Oct 5, 2014 - Senza categoria    Comments Off on LA CARISSA MACROCARPA -IL GELSOMINO AFRICANO DAI FIORI BIANCHI

LA CARISSA MACROCARPA -IL GELSOMINO AFRICANO DAI FIORI BIANCHI

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La Carissa macrocarpa grandiflora è la pianta che vegeta bene nel vaso posto davanti al negozio di elettrodomestici della signora Mara alla fine di via Campobello, a Licata, di fronte al Centro Commerciale San Giorgio. La pianta, curata con amore dalla stessa Mara, si manifesta rigogliosa e bellissima.
La Carissa grandiflora, la Carissa macrocarpa, l’Arduina macrocarpa, la Natal Plum, Prugna del Natal, come è conosciuta la Carissa in Sudafrica, sono sinonimi della stessa specie.
 Il genere Carissa, che  comprende circa trenta specie di piante sempreverdi appartenenti alla famiglia delle Apocynaceae, è diffuso prevalentemente nei paesi della zona tropicale e subtropicale dell’Africa,  dell’Australia, e della Cina.
Sicuramente la Carissa macrocarpa  grandiflora è la specie più diffusa e più conosciuta.
Altre specie sono: la Carissa acuminata, la Carissa arduina, la Carissa bispinosa, la Carissa brownii, la Carissa carandas, la Carissa congesta, la Carissa diffusa, la Carissa edulis, la Carissa lanceolata, la Carissa oblongifolia, la Carissa opaca, la Carissa ovata, la Carissa schimperi, la Carissa spinarum.

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La Carissa macrocarpa, originaria dalle aride selve dell’Africa meridionale, è una pianta sempreverde di medie dimensioni e dall’aspetto arbustivo tondeggiante molto denso e ramificato.
Allo stato spontaneo, nella sua terra d’origine, crescendo lentamente, può raggiungere anche i 5 metri di altezza.
In Europa e in Italia non supera mai i due metri presentandosi come un alberello di piccola e bassa taglia.
La pianta della signora Mara, coltivata nel vaso, è alta appena 60 cm. Spesso è sottoposta ad atti sgradevoli da parte dei ragazzi che frequentano le scuole nei pressi dell’attività commerciale della signora Mara.
La Carissa macrocarpa possiede i fusti lisci e spinosi per la presenza di numerose spine acuminate (esistono cultivar dove le spine sono assenti).
Le foglie, semplici, di forma ovale, opposte, rigide, coriacee, dal colore verde intenso brillante, sono appuntite e lucide.
Per esaltare la bellezza del fogliame, per togliere gli strati di polvere e di smog, la signora Mara spesso pulisce pazientemente tutta la chioma con un lucidante specifico.
La Carissa macrocarpa regala una spettacolare fioritura stellare che inizia in primavera e si prolunga fino all’autunno quando contemporaneamente sulla stessa pianta si possono osservare fiori e frutti.
I fiori, solitari, profumati, quasi cerosi, di solito posti agli apici dei rametti terminali, hanno la forma di piccole stelle bianche. Ricordano i fiori d’arancio e di gelsomino. La disposizione leggermente rotata ad elica dei 5 petali rivela la caratteristica appartenenza della Carissa alla famiglia delle Apocynaceae, la stessa alla quale appartengono gli oleandri, le pervinche e le plumerie.

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Alla fioritura segue la produzione del frutto, una bacca ovale o rotonda, della grandezza di una susina, di circa 3 cm di diametro, che passa dal colore verde quando è acerba al rosso vivo quando è matura. La bacca matura, commestibile, ha la polpa dal sapore gradevole, dolce e delicato, un insieme di fragola, di ribes e di mela, tanto che nel mondo anglosassone è chiamata “susina del Natal” e “winter plum“, “susina d’inverno”, è ottima per produrre marmellate, gelatine e macedonie. Anche gli uccelli ne sono avidi.

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In alcune specie i frutti sono consumati immaturi in salamoia come le olive.
Il frutto contiene i semi, fino ad un massimo di 16 elementi, che sono velenosissimi.
Le altre parti della pianta di Carissa, i fusti per il latice e le foglie, contengono sostanze velenose nocive soprattutto all’Uomo. La Carissa macrocarpa si moltiplica facilmente per semina o per talea semilegnosa.
In primavera si preleva dalla pianta madre un rametto semilignificato che si interra e si aspetta la formazione delle radici. Successivamente si procederà alla definitiva messa a dimora scegliendo una zona calda e luminosa al riparo dalla luce diretta del sole almeno per il primo periodo di vita.
Quando la piantina avrà raggiunto almeno i cinque centimetri di altezza allora si potrà esporla in pieno sole per molte ore al giorno.
La produzione dei fiori sarà meno spettacolare e i frutti meno deliziosi se la pianta sarà collocata in un luogo dove l’illuminazione è insufficiente.
Si adatta ad essere utilizzata come pianta d’appartamento grazie alle sue foglie lucide, alla forma dei suoi rami ed al suo portamento espanso. Nella bella stagione è di notevole effetto sui terrazzi e sui balconi.
Le piante riprodotte da seme inizieranno a fruttificare a partire dal secondo anno di vita.
La Carissa è una pianta rustica, di facile coltivazione, anche se richiede qualche accortezza.
Evidenzia una buona resistenza al freddo, sopporta qualche grado di temperatura al di sotto dello zero per il tempo non eccessivamente prolungato.
Gelate più severe causano alla pianta gravi conseguenze fino a causarne la morte.
Nelle zone dove l’inverno è lungo e rigido, pertanto, è consigliabile coltivare la Carissa in un vaso in modo da poterlo spostare in un luogo riparato e più caldo.
Non teme la salinità ed il vento marino, quindi si può coltivare anche sulle zone costiere.
Richiede terreni regolarmente fertili, sabbiosi, asciutti, molto ben drenati.
Le annaffiature devono essere moderate evitando i ristagni d’acqua che potrebbero causare marciumi alle radici.
Sono gradite leggere concimazioni liquide settimanali durante il periodo della crescita e della fioritura.
Non necessita di potature; un leggero taglio della chioma serve per armonizzarne la forma e pulirla dai rami secchi.
La Carissa non si lascia attaccare facilmente dalle malattie e dai parassiti.
Teme particolarmente l’attacco della Cocciniglia.
E’consigliabile, comunque, effettuare un trattamento preventivo con un insetticida ad ampio spettro e con un fungicida sistemico in modo tale da prevenire l’attacco da parte degli Afidi e lo sviluppo di malattie fungine spesso favorite da un clima fresco e umido.
Per le spine molto aggressive, dure, fitte, appuntite, robuste e perfino biforcute e ben distinte dai rami, in alcune parti del mondo, soprattutto in Africa, le piante di Carissa macrocarpa sono modellate in belle siepi difensive ed impenetrabili usate come barriera vegetale per delimitare i confini, proteggere i villaggi, bloccare il bestiame dentro i recinti.

Una lunghissima aiuola, al Porto turistico “Marina di Cala del Sole”, a Licata, è aggraziata dalla presenza di un folto gruppo di piante di Carissa macrocarpa fiorite che rendono piacevole la mia passeggiata pomeridiana.
Ammiro i fiori bianchi stellati, le lucide foglie, i frutti rossi e neri, quelli più maturi.

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