Nov 21, 2019 - Senza categoria    Comments Off on IL PLATANUS ORIENTALIS NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

IL PLATANUS ORIENTALIS NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

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Miei carissimi amici,
le essenze vegetali presenti nella villa comunale “Giuseppe Garibaldi” di Mistretta sono tantissime. Ne ho descritte alcune, ma vi prometto di descriverne altre  perché voglio condividere con voi la gioia di osservare queste meraviglie della Natura.
Alcune di queste essenze sono i Platani!

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Il Platano orientale è un albero di grandi dimensioni appartenente alla Famiglia delle Platanaceae.
Il nome del genere “Platano” potrebbe derivare dal latino “platanus”, “largo, piatto”, in allusione alla forma delle sue foglie simile alla parte piatta del palmo della mano, oppure dal greco “πλάτη”, “superficie larga e piana”, in riferimento all’ampiezza della chioma ed alla larghezza delle foglie. In Sicilia il Platano è chiamato: “Castagnazza sarvaggia” ,“Chiuppu durbu”, “Pratanu”, “Turbu”.
Il nome della specie “orientalis” deriva dalla zona di provenienza.
Esistono due tipi di Platano: il Platanus orientalis, che ha  la corteccia del fusto rugosa, e il Platabus occidentalis, che ha corteccia del fusto liscia.
Nella villa comunale di Mistretta vivono entrambi nel viale di sinistra, dopo la fontanella dell’acqua, l’uno accanto all’altro.
Il Platano orientale è una specie tipica dell’Asia minore e delle regioni dell’Europa meridionale sud-orientale da dove si è diffuso a scopo ornamentale.
Il Platano orientale fu introdotto in Italia dai Greci usato per ornare la piscina del palazzo di Dionigi il Vecchio, la piscina della villa imperiale di Oplontis e posto attorno alla grande vasca della villa di San Marco a Stabia. I greci coltivavano il Platano per la sua ombra. Anche i romani, dalla Grecia, lo introdussero in Italia nell’anno di Roma, (309 a.C.), e contribuirono a diffonderlo nel resto dell’Europa.
Il Platano è largamente coltivato fino a 1000 metri d’altezza, ma non si è potuto determinare con precisione il suo areale perché l’Uomo, grazie alla sua rusticità, ne ha fatto grande impiego nei giardini, nei viali, nelle strade. In Sicilia vegeta allo stato spontaneo in diverse aree delle provincie di Siracusa, di Ragusa e di Messina. In Calabria e nel Cilento cresce spontaneamente in formazioni boschive umide e lungo i corsi d’acqua.
Il Platano orientale è un albero maestoso, monumentale, ornamentale.
E’ una pianta resistente, caducifoglia, a crescita rapida, longeva, che può raggiungere i cinquecento anni di età.
In Italia, esemplari molto vecchi, piantatati all’inizio dell’800 per la nascita del figlio di Napoleone Bonaparte, sono quelli del “Viale del Re di Roma” ad Acqui.
Sul Platano orientale ci sono molti aneddoti.
E’ sacro alla provincia della Lidia, in Asia Minore.
Pizio, nipote del leggendario Creso, offrì a Dario, re di Persia, un Platano d’oro.
Serse, figlio di Dario, nel 480 a.C., durante una spedizione contro la Grecia, attraversando la Lidia, incontrò un Platano così bello che lo adornò con fregi d’oro e lo fece sorvegliare, giorno e notte, dai guardiani del corpo reale.
A Creta era venerato come albero appartenente alla Grande Dea, la Madre Terra.
I cinque lobi della foglia, che simboleggiano le cinque dita della mano aperta, rappresentavano un gesto di benedizione della divinità che così è raffigurata nelle statuette cretesi.
Il Platano è stato tante volte citato nella guerra di Troia.
Nel Peloponneso era dedicato ad Elena, semidea, figlia di Zeus e di Leda e moglie di Menelao, re di Sparta.
Menelao, prima di partire per la guerra di Troia, piantò un Platano presso la fonte sacra di Castalia.
Mentre Agamennone offriva un sacrificio propiziatorio agli dei, un serpente azzurro, col dorso coperto di macchie rosse, spuntò da dietro l’altare e si diresse verso il bel Platano posto lì vicino. Strisciò sul tronco, si portò verso l’alto e, in un attimo, inghiottì la madre e i suoi piccoli otto uccellini che erano dentro il nido.
Zeus, adirato, mutò il serpente in pietra.
Calcante, l’indovino, interpretò così l’evento: dovevano trascorrere nove anni prima che Troia fosse presa, ma, al decimo anno, avrebbe capitolato. Elena s’impiccò su un Platano nell’isola di Rodi.
Il Platano, come il serpente, cambia scorza ogni anno.
Ad Atene scrittori, filosofi, artisti discutevano all’ombra dei Platani.
Plinio il Vecchio racconta che in Licia un Platano avrebbe ospitato nella cavità del suo tronco, per un pranzo, il console Licinio Muciano assieme a diciassette commensali che stavano adagiati su giacigli di foglie dell’albero stesso.
Caligola volle fare la stessa cosa in Italia.
A Velitre (Velletri) fece montare una tenda su un Platano per ospitare quindici commensali e i rami dell’albero fecero le veci dei sedili.
Il Platano orientale presenta il tronco alto anche 30 metri, nodoso, diritto, cilindrico, che si ramifica in grosse branche già fin dalla base e assottigliato nella parte superiore.

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Negli esemplari giovani il fusto è rivestito dalla corteccia inizialmente di colore verdastro che, negli alberi vecchi, si fessura in piccole placche rugose, sottili e irregolari mettendo in evidenza la sottostante nuova corteccia di colore verde chiaro.

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In abbigliamento invernale

Una leggenda racconta che il Platano perde la corteccia perché sarebbe stato punito per aver nascosto nel suo tronco cavo il serpente dell’Eden. Nella Bibbia, in elogio della sapienza, Siracide (24,14) cita il Platano: ”Sono cresciuta come le palme in Engaddi, come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura; sono cresciuta come un platano.”
Il legno, ad alburno bianco-giallognolo o bianco-rossastro e duramen rosso bruno, è semiduro, pesante e compatto con anelli annuali ben distinti.
Le grandi foglie alterne, di colore verde chiaro lucido nella pagina superiore, biancastre e tomentose nella pagina inferiore, lungamente picciolate, con nervatura palmare, molto eleganti e incise profondamente da 5 a 7 lobi dentati fino ad oltre la metà della lamina e con lobo centrale molto evidente, formano la chioma molto ombrosa, alta, fitta, cupuliforme, ampia che, per potersi sviluppare in modo armonico, ha bisogno di ampi spazi.

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La superficie della lamina inizialmente è quasi vellutata, poi diventa liscia su entrambe le pagine. In autunno, prima di cadere, assumono un caldo colore giallo sfumato d’ocra.

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I fiori, molto piccoli, unisessuali, i maschili di colore giallo, i femminili rossastri, sono raccolti in infiorescenze pendule, sferiche, poste su lunghi peduncoli e situate spesso sullo stesso ramo: quelli maschili sui rametti di un anno posteriormente all’asse fiorale, quelli femminili all’apice dei germogli sulla stessa pianta a tarda primavera. La fioritura avviene tra aprile e maggio. L’impollinazione è anemofila.
I frutti sono delle nocule, palline sferiche spinose, dense e di colore marrone, riunite in gruppi da 3 a 6, sorrette da peduncoli penduli. Le infruttescenze sferiche sono dotate di lunghi peli. I frutti maturi rimangono sulla pianta per tutto l’inverno dai quali, nella primavera successiva, si liberano i semi piumosi, allungati e di colore paglierino e che si disperdono nell’aria.

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Il Platano orientale è stato molto utilizzato per scopi forestali e ornamentali fino al XVIII secolo quando è stato sostituito dal Platano ibrido più rustico e di veloce accrescimento.
Predilige i terreni argillosi, fertili, dove cresce vigorosamente. Indispensabile, per il suo sviluppo, è la presenza d’acqua. Largamente coltivato nell’Europa meridionale, non sopporta, invece, il clima dell’Europa settentrionale dove non giunge l’influenza moderatrice del mare; in queste regioni è stato introdotto dal Nord America, poco dopo la scoperta di questo continente, il Platanus occidentalis.
Sopporta la potatura e l’inquinamento atmosferico delle città, quindi è spesso piantato nei giardini e per alberare le strade.
Pur resistendo bene ai parassiti, in questi ultimi anni è stato attaccato da insetti e da un fungo che hanno portato diverse piante alla morte.
Le protuberanze del tronco, che si osservano frequentemente, sono ammassi anomali di gemme a seguito di alterazioni fisiologiche.
Oltre che come ornamento, l’albero di Platanus orientalis ha altri utilizzi.
Il suo legno è molto resistente alle sollecitazioni meccaniche e trova impiego nella fabbricazione di mobili, di utensili da cucina, di rivestimenti, di strumenti di precisione, di calci di fucile, di giocattoli, per lavori al tornio e di falegnameria. Come combustibile, per l’elevato potere calorico, dà buon carbone e ottima legna da ardere. Nell’industria della carta serve per la produzione di cellulosa.
Le foglie sono gradite agli animali.
In medicina le foglie e la corteccia del Platano sono utili per la preparazione di decotti e di tisane. Anticamente l’infuso, aggiunto al vino rosso, garantiva validi effetti contro il mal di denti, i gonfiori e le infiammazioni varie.

 

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