Apr 27, 2016 - Senza categoria    Comments Off on I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SANT’ANGELO MARTIRE, PATRONO DI LICATA

I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SANT’ANGELO MARTIRE, PATRONO DI LICATA

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Raccontare le feste in onore di Sant’Angelo è un dialogo molto lungo, bisogna viverle! Religiosità, devozione, folklore si mescolano insieme. Santo benedetto!
Egli è prodigioso nelle grazie, fecondo a compiere miracoli perché viva è la fede ancora dopo 796 anni dal giorno del Suo martirio.Sant’Angelo si festeggia diverse tre volte durante l’anno. Le feste interne, che si eseguono in chiesa per ringraziamento per aver preservato Licata dai tre terremoti, si celebrano: l’11 gennaio per ricordare il terremotodel 1693 che colpì la Val di Noto e parte della Sicilia occidentale, ma risparmiò la città di Licata grazie alla Sua intercessione, il 5 febbraio per ricordare il terremoto del 1783, il 28 dicembre per ricordare il terremoto del 1908. Le feste esterne si celebrano: il 5 maggio perché si fa memoria del suo martirio e il 16 agosto perché si ricorda la liberazione di Licata dalla peste del 1625 per Sua intercessione. La festa grande, consacrata al patrono di Licata Sant’Angelo, è quella che si celebra il 5 maggio, giorno che confermò versando il Suo purissimo sangue. Il capitolo provinciale dei PP. Carmelitani della Sicilia, tenutosi a Licata nel convento dell’Annunziata l’8 maggio del 1457, fissò la data della festa di Sant’Angelo il 5 maggio di ogni anno.

I festeggiamenti iniziano giorno 4 e si concludono giorno 6 del mese di maggio.
E’ una festa commovente, ammirevole, il popolo è festoso e testimonia la sua devozione al Santo martire Angelo.
Il paese è illuminato con archi di luce. Gli spari dei mortaretti, le bancarelle che invadono tutti i corsi della città esponendo la loro merce, le sfilate delle bande musicali, i cortei dei gruppi folkloristici, le gare di abilità rallegrano piacevolmente questo atteso periodo di maggio.
Le devote funzioni liturgiche iniziano la sera del 4 maggio quando, alla presenza delle autorità religiose e civili, si celebrano solennemente i Vespri.
Come prevede un antico rituale, i catenacci dell’inferriata della cappella che custodisce le sacre reliquie sono tolti dal Sindaco della città, dal Prevosto della Collegiata della Chiesa Madre e dal Rettore del Santuario Don Angelo Pintacorona.
Il rettore del santuario, rev. Angelo Pintacorona, cura le funzioni religiose sostenuto da altri sacerdoti, mentre i membri l’Associazione “Pro Sant’Angelo”, presente dal 1997, formata da molti  giovani volontari, curano il buon andamento della festa e portano il sacro fercolo in processione.

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La sacra urna di Sant’Angelo esce dalla Sua cappella e, portata a spalla dai portatori, al grido di “Viva Sant’Angelo”, attraversa in processione tutta la navata della chiesa fino all’altare maggiore dove viene sollevata ed esposta.

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Rev. sac.  Angelo Pintacorona

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La mattina del 5 maggio i Ceri votivi vengono esposti in Piazza Sant’Angelo e poi traslati in Piazza Elena a cura dell’Associazione “Vivere Licata”e accompagnati dall’allegro suono della banda. Sono condotti a spalla da otto portatori e da due timonieri.
Anticamente accompagnavano Sant’Angelo durante il cammino processionale.  Dal 1999 non vengono più portati in processione perché potrebbero subire danni irreversibili durante il cammino. In chiesa durante la messa solenne, celebrata dal clero cittadino, presieduta dall’Arciprete don Angelo Fraccica,

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alla presenza delle autorità civili e militari,  presenti anche i due mazzieri, che portano le mazze d’argento, simbolo del potere civile,

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e animata dal coro Terz’Ordine Carmelitano

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vengono offerti i voti e benedetti i bambini donati a Sant’Angelo, vestiti con l’abito carmelitano.

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Molti giovani aspettano nella piazza Sant’Angelo perchè la chiesa non può contenere tutti.

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La Santa Messa continua alla presenza di moltissima gente che ha riempito il santuario

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La Sacra urna è esposta all’adorazione dei fedeli

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A mezzogiorno il Rev. Don Angelo Pintacorona, nel sagrato benedice i “muli parati” che portano simbolicamente  i doni della terra e del mare in ricordo della fastosa dominazione spagnola.

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L’esposizione dei muli parati è il ringraziamento per i benefici ottenuti dal santo.  Il padrone dell’animale offre la sua offerta e la bestia viene benedetta con l’acqua santa.  Il dorso degli animali è coperto da ricche bardature di seta o di velluto e la testa è addobbata con penne di pavone, fiori e sonagliere. Sfilano anche i carretti siciliani e i cavalli delle Associazioni: “Carrettieri siciliani”,  “Amici del cavallo”, “Ass.ne “Cavallo Frisone”, “Un Cuore a cavallo”, “Sant’Angelo 2004” 

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In Piazza Progresso è piacevole ascoltare i bandisti della banda “Amedeo Vella

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Nel pomeriggio, nel sagrato della chiesa molti giovani marinai cantano, ballano, giocano, si rincorrono aspettando l’uscita della sacra urna.

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Alle ore 20:00, dopo la celebrazione della santa Messa, inizia il cammino processionale. La sacra urna di Sant’Angelo viene deposta su un fercolo sorretto da sei felini alati dorati con funzione di cariatidi e tra questi gruppi di tre putti argentati per ogni lato.
Vanno incontro a  Sant’Angelo: i giovani  dell’ Associazione “Vivere Licata”, che indossano la maglietta azzurra, i membri del’Associazione  “Oltreponte Pro S.Angelo”, che portano una rosa  rossa nella mano, i membri dell’Associazione “Pro Sant’Angelo”, che indossano la divisa da marinaio e portano nella mano la candela.

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La sacra urna esce dalla chiesa portata a spalla dai marinai preceduta da una doppia fila di giovani marinai vestiti di bianco, che rappresenta la divisa estiva della Marina Militare, a piedi scalzi e con una candela accesa nelle mani.
I marinai sostituiscono i contadini che ne avevano il privilegio fino ad alcuni anni fa.  La gente è molto numerosa.

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Accompagnano Sant’Angelo il giovane Sindaco di Licata Angelo Cambiano e alcuni membri dell’Amministrazione comunale

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Sant’Angelo passa davanti alla casa di Berengario

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 Quindi prosegue per il Corso Vittorio Emanuele, imbocca la Via Sant’Andrea per sostare davanti alla casa dell’Arcivescovo Goffredo che l’ha ospitato nel 1220.
In piazza della Vittoria si danno il cambio sotto l’urna altri marinai dell’Associazione “ Pro Sant’Angelo” i quali, mentre il clero e il popolo attendono presso la chiesa Madre, loro si portano nei pressi del mare. Sant’Angelo benedice le acque del mare licatese affinché fossero sempre più ricche di pesce.
Recita un antico detto licatese: “Sant’Angilu è u nostru protitturi, carma lu ventu e abbunazza lu mari”.
Da Piazza della Vittoria inizia la prima corsa. I portatori, senza guardare il percorso, avvinghiati gli uni agli altri, guidati dal timoniere, corrono fin dentro la chiesa Madre. Altri giovani marinai, gridando, corrono velocemente davanti all’urna per liberare la strada dalla folla ammassata sui marciapiedi. La banda stimola la corsa intonando marce veloci.

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L’incitamento dei portanti è sempre: “E chi semu surdi e muti? Viva Sant’Angelo”. Le corse sono un momento molto atteso dal popolo.
Lungo il percorso per le vie della città Sant’Angelo corre ancora in Corso Umberto I, in Corso Roma, davanti alla Sua chiesa, al rientro la notte intorno alla mezzanotte.

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Le corse della sacra urna ricordano gli eventi drammatici, cioè quando le reliquie di Sant’Angelo di corsa erano portate fuori dalle mura della città per nasconderLe in luoghi più sicuri per impedire che, a causa dell’invasione dei turchi, che scorazzavano lungo il litorale della costa centro-meridionale della Sicilia, venissero profanate dagli invasori. A Mistretta anche San Sebastiano corre. Era un bersagliere!
La processione prosegue. In piazza Elena avviene l’“ncruciata” con i quattro ceri che fino ad alcuni anni fa accompagneranno il Santo per gran parte del cammino processionale.
Oggi non Lo accompagnano più perché, essendo pesanti e voluminosi, potrebbero subire danni irreversibili. Il percorso prosegue in Corso Umberto I, all’inizio di Oltreponte, in Corso Serrovira e, attraversando la zona di Settespade, raggiunge il Corso Roma entrando correndo nella chiesa del Carmine. Sosta in Piazza Progresso. Quindi prosegue il suo cammino. In via San Francesco corre di nuovo fino all’altare della Sua chiesa al grido sempre più forte “Viva Sant’Angelo”. Sant’Angelo rientra nella Sua chiesa intorno all’una di notte.
La festa si conclude il 6 maggio, giorno di ringraziamento.
La sera, dopo il canto del Te Deum e la benedizione eucaristica, l’urna di Sant’Angelo ritorna nella Sua cappella e, con lo stesso rituale avvenuto il 4 maggio, la porta di ferro viene richiusa con i tre catenacci.

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Chiude il primo catenaccio il Rev. Sac. Angelo Pintacorona in sostituzione del Prevosto della Collegiata della chiesa Madre,

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Chiude il secondo catenaccio il Rev. Don Angelo Pintacorona, Rettore del Santuario di Sant’Angelo,

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Chiude il terzo catenaccio don Angelo Santamaria in sostituzione del Sindaco di Licata.

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Commovente è il grido dei fedeli: “E chi semu surdi e muti? Viva Sant’Angelo”. Intanto al porto si eseguono i giochi del “palio a mare” e del “palio a “‘ntinna”. Infine il concerto musicale in Piazza Progresso e i giochi pirotecnici chiudono suggestivamente i festeggiamenti in onore di Sant’Angelo il 6 maggio.
La festa del 16 agosto fu istituita nel 1625 per ringraziare Sant’Angelo per aver liberato Licata dalla peste.
Mons.Corrado Bonincontro, allora Vicario Generale della diocesi di Girgenti, concesse ai licatesi di festeggiare Sant’Angelo il 16 agosto di ogni anno.
Il 16 agosto era, pertanto, la festa principale, celebrata solennemente, rispetto alla festa del mese maggio che ricorda il martirio del santo. Attualmente la festa principale è quella del 5 maggio, considerando secondaria la festa di agosto.
Oggi, la festa di agosto è celebrata nel primo fine settimana successivo al 15 agosto con le stesse funzioni religiose e civili di quella di maggio  ad esclusione della “fiera” e della partecipazione dei ceri alla processione. Moltissima gente giunge a Licata dall’estero e dai pesi vicini per invocare le grazie a Sant’Angelo.

 

 

 

 

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