Oct 12, 2014 - Senza categoria    Comments Off on LE PIANTINE DI ALYSSUM MARITIMUM NELLA CAMPAGNA DI LICATA

LE PIANTINE DI ALYSSUM MARITIMUM NELLA CAMPAGNA DI LICATA

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Gentile Graziella,

Ecco l’Alysso.

Grazie professoressa!

Ti ringrazio per l’aiuto che mi hai dato questa estate, quando villeggiavo a Mistretta, nell’individuare la scrittura greca dell’Alyssum.
Guglielmo Gemoll è il mio vecchio vocabolario greco, che adoperai quando frequentai il Liceo classico a Mistretta, ma che adesso non risponde più alle mie esigenze.
Sicuramente è stato sostituito da altri vocabolari più aggiornati.
Però gli sono molto affezionata perché è uno dei pochi libri recuperati dalle macerie della mia casa dopo il terremoto del 31 ottobre del 1967.
Lo custodisco come una reliquia nella libreria di casa mia a Licata.
Grazie alla Tua collaborazione so che il termine “Alyssum” deriva dal greco “άλυσσον”, “erba antirabbica” perché, come racconta Plutarco, l’antica scienza medica popolare attribuiva a questa pianta la capacità di curare gli ammalati di rabbia.
Altri suoi sinonimi sono: Alyssum odoratum, Koniga maritima.
Però più comunemente la pianta è conosciuta col nome di Lobularia marittima.
Etimologicamente il nome del genere lobularia deriva dal latino “ globulus”, “piccola sfera” per la caratteristica forma della siliquetta.
Il nome della specie “maritima” fa riferimento all’habitat marino, ma vegeta anche in località lontane dal mare.
Ho osservato la Lobularia marittima percorrendo la strada Sant’Antonino, lungo la panoramica, vicino alla famosa baia di Mollarella, a Licata.  In primavera il cuscino di fiori bianchi di Lobularia maritima mostrava tutta la sua bellezza stretto con forza al muro di cinta di un villino di una proprietà privata.
Anche aggrappata alle fessure dei muretti a secco, attorno al giardino roccioso della mia campagna, la pianta è ricca di un delicato fascino.

https://youtu.be/PNNQGNj39x8

 

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La Lobularia marittima, appartenente alla Famiglia delle Crucifere e proveniente dalla zona del Mediterraneo, è una pianta diffusa in Europa meridionale e nell’Africa boreale.
E’ una pianta erbacea suffruticosa, annuale o perenne. Infatti, dove le condizioni climatiche lo consentono, essa può vivere anche oltre la sua naturale stagione. Legata al terreno mediante una radice sotterranea robusta e allungata, si erge con fusticini, prostrati o ascendenti, legnosi solo alla base, glabri e molto ramificati, fino a raggiungere complessivamente un’altezza di 10 -15 cm.
Le foglie, molto pelose, piuttosto piccole, semplici, quelle basali di forma spatolata, quelle cauline alterne e di forma lanceolato-lineari, con margine fogliare intero e liscio, sono di colore grigio-verde lucente dovuto alle numerose setole bianche. L’apice fogliare è acuto e la base spesso è attenuata in una specie di picciolo. Tutte le foglie sono disposte alternativamente lungo il fusto.
L’antesi si manifesta da maggio ad agosto anche se, fino ai primi freddi autunnali, la pianta continua a produrre numerosissimi piccoli fiori ermafroditi, con i petali di colore bianco o con sfumature rossastre, gradevolmente profumati di miele, riuniti in infiorescenze dense a racemo sull’apice dei rami.
Il fiore ha il calice formato da 4 sepali e la corolla da 4 piccoli petali circolari. Gli stami, di colore giallo, in numero di 6, sono tetradinami, cioè 4 più lunghi e 2 laterali più corti. Le antere, cariche di polline, sono di colore giallo. Il piccolo pistillo, posto all’interno del fiore, è poco visibile ad occhio nudo.

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 L’impollinazione è favorita dalle api e da tanti altri insetti attirati dalla grande quantità di nettare che il fiore produce. Il frutto è una siliquetta sferica di 3-4 mm che rimane attaccata al fusto mediante lunghi piccioli. Ogni siliquetta contiene due piccoli semi, uno per ogni loggia, circolari, piatti, dal diametro di 1-2 mm, di colore bruno scuro.
Dopo la fioritura, è consigliabile eliminare le parti secche. La propagazione avviene dalla primavera all’estate per dispersione del  seme in piena terra. Il seme germina entro 10-15 giorni. La nuova piantina cresce rapidamente assumendo un portamento prostrato e formando dei bei cuscini tappezzanti.
Per la sua bellezza ed eleganza la pianta di Alysso si può coltivare in vasetti o in cassette per guarnire i balconi delle abitazioni o per abbellire le aiuole dei giardini privati scegliendo un luogo riparato dal vento.
Predilige posizioni soleggiate o poco ombreggiate. Teme le temperature basse. I suoi habitat preferiti sono: i campi coltivati, i muri, le fessure dei lastricati, i terreni rocciosi e sabbiosi, sciolti, ben drenati, anche se poco fertili, le spiagge, le dune. Vegeta bene da 0 e fino a 300 metri d’altezza s.l.m.
Le piccole piante di Alysso, pur avendo un aspetto delicato, sono resistenti ai parassiti e alle malattie.
L’eccessiva umidità del terreno potrebbe essere la causa del marciume radicale.

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 La Lobularia maritima pare che non abbia proprietà curative notevoli per quanto riguarda i suoi impieghi fisioterapici ed erboristici. Per questo motivo è difficile trovarla citata negli antichi trattati di erboristeria.
In Spagna la medicina popolare, per il contenuto di vitamina C, attribuisce alle foglie di Lobularia maritima proprietà diuretiche, astringenti e antiscorbutiche. Le foglie giovani e i fiori sono usati in cucina per condire insalate e leccornie particolari grazie al loro sapore piccante. Nel linguaggio dei fiori e delle piante la Lobularia maritima simboleggia “la pace del cuore e la tranquillità interiore”.

 

 

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