Apr 1, 2013 - Senza categoria    Comments Off on PERSEFONE E LA PRIMAVERA

PERSEFONE E LA PRIMAVERA

 

narciso pe Persefone


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Persefone ritorna sulla Terra. E’ Primavera! La mitologia greca narra che Persefone, la bella e giovane figlia di Zeus e di Demetra, la dea della terra e delle messi, non andava mai al fiume da sola, ma si accompagnava alle Oceanine, sue amiche. Un giorno, allontanandosi da loro e scorgendo un meraviglioso fiore di narciso, posto sotto un Platano gigantesco vicino alla fonte di Aretusa, s’inginocchiò per raccoglierlo. All’improvviso la terra si mise a tremare e una profonda voragine si spalancò. Apparve un carro nero tirato da quattro cavalli e guidato da un uomo armato, alto, ritto sul carretto. Fulmineamente la rapì scaraventando i cavalli nelle profondità della terra. A nulla valsero le sue grida disperate e sempre più flebili man mano che veniva inghiottita dal baratro. La voce della fanciulla risuonò attraverso le rocce delle montagne, brontolò tra le onde del mare, risuonò nell’aria. Demetra, accortasi della scomparsa di Persefone, la chiamò, urlò, implorò e, per nove giorni, si spinse sino alle più remote parti della terra alla ricerca della sua amata figlia. Non riuscì a trovarla. Allora lei, che aveva fatto crescere le messi per l’eternità, per il suo immenso dolore, non si curò più di esse e maledisse tutti i campi fertili del mondo. All’alba del decimo giorno Ecate, che aveva udito le urla disperate della fanciulla mentre veniva rapita, suggerì a Demetra di chiedere notizie ad Elios. Il Sole affermò che l’artefice del rapimento di Persefone era Ade, il fratello di Zeus, il misterioso guerriero, il dio dell’oltretomba e il signore dei morti, perché da tempo era di lei innamorato. Ade aveva compiuto il violento gesto amoroso grazie al volere favorevole di Zeus che desiderava per Persefone nozze divine. Demetra, angosciata, abbandonò l’Olimpo e, per vendicarsi, decise di scatenare la carestia sulla terra che non avrebbe più dato agli uomini i suoi meravigliosi frutti. Gli dei non avrebbero più ricevuto dai mortali i sacrifici votivi! Per cercare di soffocare la sua disperazione, insensibile ai lamenti di tutte le divinità e dei terrestri provati dalla carestia, Demetra continuò a vagare. Arrivò in Attica, ad Eleusi, e, sotto le sembianze di una vecchia, accolta nella reggia del re Celeo e della sua sposa Metaniera, divenne la nutrice del loro figlio Demofonte. Si affezionò molto al bambino, che faceva crescere come un dio, nutrendolo con la divina ambrosia, il nettare degli dei. Allevandolo, Demetra riusciva ad appagare il suo istinto materno reprimendo il dolore per la perdita della sua diletta figlia. Decise anche di donare l’immortalità a Demofonte, ma, mentre era intenta a compiere i riti, fu scoperta da Metaniera che glielo impedì. Abbandonando le sue vesti, si manifestò in tutta la sua divinità facendo risplendere la reggia della sua divina luce. Delusa dai mortali, che non avevano gradito il dono dell’immortalità a Demofonte, si rifugiò sulla sommità del monte Callicoro. Ora che aveva perso anche Demofonte, il dolore per la scomparsa della figlia ricominciò a percuoterla molto più fortemente e vane erano le suppliche dei mortali che, intanto, venivano sterminati dalla scarsità. Zeus, costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli dei, per evitare la fine sulla terra, mandò la messaggera Iride, che, veloce, con le vesti svolazzanti e con le ali ai piedi, avrebbe dovuto convincere la dea a desistere dalla sua volontà di continuare la carestia. Demetra era irremovibile. Allora da Ade, nell’oltretomba, inviò Ermes, il messaggero degli dei, con l’ordine preciso di riportare Persefone sulla terra e di restituirla a sua madre. Ade non si oppose alla decisione di Zeus. No! Persefone non è stata rapita; è stata un’amante passionale! Anzi, ha ucciso per gelosia la povera piccola Menta, la sua precedente amante.

Un’altra versione racconta che Zeus, nell’ascoltare Persefone, le domandò insidiosamente: “Ti è stata usata violenza? Durante la tua permanenza negli inferi hai mangiato o bevuto qualcosa?” Imbarazzata, ella confessò che un giorno, tormentata dalla sete, cedette alla tentazione di accettare da Ade un solo chicco di melograna. Non sapeva che questo inganno le avrebbe impedito di rimanere per sempre sulla terra, nel regno della luce. Grande fu, quindi, la commozione di Demetra nel ritrovare la figlia. Quindi restituì alla terra la fertilità ed il mondo riprese a godere dei suoi doni. Solo più tardi Demetra scoprì la trappola tesa da Ade per volere di Zeus. Persefone, avendo mangiato il seme di melograna nel regno dei morti, era costretta a farvi ritorno ed a trascorrere sei mesi di ogni anno con lo sposo Ade e gli altri sei mesi con la madre sulla terra. Demetra allora decise che, nei mesi in cui Persefone fosse stata nel regno dei morti, nel mondo ci sarebbe stato freddo, la Natura si sarebbe addormentata, erano le stagioni dell’autunno e dell’inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, erano le stagioni della primavera e dell’estate. Ecco perché, in primavera, la terra si ricopre di fiori: perché Demetra festeggia il ritorno di Persefone sulla terra. In autunno, quando si reca nel regno dei morti, spoglia la Natura di ogni colore e la riveste di uno squallido manto.

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