Mar 14, 2017 - Senza categoria    Comments Off on COTONEASTER JAPONICA E COTONEASTER FRIGIDUS

COTONEASTER JAPONICA E COTONEASTER FRIGIDUS

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 Nella villa comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta i bei fiori di Cotoneaster Japonica recentemente mi hanno accolto con un sorriso.
Come ho risposto?
Grazie!

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Il nome Cotoneaster deriva dal greco “κυδaνιον” “cotogno” (e questo da “Κυδωνία”, “Cidonia”, città dell’isola di Creta), e dal suffisso “ἀστήρ” “astro”, vale a dire “cotognastro” perché indica la somiglianza delle foglie di alcune specie a quelle delle mele cotogne.
Il Cotoneaster è originario dell’Africa settentrionale, dell’Asia, dell’Europa e comprende circa 40 specie delle quali due sono spontanee in Italia: il Cotoneaster integerrimus e il Cotoneaster nebrodensis.
Nella villa comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta vegetano: il Cotoneaster japonica 

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e il Cotoneaster frigidus.

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 Il Cotoneaster japonica, dai bei fiori dal colore cremisi e fiorisce nei mesi di febbraio-marzo.

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 Il Cotoneaster frigidus, dai bei fiori di colore bianco, fiorisce in estate.

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Il Cotoneaster japonica e il Cotoneaster frigidus sono arbusti appartenenti alla Famiglia delle Rosaceae.
Il Cotoneaster japonica è un arbusto perenne il cui tronco raggiunge una modesta altezza da cui partono i rami ramificati e anche prostrati.

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Le foglie, caduche, portate da un breve picciolo, a margine intero, alterne, coriacee, hanno la pagina superiore glabra, lucida e di colore verde scuro, quella inferiore coperta di una leggera lanugine. Per quest’aspetto cotonoso della pagina inferiore delle foglie stato imposto il nome di “Cotoneaster”.

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I fiori, ermafroditi, all’ascella delle foglie, generalmente solitari, portati da pedicelli brevissimi, hanno il calice composto da 5 sepali triangolari, e la corolla di 5 petali di colore rosso. Gli stami, in numero di 12, sono più corti dei petali.

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I frutti sono piccole mele subglobose di colore rosso brillante contenenti 2-3 semi.

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Il Cotoneaster frigidus, chiamato anche “Ciliegio tardivo”, proveniente dall’Himalaya, è stato introdotto in Europa all’inizio del sec. XIX e coltivato per ornamento. Non è sempreverde, però possiede un bel fogliame allungato e molto colorato che conferisce alla pianta una forma arrotondata e, se non è potata, sviluppa diversi fusti principali mostrando un aspetto disordinato e ispido.

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Il Ciliegio tardivo ha uno sviluppo eretto e, col tempo, raggiunge anche i quattro metri d’altezza, le dimensioni di un albero. Il tronco è rivestito dalla corteccia grigiastra con delle lenticelle orizzontali. Le foglie, piccole, intere, alterne, coriacee, assottigliate alla base sono di colore verde scuro sulla pagina superiore, di colore verde pallido nella pagina inferiore e, in autunno, tendono al rosso.

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I fiori, piccoli, bianchi, dal gradevole profumo, sono riuniti in infiorescenze a corimbo e fioriscono nel mese di giugno. Non sono molto appariscenti, ma sono visitati volentieri dalle api. 

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I frutti, piccole drupe, riuniti in densi grappoli, maturano in autunno, diventano rossi, conferendo alla pianta un particolare effetto estetico e decorativo. Contengono due noccioli. I frutti rimangono sulla pianta per tutto l’inverno e sono una leccornia per gli uccelli che ne spogliano i rami.

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La riproduzione avviene per seme. La germinazione può avvenire solo dopo 18 mesi. Si può effettuare per talea nel periodo agosto-settembre e anche per propaggine nei mesi di ottobre-novembre.
Il Cotoneaster Japonica e il Cotoneaster frigidus sono arbusti molto rustici e resistenti, che crescono bene su tutti i tipi di terreno preferendo, però, quelli soffici, profondi e ben drenati. Le loro radici si diramano anche per decine di metri trovando facilmente gran parte dei nutrienti nel terreno.
Con il passare degli anni, lo sviluppo di un buon apparato radicale consente alle piante di accontentarsi delle piogge che cadono dal cielo.
E’ necessario annaffiare solo quando il substrato è perfettamente asciutto. Un’eccessiva umidità potrebbe provocare il marciume radicale che, inesorabilmente, porterebbe le piantuzze alla morte.
Malattie fungine e attacchi parassitari non sono molto numerosi, ma il nemico peggiore è il “colpo di fuoco batterico”, l’Erwinia amylovora, una pericolosa batteriosi che colpisce diverse piante della famiglia delle Rosacee ed è molto diffusa nell’Italia Centro-Orientale. Si manifesta sulle foglie dove si osserva la formazione di un’area triangolare necrotica con il vertice diretto verso il picciolo. I fiori anneriscono e i frutti avvizziscono. L’unica difesa è la prevenzione! Le piante colpite devono, purtroppo, essere distrutte e bruciate per evitare il contagio di altre piante.
Nei vari periodi stagionali le piante devono essere nutrite con concime minerale da sciogliere nell’acqua delle annaffiature.
I Cotoneaster gradiscono alcune ore al giorno d’irradiamento solare. I giovani esemplari necessitano di maggiori cure rispetto agli adulti.  Durante l’inverno le giovani piantine accettano di essere protette dal vento e dal freddo, mentre la pianta adulta sopporta temperature molto rigide, quindi è adatta a essere coltivata all’aperto senza temere gli inverni rigidi mistrettesi.
Tollerano l’inquinamento atmosferico, pertanto il loro uso è consigliato anche in ambito urbano.
La potatura deve limitarsi allo stretto necessario perché ogni eccesso rischia di ridurre la bellezza della fruttificazione.
In estate il fusto e le foglie del Cotoneaster possono essere attaccate dagli Afidi e dalle Cocciniglie che rendono le piante fuligginose e appiccicaticce. Il Mal del Piombo attacca le foglie che diventano grigio argento, i rami seccano, la pianta muore.
L’illustre esperto di piante e di giardini, Sir Peter Smithers, nel suo libro “Adventures of a Gardener” scrive: “ I Cotoneaster non sono fra le mie piante preferite, ma se un giardino è tormentato dal problema della presenza di vespe una pianta di Cotoneaster horizontalis è un utile antidoto”.
I Cotoneaster sono piante ornamentali e non abbelliscono solamente la villa di Mistretta, ma anche le ville private, i giardini rocciosi e i parchi.

 

 

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