Nov 3, 2018 - Senza categoria    Comments Off on LA SMILAX ASPERA DAI BEI FRUTTI ROSSI NELLA CAMPAGNA DI LICATA

LA SMILAX ASPERA DAI BEI FRUTTI ROSSI NELLA CAMPAGNA DI LICATA

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La Smilax aspera è una pianta che io ho notato perché è sempre aggrappata alla recinzione che circonda il perimetro della mia campagna.
Devo stare molta attenta ad aprire il cancello e ad accostarmi ad essa se voglio riportare a casa i pantaloni senza strappi!
Ecco perchè è conosciuta con i nomi di “Stracciabraghe, Sstrazzacausi”.

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Il suo nome scientifico è Smilax aspera, più conosciuta col sinonimo di Salsapariglia nostrana.
Il termine Salsapariglia è di origine spagnola e deriva da “Zarza” “arbusto” e “parilla” “piccola vite” , in riferimento al portamento rampicante e alla presenza di viticci.
Altri sinonimi sono: “Smilace, Stracciacappe, Rovo-cervone, Rovo-cerrone, Salsa paesana, Salsa siciliana, Edera spinosa, Ellera spinosa, Erba del magnano”.

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Etimologicamente il termine del genere “Smilax”, assegnato alla pianta in Grecia, dove è largamente presente, riportato anche da Teofrasto (IV sec. a. C.), e attribuito da Linneo nel 1737, deriva dal greco “ σμίλαξ ” “raschietto”, in riferimento alla morfologia e alla spinosità delle foglie.
Il termine della specie “aspera” deriva dal latino “asper” “ruvido, pungente” alludendo alla spinosità della pianta per la presenza di abbondanti spine.
Il termine “Stracciabrache” indica le possibili conseguenze dovute alla presenza delle acuminate spine nella pianta.
Il termine “Salsapariglia”, da “salsa, schiuma” e “pariglia  alludendo alla coppia di cavalli usata per trainare i carri, si spiega perché, strofinata in maniera vigorosa, la Salsapariglia produce una schiuma simile a quella prodotta dai cavalli quando sudano abbondantemente.
In realtà, sarebbe più consono chiamare la pianta con il termine “Smilace”, derivato direttamente dal nome greco.
Euripide, nella tragedia “Le Baccanti” (III episodio 700), scritta mentre si trovava  alla corte di Archelao, re di Macedonia, tra il 407 ed il 406 a.C. e morto pochi mesi dopo averla completata, scrisse: “Tutte si incoronavano con ghirlande di edera, di quercia e di smilace in fiore”.
Infatti le Baccanti, dovendo compiere i loro riti tersicorei e non trovando l`edera per ornare il capo, usarono i tralci di Smilace che hanno foglie simili all’edera,ma spinose. Quando la danza divenne più frenetica, le acuminate spine della pianta cominciarono a trafiggere la fronte delle Baccanti le quali iniziarono a urlare e a gesticolare in modo inconsulto facendo degenerare il rito in un vero e proprio baccanale.
La Smilax aspera è una liana originaria dell’America tropicale. 

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È diffusa in Messico, nelle isole Canarie, in Africa centrale, in Asia centrale e nelle regioni dell’area mediterranea. In Italia è comune in gran parte della penisola e nelle isole maggiori e minori, è rara al Nord.
La Smilax aspera è una pianta arbustiva, spontanea, dal portamento lianoso, perenne, sempreverde, appartenente alla famiglia delle Smilacacee.
E’ provvista di lunghi fusticini rampicanti, flessibili, teneri e arrossati nelle parti giovani, legnosi a maturità e muniti di spine acutissime e uncinate.

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Le foglie, verdi, cuoriformi, coriacee, cordate alla base,  hanno i margini aculeati e spinosi e nella pagina inferiore sono attraversate dalla nervatura centrale.
Sono provviste di un picciolo e sulla base del quale sono inseriti con due viticci laterali lunghi e tenaci.

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I fiori, piccoli e di colore giallo-verde, poco vistosi, dal profumo gradevole, sono raccolti in infiorescenze e raggruppati in spighe ascellari e terminali.  Sono unisessuali e portati da piante dioiche. Fioriscono da settembre a novembre nelle regioni a clima mediterraneo.

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I frutti sono piccole bacche globose, di colore rosso, riunite in grappoli. Maturano nell’autunno successivo, contemporaneamente ai nuovi fiori.
Le bacche contengono i semi piccoli e rotondi. Insipide e tossiche per l’uomo, costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di uccelli.

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Contemporaneamente ci sono fiori e frutti

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La Salsapariglia è una pianta spontanea frequente nelle zone ombrose, ai bordi dei campi, lungo le siepi, come pure nelle zone più aperte, sui muri a secco e spesso forma intricati cespugli. È uno dei più tipici elementi della macchia mediterranea sempreverde, ove forma spesso delle selve impenetrabili. Resiste tranquillamente a lunghi periodi di siccità. E’ una delle poche liane presenti in Italia e vive a un’altitudine da 0 a 1200 m s.l.m.
Recentemente la Smilax aspera è stata scelta come fito-depuratore poiché è in grado di crescere e prosperare anche in terreni contaminati da alte concentrazioni di metalli pesanti, tra cui il piombo, il bario, lo zinco e il cadmio. La sua capacità consiste nelle radici capaci di assorbire questi metalli pesanti per poi trasferirli nelle foglie bonificando i terreni contaminati da questi metalli pesanti e da altre sostanze tossiche evitando il trasferimento nella catena alimentare.
La Smilax aspera ha molte proprietà terapeutiche usate in fitoterapia. In ambito terapeutico si utilizza principalmente la radice della pianta che, utilizzata in infusi, in decotti e in tisane, ha proprietà sudoripare, depurative, espettoranti ed emetiche. Combatte  l’influenza, il raffreddore, i reumatismi, l’eczema. E’ ideale per fare abbassare la febbre perché favorisce la sudorazione accelerando il processo di guarigione.
Gli estratti sono usati anche in alcune formulazioni galeniche per migliorare l’assorbimento dei principi attivi farmacologici.
I principi attivi più importanti, concentrati nelle radici, sono: la smilacina, la salsasaponina, glucidi, colina, saponina, tannini, potassio e calcio.
Tuttavia, l’uso dei derivati di questa pianta potrebbe causare alcuni effetti collaterali. Il più grave è l’irritazione della mucosa gastrica. Perciò è bene chiedere sempre il consiglio al proprio medico prima di assumerla evitando il fai-da-te.
La pianta può essere usata anche in cucina. I germogli, dal gradevole sapore amarognolo piuttosto gradevole, che raccolgono in primavera quando sono rossastri e tenerissimi, sono usati per preparare gustose frittate facendoli bollire proprio come se fossero degli asparagi selvatici.
In Spagna si produce anche una bevanda analcolica a base di estratto di radice di Salsapariglia, zucchero, miele e acqua.
Anche la letteratura ha descritto la Smilax.
Platone, ne “ La Repubblica”  (Libro II, 372b) scrisse: “Sdraiati su giacigli cosparsi di smilace e di mirto, banchetteranno bene in compagnia dei loro figlioli e ci berranno sopra vino, inghirlandati e cantando inni agli dèi, lieti di stare insieme”.
Nella mitologia greca Ovidio, nelle “Metamorfosi“, racconta che c’era una bella ninfa di nome Smilace.
Un giorno, durante una delle sue peregrinazioni nel bosco vicino ad Atene, Smilace incontrò un visitatore inatteso.
Era  Krocus, un giovane ed affascinante guerriero.
Fulminante e travolgente fu l’amore fra i due giovani.
Ma loro relazione fu fortemente osteggiata dagli dei dell’Olimpo perché lei era immortale e lui uomo mortale. Ostacolarono questa relazione rendendoli ossessivi, litigiosi e infelici.
Krocus, frustrato e  disperato, si suicidò. Smilace, addolorata, impazzì.
Gli Dei, mossi a pietà, li avrebbero uniti trasformando lei in Smilax aspera, una pianta dalle foglie a forma di cuore e dai rami flessibili e spinosissimi, simbolo d’un amore tenacissimo ma acutizzato, lui in Crocus sativus,  un fiore viola come la passione superba per avere osato innamorarsi di una divinità, ma dal cuore dal colore del sole a ricordo dell’amore immortale per la sua Smilace: il Crocus sativus, lo Zafferano.

 

 

 

 

 

 

 

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