Sep 26, 2019 - Senza categoria    Comments Off on PER NON DIMENTICARE IL MARESCIALLO SALVATORE MESSINA E L’APPUNTATO FRANCESCO BUTIFAR BARBARAMENTE UCCISI

PER NON DIMENTICARE IL MARESCIALLO SALVATORE MESSINA E L’APPUNTATO FRANCESCO BUTIFAR BARBARAMENTE UCCISI

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Giovedì, 28 novembre 2019, sarà il giorno della memoria per ricordare il 60° anniversario dell’eccidio del maresciallo capo Salvatore Messina, Medaglia di Bronzo al Valore militare e alla Memoria, e dell’appuntato Francesco Butifar, Medaglia d’Argento al Valor Militare e alla Memoria, entrambi deceduti il 28 novembre 1949 a Bagheria a seguito di un conflitto a fuoco mentre stavano indagando su un furto di un carro agricolo avvenuto in una stalla.

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Da sx: Salvatore Messina – Francesco Butifar

Durante la mia lunga permanenza a Mistretta, da giugno a settembre 2019, per godere della temperatura gradevole, che il paese offre durante questa calda e afosa estate, quasi giornalmente ho avuto il piacere di trascorrere lunghe ore a chiacchierare con gli amici.
Luogo d’incontro è stata la villa comunale “Giuseppe Garibaldi”, ambiente naturalistico da me molto amato per le innumerevoli e importanti essenze vegetali presenti.
Il posto scelto era sempre lo stesso: ci sedevamo sulla panchina sotto i Platani o sulla panchina di fronte all’aiuola dell’Hydrangea macrophylla, “l’Ortensia”, alle spalle del busto di Noè Marullo.

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Discutendo tra di noi, asserivamo che Mistretta ha dato i natali a molte persone che si sono distinte in svariati campi della cultura.
Infatti, Noè Marullo è stato un artista di notevole valore e, con la sua arte, ha arricchito molte chiese di Mistretta e dei paesi vicini con figure di santi.
L’ispettore superiore di Polizia di Stato in quiescenza, il signor Ignazio Di Salvo, di Mistretta, ha ricordato il maresciallo Salvatore Messina, al quale era legato da un sincero rapporto di parentela e di cui conserva ancora vivamente la memoria.
La signora Rosa, moglie di Salvatore, era una sua cugina di primo grado.
Pertanto, ringrazio il signor Ignazio Di Salvo per avermi fatto conoscere Salvatore Messina, per avermi informata di questo spiacevole episodio fornendomi anche il materiale che custodisce diligentemente nella sua abitazione di Palermo.
Salvatore, sia sotto l’aspetto umano, sia sotto l’aspetto professionale, era un uomo equilibrato, preparato, di grande impegno civile, rispettoso degli altri e attento alle Istituzioni.
E’ stato di grande esempio per l’estrema correttezza con cui si poneva, per la modestia, per l’onestà intellettuale e per l’impegno nel salvaguardare la città di Bagheria.
E’ doveroso che i paesani mistrettesi ricordino la figura del maresciallo Salvatore Messina, anche se sono trascorsi tanti anni dalla sua morte, e ne onorino la sua memoria.
Salvatore Messina era nato a Mistretta (Me) il 29/11/1915 da Vincenzo, persona molto stimata e noto fabbro di Mistretta, e dalla signora Filippa Mentesana.
La sua prematura morte, a soli 34 anni, ha gettato nello sconforto i genitori, la moglie Rosa, il figlioletto Vincenzo, i parenti e gli amici.

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La signora Rosa è la penultima a destra. Indossa il vestito nero

Dopo la morte del marito Mamma Rosa ha dovuto sopportare un altro grande dolore: la prematura morte del figlioVincenzo, rimasto orfano dal padre a soli tre anni di età, tragicamente morto nel vigore della sua gioventù.

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Vincenzo è il bambino a sinistra, in piedi, al di  fuori di tutti gli altri bambini seduti sul tappeto alla scuola di suor Gemma.

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Salvatore Messina

Francesco Butifar era nato a Delia, in provincia di Caltanissetta, il 25 maggio 1907.  Aveva 42 anni!

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Francesco Butifar

Salvatore Messina era Maresciallo Capo Comandante della Stazione Carabinieri di Bagheria Alta (PA), Francesco Butifar era appuntato dei Carabinieri.
Erano le 10.30 del 28 novembre 1949 quando il maresciallo capo Salvatore Messina e l’appuntato Francesco Butifar, entrambi in servizio presso la stazione dei Carabinieri di Bagheria Alta, entrarono in una stalla in via Truden, a pochi passi dalla piazza a loro successivamente dedicata, per cercare un carro agricolo appena rubato.
Dentro la stalla c’erano sei uomini armati che, colti in fragranza di reato, non esitarono ad aprire il fuoco.
La storia racconta che mentre il maresciallo Salvatore Messina identificava le 6 persone, l’appuntato Francesco Butifar, a guardia dell’ingresso, cercava di impedire la fuga ai malviventi.
Il maresciallo Salvatore Messina, notando una pistola appoggiata su una cassa vuota, aveva pensato bene di prenderla.
Azione che ha pagato con la vita!
Infatti, uno dei malviventi dalla cintola ha estratto prontamente la sua pistola con la quale ha colpito il maresciallo Salvatore Messina.
Cadendo, in un estremo tentativo di salvezza, il maresciallo cercò di estrarre la sua pistola d’ordinanza che, nel cadere, gli sfuggì dalle mani. Il maresciallo fu nuovamente colpito. Questa volta a morte!
I malviventi ferirono gravemente anche l’Appuntato Francesco Butifar che, anche se ferito, riuscì a raggiungere un luogo riparato dal quale rispose al fuoco ferendo uno dei malviventi.
In un estremo atto di coraggio, l’Appuntato Francesco Butifar cercò di inseguire per strada gli altri fuggitivi.
Abbandonato dalle forze muscolari, si accasciò a terra dopo avere percorso appena pochi metri.
Soccorso da un collega, che casualmente percorreva quella strada, fu trasportato all’Ospedale Militare di Palermo dove vi giunse cadavere.
La triste notizia dell’uccisione dei due militari si diffuse rapidamente.
Immediatamente si recarono in via Truden tutti i militari disponibili delle Stazioni limitrofe e le guardie di pubblica sicurezza del Commissariato di Polizia alla ricerca degli assassini.
Nel corso delle perquisizioni, nascosto all’interno della stalla fu scoperto il malvivente ferito.
Grazie alla sua collaborazione, sono stati identificati gli altri cinque criminali che furono tratti in arresto.
Tre di loro già ricercati, perché latitanti, in quanto ritenuti responsabili di altre rapine.
Il rapporto giudiziario redatto dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Gruppo di Palermo, nel denunziare i malviventi resisi irreperibili, riferì: “[…] le battute, i rastrellamenti nell’abitato e nelle campagne, le delicate investigazioni e le particolari indagini […] volte all’arresto di tutti i responsabili dell’efferato e bestiale delitto, non hanno dato l’esito sperato perché la popolazione, benché indignata e fortemente disgustata contro i vili assassini del Maresciallo MESSINA e dell’Appuntato BUTIFAR, dei quali, per lunghi anni, aveva ammirato l’altissimo spirito di nobile entusiasmo per il dovere rispecchiato sempre nella più pura onestà, è rimasta inetta, senza fornire il minimo contributo, a causa di un ingiustificato terrore o a causa di quella omertà, polline fecondatore del traviamento morale di ogni società“.
Sabato, 28 novembre 2009, nella città di Bagheria è stata intitolata una piazza alla memoria del Maresciallo Salvatore Messina e dell’Appuntato Francesco Butifar, barbaramente uccisi, su proposta dell’Amministrazione e del Consiglio comunale di Bagheria e di comune accordo con la Benemerita Arma.
Si chiama “Piazza Messina-Buttifar”.

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Ciò, non solo per esaltare il valore e l’esempio di dedizione al lavoro dei due militari, ma anche per riscattare la città che, impaurita, fu silenziosa e non collaborativa nelle indagini per l’individuazione dei malviventi.
La cerimonia, solenne e intensa, è avvenuta nella piazza di fronte alla villa Trabia, sita nel centro storico della città, all’interno dell’isola pedonale tangente al Corso Umberto I.
Durante la cerimonia è stata scoperta la lapide di marmo col nome dei militari “Messina e Buttifar” come per incontrarli sempre fra la gente di Bagheria.

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Alla cerimonia d’intitolazione della piazza sono intervenute molte autorità locali, regionali e provinciali.
Le autorità del Comune della città di Mistretta erano state ufficialmente invitate dal dottor Biagio Sciortino, sindaco di Bagheria.
Hanno assistito: alcuni parenti del maresciallo Salvatore Messina, Enzo Seminara, assessore comunale ai Lavori Pubblici, Piero Consolato e Lirio Di Salvo, consiglieri comunali e il Corpo dei Vigili Urbani che, vestiti in alta uniforme, mostravano il Gonfalone di Mistretta.

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             Il gruppo dei mistrettesi:
Al centro, con la fascia tricolore, Enzo Seminara,
alla sua destra Ignazio Di Salvo, con gli occhiali poggiati sul petto, al suo fianco la moglie, signora Salvatrice Ciccarello e le figlie,
in primo piano la signora Rosa Piscitello, amica di famiglia e antica vicina di casa a Mistretta,
alla sinistra: Piero Consolato, Lirio Di Salvo, Sebastiano Insinga, Salvatore Spinnato.

Alla cerimonia erano presenti: il dott. Biagio Sciortino, sindaco di Bagheria; il signor Daniele Vella, presidente del Consiglio comunale, una rappresentanza degli assessori della Giunta Comunale di Bagheria.
Hanno partecipato inoltre: il dott.Vincenzo Oliveri, presidente della Corte dei Conti di Palermo; il dott. Luigi Croce, procuratore generale presso la Corte d’Appello; il dott.Francesco Messineo, procuratore capo presso il Tribunale di Palermo; il colonnello Teo Luzi, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo; il dott. Carlo Ricozzi, comandante provinciale della Guardia di Finanza; il dott. Luca Salvemini, dirigente del Commissariato di Bagheria; il dott. Giuseppe Cannizzaro, sindaco di Ficarazzi; il dott. Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia; il dott. Tommaso Mancuso, assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Delia, in provincia di Caltanissetta, e tanti nipoti dell’appuntato Butifar, originario di Delia.
Sono intervenuti anche gli studenti delle scuole cittadine, per educarli alla legalità, che hanno sventolato la bandiera tricolore.

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Il picchetto d’onore.

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 Le trombe della fanfara suonarono il “SILENZIO” .

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Il lungo applauso della gente risuonò per tutta la piazza.
Le parole del sindaco di Bagheria Biagio Sciortino: ” Oggi recuperiamo la nostra memoria storica nel ricordo del sacrificio dei due carabinieri che persero la vita per garantire libertà e giustizia al nostro territorio.
Sono giunti al sacrificio estremo, cioè quello di donare la loro vita nell’adempimento del lavoro per la sicurezza di questa città
”.
Quindi il colonnello Teo Luzi ha preso la parola per commemorare i militi Salvatore Messina e Francesco Butifar e per ringraziare tutti coloro i quali con il loro lavoro continuano a garantire operazioni di legalità perché senza la mafia si respira e si vive meglio.
E’ col vostro aiuto che possiamo sperare in un destino migliore”.
Quindi il colonnello Teo Luzi ha ringraziato la città di Bagheria con queste parole: ”Per l’iniziativa, segnale di un cambio di rotta con il passato assieme ad altri segnali che questa amministrazione ha già dato, il segnale di rottura con il passato contrassegnato dalla criminalità e dall’omertà sociale, un segnale verso un futuro ispirato da principi di legalità, sviluppo e giustizia.
I due carabinieri non sono morti invano!
Le figure di Messina e di Butifar, che rappresentano migliaia di carabinieri, possono aiutare i giovani a capire la loro storia e a sperare in un futuro migliore
”.
Una cerimonia con un doppio valore: il riconoscimento del sacrificio dei due carabinieri e l’importanza dell’esempio e dell’impegno per la diffusione di legalità, di sicurezza e di giustizia.
Il maggiore Tocci, comandante della Compagnia di Bagheria, ha letto le motivazioni per le quali è stata donata la Medaglia al Valore Militare e alla Memoria ai due valorosi militi.
Nella piazza Messina-Butifar il 28 novembre di ogni anno è deposta una corona di fiori dinanzi alla lapide che ricorda i militari uccisi.

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Un gesto lodevole in quanto i Carabinieri offrono il loro quotidiano impegno al servizio delle comunità in genere.

 

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