Mar 27, 2015 - Senza categoria    Comments Off on Il CERCIS SILIQUASTUM – L’ALBERO DI GIUDA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

Il CERCIS SILIQUASTUM – L’ALBERO DI GIUDA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

Chi era Giuda Iscariota, figlio di Simone?

Ce lo raccontano i Vangeli.

 Nel vangelo di Giovanni  (Gv 12,4-6) si legge:  Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:<Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento danari per poi darli ai poveri?>. Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Giuda tradì Gesù indicandolo ai soldati del Sinedrio ebraico per farlo arrestare. Nel Vangelo secondo Matteo, in Cattura di Gesù ( 26,47-50) è scritto:<Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: “ Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!”. E subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbì!”. E lo baciò. E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui!”. Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.

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Matteo continua la sua narrazione nel Suicido di Giuda ( 27,1-8): Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo:” Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente”. Ma quelli dissero: “Che ci riguarda? Veditela tu!”. Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò ed andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: “Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue”. E, tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi.
Ecco qual è l’albero dove s’impiccò l’apostolo Giuda Iscariota preso dal rimorso perché, dopo aver indicato ai soldati il Maestro, lo baciò nell’orto degli Ulivi tradendolo per trenta denari d’argento.

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E’ il Cercis siliquastrum.
Il Cercis siliquastrum, detto “Siliquastro”, e “Albero di Giuda”, è un albero appartenente alla famiglia delle Leguminosae.
In Italia cresce spontaneo, ma è coltivato come pianta ornamentale nella villa comunale di Mistretta per i suoi fiori rosa – violacei che appaiono anche direttamente sui rami e sul tronco.
E’ un albero che aggiunge valore al giardino per la sua fioritura copiosa che appare quando tutto attorno è ancora quasi completamente spoglio.

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L’albero di Giuda è originario del Mediterraneo orientale e dell’Europa meridionale. Il suo nome botanico deriva dal greco “kερκίς“, che significa “ago, navetta, spola”, per la forma dei suoi frutti, ma, probabilmente, la vera origine del termine proviene da “Giudea”, regione nella quale l’albero è molto comune.
Il Cercis siliquastrum si presenta come un piccolo albero nodoso, perenne, alto fino a cinque metri ed è proprio impossibile non vederlo. L’albero è una nuvola carica di fiori di colore rosa acceso in primavera, poi è spoglio d’inverno, in lunga attesa. Ad aprile grida la sua improvvisa gioia di vivere, anche se solo per una ventina di giorni. La nuvola rosa scompare, d’incanto.
L’albero cresce molto lentamente. Presenta l’apparato radicale ampio e di  media profondità e il fusto, rivestito da una corteccia grigia nerastra, ha un portamento eretto. I rami presentano la corteccia rossastra.
Le foglie, portate da lunghi piccioli, caduche, arrotondate, cuoriformi, con nervatura palmata, sono di colore verde chiaro che, da giovani, possono avere tonalità rossastre; la pagina superiore è liscia e lucida, la pagina inferiore è glauca.
Appaiono abbastanza tardivamente, in primavera, in autunno assumono un bel colore giallo, quindi cadono dall’albero.
L’insieme delle foglie rende la chioma vaporosa, arrotondata, delicata, dai contorni irregolari, dando la sensazione di leggerezza e di freschezza.
I fiori, ermafroditi, con la corolla papilionacea, profumata, sono riuniti in racemi che compaiono abbondantemente in primavera prima delle foglie. La caratteristica di questa specie è la caulifloria: i fiori spuntano direttamente dalla corteccia dei vecchi rami e del tronco nei mesi di aprile e di maggio.
La pianta inizia la sua fioritura sui rami di almeno due anni d’età regalando generose fioriture. Secondo qualche leggenda i fiori rappresenterebbero le “lacrime di Cristo” e il loro colore rosa simbolizzerebbe la “vergogna” per la grande cattiveria di Giuda.

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 L’impollinazione è entomofila.
I frutti, baccelli rossastri, che diventano bruni a maturità, appiattiti, pendenti, lunghi anche 15 centimetri, molto numerosi, coriacei restano attaccati alla pianta fino alla fine dell’inverno e persistono anche dopo la caduta delle foglie. La moltiplicazione avviene per mezzo dei semi.

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 Albero molto rustico, vive meglio se esposto in un luogo luminoso, con luce solare diretta perché, in condizioni eccessivamente ombreggiate, non svilupperebbe bene la sua bella fioritura.
Predilige un clima mite, ma resiste al freddo, risente delle gelate, soprattutto se tardive. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno preferendo quelli ben drenati, sciolti, leggermente calcarei, ma tollera anche quelli moderatamente acidi. Sopporta bene lunghi periodi di siccità, quindi non richiede molta acqua, ma si accontenta di quella delle piogge.
Non richiede particolari potature, se non per limitare la crescita espansa della chioma e per eliminare i rami ineleganti o danneggiati. Non presenta particolari malattie.
Gli esemplari giovani, messi a dimora da poco tempo, sono più esigenti.
Grazie alla sua resistenza all’inquinamento atmosferico è utilizzato per le alberature delle strade e dei viali cittadini, ma si lascia spezzare dall’azione del vento.

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