Aug 13, 2018 - Senza categoria    Comments Off on LA CASA GIURATORIA E IL NUOVO PALAZZO DEL MUNICIPIO A MISTRETTA

LA CASA GIURATORIA E IL NUOVO PALAZZO DEL MUNICIPIO A MISTRETTA

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Il palazzo del Municipio si trova davanti alla facciata principale della chiesa Madre.
E’ compreso tra la Piazza Unità d’Italia, la via Niccolini e la strada Tommaso Aversa.

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E’ un edificio di nuova costruzione, ma edificato sulle rovine della vecchia casa parrocchiale di via Civita inglobando anche alcune casette diroccate.
La prima casetta dei Giurati si trovava dove oggi c’è la Casa Canonica della parrocchia di Santa Lucia, elevata a santuario della Madonna dei Miracoli.

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Liberata l’area a causa dell’abbattimento della vecchia sede della Casa dei Giurati, sullo stesso luogo fu edificata la nuova Casa Parrocchiale.
Le fotografie-cartoline, gentilmente fornite dal prof. Mariano Bascì, dimostrano che l’attuale casa parrocchiale fu, appunto, la Casa dei Giurati di Mistretta, cioè il vecchio Municipio dove si riunivano i Giurati quando dovevano discutere argomenti importanti e dove si custodivano tutti i documenti dell’amministrazione comunale.

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Foto tratta dall’archivio civico nel palazzo Mastrogiovanni_Tasca

La prima casetta dei Giurati fu costruita nel 1406 quando Mistretta comprò la libertà demaniale.  Non avendo i soldi necessari, chiese in prestito 100 onze ai nicosiani. Nel 1600 fu ingrandita.
Nel 1786 i giurati deliberano di costruire una nuova casa Giuratoria.
Nel 1787 fu incaricato il sacerdote di Capizzi, l’arch. Pietro del Campo, a redigere  il progetto per i lavori di ristrutturazione che furono eseguiti dai maestri Disma Aquilina e Giuseppe Zappalà.
Nel 1878 il Consiglio comunale aveva evidenziato la necessità di eseguire con urgenza alcuni lavori di ristrutturazione dei locali posti a pianterreno. Pertanto approvò  “il progetto della riduzione della scala e terranei” dopo aver sottoposto all’esame di Giovan Battista Basile il progetto dell’arch. Consentino e dell’ing. Giacometti, che lo giudicò positivamente.  Giovan Battista Basile ha progettato le inferriate delle finestre, ma il lavoro fu affidato a un artigiano locale.
Ancora nei primi anni del 1900 sia la casa dei Giurati, sia la vicina canonica di via Civita, cominciarono a mostrare segni di instabilità e di deterioramento pertanto è stato necessario evacuarle con la promessa di una nuova ricostruzione. Maturava già l’idea che entrambi gli edifici sarebbero stati ricostruiti l’uno al posto dell’altro.
La via Civita iniziava dalla piazza San Nicola e terminava davanti alla chiesa Madre.
Dava la possibilità di vedere la chiesa Madre nella sia interezza, mentre adesso la sua visione è oscurata dalla presenza dell’edificio del nuovo Palazzo di Città.
L’arciprete Antonino Giaconia, unitamente ai consiglieri del Comune, nel 1919 ha notificato il passaggio della Casa dei Giurati in Casa Parrocchiale proprio perché in quell’anno il Comune aveva delibato di costruire la nuova casa del Municipio.
Pertanto, nel 1919 finisce la sua funzione di casa del Comune e diventa Casa Parrocchiale.
La Corte dei Giurati, in attesa dell’edificazione del nuovo Palazzo, decise di trasferire la casa dei Giurati in alcuni locali del palazzo Centineo negli anni dal 1935 al 1940, del palazzo del barone Allegra, del palazzo dell’attuale Museo delle Tradizioni Silvo-Pastorali, del palazzo Lo Iacono-Portera e, in ultimo, del palazzo Mastrogiovanni-Tasca.
Il Palazzo Lucio Mastrogivanni-Tasca è stato acquistato dal Comune di Mistretta nel 1940 dalla Baronessa Iole Dagnino.
Per la costruzione della nuova sede del Comune si dovette aspettare, quindi, la fine della seconda guerra mondiale.
Finalmente, nel mese di maggio del 1949 fu stipulato il contratto d’appalto per la costruzione del nuovo Municipio.
L’opera, completata, fu inaugurata il 26 luglio del 1952. Il suo nome è: “PALAZZO MUNICIPALE”, nome che aveva acquisito dopo il Risorgimento.
La casa parrocchiale e il nuovo palazzo di Città sono quasi coetanei e sono una di fronte all’altro.
Attira l’attenzione del passante la facciata principale del nuovo Municipio incastonata da cantonali a bugnato liscio e abbellita da caratteristiche finestre.

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 Nelle due facciate laterali sporgono tante altre finestre.

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La balconata sovrastante il portone è sostenuta da robuste colonne cilindriche e, sopra l’architrave, il fastigio dell’aquila imperiale, simbolo di Mistretta, allarga le sue ali e rivolge a destra il suo robusto becco.

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Nella stessa facciata, lateralmente al portone, due lapidi commemorative ricordano due uomini che si sono distinti per particolari azioni politiche.

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In una di esse si legge: ” Pietro Daidone, muratore, nella notte dell’ 8 Aprile 1860 inalberò sul castello il Tricolore che atterrato dalla polizia borbonica Egidio Ortolani Delmo, calzolaio, issò la sera del 10. 13-5-1960”.

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Nell’altra lapide si legge: ”Partecipò all’epopea garibaldina un drappello d’armati mistrettesi che sotto il capo guerriglia Domenico Cardinali entrando in Palermo il 27 maggio 1860 pagavano il loro tributo di sangue. 13-5-1960”.

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Superato il portone d’ingresso, una scala centrale, di marmo bianco di Carrara,  che, dopo la prima rampa, si divide in due aprendosi a tenaglia, conduce al primo piano dove ci sono:  la sala del sindaco, la sala consiliare e alcuni uffici. La scala è circondata da un’elegante ringhiera di ferro battuto separata dai pilastrini di granito grigio .

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La finestra molto allungata, posta all’apice della prima rampa di scale, chiusa da un’importante struttura in ferro battuto, permette alla luce solare di penetrare nel vasto androne.

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Sono nella sala del sindaco avv. Liborio Porracciolo

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Nella sala de sindaco è in evdenza la pergamena che Noè Marullo donò al Municipio di Mistretta e realizzata quando si trovava Roma per completare i suoi studi economicamente aiutato dal Comune di Mistretta.
La pergamena rappresenta la Sicilia, inserita nel contesto dell’unità d’Italia.
Mistretta e Roma sono due realtà culturali.
Al centro della pergamena Noè Marullo ha scritto:

IN OMAGGIO
ALL’ONOREVOLE
MUNICIPIO
DI
MISTRETTA
Noè Marullo
ROMA
MDCCCLXXVIII

Osservata di fronte, nell’angolo inferiori a sinistra della pergamena è raffigurato il vulcano dell’Etna fumante, nell’angolo di destra è raffigurata Roma con il suo palazzo di Giustizia lungo il Tevere solcato da barca, in secondo piano il Castel Sant’Angelo.
Nell’angolo superiore di sinistra sono raffigurati Mistretta e il paese, nell’angolo superiore di destra sono raffigurati il castello e il Municipio, nel mezzo c’è l’aquila imperiale.
Ai lati le fanciulle raffigurano le allegorie.
Quella di sinistra raffigura la pittura, quella di destra  la scultura.
Inoltre Marullo esalta la natura disegnandovi agavi, felci, palme fichi d’india con pesci e conchiglie. Poi squarci di cielo e di mare.
E’ una pergamena molti simbolica.
Si nota anche la mano artistica e pittorica del nostro concittadino.
Noè Marullo ha impiegato tre mesi di tempo per realizzare questa pergamena che è un’opera di grande valore artistico-culturale.
Pertanto meriterebbe un posto più adeguato per essere ammirata, ad esempio nel museo.

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L’aula consiliare è intitolata all’avv. Vincenzo Antoci, che tanto ha lavorato per il bene di Mistretta durante la sua attività politica.

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Avv. Vincenzo Antoci

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foto di Giuseppe Salerno

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Altre targhe commemorative ricordano persone ed eventi storici.

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Un’altra scala conduce agli uffici del livello superiore.
La statua del cuore di Gesù accoglie gli amministratori, gli operatori, gli utenti del Comune.

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Il pavimento, di cemento, è ornato da una frangia fogliare.

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La parte anteriore dell’edificio che si affaccia in via Civita è circondato da una ricca cancellata di ferro battuto.

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