di là delle sovrastrutture, dominante essenziale e immutabile è la Luce con cui la Vergine manifesta la sua presenza sulla terra.
Ed è bello, ma anche suggestivo, immaginarLa e vederLa  quando allatta il Bambino, quando Lo mostra al popolo, quando ne accetta il giuoco. Agli occhi di tanti fedeli la Vergine è anche Maria del Soccorso, del Rosario, Maria del Tindari, proclamata Regina delle Vittorie il 27 aprile 1575, ma, soprattutto, Maria della Luce.
Contemporaneamente, durante il convegno, si è ammirata la mostra dei beni artistici provenienti dal santuario di Maria SS.ma della Luce a Mistretta allestita da:Giuseppe Ciccia, da Santino Cristaudo, da Paolo Trincavelli.

5 ok

6 ok

7 ok

8 ok

10 ok

11 ok

11a ok

12 ok

13 ok

14 ok

16 ok

17 ok

 

Comments are closed.