Oct 15, 2018 - Senza categoria    Comments Off on LA DATURA INOXIA DAVANTI ALL’ORATORIO DEL SANTUARIO DI SANT’AGOSTINO A LICATA

LA DATURA INOXIA DAVANTI ALL’ORATORIO DEL SANTUARIO DI SANT’AGOSTINO A LICATA

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La vanitosa!
Quale posto migliore poteva scegliere se non questo dove farsi ammirare per la sua bellezza?
E’ nella grande aiuola, ai piedi della Yucca, di fronte all’oratorio della chiesa di Sant’Agostino, in via Principe di Napoli, a Licata, una via trafficatissima da autoveicoli e da persone che la percorrono a piedi.
E’ la strada che conduce al porto marittimo e al cimitero nuovo.
E’ la DATURA INOXIA.

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Il nome del genere” Datura” deriva dall’indostano ”Dhatúra”, dal portoghese “Datura”, dal sanscrito “Dhustura” e significa “mela spinosa” a causa del suo frutto spinoso.
Il nome della specie “inoxia”, ma che dovrebbe essere “innoxia”, deriva dal latino “innoxius” e significa paradossalmente “non dannoso, non nocivo”.
La stessa pianta è conosciuta in Italia con molti sinonimi: Datura metella, Datura d’Egitto, Imbutone metello, Noce metella, Stramonio metello, Tromba degli angeli e anche Tromba del diavolo.

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Originaria probabilmente dell’India, ma anche dall’America Centrale e meridionale, si è diffusa in Europa, in Africa, in Asia.  Altre ipotesi ne attribuiscono l’origine di provenienza russa, trasportata in Italia dalle carovane degli zingari che conoscevano già e apprezzavano le sue proprietà medicinali, oppure proveniente dal Messico, ipotesi sostenuta dal fatto che non molto tempo fa gli Indios peruviani usavano la Datura per ottenere lo stato ipnotico di “trance” nel corso di determinate cerimonie religiose.
Queste proprietà erano sfruttate anche dai sacerdoti nei tempi delfici. Naturalizzata anche nel bacino del Mediterraneo, in Italia è presente nelle seguenti regioni: in Valle d’Aosta, in Piemonte, nel Veneto, nel Friuli Venezia Giulia, in Toscana, nel Lazio, in Abruzzo, nel Molise, in Puglia, in Basilicata, in Calabria, in Sicilia, in Sardegna a un’altitudine compresa da  0 a 800 m s.l.m.
Appartenente alla famiglia delle Solanace, la Datura inoxia è una pianta annuale densamente pubescente, alta da 60 a 150 cm, che possiede il fusto cilindrico, di colore verde-grigiastro, molto ramificato.

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Le foglie, di colore verde intenso, alterne, picciolate, ovate, sinuate o intere, asimmetriche e cuoriformi alla base, attraversate dalla nervatura centrale prominente, fitte e numerose, consentono alla pianta di assumere uno sviluppo cespuglioso.

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I corti e morbidi peli, di cui sono coperti gli steli e le foglie, danno a tutta la pianta l’aspetto grigiastro.
Il bellissimo fiore, sostenuto da un pedicello lungo 5-30 mm, attinomorfo, ermafrodita, possiede la corolla imbutiforme di grandi dimensioni con i petali bianchi o lievemente rosati, ma possono essere anche gialli o violacei, ed emana un profumo molto intenso e sgradevole.
Il fiore è eretto all’apice della fioritura, per poi abbassare la testa. Il calice pubescente, ovoideo-tubuloso, è lungo circa 10 cm. Gli stami sono leggermente diseguali con antere ellissoidali. Fiorisce da giugno a ottobre.

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Il frutto è una capsula sferica, pendula ricoperta di aculei fini non pungenti che, giunta a maturazione, si apre in 4 valve contenenti numerosi semi reniformi, piatti e irregolarmente ondulati e colorati di arancione.

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 La Datura si riproduce per semina e per talea.
Affinché la pianta raggiunga il suo massimo sviluppo è necessario circa un anno di tempo.
La Datura inoxia è una pianta che si adatta bene alle più differenti condizioni di crescita e non necessita, quindi, di particolari cure colturali.
Cresce in ambienti ruderali, incolti e ai margini di ruscelli .Preferisce i climi miti, come a Licata, esposta al sole, a mezza ombra o in ombra, teme il freddo e il vento.
Per la bellezza dei suoi fiori e per la durata della fioritura la Datura, volendo, potrebbe essere coltivata anche nel giardino di casa o di campagna, in piena terra o in vaso, basta prestare molto attenzione alla presenza dei bambini.
Coltivavo anni fa una pianta di Datura stramonio ma, venendo a trovarmi nella mia campagna mio nipote Ernesto, allora bambino, ho scippato la pianta, anche se a malincuore.
La Datura necessita di un terreno leggero, soffice e sabbioso, grasso e argilloso.
L’irrigazione del terreno non è una pratica frequente da fare perché teme i ristagni idrici che causano il marciume radicale.
Le innaffiature devono essere regolari, soprattutto durante il periodo vegetativo.
Come le altre specie del genere Datura, la Datura inoxia è una pianta altamente tossica a causa dell’elevata concentrazione di alcaloidi, quali scopolamina e iosciamina, presenti in tutte le parti della pianta e, principalmente, nei semi.
Questi alcaloidi hanno proprietà narcotiche, sedative e allucinogene e, per questo motivo, può la pianta essere stata utilizzata sia a scopo terapeutico sia nei rituali magico-spirituali dagli sciamani di alcune tribù indiane.
Gli Indiani d’America utilizzavano la Datura per avvelenare le prede durante le battute di caccia.
I monaci Hindu sfruttavano i poteri allucinogeni per dar vita a rituali sinistri.
Gli Aztechi usavano anche loro la pianta per vari scopi terapeutici e per provocare allucinazioni nei riti religiosi.
E’ sufficiente, infatti, respirare a lungo l’odore del fiore, dolciastro, ma poco gradevole, per subire i primi effetti.
L’intossicazione da Datura produce infatti totale incapacità di distinguere la realtà dalla fantasia, ipertermia, tachicardia e grave midriasi, con conseguente fotofobia dolorosa che può durare anche per diversi giorni.
Nonostante l’alta pericolosità, la pianta è usata anche per scopi medicinali nella preparazione di farmaci contro l’asma e le dispnee nervose.
Gli effetti allucinogeni della pianta, noti fin dall’antichità, sono descritti da Teofrasto, discepolo di Aristotele e autore del primo trattato di botanica conosciuto, quando espone il principio della dose della Datura Metel: “Si somministra una dracma se il paziente deve solo essere rinvigorito e deve pensare bene di se stesso; il doppio se deve delirare e deve soffrire di allucinazioni; il triplo se deve diventare pazzo permanentemente; si somministrerà una dose quadrupla se deve morire“.

 

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