Apr 11, 2017 - Senza categoria    Comments Off on GLI ALTARI DELLA REPOSIZIONE NELLE CHIESE DI MISTRETTA

GLI ALTARI DELLA REPOSIZIONE NELLE CHIESE DI MISTRETTA

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La liturgia cristiana impone ai fedeli la visita ai sepolcri la sera del giovedì e la mattina del venerdì santo. Durante il pellegrinaggio bisogna mantenere un comportamento afflitto, recitare i misteri dolorosi del Santo Rosario, sostare in preghiera davanti al sepolcro.
Durante la visita ai Sepolcri si recita anche l’orazione:

Nna stu sepulcru santu
sta ‘nchiusu lu Signuri,
misu ‘ncruci patiu tantu
pi nuatri misiri piccaturi.
Pi lu vostru sparsu sangu,
pirdunatimi, Signuri.

Si visitano 7 chiese, o in numero dispari, recitando per tre volte questa preghiera insieme a 3 Pater, a 3 Ave e Gloria e a 3 Eterno riposo.

Gli altari della reposizione, conosciuti come i “sepolcri”, nella tradizione cattolica del rito della settimana santa a Licata come anche a Mistretta, sono gli altari addobbati nelle chiese parrocchiali il giovedì che precede la Pasqua.
Si chiamano Sepolcri perché caratterizzano i sepolcri in cui è custodito il SS.mo Sacramento per l’eucaristia dopo la Messa del giovedì e per l’azione liturgica del venerdì santo.
L’altare della reposizione nella cappella del Cristo Nero nella chiesa Madre di Licata.

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 Gli altari della reposizione  nella cappella del SS.mo Sacramento nel Santuario della Madonna dei Miracoli a Mistretta.

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Gli altari della reposizione  nella parrocchia di San Nicolò di Bari a Mistretta.

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Gli altari della reposizione  nella parrocchia di Santa Caterina a Mistretta.

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Negli altari della reposizione è offerto a Cristo, che dovrà risorgere, il frumento.
Nei  corsi principali, particolarmente illuminati, a Licata c’è una moltitudine di  persone in movimento per visitare i sepolcri, in teoria in numero non inferiore a quattro.
A Mistretta la popolazione è poco numerosa, quindi l’affluenza nelle chiese è limitata.
Gli altari della reposizione sono magnificamente addobbati con fiori freschi, con piante  e con i caratteristici “curuneddi”.

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I “curuneddi”, “i sabburchi”,  si preparano facendo germogliare in una ciotola le cariossidi di frumento sparse in una coltura idroponica e nascosta in un luogo buio e umido per alcuni giorni. Il germoglio di frumento, non potendo compiere la fotosintesi clorofilliana, assume la colorazione bionda, anziché verde, e cresce in lunghezza.
Quindi i germogli, fitti, uniformi, legati da un nastro di raso rosso e adornati con fiori di camelie e di rose, sono portati in chiesa.
Gli altari della reposizione sono addobbati, oltre che con i curuneddi, anche con particolari simboli della passione.

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Gli altari della reposizione sono la continuazione, sotto un altro nome, del culto dei giardini di Adone, la giovane divinità che, nell’antica Grecia, incarnava la morte e la resurrezione. Come le piante, egli moriva d’inverno e rinasceva in primavera a significare il ritorno della stagione agricola.
Adone era il bellissimo giovane nato dall’amore di Ciniro e di Mirra e ardentemente amato da Astarte. Secondo il mito fenicio, poiché Adone era stato ucciso da un cinghiale durante una battuta di caccia, Astarte piangeva sconsolatamente la perdita dell’amato.
Ogni anno le donne di Byblos esponevano il simulacro del corpo del dio sopra un letto di fiori detto “il giardino di Adone”, vi si disponevano intorno e auspicavano la sua resurrezione. In ogni giardino di Adone c’è la fede e la pietà cristiana.
La sera del giovedì santo molto seguito, in Chiesa Madre, è il rito della lavanda dei piedi officiato dal parroco arciprete.
Il pomeriggio del giovedì santo i Confrati delle confraternite, preceduti dalle insegne della Confraternita di appartenenza e indossando il saio bianco, partendo dalla propria Chiesa, si recano in visita penitenziale al Calvario.
Durante il percorso sono rievocate le stazioni della Via Crucis.

 

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