Jan 11, 2017 - Senza categoria    Comments Off on LA CATALPA BIGNONIOIDES NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

LA CATALPA BIGNONIOIDES NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

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Gentile Simone, ti sono grata per le parole di elogio che hai indirizzato alla mia Mistretta apprezzando le sue bellezze durante le tue brevi fermate.
Personalmente sono molto innamorata delle ville, soprattutto della villa comunale “Giuseppe Garibaldi”.
Vorrei farti da guida per mostrarti tutte le essenze vegetali presenti. Gli articoli pubblicati nel mio blog sono, comunque, un mezzo di conoscenza.
La Catalpa bignonioides è presente nel giardino “G. Garibaldi” e la  puoi facilmEmte incontrare peRcorrendo il viale di sinistra, quasi all’inizio, addossata al muro.

https://youtu.be/RgCx2QAD-K4

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Catalpa è il nome col quale gli indiani d’America chiamarono questa pianta.
Il termine “Catalpa” deriva da “Catawba”, una tribù di pellirossa presso la quale gli studiosi di botanica osservarono quest’albero per la prima volta.
La pianta è, infatti, originaria delle regioni settentrionali degli Stati Uniti dove esiste l’esemplare più grande al mondo e da dove è stata portata in Europa, intorno al 1726, per i suoi pregi ornamentali e dove si è naturalizzata.
La Catalpa è detta anche “Albero dei sigari” per la forma allungata, fino a 40 centimetri, dei suoi baccelli proprio a forma di un sigaro.

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La Catalpa è un albero non sempreverde, perenne, veloce nella crescita, molto longevo, rustico, appartenente alla Famiglia delle Bignoniaceae dalla quale prese il nome della specie.
Possiede un apparato radicale molto espanso le cui radici, diramandosi orizzontalmente, si allontanano anche per decine di metri.
La pianta è sostenuta da un fusto spoglio, a portamento eretto, alto circa tre metri, molto ramificato, rivestito dalla corteccia di colore grigio chiaro tendente al marrone e divisa in scaglie longitudinali. Il legname è di qualità mediocre, tenace e durevole.

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 Le foglie, molto grandi, che raggiungono i 20-25 centimetri di diametro, di colore verde chiaro sulla pagina superiore, più scuro sulla pagina inferiore, opposte o verticillate, riunite a gruppetti di tre, semplici, cuoriformi, lisce da un lato e rugose dall’altro, sorrette da un lungo picciolo, formano una chioma generalmente folta, larga ed arrotondata che, durante l’estate, assume una colorazione bianca. Le foglie diventano quasi nere in autunno e poi cadono. Se schiacciate, emanano un odore poco piacevole.
Nella tarda primavera, numerose infiorescenze erette a racemo, pendenti, che appaiono solo dove ci sono le foglie più vecchie, portano fiori a forma di campana, bianchi, con puntini arancione e con striature rosse, molto abbondanti e intensamente profumati.

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Alla fine dell’estate maturano i frutti, baccelli di forma cilindrica, molto allungati, pendenti sull’albero, che rimangono sulla pianta per lungo tempo, anche per gran parte dell’inverno. Sono di colore bruno e si aprono la primavera successiva liberando i numerosi semi bianchi e di consistenza cartacea.
La moltiplicazione avviene per seme in primavera; sempre in primavera è possibile praticare delle talee utilizzando delle porzioni di rametti semilegnosi staccati dalla pianta madre e inserendoli direttamente nel terreno.
Non tollera potature rilevanti e vanno eliminati solamente i rami secchi e danneggiati.
La Catalpa è molto resistente alle basse ed alle alte temperature, alle gelate, ma bisogna proteggerla dalle forti folate del vento per evitare che la sua energia spezzi le foglie.
Non ha particolari esigenze di terreni prediligendo, però, quelli fertili, neutri o leggermente basici, profondi, umidi e ben drenati. Necessità di annaffiature solo in momenti particolarmente caldi. Sopporta brevi periodi di siccità.
Allora è bene annaffiare la pianta in modo regolare, ma mai in maniera troppo abbondante.
Può essere posta sia ai raggi diretti del sole, sia in penombra, sia in ombra, anche se predilige la luce e il sole.
E’ coltivata nel giardino di Mistretta, come pianta ornamentale, per le grandi e vistose infiorescenze, per la chioma espansa e per i caratteristici lunghi baccelli.
E’ molto apprezzata anche per l’ampia ombreggiatura che riesce a creare.
Il clima primaverile, con un elevato sbalzo termico tra le ore diurne e quelle notturne, le piogge abbastanza frequenti, possono favorire lo sviluppo di malattie fungine che causano disseccamenti della pianta e, nei casi più gravi, anche la morte.
Qualche volta è attaccata da larve e da bruchi che si cibano delle sue foglie senza provocare, in genere, danni irreversibili.

 

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