Sep 1, 2021 - Senza categoria    Comments Off on LA PIANTA DI LYSIMACHIA ARVENSIS MOLTO FREQUENTE NELLE SPONDE DEL FIUME SALSO A LICATA.

LA PIANTA DI LYSIMACHIA ARVENSIS MOLTO FREQUENTE NELLE SPONDE DEL FIUME SALSO A LICATA.

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Fermati! Guardami! Sono io!
Sono la Lysimachia arvensis!

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Infatti, al suo richiamo, mi sono fermata per ammirare la sia bellezza, per fotografarla, per descriverla.
La Lysimachia è una pianta tropicale apprezzata per la sua abbondante fioritura che crea splendide macchie di colore in piena terra, nelle aiuole dei giardini pubblici e anche nei vasi dei balconi delle abitazioni private.

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Il genere Lysimachia comprende circa 200 specie di piante erbacee perenni appartenenti alla famiglia delle Primulacea e originarie delle regioni temperate e diffuse allo stato spontaneo nei luoghi umidi, nelle zone boschive e montane delle regioni del Centro, del Nord Italia e in Sicilia, vicino al fiume Salso di Licata.
Le varietà più diffuse e coltivate a scopo ornamentale sono: la Lysimachia nummularia,varietà a portamento tappezzante formata da lunghi fusti ricoperti da foglie ovali o tondeggianti di colore verde lucido. I fiori, che sbocciano all’ascella delle foglie, da maggio a luglio, sono solitari e di colore giallo oro.
La Lysimachia punctata è la varietà che presenta fusti eretti, foglie di forma ovale-lanceolata e fiori gialli che sbocciano da giugno ad agosto.
La Lysimachia barystachys, varietà che forma cespugli alti 60 cm composti da fusti eretti ricoperti da foglie tomentose, lineari-lanceolate che in autunno assumono una bella colorazione giallo-arancio. Durante il periodo delle fioritura, che va da giugno ad agosto, la pianta si ricopre di fiori bianchi riuniti in infiorescenze a grappolo fitte e pendule.
La Lysimachia ciliata è  la varietà che si differenzia dalle altre specie per il caratteristico colore delle foglie che, dalla tonalità cioccolato bianco, diventa verde e poi giallo-arancio. Da giugno ad agosto produce fiori piatti e gialli.
La Lysimachia congestiflora è la varietà a portamento tappezzante con foglie di colore verde scuro e fiori di colore giallo dorato.
La Lysimachia clethroides, varietà che, da luglio a settembre, produce piccoli fiori stellati e bianchi riuniti in lunghi grappoli.
Attrae le farfalle.
La Lysimachia ephemerum, pianta diffusa in Europa, formata da fusti eretti ricoperti da foglie di colore grigio-verde, lineari, lisce, opposte e riunite alla base. In estate produce piccoli fiori bianchi riuniti in spighe sottili.
La Lysimachia vulgaris presenta fusti eretti, foglie lanceolate di colore verde intenso e fiori gialli con margini di colore arancio.
La Lysimachia arvensis, la pianta che ho osservato e fotografato, vegeta nelle aree calde del pianeta ed è riconoscibile perché produce fiori azzurri.

Etimologicamente, il nome del genere “Lysimachia” deriva dal greco “Λυσίμαχος” in onore di Lisimaco (~361 a.C.-281 a.C.), sovrano e militare macedone antico. Fu uno dei diadochi di Alessandro Magno, che seguì nell’impresa d’Asia (334-323).
Alla morte del re (323 a.C.), dalla spartizione dell’impero macedone ottenne la satrapia di Tracia. Poi divenne re di Tracia, dell’Asia minore e della Macedonia.
Nel 284 a.C. fece uccidere il figlio Agatocle con l’accusa di congiura nei suoi confronti nella guerra contro Seleuco. Morì nella battaglia di Corupedio nel 281 a.C
Una leggenda narra che Lisimaco alimentasse i suoi buoi nutrendoli con questa pianta per tenerli buoni. Secondo Linneo potrebbe derivare da “Lysimachus”, re di Sicilia, di cui parla anche Plinio.
Λυσίμαχος “ deriverebbe da “λύσις μάχη lýsis máche” “che scioglie la battaglia”.
Il nome della specie “arvensis” deriva dal latino “arvum”campo, suolo arativo”.
Nomi italiani sono: ”Centonchio dei campi, Anagallide dei campi, Mordigallina.
Altri sinonimi sono: “Anagallis phoenicea, Anagallis arvensis”.
La Lysimachia arvensis è una pianta erbacea annuale, glabra, legata al suolo mediante una radice rizomatosa da cui si diramano altre piccole radici secondarie. Il fusto, prostrato o ascendente, alto 7-20 cm, un poco radicante ai nodi inferiori, ha sezione quadrangolare ed è molto ramoso.

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Le foglie, ovate-oblunghe appuntite, con margini interi, sono sessili e normalmente opposte, le superiori a volte verticillate, punteggiate di nero nella pagina inferiore.

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All’ascella delle foglie superiori spuntano i peduncoli fiorali che portano i fiori, ermafroditi, a forma di stella. Essi hanno il calice con 5 lacinie lanceolato-acute, con bordo ampiamente scarioso e saldate alla base. La corolla, rotata, formata da 5 petali obovati, cuneati, con bordo intero, lunghi un poco più dei sepali, è di colore azzurro con anello rosso alla gola.
La pianta produce copiose fioriture da aprile ad agosto e, in condizioni ambientali favorevoli, si prolunga fino alla fine del mese di Settembre.

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Il frutto è una capsula a pisside sferica che si apre orizzontalmente in due semisfere lasciando fuoriuscire 20-35 semi.  I semi sono piccoli e di colore scuro.
La pianta si riproduce per seme, ma si può propagare anche per divisione dei cespi e per talea erbacea.
La Lysimachia arvensis vegeta nei terreni incolti e coltivati, compatti, ricchi e ben drenati, nel bordo delle strade e delle aree antropizzate, dal piano fino a 1200 metri di altitudine. Preferisce le esposizioni al sole o nelle aree parzialmente ombreggiate e mostra anche una buona resistenza al freddo, purchè al riparo dai venti gelidi.
La Lysimachia arvensis si può coltivare in vaso ed è apprezzata come pianta ricadente nei panieri sospesi dei balconi.

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E’ resistente agli attacchi degli afidi e della cocciniglia, ma è sensibile alle malattie fungine, come l’oidio o mal bianco, che si manifestano soprattutto nelle zone calde ed eccessivamente umide. Le foglie tenere sono gradite alle chiocciole e alle lumache.
La pianta, per i contenuti di triterpenoidi e di saponina nelle parti aeree, di glicoside nelle radici, di primina nelle parti pelose, di tannino, di flavonoidi ha proprietà bechiche, diaforetiche, espettoranti, colagoghe, omeopatiche, purganti, stimolanti, vulnerarie, diuretiche e nervine, ma è una pianta tossica. Le parti più tossiche sono i semi.
Gli uccelli, e anche gli animali da cortile, che eventualmente se ne cibano, possono rimanere intossicati.
E’ rifiutata dagli animali domestici ad eccezione dalle galline.
Questa piantina può rivelarsi tossica anche per l’uomo se, raccolta accidentalmente, è consumata come insalata.

 

 

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