Mar 10, 2024 - Senza categoria    Comments Off on “ CASA NATIA” LA POESIA DI GIUSEPPE CICCIA TRATTA DAL LIBRO “SIA CHE IL TEMPO”.

“ CASA NATIA” LA POESIA DI GIUSEPPE CICCIA TRATTA DAL LIBRO “SIA CHE IL TEMPO”.

Ringrazio il Premio Letterario Maria Messina (toeopdnsrSmmtlr 4eaalm3eiboibg 93106:2hig7621o3lrgff14 la5l eh0)

che mi ha dato la possibilità di leggere su Fb la poesia “CASA NATIA”, scritta  da Giuseppe Ciccia

“ CASA NATIA”

Non so della casa natìa,

nè dei cimeli che in essa stanno,

non del segno sul telo bianco

steso sulla pietra calda,

o dell’eco del pianto di bimbo.

Non lascerò tracce

nè porterò con me l’ombra d’un tetto,

che alto protegge e sorride.

Non ho ricordo dei primi vagiti,

nè dello scricchiolio d’una panca

che s’apre col profumo dei panni

al sole asciugati.

Non ricordo carezze o baci

che conciliano il nato alla vita,

nè mai ho avuto canto di nutrice,

di sorelle suoni o di fratelli grida.

Restai fanciullo solo.

Ed or talvolta, al ritorno nella casa

antica, sento le pietre

amiche divenute,

bisbigliar un saluto.

Hanno voce e raccontano di giorni

lontani: v’era una volta

che un esil bambino,

da chissà giunto,

cercasse sui libri risposte

a sconosciuti perchè.

Aveva egli vocali povere,

un nero quaderno e lapis duro

ma, dicon le pietre,

di quella donna, che dolce offriva

il primo sapere e del padre che il saper

non aveva, ma sudore e stanchezza

nelle ossa, e loro, che i sussurrii

della notte discrete ascoltavano,

narrano di tanto amore ch’addolcire

il granito fa

e i sensi patire.

Queste pietre hanno voci

da parlar solo al cuore

e custodi sono della memoria,

quando ad altri diranno,

con semplici parole,

di noi e come vi sognammo.”

Questa poesia è un inno alla casa natia metafora sull’identità e sul senso di appartenenza di ciascuno di noi all’idea stessa di casa. Il poeta sembra non avere un legame fisico con la casa evidenziato dal fatto che in essa non ha nessun ricordo “…Non so della casa natìa, nè dei cimeli che in essa stanno, non del segno sul telo bianco steso sulla pietra calda…”; ma nello stesso tempo riaffiora un legame di affetto attraverso l’immagine delle pietre che “… bisbigliano un saluto…” narrano storie di sacrifici e di amore vissute lungo i secoli. le pietre quindi diventano custodi della memoria e la loro funzione è quella di tramandare e narrare le storie di vita vissuta da chi ci ha preceduti.
Questa poesia “ Casa natia” , di Giuseppe Ciccia ( Peppino per gli amici) , è tratta dalla sua raccolta di poesie dal libro dal titolo “ Sia che il tempo …” edito da TM testata giornalistica di Tele Mistretta- Agosto 1994.

In “ Sia che il tempo…” la copertina è opera del pittore ed apprezzato artista amastratino Enzo Salanitro. Suo anche il disegno sotto accanto alla foto del libro.

I COMMENTI:

Manfresone Filippa
Bellissima poesia.

Marisa Toscano,
Caro Peppino la tua bella poesia, che avevo già letto diverso tempo fa, mi ha riportato alla mente immagini struggenti facendomi percepire la nostalgia dell’ambiente familiare in cui sono cresciuta con quella che fu la mia famiglia di origine.

Giuseppe Ciccia,
Grazie Marisa, per il tuo bellissimo commento. Mi da coraggio nel ricordo di quella che è stata la mia origine.

Tina Musile,
Complimenti Peppino Ciccia, chi pensa e scrive poesie diventa megafono di tante emozioni nascoste.

Paolo Folisi,
Riletta, emozionato.

Giuseppe Ciccia,
Grazie Paolo.

Rita Piro,
Meravigliosa complimenti!

Franca Masserelli,
Ho riletto tutto…bellissimo!

Nella Seminara
Complimenti Peppino!

Chi è Giuseppe Ciccia?
Peppino Ciccia è il gentiluomo molto conosciuto non solo a Mistretta, ma anche in tantissime altre città della Sicilia.
E’ nato a Messina  il 01/04/ 1947, ma a Mistretta, in provincia di Messina, il paese dei Nebrodi posto a 961 metri di altezza sul l.d.m. ha vissuto la sua infanzia, la sua fanciullezza, la sua adolescenza.
Ha frequentato tutte le Scuole, dalle Elementari, alla Scuola Media, al liceo “Alessandro Manzoni”.
Peppino, in prima fila con gli occhiali scuri, assieme ai compagni del Liceo durante una scampagnata  – anno solare 1964

 

Ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo – Yuonipa.
Si è allontanato da Mistretta per motivi di lavoro svolgendo per molti anni la sua professione di cancelliere al tribunale di Bologna, trasferendosi, successivamente, al tribunale di Patti e scegliendo il suo domicilio nella città di  Capo d’Orlando.
Ama immensamente Mistretta, il SUO paesello, dove adesso trascorre il periodo in seguito alla meritata quiescenza.
Giuseppe Ciccia è una persona molto attiva in tanti campi culturali.

E ’ poeta- fotografo di Mistretta ed ha al suo attivo diverse pubblicazioni di fotografie e di mostre collettive che vanno dalla metà degli anni ‘960 fino ai nostri giorni.

La sua caratteristica principale è l’uso del “bianco e nero”, che conferisce profondità e realismo alle sue foto. Nel 1991 ha pubblicato il libro di poesie e di racconti dal titolo ”Dietro la memoria – parole e immagini”, edito da Officine grafiche – Messina – Agosto 1991.
Inoltre è un bravissimo presentatore  di molteplici attività culturali che avvengono a Mistretta.

https://www.youtube.com/watch?v=2MTcen5cnAU

CLICCA QUI

Venerdì 22 luglio 2019 è stato un giorno importante per la comunità amastratina.
Infatti, nel santuario della Madonna dei Miracoli, a Mistretta, già parrocchia di Santa Lucia, tre eventi religioso-artistico-culturali hanno appassionato tutti i presenti. Fede, arte e cultura si sono fusi insieme.
Prima dell’inizio del convegno molto interessante è stata la visita alla mostra degli ostensori allestita da Giuseppe Ciccia e da Santino Cristaudo.

Alcuni altri momenti di eventi presentati da Peppino Ciccia

Peppino Ciccia da 25 anni è redattore del giornale “Il CENTRO STORICO”, il foglio informativo per i soci dell’Associazione “Progetto Mistretta” collaborato da diversi soci.
Il giornale periodicamente raggiunge i lettori mistrettesi dovunque si trovano lontano da Mistretta.

Collaborato sempre dai membri dell’Associazione “Progetto Mistretta”: Massimiliano Cannata, Lucia Graziano, Filippo Giordano e altri, cura l’organizzazione  del  concorso letterario “MARIA MESSINA” al quale partecipano ogni anno  tanti autori, provenienti dalla Sicilia e dell’Italia, ciascuno specializzato nel proprio campo.
Il  2024 è il XIX° anno della vita del  concorso letterario “MARIA MESSINA”!

 

Chi era Maria Messina?
Maria Messina nacque ad Alimena, in provincia di Palermo, il 14 marzo del 1887.

Si arrese alla sofferenza fisica all’alba del 19 gennaio del 1944 morendo a Masiano, una frazione a pochi chilometri da Pistoia, nella casa di contadini della famiglia Tarabusi dove si era trasferita per sfuggire ai bombardamenti della guerra, che aveva diviso l’Italia in due parti, separandola dall’amato fratello e dalle nipoti e dove viveva in solitudine in campagna, “vinta” dal destino, divorata dalla distrofia muscolare.
Maria Messina fu una delle più grandi scrittrici veriste, ammirata dal Verga, commentata da Borghese come “scolara del Verga”.
Tuttavia, completamente dimenticata, è stata assente dalla letteratura italiana del Novecento.
Abbattere il muro del silenzio attorno a lei, schiudere le porte dell’oscurità, che avevano nascosto per oltre mezzo secolo il nome e l’opera di Maria Messina, aprire quelle della sua fama, furono meriti dello scrittore Leonardo Sciascia che, nei primi anni ottanta, ha riproposto la lettura di alcuni dei suoi racconti.
Da allora le sue opere hanno attraversato una nuova stagione di notorietà e sono state tradotte in diverse lingue.
Nelle sue opere ha raccontato, con una commiserazione pervasa di ribellione, la società maschilista dell’epoca, la sottomessa e oppressa condizione femminile in Sicilia quale era fino agli anni della seconda guerra mondiale.
Ha esaminato diversi temi come quello della gelosia, dell’adulterio, dei maltrattamenti, dell’abuso sessuale, dei pregiudizi, dei costumi, delle contraddizioni, della religiosità.
Nei suoi lavori Maria Messina ha evidenziato anche l’isolamento e la percezione di un destino avverso, a cui non ci si può ribellare, che non dà ai “vinti” la possibilità di evasione e di liberazione in una società dove le regole sono stabilite da sempre.
Poiché dimorò a Mistretta dal 1903 al 1909, in una casa di Via Paolo Insinga dove ambientò le sue novelle e i suoi racconti, l’Associazione “Progetto Mistretta” ha rivolto alla scrittrice grande attenzione assegnando a Maria un posto di meritevole rilievo nella cultura amastratina divulgando il suo nome e la sua opera attraverso la promozione del concorso letterario “Maria Messina”, con cadenza annuale, e la cui premiazione avviene nell’elegante e accogliente sala di rappresentanza del Circolo Unione a Mistretta.
In questo modo Maria è stata ricompensata per essere stata dimenticata dai critici, dagli storici della letteratura italiana del Novecento e dai lettori.
Nel mese di febbraio del 2009 l’Amministrazione comunale di Mistretta ha conferito alla scrittrice Maria Messina la cittadinanza onoraria e le ha intitolato una strada del centro storico.
Grazie all’interessamento dell’Associazione “Progetto Mistretta”, al giornale “Il Centro Storico”, e al certosino lavoro di ricerca del pistoiese “mistretteseGiorgio Giorgetti, le spoglie di Maria Messina sono state trasferite dal cimitero della Misericordia di Pistoia al cimitero monumentale di Mistretta.
Maria riposa lì accanto alla sua amata madre Gaetana Traina.
Il merito di questo “ritorno” in patria si deve attribuire soprattutto al prof. Nino Testagrossa, il presidente dell’associazione “Progetto Mistretta”, che ha messo in risalto il legame della Messina con quelli che lei stessa definì “i miei buoni mistrettesi”. La cerimonia di accoglienza e di tumulazione dei resti mortali della scrittrice è avvenuta il 24 aprile del 2009.
Le due piccole casse sono state collocate nella zona alta del Cimitero di Mistretta.
Purtroppo molto vicine alle spoglie di Maria ci sono anche quelle di Giorgio Giorgetti prematuramente scomparso.
Ada Negri, poiché le due donne relazionavano in forma epistolare, scrisse a Maria Messina: “Non ti conosco fisicamente, ma mi sembra di conoscere bene la tua grande anima”. Anche noi mistrettesi non l’abbiamo conosciuta personalmente, ma possiamo dire di conoscere bene la sua anima, i suoi messaggi, la sua arte narrativa.

 

 

 

 

 

Comments are closed.