Sep 18, 2018 - Senza categoria    Comments Off on IL PALAZZO DI DON FRANCESCO LO IACONO A MISTRETTA

IL PALAZZO DI DON FRANCESCO LO IACONO A MISTRETTA

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Imponente nelle dimensioni ed elegante nell’aspetto, il palazzo di don Francesco Lo Iacono spicca nella parte alta della via Libertà di fronte alla chiesa di San Francesco d’Assisi a Mistretta.

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Il palazzo fu costruito in due fasi.
Nella prima fase il corpo di fabbrica, che si affacciava sulla via Santa Caterina, è stato edificato nel 1797, come risulta dalla data scritta sul concio della chiave di volta del portone principale al numero civico 11 prospiciente la via Santa Caterina.
Si accede all’interno del palazzo dopo avere superato una bella scalinata ad emiciclo di tre gradini.

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Il palazzo di don Francesco Lo Iacono fu il primo ad essere costruito nei quartieri alti di Mistretta, ciò a dimostrare che il ceto borghese della popolazione si spostava verso il quartiere di Santa Caterina.
Già, intorno al 1500, lungo la via Santa Caterina per la festa di San Barnaba, un apostolo, ma non appartenete ai dodici,  tradizionalmente considerato il primo vescovo di Milano, avveniva il palio di cavalli, quindi la nobiltà si affacciava nei balconi dei palazzi di via Santa Caterina per assistere allo spettacolo.
Uno di questi era, appunto, il palazzo di don Francesco Lo Iacono.
La via Santa Caterina è stata sempre una via di collegamento tra il centro storico di Mistretta e la zona nuova verso la Neviera.

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Nella seconda fase della costruzione del palazzo i lavori iniziarono nel 1860.
Nel 1871 fu costruito il portale che si apre in via Libertà, al numero civico 153, diventato il corso principale della città. 4  VIA LIBERTà 153 ok

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Il palazzo è compreso fra la via Santa Caterina,

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 la via Libertà,

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la via Luigi Settembrini,

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  la salita Lo Iacono,

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  Si eleva a quattro livelli ed è formato dai locali del pianterreno, dal piano ammezzato, dal piano nobile e dal piano sotto il tetto.

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   Le tante finestre e i tanti balconi, protetti dalle ringhiere in ferro battuto che arredano tutte le facciate, spesso sono abbelliti dai vasi di fiori.

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Data la sua maestosità, il palazzo influenzò l’assetto viario delle strade laterali del paese. Nei primi anni del 1800 fu costruita la grande scalinata Lo Iacono ricavata da quella che prima era una rampa di collegamento fra la via Libertà, che divenne  arteria principale a seguito della pianificazione della strada progettata dal governo Borbone, e la via Santa Caterina. La famiglia Lo Iacono, avendo ampliato il palazzo e avendo aperto un altro accesso anche in via Libertà,  chiese al comune di Mistretta la licenza di costruire a spese proprie una strada di collegamento fra la via Santa Caterina e la via Libertà di modo che tutti e tre i palazzi Lo Iacono avessero facile accesso anche alla sottostante strada. Nacque la “Salita Lo Iacono”.

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Nei documenti conservati nell’archivio storico comunale nel palazzo Mastrogiovanni-Tasca a Mistretta è scritto che nel 1860 alla signora Anna Tusa, vedova Lo Iacono, fu accordata “ l’occupazione dello sporgente sotto la di lei casa rimpetto la chiesa dei Cappuccini per costruzione di una terrazza a condizione che essa dovrà farsi nel modo che verrà dal Consiglio Edilizio stabilito per l’ornato della strada e con l’obbligo di dover costruire una scalinata per il transito dei comunisti munita di inferriata, ma ordina che pria di ciò praticarsi una pianta”.
In seguito a questa concessione la signora Anna Tusa fece costruire una scalinata a ridosso del palazzo molto più stretta di quella attuale.
In seguito il Comune la ingrandì.
Sempre dai documenti conservati nell’archivio storico comunale si apprende che un locale del palazzo era stato preso in affitto dai soci della Sala di Conversazione, oggi Circolo Unione, che vi rimasero fino al 1854.
Pur avendo sopportato il terremoto del 31 ottobre del 1967, il palazzo, sottoposto a interventi di recupero, conserva la sua originaria raffinatezza.
Soprattutto il tetto, a causa del terremoto, ha subito notevoli danneggiamenti ed è stato ripristinato.
Anche all’interno i locali, soprattutto quelli del piano superiore sotto il tetto, sono stati sottoposti a interventi strutturali che hanno sconvolto irrimediabilmente l’originaria forma.
Anche gli altri locali del primo e del secondo piano hanno subito notevoli cambiamenti in seguito alla ristrutturazione, mentre altri hanno conservato la primitiva architettura.
E’ il caso dell’appartamento della signora Maria Di Salvo, che conserva inalterati gli affreschi delle volte e il pavimento. Solo le pareti sono state incartate, come si usava allora.
L’osservazione degli affreschi mi ha impressionata ed entusiasmata.
Ringrazio la signora Maria Di Salvo per la sua disponibilità dandomi la possibilità di visitare l’interno del suo grande appartamento.
Attualmente i locali del pianterreno sono adibiti ad attività commerciali,

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 mentre gli appartamenti dell’ammezzato, del primo e del secondo piano sono abitati da alcune famiglie.
Ricordo la figura del signor Calogero Barbera, conosciuto col soprannome di “ Caloriu Maronna” nomignolo che aveva ereditato dal padre Giuseppe per aver rappresentato la Madonna nel “Martuorio” della via Crucis da palcoscenico, che negli anni ‘60­ –’70 del secolo scorso aveva allestito il suo studio fotografico in uno dei locali a pianterreno.
Gli appartamenti dell’ammezzato sono abitati dai fratelli Giuseppe e Maria Barbera.
Il piano nobile è abitato da un lato dalla signora Rosalba Barbera con i figli Francesca e Daniele Scarcina, e dall’altro lato vi abitavano i coniugi Di Salvo-Regalbuto. Dopo la morte della mamma, la signora Regalbuto Iolanda e del papà Di Salvo Michele, che tutti conoscevamo come “don  Lillo”, la proprietà è passata alla figlia, alla signora Maria Di Salvo.
Sono a casa della signora Maria Di Salvo, che ringrazio per la sua ospitalità, dove ho ammirato gli affreschi alle volte dei tetti e qualche antica suppellettile.

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I  pavimenti sono quelli originali.

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 Sono a casa della mia amica, la giovane Francesca Scarcina, che ringrazio per la sua accoglienza.

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