Aug 15, 2014 - Senza categoria    Comments Off on GLI ALBERI DI ACERO NEGUNDO NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

GLI ALBERI DI ACERO NEGUNDO NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

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La pianta più vecchia della villa comunale “G.Garibaldi” di Mistretta è l’Acero negundo.
Per un osservatore attento è molto facile scoprire il luogo dove il vecchio albero vive.
Entrando dall’ingresso principale del giardino, percorrendo il viale di sinistra e poi continuando per il viale centrale, che porta direttamente al centro della piazza, a metà altezza, subito dopo il laghetto, l’Acer negundo si fa ammirare in tutta la sua magnificenza alla destra del visitatore.

 

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All’interno della villa ci sono tanti altri alberi di Acero Negundo

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 La famiglia delle Aceraceae conta circa 150 differenti specie di Aceri, piante latifoglie a foglie caduche, legnose, arboree e arbustive,tutte originarie dell’emisfero boreale: dell’Europa, dell’Asia, dell’America, ma soltanto alcune appartengono alla flora spontanea italiana.
L’Acero è un albero veramente cosmopolita, che dipinge le campagne, i giardini, i parchi dei colori più eloquenti: del verde tenero in primavera, del verde intenso in estate e poi del rosso e del giallo in autunno. I più importanti Aceri italiani sono: l’Acer platanoides, detto “l’Acero riccio”, l’Acer campestre, detto “l’Acero campestre”, l’Acer pseudoplatanus, detto “l’Acero di monte”, l’Acer obtusatum, detto “l’Acero d’Ungheria”, e l’Acer negundo, detto “l’Acero americano” o “Acero della Virginia” perché originario dell’America settentrionale.

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 L’Acer negundo è diffuso in un’area che va dall’Europa centro meridionale al Caucaso fino a raggiungere il nord dell’Inghilterra e della Scandinavia e cresce bene fino a 1200 metri d’altitudine.
Il termine latino “Acer” è stato usato da Ovidio e da Plinio per indicare la pianta; il termine “negundo”, per la somiglianza delle sue foglie, è stato attribuito alla Vitex negundo, pianta della famiglia delle Verbenaceae che vive nella regione della Costa di Malabàr in India. Ad assegnare il nome alla pianta è stato lo studioso Nuttel che ha individuato questa nuova specie.
L’Acero negundo è stato introdotto in Europa nel 1688 e in Italia alla fine del ‘700 dove subito si è ambientato e si è diffuso ampiamente come pianta ornamentale tanto che spesso si incontra allo stato quasi inselvatichito.

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 Presenta il tronco sinuoso, contorto e ricoperto dalla corteccia che, nei rami più giovani è bruno-ocracea, nelle ramificazioni più vecchie è grigiastra, irregolare e si screpola facilmente in placche rettangolari e con strisce in rilievo.
I rami giovani sono di colore verde, mentre gli adulti si colorano di grigio – scuro e, prima di lignificare, rimangono a lungo verdi. L’Acero negundo, albero ad accrescimento molto veloce, ma poco longevo, fino a 80 anni, è alto circa sei metri e, nella terra d’origine, non supera, di norma, i 10 -15 metri d’altezza. I rami, in primavera, si riempiono di foglie formando un’abbondante e folta chioma globosa, espansa, ma leggera e poco ombreggiante.

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Le foglie sono picciolate, di consistenza quasi coriacea, composte, palmate, imparipennate, divise in cinque lobi, decidue, appuntite, con il margine irregolarmente seghettato, lunghe fino a 7 centimetri, di colore verde scuro nella pagina superiore, di colore verde molto più chiaro e con venature e margini giallastri  nella pagina inferiore che è coperta di una minuta peluria.
Nei rametti più giovani, lucidi e piuttosto fragili, le foglie sono opposte. La pianta è molto importante per il suo valore paesaggistico proprio perché, all’approssimarsi dell’inverno, la chioma, assumendo la tonalità gialla, produce un incantevole effetto cromatico.
La pianta è dioica, con fiori unisessuali raggruppati in infiorescenze di 10 – 20 fiori.

infiorescenze maschili 7

infiorescenze femminili 8

 Quelle maschili sono riunite in fascetti penduli di numerosi stami portati da filamenti di diversa lunghezza, di colore giallo verdastro, e le antere rossastre con sfumature rosate, che sbocciano prima delle foglie; quelle femminili sono composte da amenti lunghi e penduli di colore pure giallo-verdastro, poco appariscenti, che appaiono sui rami assieme alle foglie. La fioritura avviene tra aprile e maggio.
L’impollinazione è entomofila ed anemofila.   

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 L’Acero negundo è molto diffuso come pianta decorativa nei parchi e nei giardini grazie anche alla sua crescita rapida. Si adatta a diversi tipi di terreni preferendo, però, quelli calcarei. E’ resistente al freddo, al caldo, alle gelate, alla siccità e alla notevole umidità. I rami, deboli e fragili, si arrendono al vento e alla neve spezzandosi.
Predilige le zone esposte al sole o parzialmente ombreggiate,in spazi aperti dove l’obliquità del suo tronco reca minor disturbo. È una pianta abbastanza sensibile alla malattia dell’oidio o mal bianco e ad alcuni lepidotteri.
Nei paesi d’origine, dalla sua linfa, in primavera, si estrae una sostanza zuccherina utilizzata per la produzione dello sciroppo d’Acero.
Il legno, leggero, tenero, bianco crema, con vene madreperlacee, di scarso pregio, ha poco valore commerciale perché l’albero non cresce molto. E’ usato in ebanisteria per fabbricare utensili, mobili, oggetti vari anche artistici, in liuteria, per realizzare strumenti musicali, soprattutto i violini, secondo una tradizione iniziata nel XVII secolo da Antonio Stradivari.
E’ anche un ottimo combustibile. Una leggenda ungherese racconta che sotto un Acero fu sepolta dal proprio assassino una giovane principessa. Mediante il suono di un flauto di legno di Acero, ella riuscì a segnalare il proprio aguzzino.
Alcune parti dell’Acero sono utili in erboristeria e in cosmetica.

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La corteccia si raccoglie in primavera, quando è più facile staccarla, tagliandola dai rami non molto vecchi.
Per il suo contenuto in tannini, essa ha proprietà astringenti e rinfrescanti dell’apparato digerente. Una manciata di corteccia, gettata nell’acqua del bagno, arreca beneficio alle pelli particolarmente fragili e delicate.
I greci e i romani consideravano l’Acero una pianta funesta per il caratteristico intenso colore rosso delle sue foglie in autunno e lo associavano al dio della paura Fobos, il figlio di Ares.
Nell’Europa orientale l’Acero era una pianta benevola poiché, secondo la loro superstizione, allontanava i pipistrelli capaci di introdursi nelle case per succhiare il sangue ai bambini. L’Acero è anche il simbolo nazionale del Canada dove è utilizzato per produrre uno zuccheroso sciroppo.

 Nel linguaggio dei fiori l’Acero simboleggia ”prudenza, economia, riservatezza”.

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