LA PIANA DI LICATA
Licata e il suo territorio possiedono molte ambienti naturali: il mare, il fiume Salso, le colline, la piana.
La piana di Licata, grazie alla feracità del suolo, è intensamente coltivata dall’uomo subendo inevitabili trasformazioni.
In particolare si coltivano le primizie che, attraverso il trasporto e la consegna prima al mercato ortofrutticolo, si possono acquistare nei negozi del luogo.
Molti prodotti si esportano anche fuori di Licata.
Sono coltivati: i profumati carciofi, le buone fave, le gustose zucchine, i dolci cavolfiori, le viola melenzane, i gialli peperoni, i rosso pomodori, i verdi cetrioli e tanto altro ancora.
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Tuttavia le piante di: Convolvolo, Diplotaxis, Comunella, Papaveri, Solano nero, Ecballium elaterium, cioè il Cocomero asinino, diversi cardi selvatici, l’Avena e tante altre graminacee spontanee, Tarassaco, Crisantemo e altre composite riescono sempre ad attecchire e a riprodursi tra le colture a pieno campo e negli spazi liberi tra le serre e i tunnel.
Su terreni argillosi incolti, in Contrada Fiume Vecchio s’incontra la Liquirizia.
Tra piana e collina, nell’approssimarsi dei rilievi, il terreno contiene una buona quantità di argille montmorillonitiche che si espandono notevolmente durante la stagione piovosa; si contraggono durante la stagione secca così da fessurarsi e presentare quel fitto intreccio di crepe profonde che accentua l’evaporazione e richiama esotiche immagini desertiche.
Su questi terreni, facili agli smottamenti, sono molto comuni il carciofo selvatico e la Carota selvatica.
Non manca la fauna selvatica costituita da lepri, volpi e l’avifauna di piccola e di media taglia che è quasi del tutto simile a quella che s’incontra sui rilievi collinari. Il Riccio, una volta abbastanza frequente, è oggi sempre più raro. I conigli sono abbondanti anche nella mia campagna perché molto prolifici e ospitati in tante tane scavate nella roccia.
Sono protetti dal fuoco dei fucili dei cacciatori perché un robusto e spinoso recinto circonda il perimetro della campagna e dove sosta l’elegante upupa.
La Calandra è presente sia sui terreni a colture aperte della piana sia sui rilievi collinari.
Oggi non è più molto comune come qualche decennio fa a causa delle radicali modificazioni ambientali operate dalle moderne colture agricole e dalle catture indiscriminate degli allevatori di uccelli da canto. Vive bene in cattività. Il Cardellino e il Verdone, oggi ancora presenti, non sono numerosi come una volta quando erano tra gli uccelli più comuni del territorio.