Sep 14, 2014 - Senza categoria    Comments Off on L’ERICA VAGANS NELLA MIA CAMPAGNA DI LICATA

L’ERICA VAGANS NELLA MIA CAMPAGNA DI LICATA

ERICA 1

Dopo una lunga permanenza, da luglio a settembre, a Mistretta, al mio paese natio, finalmente sono rientrata a casa mia, a Licata. Sono ritornata fra le mie vecchie cose e soprattutto fra le mia amate piante. Non hanno sofferto né la solitudine, né la mancanza d’acqua perchè Domenico, il mio giardiniere, periodicamente si reca in campagna, in contrada Montesole-Giannotta, ad accudirle amorevolmente e a dare loro da bere.
Il villino si trova in collina, a 119 metri sul livello del mare, in una zona residenziale e, pertanto, provvista di tutti i servizi. A Licata la pioggia si fa desiderare quasi tutto l’anno, specialmente nel periodo estivo, tuttavia la ditta Girgenti acque assicura la fornitura di acqua potabile anche in quella zona. Nel mio giro d’ispezione, fra le tante piante spontanee, ho notato nuove piantine di Erica che abbelliscono la parete rocciosa che circonda la casa.
Il nome Erica a quest’arbusto sempreverde, legnoso, glabro, delicato, ma vigoroso, è stato attribuito da Plinio. Il termine Erica deriva dal greco “ερείκω” che significa, appunto, “spezzare” per la fragilità del fusto. Pare che Pedanio Dioscoride ( I° sec.d.C.), medico greco considerato uno dei primi studiosi di botanica che nel suo erbario “De materia medica libri quinque” descrisse erbe utilizzate in medicina, scelse questa definizione perché la radice dell’Erica riesce a spezzare persino la silice. Esistono più di 500 specie di Erica apprezzate perché piante decorative e ornamentali.

ERICA 2

L’Erica vagans, appartenente alla famiglia delle Ericacee, vive in Europa meridionale e occidentale, in Africa e in Asia minore come pianta selvatica. In Italia predilige i terreni aridi, calcarei o silicei dove cresce spontaneamente dal mare alla zona submontana formando magnifiche siepi e tappezzando terreni. Alta 25 centimetri appena, è bellissima per la fioritura abbondante e precoce dei suoi fiori piccoli, campanulati di colore rosa, disposti in grappoli, che la fanno spiccare sulle rocce.
Ha foglie verdi verticillate, lucide, strette; mal sopporta la sete e poco accetta le annaffiature troppo abbondanti o frequenti. Per questo motivo, nella mia campagna  di Licata, si tiene lontana dalle aiuole che ospitano particolari piante che invece reclamano di bere acqua a giorni alterni soprattutto in estate. L’Erica non va mai sicuramente a riposo, infatti è presente quasi tutto l’anno. Fiorisce prevalentemente in primavera e in estate e, per aiutare la pianta, bisogna avere l’accortezza di togliere le infiorescenze appassite subito dopo la fioritura.
L’Erica possiede diverse virtù officinali.
Fa aumentare la diuresi, facilita l’espulsione dei calcoli renali, sa curare la cistite d’origine prostatica e le coliche nefritiche, funge da antibiotico naturale perché ricca di sostanze batteriostatiche e battericide. Si raggiungono benefici effetti assumendo ogni giorno alcuni cucchiai da caffè di estratto fluido, ottenuto facendo bollire in un litro d’acqua un pugno delle sommità fiorite di Erica fino a ridurre il liquido ad un terzo del suo volume. Questo rimedio è stato indicato dalla vecchia medicina “dei semplici”, così come tutti gli altri consigli.

 ERICA 3

 

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Io raccolgo, con cura e affetto particolari, nella mia campagna una piccola quantità di rametti di Erica di cui faccio una ghirlanda che porto a Carmelo De Caro al cimitero.

Erica ok

Era innamorato di questa pianta per la sua modestia, per la sua semplicità, per la sua resistenza, per la sua poca invadenza.
La cerco anche nascosta tra le pietre.
Per lui scelgo l’Erica multiflora, dai fiori di colore bianco, perché è simbolo d’ammirazione e di compagnia.
L’Erica, in generale, è simbolo d’amarezza e di solitudine. Inoltre, avvicinandomi alla pianta, sento una musica ammaliante: è il ronzio delle api che visitano i fiori da cui traggono il polline. Anche le farfalle sono degli assidui frequentatori.

 

 

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