Sep 25, 2020 - Senza categoria    Comments Off on LE DAHLIE FIORITE NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

LE DAHLIE FIORITE NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

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Nei mesi di Luglio-Agosto la villa comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta è stata rallegrata dalle coloratissime Dalie le cui sfumature, grazie ad oltre due secoli di ibridazioni ed incroci realizzati da vivaisti e da floricoltori, sono quasi infinite.
Durante il mio lungo soggiorno estivo a Mistretta, da luglio a settembre 2020, frequentando giornalmente la villa comunale, ho visto fiorire e sfiorire tantissime Dalie dai diversi colori.

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Una delle caratteristiche principali del genere Dalia è, infatti, l’estrema varietà nel colore, nella forma dei fiori e nel portamento della pianta che può essere alto e nano.

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 Le Dalie appartengono tutte al gruppo conosciuto col nome di Dahlia variabilis, un ibrido in cui sono possibili numerose combinazioni geniche che permettono di generare l’elevato numero di forme e di colori. Il suo nome scientifico “Dahlia variabilis” sottintende, appunto, il notevole numero di varietà delle forme e dei colori del fiore.

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Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, la Dalia è originaria delle catene montuose del Messico e del Guatemala e coltivata dagli Aztechi fin da tempi remoti che utilizzavano i fiori come ornamento, si cibavano delle foglie e delle radici e ne usavano i fusti come tubi per condurre l’acqua dai ruscelli di montagna ai loro villaggi.
La specie fu importata in Europa nel 1712 per essere sfruttata a scopo alimentare, in sostituzione delle patate, da monsieur de Montgolfier, il padre dei fratelli che hanno inventato gli aerostati. Il sapore dei tuberi, però, non fu gradito agli Spagnoli che, invece, ne apprezzarono la bellezza dei suoi fiori. Nel 1789, infatti, tre esemplari provenienti dal Messico furono piantati nel Giardino Botanico di Madrid e da lì si diffusero rapidamente divenendo apprezzate piante da giardino.
A Berlino, dove giunsero nel 1804, i bei fiori di questa pianta, dalle tinte accese e solari, furono denominati “Georgine” in onore del botanico russo Georgi. Ancora oggi, in alcune parti dell’Europa del Nord e in Russia, questi fiori sono chiamati “Giorgine”.
Il nome “Dahlia” è stato attribuito dall’abate Canavilles, direttore dei giardini botanici di Madrid, in onore del botanico svedese Anders Dahl, allievo e collaboratore del grande naturalista Linneo, che è riuscito a riprodurre la specie mediante la semina.
Esattamente dall’Orto botanico di Berlino la Giorgina o Dahlia si diffuse ovunque. ttraverso le ibridazioni e gli incroci, ben presto si ottennero moltissime varietà, circa 2000, tutte derivate dalla prima Dalia, dalla “Georgina variabilis”.
Nel 1864 una Società Orticola inglese promise ben 50000 sterline a chi avesse ottenuto una Dalia ibridata dal colore blu.
Questo ambito premio è ancora a disposizione di quanti vogliono cimentarsi nella difficile impresa. Le varietà di Dalie, ormai quasi tutte derivate da ibridi, perché le specie originarie sono quasi scomparse, sono coltivate anche in tutte le regioni d’Italia.

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La Dalia è una pianta erbacea perenne sorretta dalle radici tuberizzate, fusiformi, carnose, che si uniscono fra loro in fasci alla base del fusto e che hanno la funzione di organi di riserva. In primavera, dal tubero parte
il fusto, eretto, cavo, più o meno fragile, che può raggiungere un’altezza variabile dai 20 centimetri ai due metri. Sul fusto si inseriscono le grandi foglie composte ed opposte, dal colore verde intenso lucente e dal margine intero o seghettato. Il fiore, sostenuto da lunghi gambi dritti, è formato da una infiorescenza a capolino nella quale i veri piccoli fiori sono inseriti intorno ad un disco centrale protetti dai petali del “falso” fiore. Ogni singolo fiore può raggiungere anche il diametro di 20 centimetri e presenta le più svariate sfumature di colore.
I colori predominanti sono il giallo e il rosso, ma non mancano varietà a petali screziati. Dato il gran numero delle forme del capolino del fiore, le Dalie da giardino sono classificate in diversi gruppi: Dalie a fiore semplice, a margherita, le più antiche e le più simili a quelle degli Aztechi, che mostrano una sola fila esterna di raggi sovrapposti e al centro i fiori del disco.
Dalie ad astro, simili alle precedenti, ma con i raggi appuntiti non sovrapposti.
Dalie a capolino più o meno globoso doppio o semidoppio con fiori ligulati grandi, ovali, oblunghi o a cucchiaio.
Dalie a capolino globoso con fiori raggiati numerosi lineari, cilindrici o acuminati, spesso ritorti.
Dalie a collarino formate da una parte centrale a cuscinetto e da un anello supplementare di linguette piatte e frastagliate attorno al disco centrale e di colore diverso.
Dalie a fiore d’anemone che mostrano il bottone centrale piuttosto rigonfio e ricco di fiori tubulosi eretti.
Dalie a fiore di peonia con pochi giri di petali intorno al bottone centrale dal quale emergono molti fiori a linguetta. Dalie a fiore di cactus con le ligule incurvate e avvolte su se stesse.
Dalie a pompon con le ligule arrotolate e disposte sfericamente a nido d’ape. La fioritura inizia a giugno e si protrae sino a settembre, fino l’arrivo del primo freddo. Goethe è stato un grande ammiratore del fiore di Dalia del quale ha elogiato spesso la sua bellezza.
Così scriveva Gertrude Jekyll sulle Dalie: “[…] il primo dovere nella vita della Dahlia è di far bella mostra di sé, di pavoneggiarsi, di portare i suoi magnifici fiori ben alti sopra le foglie e, per nessun motivo, deve lasciar ciondolare la testa […]”.
La moltiplicazione avviene per seme se si vogliono coltivare Dalie annuali a fiore semplice, le “giorgine“; per divisione dei tuberi, da interrare in marzo-aprile, e ricordando che ogni porzione di tubero deve contenere almeno un “occhio“, ossia un germoglio; per talea, da effettuare in estate, togliendo i getti che si formano ai piedi della pianta-madre.
A fioritura terminata, si devono tagliare gli steli a circa 20 cm dal terreno e attendere che il fogliame ingiallisca completamente.
I tuberi si nutriranno e immagazzineranno le scorte necessarie per la fioritura dell’anno successivo. I tuberi si estraggono dal terreno in ottobre-novembre, durante il riposo vegetativo, e si conservano al buio in un luogo asciutto e areato. Si porranno a dimora la primavera successiva.
La Dalia è una delle migliori piante coltivate perché allegra, colorata e solare, sembra sprizzare gioia. Per la sua lunga e copiosa fioritura, è molto utilizzata come pianta ornamentale nei giardini, nei vasi esposti sulle terrazze e, industrialmente, per la produzione del fiore reciso.
Per ottenere fiori grandi bisogna eseguire la sbocciolatura che consiste nell’eliminare tutti i bottoni fiorali tranne quello centrale che, favorito, darà vita ad un fiore più grosso. Se si taglierà il bottone fiorale centrale, invece, si otterrà un numero maggiore di fiori, ma sicuramente più piccoli e più deboli.
La Dalia è una pianta molto facile da coltivare, ma necessita di ampi spazi che le permettono di crescere in altezza e in dimensioni.
Predilige essere posizionata in un luogo esposto bene alla luce del sole per potere fiorire abbondantemente.
Esige un terreno fresco, profondo e ricco di sostanze organiche, pertanto le concimazioni devono essere effettuate periodicamente.
Le irrigazioni devono essere abbondanti in estate per mantenere il substrato di terra che avvolge le radici ben inumidito, essendo la Dalia avida d’acqua. Saranno sospese con l’inizio delle piogge autunnali.
Sopporta bene le alte temperature, resiste di meno alle basse temperature. Per dare sempre un aspetto gradevole alle aiuole è opportuno eliminare i fiori appassiti e le parti secche o danneggiate.
Per quanto riguarda le avversità, la Dalia teme particolarmente il marciume dei tuberi e la golosità delle lumache che aggrediscono le foglie e i tuberi. L’Emittero Chlotita flavescens provoca antipatiche macchioline biancastre sulle foglie che appassiscono e cadono e deformano i fiori.
Gli Afidi provocano l’alterazione del colore della foglia e delle nervature con fenomeni di nanismo.
La Dalia non ha importanza in medicina. Il succo delle radici è ricco di costituenti naturali quali proteine, fosforo e potassio. Anche in cucina ha scarsa importanza.
Nel linguaggio dei fiori alla Dalia si attribuisce il significato simbolico del “presagio” e si ritiene, quindi, che l’invio di un omaggio floreale di Dalie indichi l’avvicinarsi di un lieto evento.
Per uno spasimante potrebbe significare una “dichiarazione d’amore”.
Altri simboli comunemente assegnati alla Dalia sono: la “gratitudine” e la “precarietà”.

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