Sep 18, 2021 - Senza categoria    Comments Off on LE TANTE PIANTE DI MEDICAGO ARBOREA PRESENTI NELLA SALITA SANT’ANTONINO, IN CONTRADA MONTESOLE A LICATA.

LE TANTE PIANTE DI MEDICAGO ARBOREA PRESENTI NELLA SALITA SANT’ANTONINO, IN CONTRADA MONTESOLE A LICATA.

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La salita Sant’Antonino è una strada che attraverso quasi quotidianamente per raggiungere il mio villino.
Quindi, non avrebbe potuto sfuggire alla mia vista la presenza di queste tantissime e bellissime piante di Medicago arborea in piena fioritura.
Sono tantissime!
Sostenute dai muretti a secco o aggrappate alle reti dei vari recinti delle proprietà private.

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La Medicago appartiene a un genere di piante erbacee e  arbustive della famiglia delle Fabacee che  comprende oltre un centinaio di specie, di cui circa una quarantina vegetano in Italia. E’ originaria dell’Europa, della regione mediterranea e dell’Africa meridionale.
La specie più diffusa è la Medicago sativa, nota come erba medica, largamente coltivata come foraggio.
E’ una pianta perenne, con steli pelosi e fogliame verde bluastro.
Fiorisce da giugno a ottobre producendo fiori in grappoli di colore viola.
Altre specie sono:
La Medicago arborea subsp. Citrina, che assomiglia alla specie tipo ma i fiori sono giallo limone.
La Medicago arabica, Erba medica macchiata, con fogliame verde, macchiato di nero al centro.
La fioritura è gialla ed estiva. Altezza da 20 a 60 cm.
La Marina di Medicago, l’Erba medica marittima, con portamento strisciante, fogliame grigiastro e bianco infeltrito.
I fiori, gialli brillanti, fioriscono da marzo a luglio.
La Medicago arborea è la mia amica, la specie che ammiro sempre nella strada che dalla città di Licata conduce nella mia campagna. .
Il suo nome botanico italiano è: “MEDICAGO ARBOREA”.

https://youtu.be/G0bYl0PFseY

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Sinonimi sono: ” Erba medica arborea, Ginestrone, Trifoglio di ginestra, Setiso, Bottone di seta o Corniolo reale”.
Il suo nome inglese è: “ Moon trefoil”.
Etimologicamente il termine della specie “Medicago” deriva dal greco “μεδιқόϛ”, che significa “Media”, un’area geografica storica conquistata dai Medi, e che occupava gran parte dell’attuale Iran centrale e occidentale a sud del Mar Caspio, il territorio da cui Teofrasto credeva provenisse la pianta.
Il nome della specie “arborea” deriva dall’albero legnoso con portamento arboreo.
La Medicago arborea è una specie tipica delle zone del Mediterraneo nord-orientale poco diffusa, che forma una macchia compatta con portamento piuttosto allargato e vegetazione cespugliosa. Cresce spontanea anche in Italia.

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E’ un arbusto sempreverde molto ramificato, alto fino a 2 metri. Ha il fusto ricoperto dalla corteccia biancastra, con strisce longitudinali.
Le foglie, trifogliate, con foglioline ovali, allungate, con punta dentellata, persistenti, di colore grigio-verde intenso, nella pagina inferiore sono ricoperte da una peluria argentata e hanno margine finemente seghettato.

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Sono presenti anche due stipole.
Anche i rami giovani sono ricoperti da una peluria grigiastra. I rami adulti sono legnosi, bianchi e ben disposti a formare una densa massa di vegetazione.
I fiori, di colore giallo-dorato, irregolari, con la tipica corolla papilionacea delle Fabacee, riuniti in infiorescenze a grappolo, emergono dall’ascella delle foglie nelle parti apicali dei rami giovani.

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La fioritura è prolungata.
Inizia a febbraio e si protrae, senza interruzione, fino a ottobre.
I fiori attirano molti insetti impollinatori. I frutti, originali e ornamentali, sono dei baccelli gialli poi marrone appiattiti, arrotolati a chiocciola su se stessi in modo tale da creare un foro centrale. Contengono da 3 a 15 semi dal colore bruno-giallo-marrone.

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La riproduzione avviene per dispersione dei semi in primavera, o per talea nello stesso periodo di tempo.
Le radici ospitano batteri simbionti in grado di fissare l’azoto atmosferico.
La pianta di Medicago arborea è di facile coltivazione. Il suo habitat preferito è quello delle zone caratterizzate dal clima caldo estendendosi dalla pianura fino ai 300 m. s.l.m. La pianta può essere utilizzata come esemplare unico o anche per formare siepi e bordure che danno colore brillante al giardino in mesi solitamente senza grandi fioriture.

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 Vegeta bene posta su terreni sabbiosi e rocciosi, calcarei e asciutti.  Infatti, tollera bene la siccità e la salinità. L’irrigazione deve essere sporadica. Ama essere esposta ai raggi diretti del sole o appena in semiombra, perché l’ombra garantisce una crescita regolare, ma con una bassa produzione di fiori. Dopo la pausa estiva, nella ripresa vegetativa autunnale, può essere necessaria una leggera potatura per l’asportazione di parti secche e danneggiate, per stimolare uno sviluppo fitto e una successiva fioritura più intensa.
La specie sa resistere alle comuni malattie del giardino. Tuttavia, può essere suscettibile ad attacchi di certi parassiti e di roditori.
La Medicago arborea era già nota agli antichi romani e greci come pianta da foraggio per il bestiame e ancora oggi è ampiamente coltivata per questa utilità nel bacino del Mediterraneo, e non solamente come pianta ornamentale.
Il legno è estremamente duro ed è stato utilizzato, a volte, nell’artigianato, per il suo bel colore scuro e per la tessitura stretta, che, una volta lucidato, gli conferisce un aspetto brillante notevole. Questo arbusto può svolgere un ruolo importante nel contenere i fenomeni di erosione del suolo.
I ricercatori spagnoli hanno dimostrato che ha la capacità di ridurre notevolmente l’erosione del suolo causata dall’acqua e dal vento.
Nella cucina popolare le foglie di Medicago arborea e i teneri germogli sono commestibili.
Si possono utilizzare cotti o crudi nelle insalate e anche mescolati ad altre erbe aromatiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

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