Nov 7, 2020 - Senza categoria    Comments Off on L’HIBISCUS ROSA-SINENSIS E L’HIBISCUS SYRIACUS, DAI GRANDI FIORI COLORATI, ABBELLISCONO LE CITTA’ DI MISTRETTA E DI LICATA

L’HIBISCUS ROSA-SINENSIS E L’HIBISCUS SYRIACUS, DAI GRANDI FIORI COLORATI, ABBELLISCONO LE CITTA’ DI MISTRETTA E DI LICATA

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Il termine “Ibisco” deriva da “Ibis”, nome di un uccello acquatico comune nella valle del Nilo che, come si pensava anticamente, si cibava dei boccioli di Ibisco. Era venerato dagli egizi perché, con la testa di quest’uccello, raffiguravano Thoth, il dio dell’oltretomba.
Probabilmente il nome gli fu assegnato da Dioscoride, il più famoso medico dell’antichità vissuto nel primo secolo dopo Cristo.
Notizie precise sulla sua coltivazione sono state riportate da Ghislain de Busbeck, ambasciatore fiammingo alla corte di Solimano il Magnifico a Costantinopoli. Studioso di botanica, durante la sua permanenza in Asia Minore, esaminò alcune specie di piante, tra cui l’Ibisco, inviando numerosi esemplari in Olanda.
Esistono circa 300 diverse specie di Hibiscus coltivate non solo perché molto decorative, ma anche per interesse economico.
L’Hibiscus rosa-sinensis è una specie originaria dalle regioni tropicali e subtropicali dell’Asia, della Cina, dell’Africa, dell’Australia e della Nuova Zelanda e, coltivata all’aperto nelle regioni dell’olivo, predilige i terreni paludosi.
Nell’Italia centro-meridionale si trova, come specie spontanea, nelle scarpate e nelle prode di fiumi. A Licata molte piante di Hibiscus arredano gli spazi urbani e le aiuole dei condomini.

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L’alberello di Hibiscus rosa-sinensis, della famiglia delle Malvacee, è coltivato a scopo ornamentale per l’elegante forma, per la straordinaria bellezza dei suoi fiori, per la ricchezza dei suoi colori e per la sua fioritura prolungata per quasi tutto l’anno.

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L’Hibiscus è un arbusto cespuglioso, alto 2 – 3 metri, sempreverde, molto ramificato; ha foglie cangianti dal verde chiaro al verde scuro, ovato acuminate, lucide, alterne, lobate e irregolarmente dentate nella parte superiore.

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I fiori sono grandi, regolari, peduncolati, solitari, ascellari, numerosi, effimeri, della durata di appena un giorno, prodotti in grande quantità, a corolla campanulata, composta di 5 petali sovrapposti, color rosso carminio o rosa dalla quale sporge una colonna di filamenti staminali.

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Fioriscono dalla primavera all’estate. Per favorire una fioritura più abbondante è consigliabile asportare i fiori appassiti.
In autunno la pianta perde completamente le foglie e, talvolta, anche tutta la parte aerea, che si svilupperà in maniera vigorosa nella primavera successiva.
La moltiplicazione avviene generalmente per seme, in primavera, ma anche per talea prelevandola dai rami che non hanno portato fiori.
A fioritura ultimata la pianta sarà ripulita dal legno secco, dai piccoli rami malformati. La pianta di Hibiscus rosa-sinensis resiste all’aperto, dove il clima è mite, vegetando rigogliosamente su un terreno profondo, umoso, non troppo calcareo, ben drenato.
Nella villa comunale “G.Garibaldi” di Mistretta è presente l’Hibiscus syriacus conosciuto anche come Althaea frutex, un rustico alberello originario dalla Siria.

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Il fusto presenta un portamento eretto, ben ramificato, alto fino a 4 metri, rivestito dalla corteccia grigia, liscia che tende a divenire rugosa e profondamente segnata con il passare degli anni.
Le foglie, di forma ovale, presentano tre lobi più o meno evidenti a seconda dell’esemplare; sono di colore verde scuro variegate di bianco, seghettate, caduche, ruvide e sgradevoli al tatto. Dalla primavera inoltrata fino ai freddi autunnali la pianta produce, all’apice dei fusti, grandi fiori solitari, a forma di campana, di colore vario, nei toni del rosa, del bianco e del viola, con la gola in colore contrastante, semplici o doppi, con corolla espansa e con gli stami più corti della corolla e quindi da essa non emergenti.

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Queste piante hanno uno sviluppo abbastanza vigoroso, quindi è consigliabile potarle dopo la fioritura togliendo i rami rovinati o eccessivamente disordinati. La potatura, effettuata a fine inverno, ha anche il vantaggio di favorire lo sviluppo di nuovi rami che porteranno i fiori.
Ai fiori seguono i frutti, grosse capsule semilegnose di forma ovale, che contengono i semi.
Nell’Hibiscus syriacus la moltiplicazione avviene, oltre che per seme, anche per innesto.
L’Hibiscus rosa-sinensis e l’Hibiscus syriacus sono piante molto diffuse nella coltivazione come piante ornamentali ed è frequente ritrovarle in quasi tutte le città italiane per la loro resistenza agli agenti inquinanti e alle avverse condizioni climatiche. Sono arbusti impiegati con successo per la formazione di fitte siepi. Si accontentano di qualsiasi terreno, anche povero e sassoso, pur prediligendo quelli freschi, mediamente ricchi di humus e con un buon drenaggio.
L’Hibiscus rosa-sinensis è una pianta perfetta per le numerosissime località temperate della Penisola, specie per quelle costiere, per la buona resistenza al salino.
L’Hibiscus syriacus, invece, può essere coltivato anche nel nord dell’Italia, ma la fioritura è più breve e i fiori non possono competere con quelli del rosa-sinensis molto più belli e più appariscenti. Però ha una crescita vegetativa nettamente superiore.
L’Hibiscus rosa-sinensis ama molto il sole ed il caldo, predilige posizioni molto luminose, esposte direttamente ai raggi solari e le estati molto calde e lunghe. Può sopravvivere anche in condizioni avverse, anche se l’ombra causa scarse fioriture, così come un’estate molto fresca. L’Hibiscus syriacus è una pianta resistente alla siccità e al freddo e può sopportare gelate intense anche di lunga durata e, per questo motivo, l’Hibiscus syriacus è accolto nella villa comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta”.
Necessitano di annaffiature regolari soprattutto le giovani piante da poco messe a dimora in modo da favorire lo sviluppo dell’apparato radicale. La pianta di Hibiscus ha notevoli proprietà farmacologiche che sono state confermate dalla moderna ricerca scientifica.
Tutte le parti della pianta sono utili. Le foglie sono emollienti, diuretiche, refrigeranti e sedative. I semi ed i calici dei fiori maturi hanno proprietà diuretiche e antiscorbutiche.
I frutti combattono lo scorbuto. Le radici amare sono usate come aperitivo e come tonico.
Dai fiori dell’Hibiscus si produce un eccellente shampoo. L’estratto del fiore è stato usato in molti rimedi: per curare i disordini del fegato e dello stomaco, per regolare la pressione sanguigna, come afrodisiaco, anche se quest’ultimo impiego è stato molto contestato.
Con i fiori essiccati dell’Hibiscus e lasciati in infusione si ottiene il karkadè. Conosciuto anche con altri nomi: “tè rosso d’Abissinia, tè Nubiano, Acetosa Giamaicana”, il karkadè è una bevanda molto diffusa soprattutto nei paesi orientali e può essere consumata  sia bollente sia fredda. La bevanda, dal sapore acidulo, è rinfrescante, dissetante, diuretica, antinfiammatoria, lenitiva, utile nella stipsi.
Coltivato da sempre e largamente impiegato in cucina, l’Hibiscus è considerato un fiore ornamentale solo in epoca moderna.
Le insalate di malvaceae erano famose presso gli antichi romani e Cicerone ne faceva spesso abbondanti abbuffate.
L’Hibiscus ha anche un certo simbolismo.
Il linguaggio amoroso ottocentesco si è sbizzarrito su questo fiore: donarne uno all’amata significa “tu sei bella”, il Syriacus a fiore bianco loda la “lealtà”, il Syriacus rosso esalta la “pazienza del corteggiatore”, mentre i colori variegati della corolla indicano un “rifiuto d’amore“, l’Ibisco color viola indica “violenza“, il rosso sangue della corolla è la “ferita al cuore”.
In Polinesia, da sempre, l’Ibisco è mostrato tra i capelli dalle ragazze che comunicano la loro disponibilità a nuove conoscenze; i giovanotti, invece, appoggiano un fiore sull’orecchio destro se sono fidanzati, sull’orecchio sinistro se sono “liberi” comunicando la loro disponibilità ad amplessi amorosi.
L’Hibiscus ha come suoi nemici naturali: il Pythium, un nematode che causa il mal del piede arrecando danni sensibili alle radici e gli Afidi che infestano i rami giovani, i boccioli e i fiori senza provocare, in ogni modo, danni eccessivi; inoltre durante l’estate il fogliame può essere vistosamente rovinato degli Acari che si posano sulla pagina inferiore delle foglie danneggiandole.

 

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