Nov 15, 2018 - Senza categoria    Comments Off on CERIMONIA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO “I VECCHIO VERDERAME TRA ‘800 E ‘900” DEL PROF. CALOGERO CARITA’.

CERIMONIA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO “I VECCHIO VERDERAME TRA ‘800 E ‘900” DEL PROF. CALOGERO CARITA’.

1 ok

Una giornata importante all’insegna della cultura e della rievocazione storica è stata vissuta dai licatesi sabato 10 novembre 2018 grazie all’instancabile attività letteraria del professore Calogero Carità.
Infatti, nell’aula capitolare dell’ex convento del Carmine, a Licata, è stato presentato il libro “I Vecchio Verderame tra ‘800 e ‘900 (Saga di una ricca, raffinata e potente famiglia licatese) ” Edizione La Vedetta.

2 ok

 E’ una monografia importante che racconta la storia vissuta a Licata tra il 1840 e il 1940 dalla famiglia Vecchio Verderame.
La presentazione di questo libro è stata un’opportunità molto interessante che ha fatto conoscere meglio una famiglia che rese grande la città di Licata.
La Famiglia Verderame è stata una ricchissima potente famiglia. Potente perché governava un patrimonio di zolfo in tutta la Sicilia e in tutto il mondo. Ha indirizzato l’industrializzazione di Licata con la creazione di una prima raffineria di zolfo.
I suoi membri sono stati armatori, banchieri, commercianti di zolfo in tutto il mondo. Licata dava lavoro anche agli uomini di Campobello di Licata, di Ravanusa, di Palma di Montechiaro e a molti altri paesi dell’entroterra siciliano perché allora lo zolfo si trasportava con i carri per cui i carrettieri licatesi non erano bastevoli per trasportarlo.
I Vecchio Verderame avevano fatto grande Licata!
Hanno mantenuto stretti rapporti con gli stati Uniti d’America, con l’Inghilterra, con la Francia. Furono agenti consolari di vari Stati europei. Il porto di Licata è nato grazie alla volontà dei Vecchio Verderame.
Oggi qual è l’eredità lasciata da questa famiglia?
Dopo lo sbarco degli alleati a Licata è finita la politica ed è scomparsa la presenza degli uomini grandi che lavorano per loro e per la città.
I giovani dovrebbero capire che Licata di oggi non è stata mai così. Licata era un paese ricco, che possedeva splendidi monumenti, una bellissima villa e un porto attivissimo. Purtroppo tante cose sono cambiate, principalmente la mancanza del lavoro e l’emigrazione.
I relatori, molto apprezzati dal folto pubblico di parenti e amici presenti alla cerimonia, sono stati: la prof.ssa Giuseppina Incorvaia, il dott. Salvatore Requirez, il prof. Francesco La Perna e, naturalmente, l’autore Calogero Carità.
Ha brillantemente coordinato i lavori la bravissima e spigliata prof.ssa Floriana Costanzo, docente d’italiano e latino al liceo “Vincenzo Linares”.

3 ok

Il tavolo dei relatori

Da sx: Salvatore Requirez, Calogero Carità, Floriana Costanzo, Giuseppina Incorvaia, Francesco La Perna

 Hanno portato il saluto dell’ Amministrazione Comunale: il dott. Giuseppe Galanti, sindaco della città di Licata,

4 ok

Giuseppe Galanti

 il rag. Angelo Vincenti, vicesindaco e assessore ai BB.CC. che hanno incentrato il loro discorso sull’importanza della cultura in tutti i campi e, soprattutto, sulla conoscenza da parte dei giovani licatesi di quelle personalità che hanno fatto GRANDE Licata.
Anche il breve intervento dell’On. Carmelo Pullara ha insistito sull’ampliamento della cultura nei giovani.
Un originale momento musicale ha dato inizio ai lavori. La studentessa Emanuela Ciminna ha interpretato in maniera esemplare “La vie en rose” la famosa canzone magistralmente cantata da Edith Piaf. .
Ha relazionato per prima la prof.ssa Giuseppina Incorvaia, docente di materie letterarie all’IstitutoTecnico per Geometri “Ines Giganti Curella”, che ha offerto una recensione puntuale e minuziosa del lavoro del prof. Calogero Carità sulla famiglia Vecchio Verderame. Alla fine la relatrice conclude: ” Mi piace chiudere il mio intervento con la citazione letteraria che il nostro autore colloca in apertura del libro <<Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.>>. E’ il nodo ideologico che bene  compendia  la profezia del principe del <<Gattopardo>>, secondo cui, dopo il  loro declino,  tutto sarebbe stato diverso ma peggiore, e che si presta ad una riflessione finale: la storia  di questa famiglia,  operosa e produttiva fonte di ricchezza per la città,  ci insegna  che dall’immobilità rassegnata, dall’incapacità di cogliere il mutare dei tempi e dall’improduttiva sonnolenza  non si potranno mai generare benessere, progresso e ricchezza”.

5 ok

Successivamente, il dott. Salvatore Requirez, profondo studioso e conoscitore dei Florio di Palermo e autore di numerose pubblicazioni, oltre ad entrare nel contenuto del libro, ha raffrontato i Florio e i Vecchio Verderame.

6  ok

 A seguire, il prof. Francesco La Perna, attento studioso della storia di Licata, ha fatto delle citazioni inedite sui Vecchio Verderame.

7 ok

Ha parlato del palazzo sito a Licata alla fine  del Corso Vittorio Emanuele, al numero civico 146 e che si affaccia sulla piazza Attilio Regolo, dei quadri, opera di pittori famosi, qual è Giudo Reni, delle suppellettili e delle ceramiche artistiche.
Il leone, scolpito sopra il portone, non è lo stemma della famiglia Verderame, ma rappresenta un luogo della massoneria di cui Matteo Vecchio Vederame fu il fondatore a Licata. Probabilmente il leone antropomorfo potrebbe essere lo stesso Matteo Vecchio Vederame.

7a ok

7b ok

7d ok

7e ok

I bravissimi alunni: Andrea Cosentino, Chiara Giaccio e Fiamma Mandia studenti del liceo classico “Vincenzo Linares”, e Antonino Ballacchino, studente dell’Istituto Tecnico  per Geometri “Ines Giganti Curella” di Licata, alternativamente, hanno letto alcuni passi molto significativi del libro.

8 ragazzi ok

Molto professionale è stata la moderatrice della serata, la prof.ssa Floriana Costanzo.

9 ok

Ha concluso la serata, dilettando i presenti, la bravissima Emanuela Ciminna interpretando la canzone di Rosa Balistreri “Terra ca un senti“.
Il prof. Calogero Carità, nel suo intervento conclusivo, ha messo in luce alcune importanti precisazioni sulla stesura di questo suo non facile lavoro ed ha fatto alcune doverose integrazioni riferite all’albero genealogico di Baldassare Vecchio Verderame, figlio di Angelo Vecchio Verderame, primogenito del capostipite Matteo.

9a copia

Il prof. Calogero Carità, infine, ha indirizzato il suo caloroso grazie a tutti i relatori, ai bravissimi lettori, alla giovanissima Emanuela Ciminna, che ha saputo interpretare canzoni intense di emozione, ai giovani lettori, alla moderatrice Floriana Costanzo, a Marco Bernasconi, che ha messo a disposizione tutte le necessarie strumentazioni e al numeroso pubblico. Gli applausi sono stati abbondantissimi, sinceri e calorosi.

10 ok

11 ok

12 ok

Presenti alla cerimonia erano: l’avv. Andrea Vecchio Verderame di Roma, pronipote di Ernesto Renato Vecchio Verderame, figlio del capostipite, Maria e Filippo Alaimo, figli di Maria Cristina Vecchio Verderame di Matteo Fortunato e di Wally von Rudloff, l’arch. Salvatore Vecchio Verderame, figlio di Matteo di Matteo Fortunato e di Wally von Rudloff, Maria Cristina Vecchio Verderame Comunale e il fratello Antonio, figli di Matteo Fortunato e di Angela Ballacchino e la nipote, avv.Sabrina Vecchio Verderame, figlia di Angelo, Eugenio, Carmela, Baldassare, Piero ed Antonio, nipoti di Baldassare Vecchio Verderame e di Carmela Timoneri.” I Vecchio Verderame tra ‘800 e ‘900″ è un libro da leggere per scoprire veramente una bellissima pagina della storia della nostra città.
Il prof. Calogero Carità è lo storico più importante di Licata avendo pubblicato 45 testi di natura storico-letteraria sul suo amato paese.

13 ok

Calogero Carità è nato a Licata (Ag.). E’ a Verona dal 1971, coniugato con Nazzarena, ha due figli: Enrico e Riccardo. Laureato in Lettere, ha insegnato italiano e latino al Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” di Verona sino al 1988, anno in cui, a seguito di concorso nazionale per titoli e per esami, è stato nominato preside. al Liceo Scientifico Statale “E. Medi” di Villafranca che ha diretto sino al 1996. Trasferito a Verona, dal 1996 al 2012 ha diretto il Liceo delle Scienze Umane “C. Montanari” di Verona. Dal 1° settembre del 2012 ha lasciato la scuola per raggiunti limiti di età.
Dal 1970 si occupa di storiografia, archeologia ed arte e vanta in questi settori numerose pubblicazioni. Dal 1971 al 2010 è stato socio della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo. Nella sua città natale nel 1971 ha contribuito alla fondazione dell’Associazione Archeologica Licatese, di cui è stato il primo presidente. Nominato nel 1972 ispettore onorario ai beni culturali, si è dedicato per più di vent’anni alla tutela del patrimonio artistico, storico, monumentale, archeologico e paesaggistico del suo territorio, ottenendo la istituzione del Museo Archeologico e numerosi interventi di restauro di opere d’arte e monumenti.
Bibliografo e studioso di bibliografia e biblioteconomia ha curato il catalogo dei manoscritti e delle edizioni rare e di pregio della Biblioteca Comunale di Licata pubblicato in volume dall’editore Sellerio di Palermo.
Tra i suoi interessi anche lo studio dell’architettura castellana siciliana in generale e dei castelli agrigentini in particolare, di cui ha curato un dettagliato inventario e vari studi monografici apparsi in volume e nelle rivista dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio.
Giornalista pubblicista dal 1974, ha collaborato per anni con articoli e servizi al “Giornale di Sicilia” e a “La Sicilia” e a vari periodici e riviste anche a diffusione nazionale. Dal 1982 è direttore del mensile “La Vedetta” che si pubblica nel suo paese di origine.
Attiva anche la sua presenza nel sindacato autonomo della scuola, lo Snals, di cui è stato per lungo tempo segretario regionale. In atto ricopre la carica di segretario regionale della Confederazione dei sindacati autonomi dei lavoratori. E’ presente negli organi statutari nazionali sia del sindacato scuola e della confederazione.
Per la sua intensa attività di editore (ad oggi oltre 20 titoli di saggi su storia, arte e architettura), di studioso e di ricercatore (conta oltre 25 pubblicazioni) ha ricevuto numerose benemerenze: è stato premiato per la cultura nel 1972, nel 1975, nel 1978 e nel 1983 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; nel 1999 ha ricevuto ad Agrigento il prestigioso Premio “Telamone” e nel 2006 il premio Sikelè per la ricerca storica e l’attività giornalistica.
Nel 2013, in occasione del 70 anniversario dello sbarco alleato in Sicilia, ha pubblicato sull’argomento un interessante saggio storico di circa 400 pagine che ha riscosso enorme successo, tant’è che ha dovuto provvedere ad una sua seconda edizione.

15 copia

Il Premio “Telamone” è un’attestazione di riconoscimento e di stima per gli illustri siciliani che si sono distinti nella politica, nella cultura, nel giornalismo, nell’arte, nel sociale e che hanno contribuito a dare una visione ottimale della propria terra: della “Sicilia”.
La designazione dei “Telamoni” rappresenta, quindi, una testimonianza molto significativa, riservata a quelle personalità che hanno concretamente operato per la crescita culturale e umana della Sicilia consegnando a siciliani e non solo i prodotti della loro intelligenza, del lavoro, della ricerca, dell’arte.
L’emblema del Premio, una riproduzione dei maestosi Telamoni che sostenevano il grande Tempio di Giove Olimpico nella Valle dei Templi di Agrigento, spiega la grandezza dei “Telamoni”.
il Premio”Sikelé”, ideato ed è organizzato dall’Aics di Agrigento, è una qualificata occasione di encomio, di stima e di gratitudine della Città dei Templi e di tutta la provincia a personalità ed istituzioni del territorio agrigentino che sono riuscite ad attestarsi ai più alti livelli nei
diversi settori dell’impegno culturale, civile, sportivo ed imprenditoriale.Il simbolo del Premio è la riproduzione in terracotta di un busto femminile  d’epoca greca che raffigura idealmente la mitologica divina Sikelè,da cui prese il nome la Sicilia, terra di Storia e d’Arte, di pensiero edi genio, di lotte e di conquiste sociali, di traguardi atletici e d’invincibile vigore produttivo.

Comments are closed.