Jan 1, 2019 - Senza categoria    Comments Off on BUXUS SEMPERVIRENS E BUXUS ROTUNDIFOLIA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

BUXUS SEMPERVIRENS E BUXUS ROTUNDIFOLIA NELLA VILLA COMUNALE “GIUSEPPE GARIBALDI” DI MISTRETTA

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Nel giardino di Mistretta il Buxus è molto frequente. Delimita i confini di tutte le aiuole.Circonda la piazza centrale dove i bambini giocano allegri e spensierati.

 

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Come pianta ornamentale, è apprezzata per il suo bel fogliame persistente verde intenso e lucente. Il Buxus è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Buxaceae.

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Si tratta di un genere che comprende circa 70 specie prevalentemente originarie dell’Eurasia temperata, dell’Africa tropicale e meridionale, dell’America centrale e delle Indie Occidentali. Esistono diverse specie di Bosso e le più diffuse sono: il Buxus sempervirens, il Buxus sempervirens aureomarginata, che ha il margine delle foglie dorato, il Buxus rotundifolia, e il Buxus microphylla. Tuttavia esistono molte altre specie differenti poco conosciute, ma di particolare interesse botanico ed ornamentale, quali il Buxus balearica, da piantare vicino al mare, il Buxus papillosa, dalla tessitura leggera ed ariosa, il Buxus harlandii, con foglie appuntite ed allungate, il Buxus vaccinioides, che richiede terreni ricchi di nichel e di metalli pesanti notoriamente dannosi per le piante. Il Buxus sempervirens, la specie più conosciuta, è un arbusto originario dell’Europa, del Nord Africa, del Giappone e dell’altopiano himalayano. In Italia è spontaneo nei luoghi aridi e rocciosi delle regioni montane e sub-montane delle Alpi e degli Appennini centro-settentrionali, dei Nebrodi, delle Madonie. E’ una pianta molto lenta nella crescita, ma piuttosto longeva e di piccole dimensioni.

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Ha le radici robuste e ancoranti, il fusto ingrossato alla base, tortuoso e ramificato rivestito dalla corteccia scura e rugosa, tendente al bruno-grigiastro sul legno maturo, più chiara sul legno giovane, le foglie, piccole, opposte, persistenti, sessili o brevemente picciolate, con il margine liscio ad eccezione dell’apice, ovate, coriacee, lucide, di un colore verde brillante, che si rinnovano costantemente formando una chioma solitamente molto frondosa, folta e compatta. Se strofinate, emanano un forte aroma.

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  In primavera produce grappoli di fiorellini giallastri, insignificanti, senza una corolla vera e propria, ma molto profumati.

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 I fiori maschili e femminili del glomerulo sono inseriti direttamente su di una formazione glandulosa, un nettario a forma piramidale. I fiori centrali sono generalmente femminili, quelli periferici sono maschili. La pianta fiorisce in aprile con fiori maschili tutto attorno a quelli femminili. La moltiplicazione avviene per seme. Dopo la fecondazione, in estate l’ovario matura frutti tondeggianti costituiti da capsule verdastre, grandi circa 0,8 centimetri, legnose e coriacee, sormontate da tre sporgenze a forma di corna, che permangono anche nel frutto, e che contengono piccoli semi. Il frutto ha una caratteristica forma di deiscenza che lancia a distanza i semi bislunghi, brunastri, lucidi e ricchi di albume. La disseminazione avviene all’inizio dell’autunno. Difficilmente, però, si pratica la semina, più spesso, per propagare la pianta, si prelevano in primavera talee o margotte che vanno tenute in vaso anche per alcuni anni prima di essere poste a dimora. Il Bosso è molto utilizzato non solo come pianta singola, ma, preferibilmente tante piante insieme come bordura per creare siepi che circondano le aiuole rendendo così più affascinante il giardino. Per questo motivo sono molto apprezzate le varietà nane che costituiscono cuscini tondeggianti molto decorativi. Il Bosso sopporta potature anche drastiche, per cui ben si presta a farsi modellare secondo l’arte topiaria.

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Non ha particolari esigenze colturali e cresce bene in qualsiasi luogo, fino ad altitudini elevate, preferendo, comunque, i suoli gessosi e ben drenati, le posizioni soleggiate o poco ombreggiate, adattandosi anche quando è coltivato completamente all’ombra. Non teme il freddo e  sa sopportare temperature molto basse. Non necessita di annaffiature particolarmente abbondanti anche se, in periodi dell’anno particolarmente siccitosi, può aver bisogno d’acqua; abitualmente è sufficiente l’acqua fornita dalle piogge. Non si ammala facilmente. Accidentalmente putrebbe essere colpito dagli Afidi e dalla Cocciniglia. Spesso le foglie sono rovinate da un insetto che deposita le uova sulle foglie giovani e, una volta nata la larva, nutrendosi delle foglie, causerà notevoli danni alle piante aggredite. L’altra varietà di Buxus presente nel giardino di Mistretta è il bosso aureomarginato perché ha i bordi dorati.

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 In Grecia il Bosso era sacro ad Ade, divinità protettrice in modo particolare delle piante sempreverdi, simboli della Vita che continuava negli “inferi” durante l’inverno. Per questo motivo la pianta rappresentava la continua vivibilità della Natura, cioè dell’Eternità. Mai mitologia e simbologia risultano essere più adatte a questa pianta capace di superare gli inverni più freddi mantenendosi in ottime condizioni sanitarie ed estetiche e di sopravvivere alle esposizioni sfavorevoli ed in condizioni pedoclimatiche quasi proibitive. Oltre che per il suo valore ornamentale e per l’ars topiaria nei giardini all’italiana, il Bosso è stato utilizzato per molti altri scopi. Il suo impiego per le lavorazioni artigianali, col legno molto duro, liscio, resistente e pregiato, è storicamente comprovato con la fabbricazione delle “πυξίδιον”, “tavolette da scrittura di legno di Bosso” e delle pissidi, le coppe per la conservazione delle Ostie consacrate, di strumenti musicali a fiato, di sculture lignee, per lavori di ebanisteria e d’intarsio e per il modellismo navale. Il termine Buxus è d’origine greca “Πύξινος” e significa “di Bosso” riferito al legno duro e pesantissimo che, anche da secco, non galleggia sull’acqua e va a fondo. Potenzialmente, è una pianta velenosa. Importante pianta medicinale, ebbe antica fama di curare la sifilide, l’epilessia, i reumatismi, la gotta e la malaria. Le foglie e la corteccia contengono, oltre agli alcaloidi vari, altre sostanze lassative. Le foglie, raccolte in qualunque stagione dell’anno ed essiccate all’ombra, triturate in polvere per infusi, hanno proprietà sudorifere, colagoghe, purgative e antireumatiche. La corteccia, raccolta in autunno o anche in primavera, è emetica, sudorifera, febbrifuga ed è somministrata come vino medicato o come decotto dolcificato con zucchero o con miele. Le foglie e la corteccia devono essere usate con cautela poiché, come tutte le parti della pianta e soprattutto i semi, contengono sostanze tossiche.

 

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