Apr 8, 2023 - Senza categoria    Comments Off on “RAMI DI SCIROCCU” – TRILOGIA POETICA IN DIALETTO SICILIANO NELLA PARLATA MISTRETTESE DEL SECOLO VENTESIMO DI FILIPPO GIORDANO.

“RAMI DI SCIROCCU” – TRILOGIA POETICA IN DIALETTO SICILIANO NELLA PARLATA MISTRETTESE DEL SECOLO VENTESIMO DI FILIPPO GIORDANO.

L’amico Filippo Giordano continua la sua instancabile e fruttuosa voglia di scrivere le sue apprezzate poesie in dialetto siciliano mistrettese. Filippo è “Poeta educatore dei sentimenti umani, maestro dell’arte della Poesia”.

Infatti, ha aggiunto, alla sua numerosa collana produttiva, il nuovo libro dal titolo “RAMI DI SCIROCCU – trilogia poetica in dialetto siciliano nella parlata mistrettese del secolo ventesimo”, edito dalla Youcanprint e pubblicato nel mese di Aprile del 2023.

“Rami di sciroccu” è una espressione dialettale siciliana appartenente al gergo pastorale che, pittorescamente, ritrae particolari forme di nuvole le quali, secondo la secolare esperienza contadina, preludono all’imminente arrivo dello scirocco, con conseguente innalzamento della temperatura.
Sotto questo unico nome, il libro riunisce tre piccole raccolte di poesie, già pubblicate, col titolo: “Scorcia ri limuni scamusciata” (anno 2003), “Ntra lustriu e scuru” (anno 2006), “Riepitu” (anno 2015), scritte in dialetto siciliano in uso nel XX° secolo a Mistretta, piccolo comune, di antichissima origine, sito sui monti Nebrodi.
”Da ogni poesia di Filippo Giordano emerge la descrizione di un piccolo mondo perfetto, il mondo che ha visto per primo e che amerà per tutta la vita: il posto dove è nato e cresciuto. Posto del quale il poeta Filippo Giordano conosce ogni angolo del luogo, ogni paesaggio, ogni suono, ogni voce, ogni profumo. Luogo che lo affascina e lo rassicura. In cui ogni cosa parla il suo stesso linguaggio, il linguaggio mistrettese, il linguaggio dei nostri padri, il linguaggio per molti incomprensibile, ma che Filippo comprende e racconta straordinariamente perché è il linguaggio che gli appartiene.
E’ il linguaggio della sua città. Della nostra città. Di Mistretta!
In “SCORCIA RI LIMUNI SCAMOSCIATA” , edito dal giornale “Il Centro Storico” di Mistretta nel 2006, le poesie rivivono i personaggi del villaggio attraverso l’immediatezza vitale del dialetto, così come s’incarna la saggezza popolare in figure elementari che assurgono a spunti di meditazione filosofica: “E quando il tempo / mi salì addosso / capii che era lui a comandare / e che l’asino ero io.”

” NTRA LUSTRIU E SCURU”, edito dal giornale “Il Centro Storico” di Mistretta nel 2006, e arricchito da magnifici disegni di Enzo Salanitro, fa seguito a “Scorcia ri limuni scamusciata”, con la preziosa prefazione di Giuseppe Cavarra , libro di poesie che aveva ottenuto notevoli consensi di pubblico e anche da quella critica attenta a questo tipo di pubblicazioni. Pertanto, il nome di Filippo Giordano si aggiunge alla schiera della grande tradizione di poesia in dialetto siciliano, dalla Conca d’oro, alla sub-regione etnea, passando ora per Mistretta, rappresentata, nell’ultima generazione, dagli ottimi Antonino Cremona, Mario Grasso, Salvatore Di Marco, Nino De Vita, che, in vario modo, dicono la loro esigenza “colta” e “gergale” in una fusione espressiva che qualcuno ha voluto definire neodialettalità.


“RIEPITU”, edito da Youcanprint nel 2015, è il poemetto dove Filippo descrive il ritorno incessante dell’immagine del fratello Enzo scomparso prematuramente.
Ritma la sconsolata malinconia e il cuore, oppresso dal rimpianto, corre al pensiero dell’estrema dimora: “ssu juornu che, ‘nsirata, mentri spaccavi ligna, / l’ummira, a trarimientu, t’agghiaccau / idda, na pussenti rancata / cuomu na rizza bbannotta / sbulazziau”.
Filippo ricostruisce, nel richiamo della memoria, le cose positive della vita che Enzo aveva costruito, unitamente alle sue qualità umane e sociali: “A-ttia ca stavi o terzu pianu / ti piacìa, passannu, spi ssu arrialari / cassette r’aranci, limuni e mandarini / e condomini ri casi popolari”.
Nella nobilissima rievocazione, tutto è sospeso in domande inappagate, alla ricerca di spiegazioni sull’aldilà.
“Po’ essiri ca l’armi ri muorti vanu a pusari / nna npuostu chi nuaddi nun virimu”. Una sequenza di domande, che tessono il ciclo misterioso e attraente della vita, demarca il confine col mistero: “Ma siddu ssu puostu ‘n-cielu c’è, / mu rici, frati miu, cuomu è fattu? / Nni viri rosi, jaloffiri, gerani? / Nni curri acqua nno vadduni ? / Nni sciuscia vientu a mienzu i rami? / Chiovi, corchi bbota, a primavera? / Tu fai u bagnu, a mari, ri stasciuni? Cancinu culura i fogghj nna l’autunnu? / Nni quagghia nivi nna mmirnata? / Cu è dduocu chi ti fa cumpagnia? / C’è a banna musicale nna ssu puostu? / Sona cuomu sona cca / o puru, arrivànnu dduocu, / cancia pi sempri ogni sunata?

Molti letterati, critici d’arte e giornalisti hanno scritto sulla validità dell’opera poetica di Filippo Giordano: “Poesie che riescono a coinvolgere il lettore per l’armonia sonora che sprigionano e per l’atmosfera di mistero che aleggia nei versi” (nc)”, “Un piccolo capolavoro” (gc), “Raccolta effervescente” (pt), “Armoniosa completezza di contenuto e di fattura” (pf), “Insolita commistione di chiarezza e misteriosità” (sa), “Dense e luminose poesie d’amore fraterno, che diviene amore e compartecipazione per il mistero della creazione” (sgp).
Giorgio Bárberi Squarotti commenta: “Mi piace soprattutto, nella sua poesia, la capacità di cogliere con epigrammatica forza le situazioni di vita siciliana fra sociologia e spettacolo ed esplosione dei sensi e dei sentimenti”.
Chi è Filippo Giordano?
Filippo Giordano è nato è nato a Mistretta, un piccolo paese sui monti Nebrodi, il 12 Marzo 1952, dove vive con la famiglia, con l’affettuosa moglie, la signora Pina Sutera, e con dolcissima figlia Maria Laura.
La figlia primogenita, Ilenia, laureata in Scienze della Formazione, vive e lavora a Roma quale docente in una Scuola Elementare di primo grado.
A Mistretta, in via Libertà, Filippo ha gestito l’ufficio sindacale in qualità di Consulente del Lavoro.
In quiescenza, si gode il meritato riposo.

Collabora da oltre un ventennio con diverse riviste specializzate di arte e di cultura varia e con diversi settimanali.
Articoli, sulla sua produzione letteraria, sono stati pubblicati su molteplici riviste del settore, mentre alcuni quotidiani, fra i quali la Gazzetta del Sud e L’Avvenire, hanno riportato notizie sui suoi studi sulla successione dei numeri primi in aritmetica matematica.
Un suo teorema, relativo a una proprietà dei numeri perfetti, è stato inserito nel contesto di una tesi di laurea presentata nel 2005 presso la Facoltà di Matematica della Università di Torino.
Per altri diversissimi interessi, che hanno radici nella matematica combinatoria, collabora da un paio d’anni con un settimanale nazionale.
Filippo, oltre ad essere Poeta e Scrittore, è anche Ricercatore autodidatta di matematica.
Molti sono i premi letterari conseguiti da Filippo Giordano.
Ha vinto il premio di poesia “Città di Marineo”, edizione 1979, e (per la poesia dialettale) il premio “Bizzeffi” (Limina), edizione 1999. Ripetutamente è stato apprezzato e premiato dalla giuria del concorso letterario “Maria Messina” organizzato dal Centro Storico di Mistretta.
Dei tanti libri pubblicati dall’autore Filippo Giordano ne cito solo alcuni:
Il libro “VOLI DI SOFFIONE– piccole storie di minima gente”, Edito dalla tipografia LA CELERE di Messina nel 2001, è una raccolta continente 19 racconti dai titoli: “La valigia del militare, Con gli occhi chiusi, Il funerale del cavaliere Panarea, Pan per focaccia, Nitto, Contadino senza terra, Tempo di Beguine, La mula, Nuvole, Una sera di Marzo, U su-Bastianu, Lisa, Lo specchio del sorriso, Nuccia, L’ombra, Il maresciallo Leonardo, Il fiore che vola, Lingua e dialetto, La foto, La neve. Questi racconti sono stati riuniti per la prima volta in questo volume perchè già singolarmente pubblicati su molte riviste: Alla Bottega Milano, Il Centro Storico di Mistretta, Liberetà (mensile dello Spi-cgil), Paleokastro (sant’Agata di Militello).


“NEBRODIVERSI” , edito da “IL CENTRO STORICO” di Mistretta nel 2016 , che contiene 14 sillogi di poesia, è il titolo che l’autore ha dato al suo libro unendo due termini: “Nebrodi”, i monti della Sicilia, e “versi”, che indicano il suggestivo scenario a cui s’ispira la poesia dell’autore che tratta diversi punti: “Ricordo improvvisamente sbucato / da un tempo di pastori / accovacciati all’ombra di qualche rudere / mentre la nenia delle pecore / si spandeva sulla groppa dei Nebrodi. / Infanzia incavata nella memoria. / Ora l’alba preme sui vetri.” (Sulla groppa dei Nebrodi, da Se dura l’inverno). In questi versi prendono vita “odori e sapori” della terra di Sicilia. Per dirla con Vittorini, le intense fragranze dei limoni, dei fichidindia, delle zagare che evocano il profumo della terra di Sicilia. L’ “amara terra mia” col suo fascino malioso seduce irresistibilmente i suoi figli, ma anche li condanna all’inanità o li costringe all’esilio: “Occhi di operai, occhi di studenti, / gli occhi dei miei amici, / i miei occhi. / Partiranno domani col solito / treno diretto verso il nord. / Saranno gli occhi di un carabiniere, / di un operaio della fiat, / di un laureato. / Saranno gli occhi di uno straniero.” (Autunno). Essa piange i suoi morti, dopo averli abbandonati al loro destino: “Cresce uomini / e subito li espelle, / Mistretta. / E vedove bianche / attendono mariti. / E al morto del giorno / si piangono anche i vivi.” (Mistretta). Le dure condizioni della povertà insinuano la sofferenza nelle famiglie: “Ancora gambe di bambini tremano / sotto il peso eccessivo del lavoro / e il lavoro continua a restare / debitore nei confronti di molti uomini / e molta gente continua a riempire / treni di valige e di speranze / e troppe madri piangono figli lontani / cupidamente falciati dal capitale / mentre uomini vecchi montano / questo nuovo anno.” (Ancora).


“VALLE DELLE CASCATE – il volto sconosciuto di Mistretta” è il libro fotografico che Filippo Giordano ha presentato nella sede della Società Agricola di M:S di Mistretta il 3 settembre del 2015. L’autore scrive: “[…] La valle delle cascate di Mistretta si trova a quattro Km dal centro abitato verso est, al confine delle contrade Pietrebianche, Rescifu, Acquasanta, Ciddia e Farà. Le cascate più alte (Pietrebianche e Rescifu rispettivamente di 33 e 25 metri circa) raccolgono le acque torrentizie provenienti dalla zona a monte, i cui corsi si estendono per circa 3 Km. Guardando da Sud verso Nord, cioè dalle rispettive foci, sul greto del torrente più a sinistra, proveniente dalla contrada Acquasanta, circa 100 metri prima della cascata omonima, si trova il <<doppio salto carrivali>> di circa 6/7 metri alla cui base si forma una ampia vasca profonda quasi un metro. Più sotto, poco prima di giungere alla cascata, l’acqua attraversa altre due ampie vasche. Dalla seconda vasca, l’acqua, a cascata, giunge sul sottostante greto e subito si incontra con l’acqua che precipita, alcuni metri più sotto, dalla cascata Riscifu, ribattezzata <<Cascata delle Fate>> dove alla sua base è abbastanza frequente vedere apparire un arcobaleno che risale lungo la schiuma vaporizzata dell’acqua […]”.









Filippo Giordano con Daniela Dainotti presidente dell’Ass.ne “La valle delle cascate”

“MENTRE PIANO RISALI IL TORRENTE” edito da Youcanprint, è il libro dedicato alla Valle delle Cascate, sui Monti Nebrodi, a Mistretta. E’ Poesia musicale, come il mormorio delle cascate. Il libro contiene 13 liriche e 14 splendide fotografie a colori che ritraggono meravigliosi scorci tratti dalle nove cascate della valle sottostante a Montepiano.
È un incontro simbiotico perfettamente riuscito dell’immagine con la parola o, per meglio specificare, si tratta della sinergia tra Poesia e Natura. Filippo Giordano scrive con animo stupefatto e con un sentimento che nasce dal bisogno dello spirito di cercare nuovi aspetti e inaspettate bellezze.
Con l’occhio attento e con una grande capacità espressiva , il suo percorso si snoda lungo gli ambienti delle valli dei Nebrodi in un rapporto tra realtà e sogno. L’incanto dei luoghi, dove l’uomo vive pressoché isolato, il ritmo primordiale dell’esistenza, la bucolica armonia del paesaggio, la purezza e la luminosità dell’aria danno a Filippo un sentimento di intimo appagamento.
Riuscendo a cogliere i profumi e i colori, Filippo fa vivere la bellezza della Natura che lo rilassa dando serenità al suo animo e risvegliando le sue emozioni.
Fa da sfondo una presenza amica e idillica: l’acqua delle cascate di Ciḍḍia, un’area di notevole pregio naturalistico nei dintorni di Mistretta. Sono le fulgide “dieci sorelle, tutte diverse che godono nei giorni che imbiancano le creste del Corvo e della Conigliera e luccica la montagna al lume della luna”.


“MISTRETTA DA SCOPRIRE”, ed. Youcanprint, è la pubblicazione di Filippo Giordano volta a promuovere una nuova visione della “capitale dei Nebrodi” nei suoi aspetti naturalistici, storici e antropologici. Riguarda l’identità mistrettese esprimendo la ricchezza e i valori che la connotano.
L’opera, dalla costruzione grafica originale e dal testo scorrevole, è un ulteriore tassello che va ad aggiungersi al grande mosaico della storia di Mistretta che domina uno scenario ricco di remote suggestioni, arroccata su una rupe in vista delle alte e boscose cime dei Nebrodi che sembrano avvinghiare in un abbraccio passionale il suo cuore. Scorrendo le immagini sapientemente selezionate, Filippo racconta la storicità del suo silenzioso linguaggio: la pietra arenaria dorata, protagonista indiscussa del paesaggio, che contribuisce a dare una immagine uniforme dell’abitato ben adattato all’ambiente.
Il viaggio nel paese consente al lettore di leggere i segni di una vicenda storica e umana di strutture urbanistiche dove le case, sono addossate le une alle altre in pittoresco disordine.
Le enigmatiche vanedde, ripide e tortuose, dove si percepisce il palpitare di una umanità autentica le scalinate, i chiani, le scalette esterne, gli anniti, sono descritti da Filippo con grande entusiasmo. I mascheroni apotropaici, inquietanti e misteriosi, i fregi di tipo naturalistico e le figurazioni dalla funzione propiziatoria, le insegne artigianali, altri elementi decorativi su balconi, mensole e portali, le facciate delle chiese, che sono stilisticamente di un barocco esclusivo, figurativamente legati alla fantasia di anonimi artisti locali e ai momenti più significativi della storia locale, diventano un buon filo per rinascere con la città di Astarte e trovarne l’anima vecchissima.
Con questa riposante rievocazione Filippo vuole rinsaldare nei mistrettesi l’amore per questa misteriosa città con la sua atmosfera intima, dove si risente quel profumo antico della vita e dove il silenzio è infinito, mentre i giorni che passano fugaci lasciano dentro un malinconico affetto per la nostra montagna.  
In “MISTRETTA E MARIA MESSINA: UN LEGAME SECOLARE”, Edito da Youcanprint, Tricase 2016, di 78 pagine, Filippo descrive il rapporto vissuto da Maria Messina e Mistretta, città dove la scrittrice abitò, dal 1903 al 1909, in una casa di Via Paolo Insinga dove ambientò le sue novelle e i suoi racconti.
l’Associazione “Progetto Mistretta” ha rivolto alla scrittrice grande attenzione assegnando a Maria un posto di meritevole rilievo nella cultura amastratina divulgando il suo nome e la sua opera attraverso la promozione del concorso letterario “Maria Messina” con cadenza annuale (già alla XIII edizione) e la cui premiazione avviene nell’elegante sala di rappresentanza del Circolo Unione.
Maria Messina è nata ad Alimena, in provincia di Palermo, il 14 marzo del 1887.
Si arrese alla sofferenza fisica all’alba del 19 gennaio del 1944 morendo a Masiano, una frazione a pochi chilometri da Pistoia, nella casa di contadini della famiglia Tarabusi dove si era trasferita per sfuggire ai bombardamenti della guerra, che aveva diviso l’Italia in due parti separandola dall’amato fratello e dalle nipoti, e dove viveva in solitudine in campagna, “vinta” dal destino, divorata dalla distrofia muscolare.
A Pistoia fu sepolta nel Cimitero della Misericordia Addolorata. Riesumata nel 1966, i suoi resti mortali furono custoditi nella stessa tomba della madre, signora Gaetana Valenza Traina.
Dal 24 aprile del 2009 Maria Messina riposa nel Cimitero monumentale di Mistretta. Il merito di questo “ritorno” in patria si deve attribuire soprattutto al prof. Nino Testagrossa, il presidente dell’associazione “Progetto Mistretta”, che ha messo in risalto il legame della Messina con quelli che lei stessa definì “i miei buoni mistrettesi”. Maria Messina fu una delle più grandi scrittrici veriste, ammirata dal Verga, commentata da Borghese come “scolara del Verga”. Tuttavia, completamente dimenticata, è stata assente dalla letteratura italiana del Novecento.
Abbattere il muro del silenzio attorno a lei, schiudere le porte dell’oscurità, che avevano nascosto per oltre mezzo secolo il nome e l’opera di Maria Messina, aprire quelle della sua fama, furono meriti dello scrittore Leonardo Sciascia che, nei primi anni ottanta, ha ripropo sto la lettura di alcuni dei suoi racconti e alla casa editrice Sellerio per la pubblicazione delle opere.
Da allora le sue opere hanno attraversato una nuova stagione di notorietà e sono state tradotte in diverse lingue. Nelle sue opere ha raccontato, con una commiserazione pervasa di ribellione, la società maschilista dell’epoca, la subalternità dell’universo femminile nella società dell’epoca in Sicilia, quale era fino agli anni della seconda guerra mondiale. Ha decritto diversi temi come quello della gelosia, dell’adulterio, dei maltrattamenti, dell’abuso sessuale, dei pregiudizi, dei costumi, delle contraddizioni, della religiosità.
Nei suoi lavori Maria Messina ha evidenziato anche l’isolamento e la percezione di un destino avverso, a cui non ci si può ribellare, che non dà ai “vinti” la possibilità di evasione e di liberazione in una società dove le regole sono stabilite da sempre.


Il libro di Filippo Giordano si sofferma sugli avvenimenti che hanno legato il nome di Maria Messina a Mistretta: dall’istituzione del Premio Letterario a lei intestato alla intitolazione di una strada comunale, all’assegnazione della cittadinanza onoraria alla scrittrice, al reperimento delle sue spoglie mortali e alla traslazione delle stesse presso il cimitero monumentale di Mistretta.
Filippo Giordano, nella sua attività di poeta, di scrittore e di ricercatore, nell’ampia raccolta dei suoi scritti ha abbracciato l’intero arco di una vita, dalle primizie di luce della giovinezza all’imbrunire del tramonto, dipingendo i colori, restituendo gli umori e i sapori della sua terra natia, ritraendo i personaggi più caratteristici, spaziando dall’ironia, alla levità poetica, all’indagine gnoseologica offrendo un quadro completo della propria personale esperienza di umana vicissitudine.
Caro Filippo, i commenti elogiativi e gli apprezzamenti sono meritati e tantissimi!
Ti auguro di continuare a seguire la SCIA della scrittura ampliando e arricchendo di nuove conoscenze le menti dei tuoi paesani di Mistretta.

 

 

 

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